[O.T.] la Storia del Cinema

Scatta il fluido erotico...

Moderatori: Super Zeta, AlexSmith, Pim, Moderatore1

Messaggio
Autore
Avatar utente
Salieri D'Amato
Storico dell'impulso
Storico dell'impulso
Messaggi: 23817
Iscritto il: 17/12/2013, 11:34

Re: [O.T.] la Storia del Cinema

#211 Messaggio da Salieri D'Amato »

Alec Empire ha scritto:
16/12/2020, 18:58
Salieri D'Amato ha scritto:
14/12/2020, 0:04
E visto che si è accesa la discussione su Kubrik, voglio evidenziare una peculiarità che ho riscontrato in Full Metal Jacket, che mi piace molto ma che ho trovato spiazzante. Trovo abbia una particolarità che raramente ho riscontrato in altri film, è stato girato con un taglio talmente impersonale (l'asettico che ho sempre letto nelle recensioni) che non riesco ad immedesimarmi ne a empatizzare con i protagonisti, non riesco a trovare simpatico questo e antipatico quello, ma solo a valutare le loro caratteristiche estrinseche; trovo che tutti abbiano un ruolo stabilito, sono comparse di un affresco, che vivono le situazioni del contesto che Kubrik ha voluto ricreare, senza darci una reale introspezione psicologica, che solitamente è richiesta per un grande un film. Come ad esempio quando i protagonisti raccontano episodi del proprio passato (normalmente è l'occasione per farcelo conoscere meglio), ma è lo stesso racconto che potrebbero fare mille altri, non riesci a calarti nel suo contesto, nel suo animo, è un racconto senza colori. O come, ad esempio, prendi il sergente, non sai e non riesci ad immaginarti se sia o meno lo stronzo che appare, se è così perchè i casi della vita lo hanno condotto a questo, se lo fa per far bene il proprio mestiere o se sotto sotto ha compassione delle reclute ma deve prepararle ad affrontare la guerra; lo vedi cattivo perchè quella parte richiede che faccia il cattivo, è così e basta, non hai la possibilità di indagare oltre, non hai nessun indizio che ti porti a formarti una tua idea.
E tutto questo perchè il protagonista del film è la guerra, non i personaggi e le loro storie. Normalmente i film parlano dei loro personaggi in un certo contesto, ci raccontano le loro storie, quì le storie sono standardizzate, non ci deve interessare l'approfondimento della vita, la coscienza e i reconditi problemi di Cowboy o di Palla di Lardo, ma sapere che loro sono una sorta di stereotipi, sia pure perfettamente caratterizzati, funzionali alla vicenda che viene messa in scena, la vicenda della Guerra, anzi dell'addestramento ad essa.
Ora, ovviamente, mi direte che 'sta cosa l'hanno scritta pari pari decine di critici ed esperti di cinema. Beh, in questo caso sono d'accordo con loro. :-D
Il taglio che appare impersonale, o meglio ancora 'distante', è dato dall'effetto del grottesco che Kubrick usa per molti suoi personaggi e molte sue storie. E' come una sorta di allontanamento emotivo dalla propria creatura, con il vantaggio di non far scadere l'intreccio o la caratterizzazione del personaggio nel melodrammatico o comunque nel 'sentimentale'. Potremmo anche dire che nel caso di 'Full Metal' c'è un intento macchiettistico nei confronti della guerra e degli apparati militari, quasi si trattasse di una messa in ridicolo senza, appunto, spessore psicologico apparente (in realtà qualcosina di psicologico nella prima parte lo si desume comunque, ma tutto resta di maniera). Se ci fai caso, lo stesso 'allontanamento' dai personaggi creati lo si evince ne 'Il Dottor Stranamore' o nello stesso 'Arancia Meccanica', anche se si tratta di due risultati opposti: sornione e appunto grottesco il primo, esasperato e caricaturale il secondo. In entrambi i casi abbiamo comunque un modo di trattare la 'specie umana' antinaturalistico, con la scrittura di personaggi rispondenti a logiche e concetti collocati nel proprio 'mondo interiore', non calati in un contesto generico. That's fiction. L'opposto di ciò che accade in contesti (neo)realisti o iperrealisti, dove i personaggi sono 'colti' e quasi 'accettati' dal regista nella loro imperfezione. Kubrick invece li forgia calandoli in un universo alterato, del tutto avulso dal reale, anzi molto letterario direi. In questo senso si veda la distanza che corre tra 'Full Metal', film comunque 'studiato' cinematograficamente in teatri di posa e nel londinese, e 'Apocalypse Now', avventurosamente girato 'in loco' ovvero nelle Filippine, tra mille difficoltà 'reali' ancor prima che 'di ripresa'.
Perdonami, ma sia pur da profano, questa volta divergo in piccola parte dalla tua sempre perfetta analisi, o meglio ho sensazioni leggermente diverse sulla lettura dei protagonisti che K. ha messo in campo. I personaggi sono si stereopizzati con l'intento macchiettistico che evidenzi, ma al contrario del citato Arancia meccanica, dove comunque riesci ad empatizzare, a calarti nei panni del protagonista, a vederlo come l'eroe, sia pur negativo, in FMJ non riesco a immedesimarmi, ad avere una qualche introspezione del carattere dei personaggi, mi limito a prendere atto delle loro azioni senza poter esprimere un giudizio minimamente compiuto. E questo non ha a che vedere sul fatto che non siano calati in un contesto irrealistico. E' l'unico suo film che mi da questa impressione.


Pur avendo un proprio stilema registico personale, credo non vi sia un film di Kubrik uguale all'altro, nel senso che anche le tematiche simili sono riprese da diverse angolazioni e girate con tagli e caratterizzazioni completamente diverse. Si evolveva il regista, e i suoi film dovevano farlo con lui. Da un cinema più realistico ad uno sempre più (quasi) parodistico, seppur sempre lucido e incisivo. E piuttosto che sfruttare un successo e fare un film "simile", attendeva anni per sfornarne uno diverso". Peccato, qualche perla in più avrebbe potuto lasciarcela.
La via più breve tra due cuori è il pene

Avatar utente
Loris Batacchi
Storico dell'impulso
Storico dell'impulso
Messaggi: 5116
Iscritto il: 19/05/2011, 16:59
Località: El Paso - Texas

Re: [O.T.] la Storia del Cinema

#212 Messaggio da Loris Batacchi »



Doveroso dopo le parole in chiusura del post precedente.

Avatar utente
Gargarozzo
Storico dell'impulso
Storico dell'impulso
Messaggi: 18875
Iscritto il: 21/11/2016, 6:09
Località: piemonte

Re: [O.T.] la Storia del Cinema

#213 Messaggio da Gargarozzo »

risposta breve causa scarso tempo: in FMJ con Palla di Lardo secondo non è così arduo empatizzare. Ed anche con Joker, sempre nel segmento di film iniziale: scena clou, quando pesta Palla di Lardo con la saponetta dentro all'asciugamano, non lo vorrebbe fare, ma la "ragion di stato" lo impone.
Quando lo stesso Joker dà un consiglio spassionato a Palla di Lardo, mentre gli abbottona la camicia.
E il pezzo finale, dell'omicidio/suicidio, proprio su quel che accade tra Joker e Palla di Lardo; il primo capisce di non poter fare più niente.
Nel secondo segmento, il pezzo forte è ovviamente quando Joker si avvede che il temibile cecchino è una ragazzina, e l'ammazza per porre termine alle sue sofferenze.
Parlando di empatia. Scappo.
Amicus Plato,
sed magis amica veritas.

Rispondi

Torna a “Ifix Tcen Tcen”