he,mut mi dimostri che e' un paese in via di sviluppo infatti..
lo scneario che desciriv tu e' proprio tipico di un paese che e' ben lontano da essere una potenza mondiale con una societa' (nel suo complesso) confrontabile con una situazione europea o simili..
non e' un problema di indifendibilita'..io non difendo nessuno...(non e' nemmeno il mio settore..anzi per assurdo io lavoro nelle energie a basso impatto, pur sapendo bene che a livello di bilancio energetico ancora non si e' in attivo..)
e' semplicmente un discorso di metri di valutazione..(che non c'entrano nulla col difendere o meno)
il mio esempio sull'elettrodomestico era per dire come una situazione normalissima possa con un paese di 1.5mil di persone un peso notevole su un ecosistema
ovviamente so che l';inquinamento prodotto e' sul 20%..(magari non avevo dati sicuri ma ero certo di stare sotto il 30), ma in quel 20% e' specchio di un paese in via di sviluppo..
ot..ma manco tanto, sui zolfi e trattamenti e industrie e produzioni ad alto impatto:
il carbone e' fonte di energia primaria..purtroppo sono costretti ad estrarre al 120% delle capacita' per coprire il fabbisogno (io ho ancora i distacchi programmati dopo 3 anni..tutto uguale..)
hanno in progetto una valanga di centrali nucleari in 40 anni...(con partnership anche europee..ne ho vista una in tv con i canadesi..)
finche non risuciranno a staccarsa dal carbone purtroppo non vedo soluzioni
e a tema (circa) ecco un post dal blog del corriere:
http://lanostracina.corriere.it/2008/06 ... verde.html
Da settimane Pechino è avvolta in una bolla di smog. Nessuno distribuisce dati sulla concentrazione (altissima) di veleni nell'aria. La battaglia ambientale è persa? Come si può parlare di Olimpiadi verdi?
Questo lungo ma interessante articolo del giornalista e studioso americano James Fallows - tratto dalla rivista Intenrnazionale - ha un'impronta ottimista. Contiene spunti controcorrente rispetto a chi - compreso il sottoscritto - pensa che la Cina e Pechino stiano decisamente sottovalutando la gravità della situazione.
I cementifici e le miniere di carbone cinesi sono orribili da soli, figuriamoci quando si trovano uno accanto all'altro. Ma costruendo i cementiici vicino alle miniere, si risparmia sui costi di trasporto del carbone che serve per produrre il cemento. Per trasformare la polvere di calcare e altri materiali in clinker, la componente base del cemento, bisogna portare i forni a una temperatura superiore ai 1.400 gradi. Poi il clinker viene raffreddato e ulteriormente lavorato. Alla fine si consumano circa duecento chili di carbone per ogni tonnellata di cemento prodotta. Inoltre il calore disperso e i gas di scarico iniscono direttamente nell'atmosfera, insieme all'anidride carbonica emessa dal calcare mentre diventa cemento.
Nelle città cinesi costruite intorno ai cementifici e alle miniere le persone e le case sono nere a causa del carbone sospeso nell'aria. Ma sono anche ricoperte dal grigio e dal bianco della polvere di cemento che esce dai forni e dai raffreddatori di clinker. Con tutti i lavori di costruzione in corso e una rete autostradale realizzata in pochi anni, la Cina moderna sembra fatta interamente di cemento. Circa il cinquanta per cento del cemento mondiale viene prodotto e usato nel paese asiatico. I cementifici sono una delle cause principali sia della crescente domanda di energia sia dei danni ambientali, che rappresentano l'effetto
collaterale più impressionante del miracolo economico cinese.
E' sorprendente, quindi, arrivare a Zibo, una città di circa cinque milioni di abitanti nella provincia dello Shandong, cinquecento chilometri a sudest di Pechino, e non vedere nessuna foschia biancastra nonostante la presenza di una miniera di carbone e di un cementificio. Certo, i minatori che si incontrano per strada hanno il volto annerito e la città è disseminata di enormi cumuli di carbone di bassa qualità , che un tempo era un prodotto di scarto mentre oggi sta diventando prezioso a causa dell'aumento della domanda globale. Ma non c'è nessuna polvere bianca nell'aria e dalle ciminiere del cementiicio Sunnsy (il nome deriva dal cinese shansui, montagna d'acqua) si leva solo qualche filo di vapore. Anzi, sulla ciminiera centrale, più grossa e un po' arrugginita, sono state installate delle nuove tubature che catturano tutto quello che ne esce e lo dirottano verso un impianto per la produzione di elettricità , nell'edificio accanto. Questo sistema, detto di cogenerazione, è stato progettato da Tang Jinquan, un ingegnere cinese di quarant'anni. La sua idea - facile da spiegare ma difficile da realizzare - è stata quella di catturare l'enorme quantità di calore che di solito si disperde durante la produzione del cemento e di usarla per azionare delle turbine che generano energia elettrica. L'elettricità prodotta viene rimandata alla fabbrica, che così non deve bruciare altro carbone. La riduzione della polvere è il segno visibile della riduzione degli sprechi. Ormai il sistema funziona abbastanza bene: l'energia necessaria per produrre il clinker è scesa del 60 per cento, mentre il consumo richiesto dall'intera linea di produzione si è ridotto del 30 per cento.
