parti dal presupposto che se esiste una civiltà aliena allora la cataloghi come incapace di percorrere grandi distanze e di colonizzare altri mondi. Probabilmente anche i nativi americani credevano che non esistessero altri popoli oltre il mare fino a quando non arrivarono i primi esploratori europei.Zagorakis ha scritto: ↑15/09/2023, 19:04Io credo che la ricerca di forme di vita intelligenti nello spazio dipenda esclusivamente dal fatto che le distanze nell' universo sono infinitesimali anche per le civiltà più avanzate. E' possibile che non siamo soli nell'universo, così come magari potremmo essere l'unica civiltà intelligente nella nostra galassia. Non lo sapremo mai, e non parlo di noi nella nostra era, ma proprio come genere umano. Saremo destinati a fare solo microscopici passi nell'infinitezza del cosmo, come forse è gia accaduto ad altri mondi. Più realisticamente la nostra civiltà potrà essere in grado di costruire astronavi dei romanzi di fantascienza, o magari una simile alla Entreprise, soltanto tra qualche migliaio di anni ma se viaggerà poco oltre il nostro sistema solare sarà già molto.Floppy Disk ha scritto: ↑09/07/2023, 15:24Le probabilità possono essere definite usando la nota equazione di Drake. Purtroppo, il range di valori delle variabili di ingresso è talmente ampio da rendere impossibile un output preciso. Di fatto è un argomento su cui è quasi impossibile avere certezze, dire quasi fringe theory o metafisica vera e propria. Le distanze spaziali sono enormi rispetto al nostro punto di vista terrestre, e i limiti imposti dalle leggi della fisica come l'impossibilità di raggiungere la velocità della luce, oltre che ovviamente di superarla, rendono un viaggio anche breve come quello da o verso un pianeta distante 10mila anni luce molto lungo nel mondo reale, pure avessimo i fantascientifici motori ad antimateria. Per quanto ne sappiamo, l'Universo potrebbe traboccare o essere traboccato negli eoni passati di avanzatissime civiltà aliene, ma è estremamente probabile che non lo sapremo mai, o che ci estingueremo prima di avere la possibilità tecnologica di saperlo.
Ho notato tra l'altro che sull'argomento negli ultimi anni è diventata popolare tra gli appassionati di fantascienza la teoria della foresta oscura, derivata dalla trilogia di romanzi di Liu Cixin.
Pure incontrassi un'aliena in tutto e per tutto identica al personaggio di Mass Effect Liara T'Soni, io mi comporterò così.Gargarozzo ha scritto: ↑09/07/2023, 10:56C'é bisogno dell'esistenza degli alieni per trombare un po' diverso.
Chissá se le loro baldracche pretendono la valuta intergalattica (cit.)
[Scopri]Spoiler
La scala di Kardašëv è un metodo di classificazione delle civiltà in funzione del loro livello tecnologico,
Tipo I: civiltà in grado di utilizzare tutta l'energia disponibile sul suo pianeta d'origine
Tipo II: civiltà in grado di raccogliere tutta l'energia della stella del proprio sistema planetario
Tipo III: civiltà in grado di utilizzare tutta l'energia della propria galassia
si può dedurre con una grossa percentuale che almeno nella nostra galassia non esistono civiltà molto più avanzate della nostra perché se una civiltà è di un livello molto avanzato e può muoversi sfruttando l'energia delle stelle vuol dire che farebbe un gran rumore, come avere uno che martella fuori dalla finestra, ma noi non percepiamo nulla quindi possiamo anche dedurre che nella nostra galassia se esiste una civiltà è di pari livello o meno rispetto alla nostra, mentre per quanto riguarda le altre galassie il quesito è ancora più che valido sulle civiltà più avanzate. Una civiltà del tipo 3 delle distanze se ne frega il giusto, potrebbe sfruttare tecnologie e modi di navigare nello spazio che permetterebbe loro di andare avanti e indietro tra le diverse galassie in pochi istanti.
La vita sulla terra si è formata in un periodo astronomico brevissimo, se valutiamo che esistono galassie molto più antiche della nostra allora le percentuali di altre civiltà che sono in giro da molto più tempo di noi potrebbe alzarsi.