[O.T.] Devo entrare in analisi?

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Paperinik
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Re: [O.T.] Devo entrare in analisi?

#1726 Messaggio da Paperinik »

“Se si vuole valutare la situazione dell'uomo per quanto riguarda la felicità, non si dovrà cercare ciò che gli dà piacere, ma ciò che lo conturba: quanto più irrilevante è infatti quest'ultimo elemento, preso in sé stesso, tanto più felice è l'uomo. Uno stato di benessere è ciò che rende sensibili alle piccolezze, che per contro non sono affatto da noi sentite nell'infelicità.”
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dostum
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Re: [O.T.] Devo entrare in analisi?

#1727 Messaggio da dostum »

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Blif
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Re: [O.T.] Devo entrare in analisi?

#1728 Messaggio da Blif »

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Paperinik
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Re: [O.T.] Devo entrare in analisi?

#1729 Messaggio da Paperinik »

Psicofarmaci rapidamente scalano la classifica dei migliori killer in Gran Bretagna

Secondo un professore inglese, le pillole psichiatriche sono il terzo maggior killer della Gran Bretagna: gli effetti collaterali dei farmaci per l’insonnia e l’ansia fanno migliaia di vittime. Perché i dottori le distribuiscono come caramelle?

Nel Regno Unito vengono prescritti 80 milioni di farmaci psichiatrici l’anno. Il professor Gøtzsche rivela la portata del problema in un nuovo libro.

A cura del Professor Peter Gøtzsche per il Daily Mail, intervistato da Jerome Burne il 15 settembre 2015

Un consumo di droga in ascesa (80 milioni di acquisti all’anno), un numero crescente di persone che sviluppano dipendenza, troppe poche cliniche che se ne occupano e un numero di vittime in aumento: potrebbe sembrare la scena di un paese impoverito, gestito dai cartelli della droga. Invece è la realtà quotidiana dei pazienti dei servizi sanitari britannici ai quali vengono prescritti psicofarmaci per trattare ansia, insonnia e depressione; farmaci che non solo sono spesso inutili e inefficaci, ma possono anche creare dipendenza, portare effetti collaterali invalidanti e uccidere.

Ad esempio gli antipsicotici, comunemente somministrati a pazienti affetti da demenza per tenerli tranquilli, aumentano il rischio di malattie cardiache, diabete e ictus. Gli psicofarmaci portano a una più alta possibilità di cadute che, in caso di rottura dell’anca, possono abbreviare la vita in modo significativo mentre alcuni antidepressivi possono essere collegati a un’irregolarità del battito cardiaco potenzialmente mortale.

Il bilancio delle vittime dovuto a queste pillole è stato grossolanamente sottovalutato. Come rivelo in un nuovo libro, “Psichiatria Mortale e Negazione Organizzata”, la cifra reale è terrificante: secondo i miei calcoli, sulla base di dati provenienti da fonti edite e inedite, gli psicofarmaci sono il terzo maggior killer dopo le malattie cardiache e il cancro.

Come investigatore per l’indipendente Cochrane Collaboration, un organismo internazionale che valuta la ricerca medica, il mio ruolo è di valutare le prove dei trattamenti come farebbe la Polizia Scientifica. In precedenza questo mi ha portato a sfidarmi con ipotesi largamente sostenute come nel caso dei benefici dello screening del cancro al seno. Secondo le mie stime, ogni anno nel Regno Unito, migliaia di donne subiscono trattamenti inutili. Tutti questi elementi hanno certamente fatto venire la pelle d’oca. Ma quello che ho scoperto sui danni causati da farmaci psichiatrici supera molto qualsiasi altra cosa io abbia identificato.