Quattro anni fa Tang ha fondato insieme a due colleghi la Dalian East Energy Development, un'azienda che vende sistemi di cogenerazione a cementifici come il Sunnsy. La sua tecnologia per il recupero dell'energia dispersa costa diversi milioni di dollari, ma l'investimento dovrebbe essere compensato entro quattro anni grazie ai risparmi sul carbone e agli sgravi iscali concessi dal governo. Secondo Tang, i 120 sistemi di cogenerazione installati in Cina permettono di risparmiare 1,7 tonnellate di carbone all'anno.
Ecco cosa ho scoperto visitando il cementiicio di Zibo e chiedendo informazioni sui numerosi progetti "verdi" varati in Cina: la situazione ambientale del paese è disastrosa. Ma sta migliorando. Pochi, però, lo dicono. Invece è importante sottolinearlo: la Cina continuerà a fare progressi in campo ambientale solo se i suoi sforzi saranno riconosciuti all'esterno. In questo modo, inoltre, sarà possibile capire meglio gli ostacoli politici ed economici legati alla difesa dell'ambiente nel paese asiatico. E poi è corretto nei confronti dei tanti cinesi, compresi alcuni membri del Partito comunista, che stanno facendo del loro meglio per cambiare le cose e che ci stanno riuscendo più di quanto credano i lettori dei giornali occidentali. Ovviamente è giusto che i mezzi d'informazione parlino dei danni ambientali prodotti dalla crescita economica della Cina. Ma il loro tono allarmista sta diventando un problema: per i cinesi è la conferma che non sono sufficientemente apprezzati e rispettati dalle altre potenze mondiali. E questo potrebbe anche avere delle ripercussioni sulle scelte di Pechino.
Le fonti ufficiali cinesi hanno ammesso i problemi del paese e la necessità di risolverli. A novembre il governo ha pubblicato l'undicesimo Piano quinquennale per la difesa dell'ambiente. Il tono del documento sorprenderebbe chiunque abbia una certa familiarità con gli annunci inevitabilmente ottimisti delle autorità cinesi. "La situazione ambientale è ancora grave, ma ci sono stati alcuni sviluppi positivi", si legge nella versione in inglese del piano, che prosegue con la lista dei soliti problemi: "L emissioni dei principali gas inquinanti sono nettamente superiori alla capacità di assorbimento dell'ambiente e producono un forte inquinamento. La qualità dell'ambiente costiero è a rischio. In alcune città di grandi e medie dimensioni il numero dei giorni di foschia è aumentato e la situazione delle piogge acide non è migliorata. Fenomeni come la violazione delle leggi e l'insufficienza delle pene sono ancora molto diffusi".
La lista è lunghissima e la conclusione è che "ci sono serie difficoltà nell'affrontare il cambiamento climatico. Oggi in Cina si stanno concentrando tutti i problemi ambientali che si sono verificati in passato durante l'industrializzazione dei paesi sviluppati". Le denunce contenute nel documento corrispondono a quello che il mondo esterno ha sentito dire, ha letto o ha ipotizzato sul disastro ambientale della Cina moderna. Ma è sorprendente che a parlarne sia lo stesso governo e non un istituto di ricerca internazionale.
Pechino denuncia la contaminazione dei laghi, delle falde acquifere e dei terreni agricoli, il prosciugamento dei fiumi, l'ostruzione delle dighe e la rapidità con cui si sta esaurendo l'acqua nel nord del paese (secondo molti esperti, sarà questa la prossima grande emergenza ambientale cinese). Ma l'undicesimo Piano quinquennale parla anche di "sviluppi positivi". Ho viaggiato in lungo e in largo per il paese, visitando fabbriche, fattorie, progetti di conservazione e parlando con decine di scienziati, esperti, funzionari e uomini d'affari cinesi e stranieri. E sono arrivato alla conclusione che questi modesti elementi positivi meritano più attenzione di quanta non ne abbiano ricevuta finora.
Il prossimo grande test per la Cina saranno le Olimpiadi di Pechino. Nel 2007 l'economista Matthew Kahn ha compilato un elenco delle città del mondo più vivibili dal punto di vista ambientale: Pechino era all'ultimo posto dopo Bangkok e Bombay. Durante un viaggio di due anni fa nella capitale cinese, mi sono chiesto come avrebbero fatto le autorità a ripulire l'aria della città : di fronte al grave inquinamento atmosferico di Pechino e alla scarsa credibilità delle dichiarazioni uficiali, ero decisamente scettico sulla possibilità che si potessero svolgere delle Olimpiadi normali. Mi sono dovuto ricredere dopo aver trascorso una giornata con i ricercatori dell'Accademia cinese delle scienze. Questi studiosi hanno il compito di misurare la qualità dell'aria di Pechino. Li ho incontrati all'Istituto per le applicazioni di telerilevamento, che si trova accanto al principale complesso olimpico, nella zona nord della città .
