[O.T.] Prodi ha deciso di dimettersi
Inviato: 21/02/2007, 20:00
Il premier a colloquio con il presidente Napolitano per 25 minuti.
Prodi al Quirinale per dimettersi.
La decisione dopo il voto al Senato, seguito da vertice di maggioranza e consiglio dei ministri. Diliberto e Giordano: voto di fiducia.
ROMA - Alla fine sono arrivate le dimissioni. Dopo la bocciatura al Senato sulla politica estera, al termine di un lungo pomeriggio scandito da un vertice di maggioranza e da un consiglio dei ministri, Romano Prodi si è recato al Quirinale per dimettersi. Il primo a darne notizia è stato il ministro delle Infrastrutture, Antonio di Pietro, al termine del consiglio dei ministri. Pochi minuti dopo la conferma del ministro Mussi: «Prodi è salito al Quirinale per dimettersi. Il resto spetta alle deliberazioni del presidente della Repubblica». Napolitano, rientrato in tutta fretta a Roma dopo aver interrotto la sua visita a Bologna, si è intrattenuto con Prodi per 25 minuti.
«VOTO DI FIDUCIA» - L'esecutivo ha fatto dunque quadrato intorno al ministro D'Alema che alla vigilia del voto aveva annunciato: «Senza maggioranza non c'è più governo». Anche se oggi l'ex presidente Cossiga (l'unico senatore a vita ad aver votato contro) ha ricordato che «per la Costituzione, il governo non ha il dovere di dimettersi perchè le dimissioni ci sono solo su un voto di fiducia». E un voto di fiducia è stato invocato nel pomeriggio dai comunisti Diliberto (Pdci) e Giordano (Prc) per uscire dallimpasse, perchè «il governo deve continuare». «La questione di porre la fiducia al governo deve essere valutata dal presidente della Repubblica sulla base delle informazioni che riceverà da Romano Prodi. Noi tutti saremo con lui» ha assicurato il ministro dei Rapporti con il Parlamento Vannino Chiti.
ROSSI: VOTERO ' LA FIDUCIA - «Voteró la fiducia al governo Prodi quando la chiederà al Senato, questo è il mio governo», ha detto Fernando Rossi, l'ex senatore del Pdci, che non ha votato la mozione di politica estera del governo a Palazzo Madama. «Voteró la fiducia a Prodi - dice il senatore dissenziente a Nessuno tv -, perchè non vedo alternative. Ho solo confermato, astenendomi al Senato, che non avrei mai sostenuto un programma di politica estera che lascia inalterata la base di Vicenza e la missione in Aghanistan, ma per senso di responsabilità non vorrei causare la caduta del governo Prodi».
BINDI: «MALEDETTA LEGGE ELETTORALE» - «Maledetta legge elettorale... questo è il primo pensiero che mi viene in mente». Il ministro per la Famiglia Rosy Bindi non ha nascosto la delusione per il voto del Senato sulla politica estera. «Non c'erano i motivi e le condizioni per votare così - ha aggiunto la Bindi riferendosi ai senatori "dissidenti" della maggioranza -] si sono presi una gravissima responsabilità nei confronti del Paese».
MASTELLA: LA MAGGIORANZA C'E' - «Al Senato è successo qualcosa di più di uno scivolone, ma in quest'Aula il governo la maggioranza ce l'ha» ha ribadito nell'Aula della Camera il ministro della Giustizia Clemente Mastella rispondendo alle contestazioni di An che considerava il governo non legittimato a rispondere oggi al question time dopo che è stato battuto a Palazzo Madama. «Costituzionalmente fino a quando un governo rimane in piedi, o perchè ancora non ci sono le dimissioni o perchè opera anche solo sul piano dell'ordinaria amministrazione, ci sono comunque atti neutri», come le risposte alle interrogazioni ha precisato il ministro.
21 febbraio 2007
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Poli ... tice.shtml
Prodi al Quirinale per dimettersi.
La decisione dopo il voto al Senato, seguito da vertice di maggioranza e consiglio dei ministri. Diliberto e Giordano: voto di fiducia.
ROMA - Alla fine sono arrivate le dimissioni. Dopo la bocciatura al Senato sulla politica estera, al termine di un lungo pomeriggio scandito da un vertice di maggioranza e da un consiglio dei ministri, Romano Prodi si è recato al Quirinale per dimettersi. Il primo a darne notizia è stato il ministro delle Infrastrutture, Antonio di Pietro, al termine del consiglio dei ministri. Pochi minuti dopo la conferma del ministro Mussi: «Prodi è salito al Quirinale per dimettersi. Il resto spetta alle deliberazioni del presidente della Repubblica». Napolitano, rientrato in tutta fretta a Roma dopo aver interrotto la sua visita a Bologna, si è intrattenuto con Prodi per 25 minuti.
«VOTO DI FIDUCIA» - L'esecutivo ha fatto dunque quadrato intorno al ministro D'Alema che alla vigilia del voto aveva annunciato: «Senza maggioranza non c'è più governo». Anche se oggi l'ex presidente Cossiga (l'unico senatore a vita ad aver votato contro) ha ricordato che «per la Costituzione, il governo non ha il dovere di dimettersi perchè le dimissioni ci sono solo su un voto di fiducia». E un voto di fiducia è stato invocato nel pomeriggio dai comunisti Diliberto (Pdci) e Giordano (Prc) per uscire dallimpasse, perchè «il governo deve continuare». «La questione di porre la fiducia al governo deve essere valutata dal presidente della Repubblica sulla base delle informazioni che riceverà da Romano Prodi. Noi tutti saremo con lui» ha assicurato il ministro dei Rapporti con il Parlamento Vannino Chiti.
ROSSI: VOTERO ' LA FIDUCIA - «Voteró la fiducia al governo Prodi quando la chiederà al Senato, questo è il mio governo», ha detto Fernando Rossi, l'ex senatore del Pdci, che non ha votato la mozione di politica estera del governo a Palazzo Madama. «Voteró la fiducia a Prodi - dice il senatore dissenziente a Nessuno tv -, perchè non vedo alternative. Ho solo confermato, astenendomi al Senato, che non avrei mai sostenuto un programma di politica estera che lascia inalterata la base di Vicenza e la missione in Aghanistan, ma per senso di responsabilità non vorrei causare la caduta del governo Prodi».
BINDI: «MALEDETTA LEGGE ELETTORALE» - «Maledetta legge elettorale... questo è il primo pensiero che mi viene in mente». Il ministro per la Famiglia Rosy Bindi non ha nascosto la delusione per il voto del Senato sulla politica estera. «Non c'erano i motivi e le condizioni per votare così - ha aggiunto la Bindi riferendosi ai senatori "dissidenti" della maggioranza -] si sono presi una gravissima responsabilità nei confronti del Paese».
MASTELLA: LA MAGGIORANZA C'E' - «Al Senato è successo qualcosa di più di uno scivolone, ma in quest'Aula il governo la maggioranza ce l'ha» ha ribadito nell'Aula della Camera il ministro della Giustizia Clemente Mastella rispondendo alle contestazioni di An che considerava il governo non legittimato a rispondere oggi al question time dopo che è stato battuto a Palazzo Madama. «Costituzionalmente fino a quando un governo rimane in piedi, o perchè ancora non ci sono le dimissioni o perchè opera anche solo sul piano dell'ordinaria amministrazione, ci sono comunque atti neutri», come le risposte alle interrogazioni ha precisato il ministro.
21 febbraio 2007
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Poli ... tice.shtml