Di fatto, anche se tutti i dati sono disponibili (se si sa dove guardare) sono la prima persona ad averli raccolti insieme. Per esempio scoprendo come il numero di suicidi tra adulti e bambini in cura con antidepressivi sia 15 volte maggiore del numero calcolato dall’autorità statunitense del farmaco, la Food and Drug Administration. Eppure psichiatri e medici in generale ignorano o negano la grandezza spaventosa di questo danno da farmaci, troppo spesso usati senza criterio. Proprio questo mese, per esempio, uno studio pubblicato sul British Medical Journal ha rivelato come, nella sola Inghilterra, migliaia di persone con difficoltà di apprendimento siano regolarmente trattate con farmaci antipsicotici – farmaci che non fanno nulla per aiutare questi pazienti, ma sono usati come una camicia di forza chimica.

Otto anni fa ero stato messo sull’avviso circa i problemi creati dagli psicofarmaci, quando uno dei miei studenti aveva suggerito questa idea per la sua tesi di dottorato: ‘Perché la storia si ripete? Uno studio sulle benzodiazepine e antidepressivi ‘. Aveva scoperto che tranquillanti popolari come il Valium (un farmaco a base di benzodiazepine), e prima di quello, i barbiturici, erano stati presentati come molto sicuri, per poi rivelarsi dannosi e causare forte dipendenza. Più tardi, quando gli inibitori selettivi della ricaptazione di serotonina (antidepressivi SSRI) sono arrivati sul mercato 20 anni fa, il loro grande punto di forza era che non davano dipendenza: ancora una volta, non era vero.

Ho deciso di scavare in profondità in quest’area, e ora ho tre dottorandi che indagano, per scoprire cosa gli psicofarmaci fanno veramente alle persone. I risultati sono sorprendenti: i medici li distribuiscono in gran numero perché credono alla loro efficacia e sicurezza, ma le prove si basano su una scienza mediocre. Gli scheletri di quest’armadio stanno uscendo a un ritmo allarmante. I sonniferi, per esempio, cessano di essere utili dopo un paio di settimane, ma si lascia che i pazienti li prendano per anni; mentre gli antipsicotici sono stati approvati sulla base di due test in cui venivano paragonati al placebo, anche se il vantato effetto era, in realtà, molto limitato.

I test vengono eseguiti con la tecnica del “doppio cieco”. Prendono due gruppi di pazienti: a un gruppo danno il farmaco vero, all’altro un placebo (pillola di zucchero). Si chiama doppio cieco perché né il medico né il paziente sanno cosa gli toccherà, in teoria. In realtà chi assume il farmaco spesso se ne accorge, per via degli inequivocabili effetti collaterali come nausea e secchezza della bocca. I medici, il cui resoconto sulla risposta dei pazienti viene utilizzato per valutare l’efficacia del trattamento, tendono a riportare risultati migliori per il gruppo che riceve il farmaco, ma questi risultati sono falsati perché chi riceve il vero farmaco se ne accorgeva.

Questa non è un’opinione, ma un fatto dimostrato – sappiamo che questo accade: un’analisi condotta dalla Cochrane Collaboration ha trovato che quando il placebo è stato progettato per provocare effetti collaterali simili a quelli del farmaco, gli psichiatri riferiscono gli stessi risultati per entrambi i gruppi. In altre parole, il farmaco non è più efficace di una pillola di zucchero. A peggiorare la situazione vi è un altro fattore: chi gestisce la sperimentazione riceve spesso lauti finanziamenti da quelle aziende farmaceutiche che, dall’approvazione di un farmaco, traggono un giro d’affari multimiliardario.

I benefici dichiarati sono ridicolmente piccoli, come ad esempio il far scendere il tasso di vampate giornaliere da 10 a 9, eppure questi test incorretti sono usati per approvare l’uso di antidepressivi per la cura di crisi da alimentazione incontrollata, panico, disturbo ossessivo-compulsivo e sintomi della menopausa. Nonostante la mancanza di buone prove dei loro benefici, nella sola Inghilterra ogni anno si prescrivono 57 milioni di antidepressivi, spesso per anni.