Il cielo era di un azzurro brillante grazie al vento freddo che sofiava dalla Mongolia. Quando arriva da ovest, il vento spinge verso il mare la nube di foschia che copre Pechino. Ma di solito il vento tira da sud o sudest: in questo caso porta il fumo e la polvere dalle province inquinatissime dello Shanxi e dello Shandong, piene di miniere di carbone e acciaierie. Per esempio dalla città di Taiyuan, 400 chilometri a sudovest di Pechino, che è sempre soffocata dal carbone. Il fumo e la polvere provenienti da sud, inoltre, si combinano con i fumi delle automobili e delle fabbriche della capitale e restano sospesi nell'aria, intrappolati dalle montagne a ovest della città . In queste condizioni l'aria diventa così densa e scura che gli spettatori seduti da un lato dello stadio olimpico avrebbero dificoltà a vedere gli spalti di fronte.
Gli scienziati mi hanno spiegato cosa stanno facendo per risolvere i problemi di Pechino. Hanno costruito delle torri di trecento metri dentro e tutt'intorno alla città per misurare la presenza di agenti inquinanti a diverse altezze e calcolare come vengono diffusi dal vento. Per osservare con più precisione le sostanze
presenti nell'aria, hanno puntato i raggi laser contro dei pannelli rilettenti collocati su alcuni edifici a una certa distanza e ne hanno misurato il segnale di ritorno. Hanno montato dei sensori su automobili e furgoni e li hanno mandati sulle circonvallazioni della città per vedere in quali punti l'inquinamento è più intenso. Hanno trasformato il tetto del loro ufficio in un laboratorio a cielo aperto affacciato sul villaggio olimpico. Hanno fatto arrivare dall'America degli spettrometri per misurare la presenza di particolati e gas inquinanti come l'ozono e l'ossido di azoto. Inoltre una parabolica gli permette di ricevere un flusso continuo di dati dai satelliti geofisici americani, che poi confrontano con quelli raccolti sul posto. E questo è solo l'inizio.
Non sono in grado di giudicare la validità delle tecnologie usate, ma le persone e i procedimenti mi sono sembrati seri. Liu Wenqing, direttore dell'Istituto di ottica e meccanica di precisione Anhui, e Wang Yuesi, dell'Istituto di fisica atmosferica, mi hanno detto che secondo le loro rilevazioni l'aria di Pechino sta migliorando. Tra il 2000 e il 2006 la popolazione della città è aumentata del 50 per cento, raggiungendo i quindici milioni di abitanti. Più o meno nello stesso periodo il numero di veicoli sulle strade della città è raddoppiato, arrivando a tre milioni. Ma grazie alle norme più rigide sulle emissioni, entrate in vigore nel 2006, e alla chiusura forzata di molte fabbriche all'interno e nei dintorni della città , si è abbassato il livello dei principali agenti inquinanti, tra cui l'ossido di azoto, l'ozono e i composti organici volatili come il benzene. Si tratta di cambiamenti a lungo termine, non di provvedimenti di emergenza presi dal governo in vista dei giochi olimpici.
Sull'ultima diapositiva di una presentazione c'era scritto: "Pensiamo che gli obiettivi di qualità dell'aria per le Olimpiadi del 2008 saranno raggiunti". Quando ho chiesto se era vero, tutti gli sguardi si sono girati verso un alto funzionario dell'Accademia delle scienze presente nella stanza. "Sono sicuro che li raggiungeremo", ha detto. Anche con il vento a sfavore? "Al 99 per cento". Non so se abbia ragione, ma quel giorno ho imparato che alcune persone molto preparate stanno cercando di fare la cosa giusta. Com'è già successo in Gran Bretagna, Stati Uniti, Giappone e in altri paesi, la Cina sta attraversando la fase più disastrosa dell'industrializzazione dal punto di vista ambientale. Ma sta anche cominciando a fare pulizia. Gli altri paesi hanno aspettato di essere ricchi prima di agire. La Cina, invece, dove ci sono ancora molti poveri, non può aspettare, a causa delle dimensioni e dell'impatto del suo inquinamento.
E' la vecchia guardia e i suoi interventi sul darkside sono imprescindibili, affronta il lato oscuro del sesso estremo con l'approccio dostojeschiano dell'uomo che soffre, mitizza e somatizza.UN DEMONE
Now I lay me down to sleep,Pray the lord my soul to keep.And if I die before I wake pray the lord my soul to take.