[O.T.] BERLUSCONI: "SONO IL MESSIA"
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Re: [O.T.] BERLUSCONI: "SONO IL MESSIA"
Berlusca già spara palle. . se raccontare palle fosse specialità olimpica Renzi Silvio oro ex equo
le donnre amarle tutte, ma non sposarne nessuna
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Re: [O.T.] BERLUSCONI: "SONO IL MESSIA"
Dominerebbero le classifiche per anni, stabilendo record difficilmente battibili.
La via più breve tra due cuori è il pene
Re: [O.T.] BERLUSCONI: "SONO IL MESSIA"
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“Cercava la rivoluzione e trovò l'agiatezza.” Leo Longanesi
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Re: [O.T.] BERLUSCONI: "SONO IL MESSIA"
Mi stai dicendo che Enzo Biagi in quanto "antifascista" era intoccabile ed aveva diritto al posto a vita in Rai ?GeishaBalls ha scritto:Voler accostare Giletti a Biagi è di quelle cose assurde volte a denigrare Biagi che non può piacere ad Oscar: antifascista, partigiano, giornalista non asservito nemmeno a Berlusconi
Per i più giovani. Da Wikipedia
Nel 1995 iniziò la trasmissione Il Fatto, un programma di approfondimento dopo il TG1 sui principali fatti del giorno, di cui Biagi era autore e conduttore. Nel 2004 "Il Fatto" è stato proclamato da una giuria di critici televisivi come il miglior programma giornalistico realizzato nei primi cinquant'anni della Rai
Dell’editto bulgaro di Berlusconi.
Biagi replicò quella sera stessa nella puntata del Fatto, appellandosi alla libertà di stampa[11]:
« Il presidente del Consiglio non trova niente di meglio che segnalare tre biechi individui: Santoro, Luttazzi e il sottoscritto. Quale sarebbe il reato? [...] Poi il presidente Berlusconi, siccome non intravede nei tre biechi personaggi pentimento e redenzione, lascerebbe intendere che dovrebbero togliere il disturbo. Signor presidente, dia disposizioni di procedere perché la mia età e il senso di rispetto che ho verso me stesso mi vietano di adeguarmi ai suoi desideri [...]. Sono ancora convinto che perfino in questa azienda (che come giustamente ricorda è di tutti, e quindi vorrà sentire tutte le opinioni) ci sia ancora spazio per la libertà di stampa; sta scritto - dia un'occhiata - nella Costituzione. Lavoro qui in Rai dal 1961, ed è la prima volta che un Presidente del Consiglio decide il palinsesto [...]. Cari telespettatori, questa potrebbe essere l'ultima puntata del Fatto. Dopo 814 trasmissioni, non è il caso di commemorarci. Eventualmente, è meglio essere cacciati per aver detto qualche verità, che restare a prezzo di certi patteggiamenti. »
Mi dispiace ma ho un idea un po meno da rete 3 della democrazia e della repubblica.
Quelli che si fanno timbrare il cartellino sono pure antifascisti ? Visto che a toccarli ci si rimette il posto senza che se scandalizzi nessuno ?
Nel merito, come giornalista Enzo Biagi era patetico. I suoi articoli erano un accozzaglia di citazioni e aforismi (Churchill disse, Stalin diceva, Mario Soldati disse...) mai un ragionamento, un analisi , solo quel suo stile che ripetuto all'infinito cambiando solo l'ordine delle citazioni diventava vuoto e ridicolo.
Berlusconi l'ha mandato via per dissenso politico, ovvio, ma non vedo lo scandalo. Oltretutto Biagi non ragionava nemmeno di politica era semplicemente schierato a sinistra.
E non è vero che non era asservito a nessuno, non era asservito a Berlusconi, per il resto era protetto dal suo essere di sinistra con l'aggiunta del patetismo partigiano e non mi risulta che abbia fatto atti di eroismo o dato particolari contributi ideali.
Non ho particolare ammirazione o simpatia per Giletti ma ci vuole molto più coraggio a fare un inchiesta come la sua sugli intoccabili del pubblico impiego che a campare una vita di rendita per il solo fatto di essere antifascista.