Vi è un’altra ragione per l’enorme aumento di consumi: non vi è alcun indicatore chimico per diagnosticare depressione o ansia, e spesso dei lievi cambiamenti di umore giornalieri, o la sensazione di sentirsi meno felici o più ansiosi, fanno mettere mano al ricettario.

Un trattamento efficace per la depressione permetterebbe alle persone di condurre una vita più normale, tornare al lavoro e salvare le sue relazioni personali, ma in tutte le migliaia di test non ho mai visto la prova che gli antidepressivi lo possano fare. Alcuni pazienti quando li prendono possono sentirsi un po’ più euforici o addirittura maniacali ma molti pazienti riferiscono di sentirsi peggio e dicono che le pillole cambiano la loro personalità, e non in senso buono, possono mostrare meno interesse per altre persone e riferiscono di sentirsi emotivamente insensibili. Una frase usata spesso è “E’ come vivere sotto una cupola di plastica”. La funzione sessuale diminuisce; la libido si dimezza e metà dei pazienti non può raggiungere l’orgasmo o eiaculare: gli antidepressivi non salvano relazioni intime – sono più propensi a distruggerle.

Ne ho discusso con alcuni neuropsichiatri psichiatri infantili australiani. Uno di loro sapeva di tre adolescenti in cura con antidepressivi che avevano tentato il suicidio a causa di problemi erettili. Non collegavano la disfunzione erettile con le pillole: pensavano che ci fosse qualcosa di sbagliato in loro.

Molti psichiatri credono ancora che gli inibitori della serotonina facciano scendere il tasso di suicidio dovuto a depressione, ma la realtà è ben diversa: questi farmaci effettivamente aumentano il rischio nei bambini e negli adolescenti, e molto probabilmente negli adulti.

Le idee sbagliate su questi farmaci stanno trasformando dei problemi temporanei in cronici. Le prescrizioni aumentano e, solo nel Regno Unito, nonostante le raccomandazioni di non prescriverli per più di quattro settimane, oltre un milione di persone sono dipendenti da sonniferi e ansiolitici.

Dobbiamo educare i medici, informarli su come questi farmaci funzionano davvero, e mostrare loro come aiutare i pazienti a smettere di prendere le pillole (riducendo molto delicatamente la dose). Secondo i miei calcoli, se gli psicofarmaci fossero prescritti solo per poche settimane, e in situazioni gravi, avremmo bisogno soltanto del 2 per cento delle ricette che al momento vengono scritte per l’insonnia, depressione e ansia. Il risparmio in termini umani e finanziari sarebbe enorme.

La mia proposta è di iniziare una campagna intitolata: “Semplicemente dì NO” è il momento di fare una guerra ai farmaci della psichiatria.


Articolo originale: http://www.dailymail.co.uk/health/artic ... rties.html

Fonte: www.laleva.org
Le volte che prendo la pillola più tardi delle 10:00 o l'ora di pranzo (come oggi che dimenticandola e non potendola prendere col cibo l'ho presa solamente un'ora fa) non mi va bene, ho dei sintomi strani come mancanza di equilibrio e altre cose...fra poco più di un mese scalo al 37.5 e poi a marzo sarò forse "pulito", prego che mi vada tutto bene e non finirò mai di maledire la mia famiglia e tutto ciò che mi ha portato a questo. Accidenta a quando son nato :(
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E.Max89
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Re: [O.T.] Devo entrare in analisi?

