[O.T.] Devo entrare in analisi?

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pan
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Re: [O.T.] Devo entrare in analisi?

#1741 Messaggio da pan »

Fai un copiaincolla per il tuo terapeuta.
Non seguire le orme degli antichi, ma quello che essi cercarono. (Matsuo Basho,1685) - fa caldo l'Italia è sull'orlo di un baratro e non scopo da mesi (cimmeno 2009) - ...stai su un forum di segaioli; dove pensavi di stare, grande uomo? (sunday silence,2012)

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dostum
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Re: [O.T.] Devo entrare in analisi?

#1742 Messaggio da dostum »

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paolonen
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Re: [O.T.] Devo entrare in analisi?

#1743 Messaggio da paolonen »

Papero che farmaco usi?

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Re: [O.T.] Devo entrare in analisi?

#1744 Messaggio da Paperinik »

Il professor Vittorino Andreoli: "L'Italia è un Paese malato di mente. Esibizionisti, individualisti, masochisti, fatalisti"

“L’Italia è un paziente malato di mente. Malato grave. Dal punto di vista psichiatrico, direi che è da ricovero. Però non ci sono più i manicomi”. Il professor Vittorino Andreoli, uno dei massimi esponenti della psichiatria contemporanea, ex direttore del Dipartimento di psichiatria di Verona, membro della New York Academy of Sciences e presidente del Section Committee on Psychopathology of Expression della World Psychiatric Association ha messo idealmente sul lettino questo Paese che si dibatte tra crisi economica e caos politico e si è fatto un’idea precisa del malessere del suo popolo. Un’idea drammatica. Con una premessa: “Che io vedo gli italiani da italiano, in questo momento particolare. Quindi, sia chiaro che questa è una visione degli altri e nello stesso tempo di me. Come in uno specchio”.

Quali sono i sintomi della malattia mentale dell’Italia, professor Andreoli?
“Ne ho individuati quattro. Il primo lo definirei “masochismo nascosto”. Il piacere di trattarsi male e quasi goderne. Però, dietro la maschera dell’esibizionismo”.

Mi faccia capire questa storia della maschera.
“Beh, basta ascoltare gli italiani e i racconti meravigliosi delle loro vacanze, della loro famiglia. Ho fatto questo, ho fatto quello. Sono stato in quel ristorante, il più caro naturalmente. Mio figlio è straordinario, quello piccolo poi…”.

Esibizionisti.
“Ma certo, è questa la maschera che nasconde il masochismo. E poi tenga presente che generalmente l’esibizionismo è un disturbo della sessualità. Mostrare il proprio organo, ma non perché sia potente. Per compensare l’impotenza”.

Viene da pensare a certi politici. Anzi, a un politico in particolare.
“Pensi pure quello che vuole. Io faccio lo psichiatra e le parlo di questo sintomo degli italiani, di noi italiani. Del masochismo mascherato dall’esibizionismo. Tipo: non ho una lira ma mostro il portafoglio, anche se dentro non c’è niente. Oppure: sono vecchio, però metto un paio di jeans per sembrare più giovane e una conchiglia nel punto dove lei sa, così sembra che lì ci sia qualcosa e invece non c’è niente”.

Secondo sintomo.
“L’individualismo spietato. E badi che ci tengo a questo aggettivo. Perché un certo individualismo è normale, uno deve avere la sua identità a cui si attacca la stima. Ma quando diventa spietato…”.

Cattivo.
“Sì, ma spietato è ancora di più. Immagini dieci persone su una scialuppa, col mare agitato e il rischio di andare sotto. Ecco, invece di dire “cosa possiamo fare insieme noi dieci per salvarci?”, scatta l’io. Io faccio così, io posso nuotare, io me la cavo in questo modo… individualismo spietato, che al massimo si estende a un piccolissimo clan. Magari alla ragazza che sta insieme a te sulla scialuppa. All’amante più che alla moglie, forse a un amico. Quindi, quando parliamo di gruppo, in realtà parliamo di individualismo allargato”.

Terzo sintomo della malattia mentale degli italiani?
“La recita”.

