[O.T.] Tributo ai leghisti

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zazaza6969
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Re: [O.T.] Tributo ai leghisti

#5791 Messaggio da zazaza6969 »

:DDD

scb ha scritto:Minchia Drughy, questa raffica mi ha fatto venire in mente quei cani tipo rottweiler che ti azzannano alla gola e non ti mollano finché non sei morto.
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zazaza6969
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Re: [O.T.] Tributo ai leghisti

#5792 Messaggio da zazaza6969 »

Ma l'articolo su Zaia l'hai letto?
"Zaia continua a dire che la lega e la politica non c’entrano nulla con lo scandalo di Veneto Banca che ha distrutto un patrimonio impressionante colpendo oltre 88.000 azionisti – che hanno perso in una notte l’80% del valore delle proprie azioni – e un numero indefinito di obbligazionisti e risparmiatori.
Sarà anche vero, ma alcune domande sorgono spontanee.
Perché la moglie di Trinca, già presidente di Veneto Banca, siede nella giunta comunale guidata della lega zaiana di Montebelluna, come riporta il sito del comune
?"
Quindi se uno della giunta di Montebelluna cornifica la moglie, Zaia e' un farfallone?

Mi rispondi con articoli su banche e su valori finalmente di sostanza, ne deduco anche considerando l'enfasi che non ci credevi neanche tu alla solita menata sui figli di Bossi.
Ma vuoi che non siamo incazzati neri per queste storie di Banche...e la colpa è di Zaia.
Dove cazzo erano Banca d'Italia e CONSOB?
La colpa è di Zaia siccome è successo in Veneto,
non fa una piega. :DDD

Drogato_ di_porno ha scritto:infine ricordiamo i suicidi per il crack delle banche venete, mica si pensi che i suicidi avvengano solo tra i comunisti toscani
Pop Vicenza, piccolo azionista si suicida. “Ha perso quasi 500mila euro, non aveva più soldi per la casa di cura”

http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/06 ... i/2835402/
Bpvi, c’è un secondo azionista suicida
«Mio fratello diceva: non ho più niente»
Dopo l’ex perito di Montebello, il caso di un operaio di Schio. E un’anziana di Valli ci ha provato


http://corrieredelveneto.corriere.it/ve ... 0355.shtml
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Re: [O.T.] Tributo ai leghisti

#5793 Messaggio da zazaza6969 »

Tutti i partiti dentro fin al collo,
quindi i ladri sono i leghisti...
Druga', la rabbia per il nemico non ti deve annebbiare la mente ,
è' controproducente.
A me i compagni mica suscitano tutta questa rabbia,
han sempre rubato,
continueranno a farlo,
continuerò a pensarla così.
Che poi nel corso del tempo qualcuno (o più di qualcuno) possa aver rubato in Lega,
nessuno lo nega,
ma di certo non è questo il DNA del partito,
come invece rilevo in altri casi.
Anche se ammetto che ci sono stati fior fior di valide persone negli altri schieramenti,
i problemi dell'Italia non sono mai stati Bossis jr, la Lega, ecc
ma ben altri....
Quelli da una certa parte dell'Italia in giù hanno in qualche modo contribuito in maniera sostanziale.
Un caro saluto :DDD





Drogato_ di_porno ha scritto:
zazaza6969 ha scritto:Giusto
http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/12 ... i/3277974/

hanno sbagliato,
un fondo da 20 miliardi?
cara la mia testolina di cazzo leghista, il fondo da 20 miliardi come già quello di Atlante serve anche per POPOLARE VICENZA e BANCA VENETO (controllate al 97% da Atlante cioè coi soldi dei contribuenti)...capisci, Vicenza, Veneto...Gianni Zonin (tutti quei cognomi che finiscono per "in" "on" :DDD )

Ci siete pure voi "venetassi" di merda. :lol:

"VENETI E TERRONI FALSI E LAZZARONI" dice il proverbio :)

Ricordi le famose "Piccole banche vicino al territorio?" E chi c'era al potere in Veneto?
VENETO BANCA, LA BRUTTA STORIA DELLA LEGA DI ZAIA, DI BRUNO VESPA E DELLE MOGLI DI CHI HA INNESCATO UNA BOMBA SOCIO-ECONOMICA PER IL VENETO

http://blog.plebiscito.eu/news/veneto-b ... il-veneto/

Immagine
eh? prestavate i soldi a ladroni Romani eh? Pure comunisiti (Calce e Martello) come Marchini
Marchini e quei prestiti sospetti della Popolare di Vicenza
Un'indagine della Banca d'Italia svela finanziamenti per oltre 130 milioni all'imprenditore candidato sindaco di Roma.


http://espresso.repubblica.it/affari/20 ... i-1.251708
e per chi si era svenata Mussari di MPS? Per l'acquisizione di BANCA ANTONVENETA...ah questo Veneto austroungarico
Banca Antonveneta S.p.A., nata come Banca Antoniana Popolare Veneta (BAPV), è stata una banca italiana con sede a Padova. Dal maggio 2008 entrò a far parte del gruppo Monte dei Paschi di Siena, fino alla definitiva fusione per incorporazione nella capogruppo avvenuta il 28 aprile 2013.
Società per azioni da aprile 2002, prima dell'ingresso nel gruppo MontePaschi contava circa 1,5 milioni di clienti, un totale attivo di quasi 50 miliardi di euro, circa 1.000 sportelli e circa 10.000 dipendenti.Dopo la cessione alla capogruppo Monte dei Paschi di Siena delle filiali fuori dal Nord Est, contava circa 400 sportelli.
Sarete mica complici dei comunisti? :-D Eh, te lo ricordi questo bel Logo qui?