#1730 Messaggio da E.Max89 »

Quello dei psicofarmaci e' un circolo vizioso, non diverso da quello dell'eroina o del metadone, ma se ne esce, se uno ha tanta determinazione, forza di volontà e coraggio.
Spesso certi "dottori", danno per scontato, a priori, che una cura va bene per tutti, senza considerare, minimamente, il malessere che certi pazienti manifestano. E senza avvertirli, minimamente, delle possibili conseguenze alle quali potrebbero andare incontro, assumendo certi farmaci.
E' facile prescrivere pillole, pilloline e gocce, e dare per scontato che la cura funzionerà, e che non ci sara' alcun problema di dipendenza o altri effetti collaterali, durante la terapia. Ma è assolutamente sbagliato questo modo di ragionare di certi psichiatri. Ecco perché molte cliniche psichiatriche hanno chiuso bottega e molti psichiatri si ritrovano, a fine giornata, con il rimorso di non essere riusciti ad avere successo con i loro pazienti.
Quelli che manifesti tu, caro Paperinik, non sono altro che lievi effetti di dipendenza, dovuti al fatto che il tuo corpo, e la tua mente, sono ormai abituati ad assumere a quel determinato e preciso orario il farmaco.
Succedeva anche a me. Ma poi, però, alla fine, al psichiatra che mi curava gliene ho suonate 2, finché non è finalmente riuscito a trovare un farmaco che non mi dava assolutamente nessun problema.
Forza Paperinik, vedrai che riuscirai ad uscire anche tu, da questo malefico tunnel.
Se devi suonargliene 2 al tuo psichiatra, suonagliele pure. Non puoi sentirti male, o sentirti privato di vivere la tua vita, per colpa di una fottuta "droga" (perché altro non è).
Cerca di fargli capire i tuoi malesseri, le tue preoccupazioni, e quant'altro. E se non ne vuole assolutamente sapere, e vuole assolutamente avere ragione lei, alza la voce se devi. E' un tuo legittimo diritto, dato che sei tu che stai "consumando" e non il psichiatra.
Forza! 8)
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Re: [O.T.] Devo entrare in analisi?

#1731 Messaggio da nik978 »

E' la vecchia guardia e i suoi interventi sul darkside sono imprescindibili, affronta il lato oscuro del sesso estremo con l'approccio dostojeschiano dell'uomo che soffre, mitizza e somatizza.UN DEMONE
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Re: [O.T.] Devo entrare in analisi?

#1732 Messaggio da Paperinik »

Ma io non ho niente contro lo psichiatra, mi sono rivolto io da lui visto che non potevo fare altrimenti. Il farmaco da me assunto non è la classica bomba che ti storisce tipo benzodiazepine ma un blando SNRI in dose che ho letto sul web è poco più che acqua...anche se la prima volta assunto sono finito al pronto soccorso :(
Temo un po' lo scalare e gli eventuali sintomi di astinenza :roll:
http://www.ansiafarmaci.it/forum/viewto ... f=2&t=2610
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Re: [O.T.] Devo entrare in analisi?

#1733 Messaggio da pan »

Non so quale farmaco assumi e a quali dosi. Gli SNRI sono propagandati come molto efficaci, ma se il dosaggio è molto basso, entra in gioco l'effetto placebo, sia per quanto riguarda gli effetti desiderati che quelli indesiderati.
Non seguire le orme degli antichi, ma quello che essi cercarono. (Matsuo Basho,1685) - fa caldo l'Italia è sull'orlo di un baratro e non scopo da mesi (cimmeno 2009) - ...stai su un forum di segaioli; dove pensavi di stare, grande uomo? (sunday silence,2012)

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Re: [O.T.] Devo entrare in analisi?

#1734 Messaggio da OSCAR VENEZIA »

Secondo me l' utente XCLARAX e' stata consigliata dal suo psicoanalista di abbandonare il forum verso il quale aveva sviluppato una relazione perversa.
Non credo alla storia del trasferimento in un luogo privo di connessione internet.
Comunque Buone feste pure a lei.

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Re: [O.T.] Devo entrare in analisi?