La recita?
“Aaaahhh, proprio così… noi non esistiamo se non parliamo. Noi esistiamo per quello che diciamo, non per quello che abbiamo fatto. Ecco la patologia della recita: l’italiano indossa la maschera e non sa più qual è il suo volto. Guarda uno spettacolo a teatro o un film, ma non gli basta. No, sta bene solo se recita, se diventa lui l’attore. Guarda il film e parla. Ah, che meraviglia: sto parlando, tutti mi dovete ascoltare. Ma li ha visti gli inglesi?”.

Che fanno gli inglesi?
“Non parlano mai. Invece noi parliamo anche quando ascoltiamo la musica, quando leggiamo il giornale. Mi permetta di ricordare uno che aveva capito benissimo gli italiani, che era Luigi Pirandello. Aveva capito la follia perché aveva una moglie malata di mente. Uno nessuno e centomila è una delle più grandi opere mai scritte ed è perfetta per comprendere la nostra malattia mentale”.

Torniamo ai sintomi, professore.
“No, no. Rimaniamo alla maschera. Pensi a quelli che vanno in vacanza. Dicono che sono stati fuori quindici giorni e invece è una settimana. Oppure raccontano che hanno una terrazza stupenda e invece vivono in un monolocale con un’unica finestra e un vaso di fiori secchi sul davanzale. Non è magnifico? E a forza di raccontarlo, quando vanno a casa si convincono di avere sul serio una terrazza piena di piante. E poi c’è il quarto sintomo, importantissimo. Riguarda la fede…”.

Con la fede non si scherza.
“Mica quella in dio, lasciamo perdere. Io parlo del credere. Pensare che domani, alle otto del mattino ci sarà il miracolo. Poi se li fa dio, San Gennaro o chiunque altro poco importa. Insomma, per capirci, noi viviamo in un disastro, in una cloaca ma crediamo che domattina alle otto ci sarà il miracolo che ci cambia la vita. Aspettiamo Godot, che non c’è. Ma vai a spiegarlo agli italiani. Che cazzo vuoi, ti rispondono. Domattina alle otto arriva Godot. Quindi, non vale la pena di fare niente. E’ una fede incredibile, anche se detta così sembra un paradosso. Chi se ne importa se ci governa uno o l’altro, se viene il padre eterno o Berlusconi, chi se ne importa dei conti e della Corte dei conti, tanto domattina alle otto c’è il miracolo”.

Masochismo nascosto, individualismo spietato, recita, fede nel miracolo. Siamo messi malissimo, professor Andreoli.
“Proprio così. Nessuno psichiatra può salvare questo paziente che è l’Italia. Non posso nemmeno toglierti questi sintomi, perché senza ti sentiresti morto. Se ti togliessi la maschera ti vergogneresti, perché abbiamo perso la faccia dappertutto. Se ti togliessi la fede, ti vedresti meschino. Insomma, se trattassimo questo paziente secondo la ragione, secondo la psichiatria, lo metteremmo in una condizione che lo aggraverebbe. In conclusione, senza questi sintomi il popolo italiano non potrebbe che andare verso un suicidio di massa”.

E allora?
“Allora ci vorrebbe il manicomio. Ma siccome siamo tanti, l’unica considerazione è che il manicomio è l’Italia. E l’unico sano, che potrebbe essere lo psichiatra, visto da tutti questi malati è considerato matto”.

Scherza o dice sul serio?
“Ho cercato di usare un tono realistico facendo dell’ironia, un tono italiano. Però adesso le dico che ogni criterio di buona economia o di buona politica su di noi non funziona, perché in questo momento la nostra malattia è vista come una salvezza. E’ come se dicessi a un credente che dio non esiste e che invece di pregare dovrebbe andare in piazza a fare la rivoluzione. Oppure, da psichiatra, dovrei dire a tutti quelli che stanno facendo le vacanze, ma in realtà non le fanno perché non hanno una lira, tornate a casa e andate in piazza, andate a votare, togliete il potere a quello che dice che bisogna abbattere la magistratura perché non fa quello che vuole lui. Ma non lo farebbero, perché si mettono la maschera e dicono che gli va tutto benissimo”.

Guardi, professore, che non sono tutti malati. Ci sono anche molti sani in circolazione. Secondo lei che fanno?
“Piangono, si lamentano. Ma non sono sani, sono malati anche loro. Sono vicini a una depressione che noi psichiatri chiamiamo anaclitica. Penso agli uomini di cultura, quelli veri. Che ormai leggono solo Ungaretti e magari quel verso stupendo che andrebbe benissimo per il paziente Italia che abbiamo visitato adesso e dice più o meno: l’uomo… attaccato nel vuoto al suo filo di ragno”.