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Re: [O.T.] BERLUSCONI: "SONO IL MESSIA"
forse non tutti sanno che...GeishaBalls per esempio non lo sa (non ti preoccupare il 90% della popolazione italiana non ne è a conoscienza e il restante 9% fa finta di non ricodarselo) Enzo Biagi sarà stato ancheGeishaBalls ha scritto:Voler accostare Giletti a Biagi è di quelle cose assurde volte a denigrare Biagi che non può piacere ad Oscar: antifascista, partigiano, giornalista non asservito nemmeno a Berlusconi
ma lo era eccome verso Musolesi e il suo regime.non asservito nemmeno a Berlusconi
La memoria selettiva di Enzo Biagi
https://www.carmillaonline.com/2007/09/ ... nzo-biagi/
ricordo quando lessi i suoi scritti durante il regime, che dire...l'Enzo si è saputo reciclare assai bene.Nell’intervista concessa a Luciano Nigro in occasione dei festeggiamenti per il suo ottantasettesimo compleanno nella natia Pianaccio di Lizzano in Belvedere e pubblicata il 9 agosto scorso sull’edizione bolognese di Repubblica, Enzo Biagi racconta che «Giorgio Pini, cognato di un mio zio che si chiamava come me, incontrò Mussolini alla vigilia del gran consiglio che lo destituì», cioè poco prima del 24 luglio 1943. Nigro chiosa: «Lei in quei giorni scelse i partigiani». Biagi non fa una piega: «E mi trovai con gente di ogni classe…». Non è certo la prima volta che l’illustre giornalista glissa sui particolari, e crediamo sia giusto informare i lettori che non fu affatto «in quei giorni» che «scelse i partigiani», poiché qui le date contano e l’omissione non è innocente.
In virtù della parentela con il cugino Bruno Biagi – potente ras fascista, deputato dal ’34, presidente della Commissione industria della Camera dei fasci e dell’Istituto nazionale fascista della previdenza sociale, poi sottosegretario alle Corporazioni –, Enzo Marco (così firmava all’inizio i suoi articoli) scriveva già diciassettenne sull’Avvenire d’Italia e su L’Assalto, «organo della federazione dei fasci di combattimento di Bologna», e in seguito su Il Resto del Carlino, dove divenne professionista nel giugno del ’42, quotidiano che per razzismo e fanatismo non era da meno e che fu diretto a partire dal 16 settembre del ’43 proprio da Giorgio Pini. Partecipò anche a Primato, la rivista di Giuseppe Bottai, il ministro delle leggi razziali, che «ha sempre stimato» e nei confronti del quale ha pubblicamente confessato il proprio «dovere di gratitudine» (Enzo Biagi, Ma che tempi, Rizzoli, Milano 1998, p. 43), una di quelle «camicie nere ma teste libere» di cui serba affascinato ricordo (Id., Scusate, dimenticavo, BUR, Milano 1997, p. 12). L’Assalto – «giornale della federazione fascista, dove poi ognuno scriveva quello che voleva» (Id., Ero partito da Bologna piangendo, in Bologna incontri, XIII, 5, maggio 1982, p. 6) – si distinse sin dal luglio del ’38 per la violenza della campagna antisemita, condotta settimanalmente sulla pelle degli ebrei bolognesi e non solo – per esempio invocò con urgenza profetica un’«opera di purificazione indispensabile specialmente nelle maggiori città dell’Italia settentrionale e centrale (Roma, dove ci sono ancora troppi ebrei, compresa)» (23 agosto 1941) – e dal giugno del ’40 per il «tono forsennatamente fascista e bellicoso» (Nazario Sauro Onofri, I giornali bolognesi nel ventennio fascista, Moderna, Bologna 1972, p. 159). Sul periodico Biagi si occupava di critica cinematografica e quando venne il suo turno di fornire un diretto contributo al razzismo nazifascista elogiò Süss, l’ebreo, film la cui visione Himmler impose alla Wehrmacht e alle SS in partenza per le campagne di sterminio in Europa Orientale: «un cinema di propaganda. Ma una propaganda che non