#1735 Messaggio da E.Max89 »

Paperinik ha scritto:Ma io non ho niente contro lo psichiatra, mi sono rivolto io da lui visto che non potevo fare altrimenti. Il farmaco da me assunto non è la classica bomba che ti storisce tipo benzodiazepine ma un blando SNRI in dose che ho letto sul web è poco più che acqua...anche se la prima volta assunto sono finito al pronto soccorso :(
Temo un po' lo scalare e gli eventuali sintomi di astinenza :roll:
http://www.ansiafarmaci.it/forum/viewto ... f=2&t=2610
Io ero in cura con SSRI (Paroxetina....una vera bomba per il fegato) e Xanax. La Paroxetina, ogni volta che la prendevo, mi faceva, letteralmente, rivoltare lo stomaco (prendevo Ginseng in continuazione, per placare la forte nausea e il senso di malessere generale che mi dava). L'ho presa per 3 mesi e non ha assolutamente funzionato. Per quanto riguarda invece lo Xanax, ha funzionato per più di 2 anni, e dopo ha cominciato, anche lui, a perdere efficacia. E così ho dismesso, entrambi, dimezzando le dosi gradualmente, seguendo, ovviamente, le indicazioni del medico.
Alla fine il medico mi ha prescritto una cura omeopatica leggera e allora li' si che ho iniziato a stare meglio e a vedere anche degli effetti positivi.
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Re: [O.T.] Devo entrare in analisi?

#1736 Messaggio da Paperinik »

Il mio dosaggio è 75mg, diciamo un medio dosaggio, certo che se avessi iniziato col 37.5 forse non sarei finito in ospedale :(
Mi è stato detto che per scalare devo smettere col 75 e passare direttamente al 37.5 ma mi sembra strano visti gli scalaggi che leggo a giro, addirittura c'è gente che si smazzetta le dosi :roll:
http://www.ansiafarmaci.it/forum/viewto ... 46f8#p3256
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Re: [O.T.] Devo entrare in analisi?

#1737 Messaggio da bellavista »

Paperinik ha scritto:Il mio dosaggio è 75mg, diciamo un medio dosaggio, certo che se avessi iniziato col 37.5 forse non sarei finito in ospedale :(
Mi è stato detto che per scalare devo smettere col 75 e passare direttamente al 37.5 ma mi sembra strano visti gli scalaggi che leggo a giro, addirittura c'è gente che si smazzetta le dosi :roll:
http://www.ansiafarmaci.it/forum/viewto ... 46f8#p3256
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Re: [O.T.] Devo entrare in analisi?

#1738 Messaggio da E.Max89 »

Paperinik ha scritto:Il mio dosaggio è 75mg, diciamo un medio dosaggio, certo che se avessi iniziato col 37.5 forse non sarei finito in ospedale :(
Mi è stato detto che per scalare devo smettere col 75 e passare direttamente al 37.5 ma mi sembra strano visti gli scalaggi che leggo a giro, addirittura c'è gente che si smazzetta le dosi :roll:
http://www.ansiafarmaci.it/forum/viewto ... 46f8#p3256

Di solito, quando si devono scalare le dosi, si scalano a 5-10mg alla volta, per evitare effetti d'astinenza o di rimbalzo troppo forti. Poi, dipende da come rispondi tu al dimezzamento. Nel mio caso, non ho assolutamente notato nessun drastico effetto particolare. E può darsi che magari anche tu non riscontrerai niente di particolare.
Comunque, se posso darti un consiglio, ricordali al tuo medico dell'episodio che ti ha portato in ospedale, quando hai iniziato la terapia. Così può valutare lui, meglio, come scalare il farmaco senza che tu debba per forza sentirti male.
Non tutti siamo uguali, e non tutti reagiamo ugualmente agli effetti di un farmaco. Ecco perchè è sempre meglio parlarne col proprio medico curante, se si ha dei dubbi, o se si riscontrano degli effetti particolari, durante una terapia.
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Re: [O.T.] Devo entrare in analisi?