E lei, perché non se ne va?
“Perché faccio lo psichiatra, e vedo persone molto più disperate di me”.

Grazie della seduta, professore.
“Prego”.

http://www.huffingtonpost.it/2013/08/06 ... l?ref=fbpr
:blankstare: :no:
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Re: [O.T.] Devo entrare in analisi?

#1745 Messaggio da dostum »

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Paperinik
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Re: [O.T.] Devo entrare in analisi?

#1746 Messaggio da Paperinik »

Da un paio di giorni finalmente ho sospeso questo bene/maledetto farmaco. Spero che da ora in avanti vada tutto bene anche se per cause lavorative e familiari ho avuto dei giramenti di coglioni.
Ma la cosa che mi preoccupa sono queste lievi scariche elettriche che mi prendono, come fossero un tic, accompagnate talvolta da vertigine e confusione (tipo quando scrivo sulla tastiera e non prendo i tasti giusti). Stasera andrò a letto presto sperando in un sonno riposante, domani si vedrà...
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Re: [O.T.] Devo entrare in analisi?

#1747 Messaggio da misha71 »

Paperinik ha scritto:Siamo agli sgoccioli, ancora un blister (poco più di una settimana) e poi comincerò a scalare. All'inizio è stata dura ma sono arrivato in fondo...forse.
Nelle ultime settimane è stato PESSIMO. Dalle ferie di natale sono sopraggiunti dal nulla dei disturbi del sonno che ancora oggi mi porto dietro. Vado a letto, mi addormenterò a fatica all'1:00 e mi sveglio rincoglionito e nervoso. Non sto bene, non so cosa ho, forse è il farmaco, forse è altro...a lavoro mi trascino e poprio non ho voglia di far niente, se preso male rispondo anche male e non ho voglia di parlare con nessuno. A volte mi sento fuori posto e vorrei essere altrove, sono stanco di 'sto lavoro da servetto del cazzo.
Temo che le mie avventure con i farmaci non finiranno a Marzo. Negli ultimi giorni è uscita fuori una news importante riguardo ad una eventuale casa nel mio futuro, un progetto...inevitabilmente sono usciti i soliti pensieri. La mia è una famiglia disgraziata, mia madre apparentemente sta bene ma non penso sia felice, mia sorella è una disgraziata, non lavora da anni e non avrà la pensione, mio padre forse assieme a me è quello che sta meglio di tutti ma ha una certa età...paradossalmente tutti gli altri parenti all'infuori di noi 4 non navigano nell'oro ma quasi. Devo pensare a costruire una casa in cui molto probabilmente vivrò da solo una vita senza affetti e magari in futuro mi dovrò accollare mia sorella per mantenerla visto che il marito è un cialtrone...la mia famiglia è sempre più lontana da me, i miei genitori sono quasi figure estranee e mia sorella a tratti è un fardello.
A 32 anni ancora mi capita di pensare alla mia inutilità biologica, quando sono nato i miei avevano già mia sorella e 20 anni dopo la mia nascita si sono separati..quindi che cazzo sono nato a fare? Non ho né famiglia né affetti né un senso per la mia esistenza. Lavoro e i soldi li spendo per bollette o per darli a mia sorella e altre cazzate...non ho piacere di far niente, neanche quando a sorpresa la figlia di 4 anni di mia cugina mi ha fatto un regalino ho provato qualcosa di particolare.
Pensare che negli ultimi anni ho fatto cose, sono stato a roma, dopo 10 anni sono tornato in vacanza a dormire in tenda, ho avuto un lavoro fisso, mi sono comprato la macchina, ultimamente ho cominciato a fare uscite..eppure ho l'impressione che queste cose non intacchino minimamente questo mio mal di vivere. Ero andato dallo psicologo per sopportare una vita a tratti insopportabile ma sopportare sempre è sfiancante, però in alcuni casi non puoi fare altrimenti. Ma se neanche delle ferie od una vacanza mi rimettono in sesto, che altro dovrei fare? Quando sono stato in Abruzzo non mi sono sentito così diverso da come stavo qui. Forse perché c'era mio padre, non so...a lavoro quando mi prendono i giramenti di coglioni devo sempre inventarmi cazzate o chiudermi nel mutismo perché non posso dire a giro che non me la passo bene...
Sono proprio stanco.
Caro Papero, leggere questo tuo pezzo mi ha confermato la somiglianza del nostro sentire. E' ovvio che questo non sortirà effetto alcuno né sulla mia né sulla tua condizione. Sappiamo di non essere del tutto soli. Ma a sto punto manco originali!
Io so' arrivato ai quasi 45 ma senza mai toccare farmaci. Un'idiosincrasia per tutte le sostanze pisoco-attive...anche se pure la pasta al pomodoro può essere un antidepressivo..ma i farmaci mi han sempre spaventato.