esclude l’arte – che è posta al servizio dell’idea», scriveva in implicita polemica con il cinema italiano, che non trovava altrettanto valido. E continuava: Süss, l’ebreo «ricorda certe vecchie efficaci e morali produzioni imperniate sul contrasto tra il buono e il cattivo […], trascina il pubblico all’entusiasmo», l’«ebreo Süss è posto a indicare una mentalità, un sistema e una morale: va oltre il limite del particolare, per assumere il valore di simbolo, per esprimere le caratteristiche inconfutabili di una totalità. Poiché l’opera è umana e razionale incontra l’approvazione: e raggiunge lo scopo: molta gente apprende che cosa è l’ebraismo, e ne capisce i moventi della battaglia che lo combatte» (4 ottobre 1941). Dopo l’8 settembre, i giornali bolognesi passarono sotto il controllo nazista e proseguirono la lotta, compresa quella di sterminio contro le «caratteristiche inconfutabili di una totalità». Furono, quelli, giorni e mesi decisivi, come sanno gli storici. Biagi rimase al servizio della causa repubblichina fino alla tarda primavera del ’44, continuando a svolgere compiti redazionali e a compilare le sue scialbe schedine cinematografiche, cellule staminali delle opere a venire. L’ultimo articolo apparve il 17 giugno su Settimana: Illustrato del «Resto del Carlino», insieme all’intervento, assai più autorevole, di un suo giovane collega, Giovanni Spadolini, che sfoderava una devastante critica del liberalismo, prima di inabissarsi nel refettorio di qualche convento in attesa di risorgere après le déluge liberaldemocratico in altra Repubblica. La caduta di Roma e lo sbarco in Normandia avevano illuminato definitivamente il futuro, e quando giunse, non più aggirabile, la chiamata alle armi nell’esercito di Salò Enzo Marco preferì la montagna, come altri giornalisti, «la categoria che, più di ogni altra, era stata curata, selezionata, vezzeggiata dal regime, oltre che strapagata». Tornò a Bologna dieci mesi dopo, con indosso una divisa dell’esercito statunitense: sempre à la page, il Biagi. Se riscattò con la sua tardiva conversione quegli «anni di servilismo e di abiezione professionale e morale» (Onofri, op. cit., p. 264), non è dato sapere con certezza. Forse. Ciò che invece è sicuro è che fu complice attivo e non accidentale delle nefandezze del fascismo: poteva scegliere e lo fece. Non era il solo? non è un alibi, come ammonisce Hannah Arendt. Era giovane? Non abbastanza: aveva l’età di Piero Gobetti quando fu bastonato a morte e delle decine di migliaia di connazionali che il regime mandò a uccidere e morire mentre lui si assicurava i dividendi di spettanza. E se l’Asse avesse vinto la guerra, che gli sarebbe successo? Be’, questo è facile: Auschwitz o no, avrebbe percorso la sua brillante carriera, come poi ha fatto. All’ombra del potere in fiore.
Re: [O.T.] BERLUSCONI: "SONO IL MESSIA"
Biagi era un democristiano puro.
Dargli dell'uomo di sinistra è un segno dell'Alzheimer che ha colpito l'Italia dopo Silvio.
Dargli dell'uomo di sinistra è un segno dell'Alzheimer che ha colpito l'Italia dopo Silvio.
Ille ego, Blif, ductus Minervæ sorte sacerdos (ბლუფ)
Re: [O.T.] BERLUSCONI: "SONO IL MESSIA"
Giletti ha fatto i classici servizi in stile Iene che mettono alla berlina i mostri del momento.
I mostri.
Del momento.
Nulla di sbagliato, nulla di contro corrente.
I mostri.
Del momento.
Nulla di sbagliato, nulla di contro corrente.
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Re: [O.T.] BERLUSCONI: "SONO IL MESSIA"
Qui fa semplicemente paura.dboon ha scritto:
The walking dead, un morto vivente, e pensare che rischiamo di avercelo prossimamente al governo, di nuovo.
Sarebbe il capovaloro finale di Renzi e della sua combriccola.
