Gerda ha scritto: ↑

11/04/2024, 14:49

La tabella della classifica dei mesi più caldi dal 2001 ad oggi rende visivamente molto bene il tema del topic.
Manca il dato dell'ultimo mese di marzo ma vi posso dire con certezza che ha chiuso con un +2,0 sulla media, nonostante le buone piogge primaverili.
Si vede chiaramente che gli ultimi dieci mesi sono stati i più caldi mai registrati.

GeishaBalls ha scritto: ↑

11/04/2024, 20:18

Gerda, si può dire che oltre alla accelerazione degli ultimi dieci anni rispetto ai 10 precedenti questi siano i mesi più caldi da quando si registrano?

SoTTO di nove ha scritto: ↑

11/04/2024, 19:50

Non saranno taroccati ma da quando è scoppiata la guerra ci servivano inverni caldi e puntualmente sono arrivati.

Gerda ha scritto: ↑

11/04/2024, 23:47

Unica notizia positiva, quest'anno di riscaldamento ho speso praticamente un cazzo perché da me non è mai stato inverno.

GeishaBalls ha scritto: ↑

11/04/2024, 23:24

Ecco, finalmente Cicciuzzo comincia a dare disclosure sulle sue fonti di informazione: spunteblu.it

SoTTO di nove ha scritto: ↑

12/04/2024, 0:27

Gerda ha scritto: ↑

11/04/2024, 23:47

Unica notizia positiva, quest'anno di riscaldamento ho speso praticamente un cazzo perché da me non è mai stato inverno.

Anche da noi zero giornate di neve. Anzi, nemmeno "stretta" come si dice quando l'acqua sta per trasformarsi in neve.
Non ricordo un inverno senza almeno una sbufacchiata.
Nella vallata credo che la quota neve non sia mai scesa sotto i 450/500 metri.

Salieri D'Amato ha scritto: ↑

11/04/2024, 19:32

Con quella cartella lì per fare tombola ci vuole un mese!

La transizione elettrica come risposta al cambiamento climatico è diventata un mantra invincibile e spesso autoreferenziale, nel quale continua a mancare qualsiasi tema serio di valutazione dei costi e benefici che l’abbandono repentino e forzato di settori ad alto valore aggiunto e impego di manodopera può portare in termini di benessere, non solo economico.

E se tutta questa mole di incentivi voleva incidere applicando la spinta gentile del cosiddetto paternalismo libertario, bisogna ammettere che ci si trova in realtà di fronte all’ennesimo piano di stampo sovietico che limita la libertà di scelta individuale senza risolvere i problemi.

L’automobile è sempre stata vista come un mezzo di indipendenza e libertà e proporre una alternativa che spaventa rispetto alla possibilità di percorrere molti chilometri non fornendo supporto adeguato alla ricarica è certamente un errore che solo un burocrate, incapace di leggere nella mente dei consumatori e convinto che la soluzione a ogni problema si ottenga spendendo soldi pubblici o eliminando comportamenti con un tratto di penna, può fare.