Che altro dirti? Io non ho mai trovato una soluzione a questo film grigiastro che c'ho davanti agli occhi. Controbilancio con l'ironia e il sarcasmo nell'affrontare il tedio e il dolore che a volte emerge dallo sfondo. Spero tu possa rovare una tua chiave. Ciao
misha71

"La pretesa della felicità : ecco la grande illusione! Essa complica tutta la vita! Rende la gente così velenosa, canaglia, insopportabile. Non c'è felicità  nell'esistenza, non ci sono che dolori più o meno tardivi, segreti, differiti, dissimulati" Cèline

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Re: [O.T.] Devo entrare in analisi?

#1748 Messaggio da Paperinik »

E' da tempo che ci penso e penso sia arrivato il momento di togliermi lo psic dalle scatole. Non ne posso più, sono stanco e non mi sembra il caso di continuare, preferirei indirizzare altrove tempo e residue energie (e soprattutto 280€ in più al mese). Non ho intenzione di stare a chiacchierare a vita se so che non mi servirà più a niente.
Non dico di avere dei progetti ma le spese ci sono e chissà in futuro se vanno in porto alcune cose...se andrò in affitto o pagherò un mutuo, se farò un corso per un qualcosa, se mi sistemo per una cosa a lungo termine, se un giorno mi farò una vera, benedetta vacanza senza sentirmi perennemente oppresso...penso che la cosa prioritaria sia l'affitto, per "purificarmi" da tutta la negatività che la gente mi scarica giorno dopo giorno..poi il resto dovrebbe venire da sé.
Conoscendomi quasi tutto resterò fuffa ma ora come ora posso cavarmela da solo.
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Re: [O.T.] Devo entrare in analisi?

#1749 Messaggio da Barabino »

ecco bravo ma fallo davvero :evil:

e soprattutto pensa che"l'affitto" non ti serve a stare da solo in un altro bunker di Hitler (con disgustosi coinquilini maschi che si ammazzano di seghe invece di trombare come tua sorella :bleh: ), ma e' solo propedeutico a creare un ambiente accogliente per la TUA Eva Braun :) a cui finalmente potrai dire queste parole:

io e te uniti contro il resto del mondo :amici:
1) l'ignoranza crea, la cultura rimastica.
2) dopo cena non è mai stupro.
3) "Cosa farebbe Kennedy? Lo sai che se la farebbe!"
4) le donne vogliono essere irrigate, non ignorate

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Re: [O.T.] Devo entrare in analisi?

#1750 Messaggio da Barabino »

un' altra precisazione (ovvia per il 99% dei forumisti ma non proprio per tutti :roll: ) e' che se vai a fare un corso quando sei ormai adulto, il vero scopo non e' piu' quello "nominale" di imparare a usare il computer o disegnare fumetti, ma solo di vivere ore di noia insieme a ragazze (piu' o meno :blankstare: ) giovani allo scopo di sviluppare confidenza con loro... :)

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Re: [O.T.] Devo entrare in analisi?

#1751 Messaggio da Salieri D'Amato »

E incidentalmente, a supporto del tuo enunciato, ha postato una vignetta raffigurante una certa Lilith. Che ovviamente niente ha a che fare con la nota forumista! :-D
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Re: [O.T.] Devo entrare in analisi?

#1752 Messaggio da Edonis »

La dedico al papero.
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Daje cazzo.
"L'importante non è stabilire se uno ha paura o meno, è saper convivere con la propria paura e non farsi condizionare dalla stessa. Ecco, il coraggio è questo, altrimenti non è più coraggio, ma incoscienza".
"Non è grave il clamore chiassoso dei violenti, bensì il silenzio spaventoso delle persone oneste".
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Re: [O.T.] Devo entrare in analisi?