#ALLEGRIOUT(dal calcio) non è importante, è l'unica cosa che conta.
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Re: [O.T.] BERLUSCONI: "SONO IL MESSIA"
Sto dicendo poiché antifascista era anti quelli come te è quindi tu lo disprezzi, e lo abbino ad un bravo uomo di spettacolo che ha cambiato azienda.OSCAR VENEZIA ha scritto:Mi stai dicendo che Enzo Biagi in quanto "antifascista" era intoccabile ed aveva diritto al posto a vita in Rai ?GeishaBalls ha scritto:Voler accostare Giletti a Biagi è di quelle cose assurde volte a denigrare Biagi che non può piacere ad Oscar: antifascista, partigiano, giornalista non asservito nemmeno a Berlusconi
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Nel 1995 iniziò la trasmissione Il Fatto, un programma di approfondimento dopo il TG1 sui principali fatti del giorno, di cui Biagi era autore e conduttore. Nel 2004 "Il Fatto" è stato proclamato da una giuria di critici televisivi come il miglior programma giornalistico realizzato nei primi cinquant'anni della Rai
Dell’editto bulgaro di Berlusconi.
Biagi replicò quella sera stessa nella puntata del Fatto, appellandosi alla libertà di stampa[11]:
« Il presidente del Consiglio non trova niente di meglio che segnalare tre biechi individui: Santoro, Luttazzi e il sottoscritto. Quale sarebbe il reato? [...] Poi il presidente Berlusconi, siccome non intravede nei tre biechi personaggi pentimento e redenzione, lascerebbe intendere che dovrebbero togliere il disturbo. Signor presidente, dia disposizioni di procedere perché la mia età e il senso di rispetto che ho verso me stesso mi vietano di adeguarmi ai suoi desideri [...]. Sono ancora convinto che perfino in questa azienda (che come giustamente ricorda è di tutti, e quindi vorrà sentire tutte le opinioni) ci sia ancora spazio per la libertà di stampa; sta scritto - dia un'occhiata - nella Costituzione. Lavoro qui in Rai dal 1961, ed è la prima volta che un Presidente del Consiglio decide il palinsesto [...]. Cari telespettatori, questa potrebbe essere l'ultima puntata del Fatto. Dopo 814 trasmissioni, non è il caso di commemorarci. Eventualmente, è meglio essere cacciati per aver detto qualche verità, che restare a prezzo di certi patteggiamenti. »
Mi dispiace ma ho un idea un po meno da rete 3 della democrazia e della repubblica.
Quelli che si fanno timbrare il cartellino sono pure antifascisti ? Visto che a toccarli ci si rimette il posto senza che se scandalizzi nessuno ?
Nel merito, come giornalista Enzo Biagi era patetico. I suoi articoli erano un accozzaglia di citazioni e aforismi (Churchill disse, Stalin diceva, Mario Soldati disse...) mai un ragionamento, un analisi , solo quel suo stile che ripetuto all'infinito cambiando solo l'ordine delle citazioni diventava vuoto e ridicolo.
Berlusconi l'ha mandato via per dissenso politico, ovvio, ma non vedo lo scandalo. Oltretutto Biagi non ragionava nemmeno di politica era semplicemente schierato a sinistra.
E non è vero che non era asservito a nessuno, non era asservito a Berlusconi, per il resto era protetto dal suo essere di sinistra con l'aggiunta del patetismo partigiano e non mi risulta che abbia fatto atti di eroismo o dato particolari contributi ideali.
Non ho particolare ammirazione o simpatia per Giletti ma ci vuole molto più coraggio a fare un inchiesta come la sua sugli intoccabili del pubblico impiego che a campare una vita di rendita per il solo fatto di essere antifascista.
Ti pare di essere molto sofisticato ed intelligente, ti pare.