#1739 Messaggio da Paperinik »

Lui mi ha già dato l'ok per lo scalaggio e mi ha già fatto la ricetta per la confezione da 37.5; in pratica il 31 gennaio prendo l'ultima da 75 e il primo febbraio dovrei iniziare con il 37.5, per 4 settimane. Forse lui ha visto che ho risposto bene al farmaco e non ho bisogno di uno scalaggio al milligrammo...mah, speriam bene. Sui farmaci sono sempre stato scettico ed ho sempre pensato che fanno bene da una parte e male dall'altra (o altre)... :roll: Più che altro spero che non si ripresentino gli stati d'animo che avevo fino a pochi anni fa... :roll: L'ho vissuta anche un po' ale questa cosa perché ho fatto tutto di nascosto alla famiglia...
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Re: [O.T.] Devo entrare in analisi?

#1740 Messaggio da Paperinik »

Siamo agli sgoccioli, ancora un blister (poco più di una settimana) e poi comincerò a scalare. All'inizio è stata dura ma sono arrivato in fondo...forse.
Nelle ultime settimane è stato PESSIMO. Dalle ferie di natale sono sopraggiunti dal nulla dei disturbi del sonno che ancora oggi mi porto dietro. Vado a letto, mi addormenterò a fatica all'1:00 e mi sveglio rincoglionito e nervoso. Non sto bene, non so cosa ho, forse è il farmaco, forse è altro...a lavoro mi trascino e poprio non ho voglia di far niente, se preso male rispondo anche male e non ho voglia di parlare con nessuno. A volte mi sento fuori posto e vorrei essere altrove, sono stanco di 'sto lavoro da servetto del cazzo.
Temo che le mie avventure con i farmaci non finiranno a Marzo. Negli ultimi giorni è uscita fuori una news importante riguardo ad una eventuale casa nel mio futuro, un progetto...inevitabilmente sono usciti i soliti pensieri. La mia è una famiglia disgraziata, mia madre apparentemente sta bene ma non penso sia felice, mia sorella è una disgraziata, non lavora da anni e non avrà la pensione, mio padre forse assieme a me è quello che sta meglio di tutti ma ha una certa età...paradossalmente tutti gli altri parenti all'infuori di noi 4 non navigano nell'oro ma quasi. Devo pensare a costruire una casa in cui molto probabilmente vivrò da solo una vita senza affetti e magari in futuro mi dovrò accollare mia sorella per mantenerla visto che il marito è un cialtrone...la mia famiglia è sempre più lontana da me, i miei genitori sono quasi figure estranee e mia sorella a tratti è un fardello.
A 32 anni ancora mi capita di pensare alla mia inutilità biologica, quando sono nato i miei avevano già mia sorella e 20 anni dopo la mia nascita si sono separati..quindi che cazzo sono nato a fare? Non ho né famiglia né affetti né un senso per la mia esistenza. Lavoro e i soldi li spendo per bollette o per darli a mia sorella e altre cazzate...non ho piacere di far niente, neanche quando a sorpresa la figlia di 4 anni di mia cugina mi ha fatto un regalino ho provato qualcosa di particolare.
Pensare che negli ultimi anni ho fatto cose, sono stato a roma, dopo 10 anni sono tornato in vacanza a dormire in tenda, ho avuto un lavoro fisso, mi sono comprato la macchina, ultimamente ho cominciato a fare uscite..eppure ho l'impressione che queste cose non intacchino minimamente questo mio mal di vivere. Ero andato dallo psicologo per sopportare una vita a tratti insopportabile ma sopportare sempre è sfiancante, però in alcuni casi non puoi fare altrimenti. Ma se neanche delle ferie od una vacanza mi rimettono in sesto, che altro dovrei fare? Quando sono stato in Abruzzo non mi sono sentito così diverso da come stavo qui. Forse perché c'era mio padre, non so...a lavoro quando mi prendono i giramenti di coglioni devo sempre inventarmi cazzate o chiudermi nel mutismo perché non posso dire a giro che non me la passo bene...
Sono proprio stanco.
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