p2p, tribunali e le troie di san severo
Inviato: 06/04/2007, 13:07
p2p, sexy-scandalo sbarca in Tribunale a Foggia
Il tam tam di voci aveva condotto le ragazze in caserma per quanto finito sul web
Foggia - Le foto ritraggono ragazze carine in pose osè, non pornografiche. Ma quando c'è la tua faccia on line alla voce "Le tro... di San Severo" poco importa se le immagini siano o meno castigate. Cosi' il quotidiano La Gazzetta del Mezzogiorno in un recente articolo: la vicenda era sbarcata nell'aula del GIP del Tribunale di Foggia, perchè Procura e difensore, l'Avv. Guido de Rossi, avevano chiesto di archiviare le accuse contro l'imputato accusato di diffamazione, in quanto non ci sarebbe stata prova che fosse stato lui a mettere le foto in rete offendendo le ragazze.
"Non c'è prova della furtività degli scatti e mancherebbe la querela delle donne, presupposto necessario per poter procedere per interferenza illecita nella vita privata, in quanto nella denuncia le ragazze chiesero di procedere contro gli ignoti." I legali di parte civile, di contro, avevano sostenuto che era stato violata la privacy e si era di fronte ad un caso di interferenza illecita nella vita privata perchè le foto furono scattate all'insaputa delle donne e chiedevano la rimozione dal circuito eMule delle immagini osè (foto: una delle immagini del caso disponibile nei circuiti di file sharing).
Il Consulente Tecnico, l'Avv. Francesco Celentano, aveva espresso in sintesi che eMule non è un sito contenente dei contenuti, ma un programma che consente la condivisione di file nella rete, tramite computer. "Immettere contenuti nella rete" con eMule equivale a dire "consentire ad altri di collegarsi al proprio pc per scaricare file": non esiste un luogo dei contenuti di eMule: essi risiedono nei milioni di computer collegati a internet. Il contenuto, pertanto, non viene "prelevato" da un sito, ma da uno o piu' computer di utenti collegati alla rete per cui è improbabile determinare che sia stato il "primo uomo" a condividere, e non "pubblicare", gli specifici file. Per questo motivo - conclude Celentano - appare singolare la richiesta formulata in opposizione di "contattare il sito eMule via email o telefono per rimuovere i file incriminati." Il GIP deciderà nei prossimi giorni se riaprire l'inchiesta o archiviarla.
(fonte: studiocelentano.it)
Il tam tam di voci aveva condotto le ragazze in caserma per quanto finito sul web
Foggia - Le foto ritraggono ragazze carine in pose osè, non pornografiche. Ma quando c'è la tua faccia on line alla voce "Le tro... di San Severo" poco importa se le immagini siano o meno castigate. Cosi' il quotidiano La Gazzetta del Mezzogiorno in un recente articolo: la vicenda era sbarcata nell'aula del GIP del Tribunale di Foggia, perchè Procura e difensore, l'Avv. Guido de Rossi, avevano chiesto di archiviare le accuse contro l'imputato accusato di diffamazione, in quanto non ci sarebbe stata prova che fosse stato lui a mettere le foto in rete offendendo le ragazze.
"Non c'è prova della furtività degli scatti e mancherebbe la querela delle donne, presupposto necessario per poter procedere per interferenza illecita nella vita privata, in quanto nella denuncia le ragazze chiesero di procedere contro gli ignoti." I legali di parte civile, di contro, avevano sostenuto che era stato violata la privacy e si era di fronte ad un caso di interferenza illecita nella vita privata perchè le foto furono scattate all'insaputa delle donne e chiedevano la rimozione dal circuito eMule delle immagini osè (foto: una delle immagini del caso disponibile nei circuiti di file sharing).
Il Consulente Tecnico, l'Avv. Francesco Celentano, aveva espresso in sintesi che eMule non è un sito contenente dei contenuti, ma un programma che consente la condivisione di file nella rete, tramite computer. "Immettere contenuti nella rete" con eMule equivale a dire "consentire ad altri di collegarsi al proprio pc per scaricare file": non esiste un luogo dei contenuti di eMule: essi risiedono nei milioni di computer collegati a internet. Il contenuto, pertanto, non viene "prelevato" da un sito, ma da uno o piu' computer di utenti collegati alla rete per cui è improbabile determinare che sia stato il "primo uomo" a condividere, e non "pubblicare", gli specifici file. Per questo motivo - conclude Celentano - appare singolare la richiesta formulata in opposizione di "contattare il sito eMule via email o telefono per rimuovere i file incriminati." Il GIP deciderà nei prossimi giorni se riaprire l'inchiesta o archiviarla.
(fonte: studiocelentano.it)