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Re: [O.T.] BERLUSCONI: "SONO IL MESSIA"
Cioè Enzo Biagi ha iniziato a fare il giornalista nei giornali che esistevano nel ventennio e quando aveva poco più dei 20 anni ha scelto di andare con i partigiani invece che con La Repubblica di Salò. Cosa c’è scritto di diverso, aldilà del tono mafiosetto? Che il resto del carlino sosteneva il fascismo? Ah, si?manigliasferica ha scritto:forse non tutti sanno che...GeishaBalls per esempio non lo sa (non ti preoccupare il 90% della popolazione italiana non ne è a conoscienza e il restante 9% fa finta di non ricodarselo) Enzo Biagi sarà stato ancheGeishaBalls ha scritto:Voler accostare Giletti a Biagi è di quelle cose assurde volte a denigrare Biagi che non può piacere ad Oscar: antifascista, partigiano, giornalista non asservito nemmeno a Berlusconi
ma lo era eccome verso Musolesi e il suo regime.non asservito nemmeno a Berlusconi
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ricordo quando lessi i suoi scritti durante il regime, che dire...l'Enzo si è saputo reciclare assai bene.
Cercate di mettere tutti insieme, di rendere tutti uguali, gli untuosi con i dignitosi, per bearvi della vostra mediocrità
Re: [O.T.] BERLUSCONI: "SONO IL MESSIA"
fischia, 1 a 1 e palla al centro.
Il sentimento più sincero rimane sempre l'erezione
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Re: [O.T.] BERLUSCONI: "SONO IL MESSIA"
♫E penso..quanti affanni abbiamo tutti i giorni,e che fatica la serenità. ♪
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Re: [O.T.] BERLUSCONI: "SONO IL MESSIA"
Silvio martire
Asia Argento: "Le molestie sessuali sono tutta colpa di Berlusconi"
E ti pareva che anche il caso delle molestie sessuali (da Hollywood a Cinecittà) non fossero colpa di Silvio Berlusconi. Il nome del Cavaliere l'ha tirato fuori Asia Argento, che in una intervista al The Guardian ha parlato degli abusi subìti dal produttore cinematografico Harvey Weinstein e della polemica che si è scatenata in Italia dopo la sua quantomeno tardiva denuncia.
La Argento se l'è quindi presa con la cultura "machista" italiana alimentata "da anni di berlusconismo": "Siamo stati così lobotomizzati dall'oggettivazione delle donne che noi, come donne, non sappiamo nemmeno che siamo state molestate e trattate nel modo sbagliato". In Francia, rincara l'attrice che conferma di voler lasciare l'Italia la prossima estate, "la gente mi ha fermato per la strada per ringraziarmi, in Italia mi guardavano male, nessuno a dirmi brava. La mia non è paranoia: non so se dover camminare a testa alta o nascondere la testa in un foulard".
Ma adesso "le coscienze si stanno svegliando. Ogni volta che uno di questi maiali cade, è una medaglia d'onore. Altri porci verranno fuori". Quello che vede ora l'attrice "ricorda una frana dove basta una prima pietra perché si crei uno smottamento. E così si crea un altro ambiente, uno in cui le donne possono lavorare e vivere senza avere paura degli uomini. Ora, sono sicura, sono gli uomini ad avere molta paura di noi, e prima di fare qualcosa ci penseranno dieci volte".
"Kindly separated by nature and a wide ocean from the exterminating havoc of one quarter of the globe" (Thomas Jefferson)
“Per nostra fortuna la natura ed un vasto oceano ci separano dalle devastazioni sterminatrici di un quarto del globo” (Thomas Jefferson)
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Re: [O.T.] BERLUSCONI: "SONO IL MESSIA"
Geisha non è che ti devi scaldare tanto e non che devi offendere.GeishaBalls ha scritto:Cioè Enzo Biagi ha iniziato a fare il giornalista nei giornali che esistevano nel ventennio e quando aveva poco più dei 20 anni ha scelto di andare con i partigiani invece che con La Repubblica di Salò. Cosa c’è scritto di diverso, aldilà del tono mafiosetto? Che il resto del carlino sosteneva il fascismo? Ah, si?manigliasferica ha scritto:forse non tutti sanno che...GeishaBalls per esempio non lo sa (non ti preoccupare il 90% della popolazione italiana non ne è a conoscienza e il restante 9% fa finta di non ricodarselo) Enzo Biagi sarà stato ancheGeishaBalls ha scritto:Voler accostare Giletti a Biagi è di quelle cose assurde volte a denigrare Biagi che non può piacere ad Oscar: antifascista, partigiano, giornalista non asservito nemmeno a Berlusconi
ma lo era eccome verso Musolesi e il suo regime.non asservito nemmeno a Berlusconi
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https://www.carmillaonline.com/2007/09/ ... enzo-biagi
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Cercate di mettere tutti insieme, di rendere tutti uguali, gli untuosi con i dignitosi, per bearvi della vostra mediocrità
Capisco che faccia male leggere certe cose, ma se non ci credi consulta un qualunque archivio storico, domanda a qualunque istituto per la storia dell'antifascismo e ti renderai conto che è tutta verità e niente infamità.
