Paperinik ha scritto:Mah...solo raramente, ormai, mi chiedo se la mia mania verso il porno sia qualcosa di sano, ultimamente non mi pongo neanche il problema.
Nelle mie scorribande internettiane, è sempre uno scoprire cose nuove, ne trovo una, mi dico "Guardiamo questo video", poi nei correlati ce ne sono altri, e via uno dietro l'altro..poi forum dove sono rippati interi siti e film, abbonamenti rapidshare per scaricarli e neanche guardarli, a volte...bisogno di nuovi HD sempre più capienti..bluray, file ISO...ricerche specifiche per ogni tipo di perversione, coetanee nel porno che spuntano come funghi, fighe inarrivabili in ogni sito che fanno ogni genere di cose al punto che, essendo il mio mondo sociale quello internettiano, arrivo a pensare che siano tutte così, con la delusione che sopraggiunge quando nel mondo reale quelle poche che incontro sono tutte cesse e suore...ansia da prestazione nei rapporti con le prostitute, successiva frustrazione, pensieri di morte, talvolta.
Ho letto il topic di Leone che mi era scappato, lui non l'ho più letto..mah, spero ne sia uscito. Io mi sà che non ce la farò semplicemente perchè non voglio uscire. D'altronde è un paradosso: la compulsione dal porno si basa sul piacere anziche sulla fobia. E proprio perchè il sintomo si basa sul piacere anziche sul disagio e la sofferenza, eliminarlo è difficile. Come può chi guarda porno per soddisfare il proprio piacere, la propria onnipotenza nell'avere tutto con un click, percepire la propria impotenza e farsi aiutare?
La prima parte descrive con rara lucidità quella che è stata chiamata "soddisfazione allucinatoria dei desideri", la seconda ricalca fedelmente l'interpretazione freudiana delle perversioni. Lo so, oggi Freud è out, ma la differenza tra ossessione-compulsione e perversione da lui messa a fuoco persiste.
In ogni perversione il malessere coincide col benessere in un'algebra senza dolore e senza gioia.
Ma il fenomeno voyeuristico, così frequente tra noi maschietti, di per sè non ha nulla di maligno e, nella maggior parte dei casi può considerarsi come un'amplificazione di una modalità di base del piacere maschile.
Nel caso del grande papero(e non solo) i problemi relazionali non sono il contraltare dell'addiction, né viceversa. Propendo per fenomeni distinti e indipendenti.
Anche l'alcol può essere assunto con serena e sacrale gioia o con intento distruttivo. L'oggetto di ogni desiderio in sè è tendenzialmente neutro, ma trae la sua coloritura dall'humus dove abita(la personalità complessiva).
Nota esplicativa: questa che appare come una diagnosi non richiesta, nasceva con l'intento di mettere in risalto la grande comprensione che il papero mostra verso le proprie dinamiche interiori, nonché sull'evidenza, da troppi misconosciuta, che online
non si può essere diversi dall'offline.