Ha vinto la "Serbia europea"
12.05.2008 Da Belgrado, scrive Danijela Nenadić
In Serbia vince la coalizione pro-europea guidata da Tadic pur non ottenendo una maggioranza sufficiente a governare. Ora si apre una fase di lunghe trattative, nelle quali entrano anche i redivivi socialisti
Secondo i risultati preliminari, alle elezioni politiche in Serbia il maggior numero di voti è stato conquistato dalla Lista per la Serbia europea di Boris Tadic. Il centro per le libere elezioni e la democrazia (CESID) ha comunicato a mezzanotte, sulla base dell'85% dei voti scrutinati, che la Lista per la Serbia europea avrebbe ottenuto il 38,7% di voti, il Partito radicale serbo (SRS) il 29,1%, la coalizione Partito democratico della Serbia - Nova Srbija (DSS-NS) l'11.3%, la coalizione guidata dal Partito socialista (SPS-PUPS-JS) il 7,9%, mentre il Partito liberal democratico (LDP) il 5,2%.
Secondo i risultati del CESID al parlamento, composto da 250 deputati, la Lista per la Serbia europea avrà 103 seggi, seguno poi SRS con 77, DSS-NS con 30, SPS-PUPS-JS, LDP con 13. La coalizione degli ungheresi di Istvan Pastor avrebbe inoltre ottenuto 4 seggi, la Lista per il Sangiaccato europeo di Sulejman Ugljanin 2 seggi, e infine gli albanesi del Sud della Serbia nel nuovo parlamento avrebbero ottenuto un deputato. Secondo quanto riportato da Zoran Lucic, direttore del CESID, i dati resi noti sono verisimili, con una possibilità di scarto di uno o due seggi.
Il CESID ha stimato che alle elezioni di domenica 11 maggio l'affluenza è stata del 60,7%, dato identico a quello dell'affluenza alle elezioni del gennaio 2007 quando i cittadini serbi si sono recati ai seggi l'ultima volta per le politiche.
I risultati definitivi saranno comunicati dalla Commissione elettorale repubblicana (RIK) al più tardi entro mercoledì prossimo. Fino alla mezzanotte di domenica 11 maggio la RIK aveva scrutinato poco più del 28% dei voti, e i risultati della Commissione non si discostano molto da quelli resi noti dal CESID.
A Belgrado pochi s'aspettavano questo risultato o quantomeno in pochi avevano osato pronunciarsi. Tutti i sondaggi avevano predetto risultati differenti: il Partito radicale era dato in vantaggio di qualche punto percentuale sulla coalizione capeggiata dal Partito democratico (DS). Il ribaltamento compiuto dai cittadini serbi ha sorpreso la maggior parte degli analisti di questioni politiche in Serbia. La sorpresa più grande è comunque il cattivo risultato del SRS, il quale non solo è andato meno bene di quanto previsto dai sondaggi, ma è anche caduto al di sotto del risultato ottenuto alle precedenti elezioni politiche del 2007. [...]
[...]La mattina delle elezioni preannunciava una notte turbolenta. Ai seggi elettorali fino alle 10.00 del mattino c'era stata un'affluenza del 15%, dato molto alto. Verso la metà di domenica era stato poi registrato un calo degli elettori, soprattutto in Vojvodina e poi a Belgrado, fatto interpretato da molti come un segnale negativo per le forze europeiste, tenendo presente che i cittadini della Vojvodina e i belgradesi tradizionalmente sono inclini per quei partiti i cui programmi si basano sull'avvicinamento della Serbia all'Unione europea. I cittadini della Vojvodina e di Belgrado si sono svegliati nelle ultime due ore quando ai seggi elettorali l'affluenza è stata di circa il 6% all'ora. [...]
[...]Verso le 22.30 dalla sede del Partito democratico si è fatto sentire Boris Tadic, attuale presidente della Serbia e leader della Lista per la Serbia europea. Accolto da forti applausi, Tadic ha detto che alle elezioni hanno vinto i cittadini della Serbia che inequivocabilmente hanno indicato che desiderano vedere la Serbia nell'Unione europea. Tadic ha aggiunto che insisterà sui principi della sua coalizione che comprendono l'avvicinamento della Serbia all'Unione europea, il mantenimento dell'integrità territoriale e della sovranità dello stato in Kosovo, la creazione di nuovi posti di lavoro e il rafforzamento dell'economia e la lotta alla criminalità e alla corruzione. Come riporta B92, Tadic ha avvertito le forze politiche che hanno perso le elezioni di "non giocare con i desideri dei cittadini".
Il leader del DSS Vojislav Kostunica in un discorso pallido e incomprensibile ha dichiarato che i cittadini della Serbia hanno mostrato un alto livello di responsabilità e che nei prossimi giorni sarà chiaro quali partiti formeranno il nuovo governo. Kostunica ha però aggiunto che le differenze tra il DSS-NS e il DS sono insuperabili.
Secondo una valutazione generale i grandi vincitori delle elezioni sono i partiti che compongono la coalizione guidata dal Partito socialista della Serbia. A quanto pare il loro slogan "iniziare l'amore dall'inizio" si è avverato, l'SPS, con quasi l'8%, sarà un fattore cruciale nella formazione del nuovo governo. Il leader del SPS, Ivica Dacic, ha affermato che la sua coalizione discuterà prima con il DSS-NS. Dall'altra parte Dragan Markovic Palma, leader di Serbia unita, nella stessa coalizione con l'SPS, ha detto per B92 che "senza la collaborazione con l'Europa non c'è progresso per la Serbia".
Un debole risultato è stato registrato dal Partito liberal democratico di Cedomir Jovanovic. LDP ha passato di poco il quorum del 5%, e ha fallito in tutte le città , eccetto a Belgrado dove hanno la base più forte. Alla conferenza stampa Jovanovic ha dichiarato che l'LDP si aspetta di trattare con il DS e ha escluso la possibilità di una collaborazione con SPS, DSS-NS e SRS.
Con eccezione di Boris Tadic - che ha annunciato che avvierà subito consultazioni per la formazione del nuovo governo e che lo farà con tutti i partiti politici - dagli altri principali leader sono arrivati messaggi meno concilianti. L'LDP ha escluso la possibilità di collaborazione con SPS e SRS, Kostunica ha negato che avvierà le trattative con il DS, l'SPS ha detto che non andrà mai al governo con l'LDP. Gli analisti, tuttavia, ricordano che queste dichiarazioni hanno un respiro corto, e che i partiti nella fase post elettorale si comportano per lo più secondo interessi pragmatici.
Ogni combinazione è possibile. La Lista per la Serbia europea non ha i numeri per formare il governo esclusivamente con l'LDP e le minoranze, mentre SRS, DSS-NS e SPS hanno sufficienti seggi per formare ua coalizione govcernativa. Dall'altra parte, l'SPS può decidere di appoggiare la Lista per la Serbia europea e in quel caso, con i partiti delle minoranze, potrebbero formare un nuovo governo.
Come sostiene Jovo Bakic della Facoltà di scienze politiche di Belgrado, l'SPS molto probabilmente si avvicinerà a chi vince perché sul lungo periodo gli renderà possibile una maggiore e ulteriore stabilità del partito. Il giornalista Misa Brkic ritiene che la coalizione che fa capo al DS non può essere esclusa dalla formazione del nuovo governo. Brkic ha detto che una cosa del genere non la può trascurare nemmeno Kostunica, il quale, secondo le sue parole, manifesta già quella mancanza di realismo e di spirito di contrattazione per cui è conosciuto.
fonte:
www.osservatoriobalcani.org