I documenti sono li, nero su bianco.
Enzo Biagi da ragazzo, durante il ventennio fascista era un giornalista fervente sostenitore del regime ma sopratutto delle leggi razziali e considerava i neri esseri inferiori (troverai articoli suoi al riguardo). Era molto aggressivo (odio) verso gli ebrei (anche li potrai leggere suoi articoli).
Era giovane? Vero. Ma è anche vero che tanti altri suoi coetanei in quel periodo hanno preferito combattere il regime e le sue leggi razziali, e hanno pagato con il carcere, con le violenze e con la morte.
Lui viceversa ha preferito sostenerlo facendogli da grancassa con la penna.
Poi quando le cose si sono messe male per il regime ha preferito cambiare casacca (o forse è maturato e si è reso conto delle bestialità del razzismo).
Meglio tardi che mai.
- Salieri D'Amato
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Re: [O.T.] BERLUSCONI: "SONO IL MESSIA"
Se la cosa è vera, stavolta concordo con il ragionamento di maniglia.
Anche perchè siamo generalmente troppo facili all'etichetta, e a volte tendiamo a santificare in toto chi ha subito ingiustizie in nome di un qualche ideale, così come a demonizzare nel verso opposto.
Ci sta che Biagi abbia subito in gioventù attrazione per il fascismo, vuoi per una sorta di fascinazione vuoi per convenienza. Crescendo e maturando poi si allargano gli orizzonti, ci si rende conto che certe idee forse erano sbagliate, si hanno più strumenti di comparazione e si riscontrano sul campo le applicazioni di teorie. E l'uomo maturo Biagi sarà stato poi diverso dal giovane Biagi, anche radicalmente, diventando libero persatore, indipendente e autorevole. Ma questo non ne fa una bandiera immacolata da sbandierare all'occorrenza, quasi tutti noi abbiamo dei grigi nel nostro vissuto, chi più chi meno.
Ripeto, ammesso che sia vero, visto che non conosco abbastanza per giudicare non ho voglia di ricercare come ha fatto maniglia. E tralasciando lo spessore culturale di un Biagi, che non è certo quello di un Giletti.
Blif aveva sintetizzato meglio
Anche perchè siamo generalmente troppo facili all'etichetta, e a volte tendiamo a santificare in toto chi ha subito ingiustizie in nome di un qualche ideale, così come a demonizzare nel verso opposto.
Ci sta che Biagi abbia subito in gioventù attrazione per il fascismo, vuoi per una sorta di fascinazione vuoi per convenienza. Crescendo e maturando poi si allargano gli orizzonti, ci si rende conto che certe idee forse erano sbagliate, si hanno più strumenti di comparazione e si riscontrano sul campo le applicazioni di teorie. E l'uomo maturo Biagi sarà stato poi diverso dal giovane Biagi, anche radicalmente, diventando libero persatore, indipendente e autorevole. Ma questo non ne fa una bandiera immacolata da sbandierare all'occorrenza, quasi tutti noi abbiamo dei grigi nel nostro vissuto, chi più chi meno.
Ripeto, ammesso che sia vero, visto che non conosco abbastanza per giudicare non ho voglia di ricercare come ha fatto maniglia. E tralasciando lo spessore culturale di un Biagi, che non è certo quello di un Giletti.
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