#1753 Messaggio da Paperinik »

Non l'ho capita :blankstare: Ma prima o poi ci riuscirò :awww:
Comunque il mio pensiero è che sono troppo "vigliacco" per poter combinare qualcosa di buono nella vita. Andare in affitto, fare corsi, una vacanza...mah...pensieri nobili ma sinceramente non saprei dove prendere la forza/voglia...difficilmente in vita mi sono fidato di me stesso, sono il primo a disattendere le promesse che mi faccio :blankstare:
Che larva che sono... :(
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Re: [O.T.] Devo entrare in analisi?

#1754 Messaggio da Edonis »

Paperinik ha scritto:Non l'ho capita :blankstare: Ma prima o poi ci riuscirò :awww:
Atteggiamenti scontrosi, antisociali, rancorosi o diffidenti, spesso non sono altro che maschere atte ad omettere la realtà, un velato messaggio d'aiuto. Si diventa cinici perché non si vuol essere feriti.
E si finisce per restarne soffocati, si finisce imbottigliati in un tunnel fatto di solitudine e malinconia.
La vita non è altro che un bicchiere, alcuni lo vedono mezzo pieno, altri mezzo vuoto. Poi ci sono quelli che si domandano perché non è stato riempito tutto.
La vignetta è di molteplici interpretazioni, ognuno ci vede ciò che vuole, ma credo che nel tuo caso non sono andato poi così lontano dalla sorgente.
"L'importante non è stabilire se uno ha paura o meno, è saper convivere con la propria paura e non farsi condizionare dalla stessa. Ecco, il coraggio è questo, altrimenti non è più coraggio, ma incoscienza".
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Re: [O.T.] Devo entrare in analisi?

#1755 Messaggio da Paperinik »

Finalmente dopo anni sono passato a 2 incontri al mese invece di 4, non ne potevo più. E forse prima della fine dell'anno smetto. Mi è servito? Non so..quando ci andai era tutta un'altra situazione, gran parte del mio disagio era dovuto al negro in casa e sorella, ora il negro è scappato, altre cose sono successe, comunque col tempo sentivo sempre meno il bisogno di andarci e alla fine non mi è servito per quello che avrei voluto servisse. Diciamo che per quello che cercavo niente è utile...non mi è servito per fermare il mio lento decadimento, fisico, emotivo ed intellettuale. Fino a circa 10 anni fa ero tutto sommato sereno e qualcosa facevo..dovessi descrivere questi ultimi 10 anni direi NULLA, 10 anni vuoti. Le uniche cose successe sono perlopiù negative, il negro, la morte della compagna di mio padre per le negative, il lavoro e una nuova vacanza dopo anni fra le positive (ma neanche tanto, alla fine, visto che a lavoro peggioro giorno dopo giorno e in vacanza non riesco veramente ad andarci a livello mentale).
Una volta smesso, le mie esperienze con gli psic saranno finite, non voglio più logorarmi, questo purtroppo sono e non ho l'energia per essere altro e non credo più nella medicina psicoterapica. Mi spiace aver perso e non aver ritrovato la voglia e l'interesse di leggere che avevo fino a 10 anni fa (l'unica cosa costante dalla scuola), ma mi sembra futile pure la lettura.
I problemi sessuali sono rimasti invariati da più di 15 anni e oramai li relego sullo sfondo, a livello emotivo non ho sviluppato maturità non avendo vissuto niente a livello emotivo e sarei incapace di sostenere un rapporto..intellettualmente è come se fossi logoro, non riesco a capire un cazzo e pure nella scrittura che era un mio presunto punto di forza sono sceso nella mediocrità. (pure scrivere questo post mi è difficoltoso)
Non riesco a fare delle scelte sulla mia vita (una direzione da prendere, qualcosa da fare, un lavoro da imparare...) e sono in balìa degli eventi...diciamo che è come se avessi gettato la spugna. Mi chiedo i restanti 30 anni e passa cazzo toccherà sorbirmi. Non ho più voglia di ammazzarmi come avevo anni fa, ma se fossi morto a 24 anni non mi sarei perso niente.
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06/06/2019 FIRENZE LIBERA
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