Immagine

poi diventato così?

Immagine
zazaza6969 ha scritto:Sarà 20.000 euro, se Bossi suscita queste azioni per 158.000 euro....
È' sicuramente così: Ladro! Ladro!
No è un benefattore :lol:

Ps.: nel sistema bancario italiano il più pulito c'ha la rogna....tutti i partiti son dentro fino al collo. Vuoi sapere a chi prestava soldi Mussari? Eh?
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GeishaBalls
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Re: [O.T.] Tributo ai leghisti

#5794 Messaggio da GeishaBalls »

Quel che succede in Toscana è il partito che ruba, quel che succede in Veneto sono i singoli che sbagliano.

Ed in questo modo si può continuare ad avere fede

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Il bel renato
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Re: [O.T.] Tributo ai leghisti

#5795 Messaggio da Il bel renato »

GeishaBalls ha scritto:
Di anticomunisti con il complesso di inferiorità ne abbiamo già visti. Tu cosa vuoi dire?

Le cooperative sono sbagliate, le imprese devono essere solo a fine di lucro e non possono essere i lavoratori a mettersi insieme? Quale nuovo argomento vuoi portare?
Dico che non è che a fare i buonisti si ha ragione per forza...

Le cooperative non sono sbagliate, è sbagliato spesso e volentieri l'uso che se ne fa.
Così come lo è spesso l'uso dei circoli Arci... non sono forse bar e locali identici agli altri? E perché devono pagare meno?

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cicciuzzo
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Re: [O.T.] Tributo ai leghisti

#5796 Messaggio da cicciuzzo »

beh, però lì le consumazioni costano decisamente meno.....
Il sentimento più sincero rimane sempre l'erezione

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sensibilmente
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Re: [O.T.] Tributo ai leghisti

#5797 Messaggio da sensibilmente »

(come detto di là):
un'alleanza grillo-salvini avrebbe anche un chiaro vantaggio economico: si potrebbe centralizzare la macchina che produce balle per i media
la vita è troppo importante
per essere presa seriamente

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GeishaBalls
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Re: [O.T.] Tributo ai leghisti

#5798 Messaggio da GeishaBalls »

Il bel renato ha scritto:Io però non capisco... per quanto probabilmente lo faccia al solo scopo pubblicitario, ma almeno qualcosa fa.

La gente da tanto tempo ormai si sente abbandonata dallo stato e ha tutte le ragioni per sentirsi così.

O davvero preferite le promesse di Renzi <"Non vi lasceremo soli">, la totale inutilità di Mattarella in Grecia, Gentiloni dalla Merkel a leccare il culo o la Boldrini impegnata a coniare nuovi nomi al femminile?

Se questo arriva e aiuta anche solo una famiglia per me è da apprezzare. Gli altri se ne stanno coi piedi al calduccio dicendo che per sbloccare i soldi devono aspettare il 29 di gennaio, poi ascoltare le richieste delle province, girarle alla corte dei conti che decide come spenderli e bla bla bla... ma se nessuno per caso se ne è accorto continuano a morire persone e animali.
Ecco che Salvini, moonboot ai piedi, sollecita Enel a muoversi al motto "almeno io qualcosa faccio" e gli operai dell'Enel subito si muovono

http://www.repubblica.it/cronaca/2017/0 ... 6683000/1/

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Re: [O.T.] Tributo ai leghisti

#5799 Messaggio da GeishaBalls »

Il bel renato ha scritto:
GeishaBalls ha scritto:
Di anticomunisti con il complesso di inferiorità ne abbiamo già visti. Tu cosa vuoi dire?

Le cooperative sono sbagliate, le imprese devono essere solo a fine di lucro e non possono essere i lavoratori a mettersi insieme? Quale nuovo argomento vuoi portare?
Dico che non è che a fare i buonisti si ha ragione per forza...

Le cooperative non sono sbagliate, è sbagliato spesso e volentieri l'uso che se ne fa.
Così come lo è spesso l'uso dei circoli Arci... non sono forse bar e locali identici agli altri? E perché devono pagare meno?
Pagano meno il caffè? Pagano meno l'energia elettrica? Cosa pagano di meno, e quanto di meno? E rispetto a chi? I circoli ARCI pagano meno dei circoli non comunisti?

Di che parli?

Quale è il tuo pensiero, oltre al sentito dire sul sentito dire?

zazaza6969
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Re: [O.T.] Tributo ai leghisti

#5800 Messaggio da zazaza6969 »

Lo abbiamo sentito dire dalla Corte di Cassazione (presente anche al tuo bar, scusa circolo arci)
Queste cosette qua


Giurisprudenza
Versione stampabileInvia a un amicoVersione PDF
Benefici fiscali delle cooperative:
possono essere revocati dal fisco
Le società non devono avere finalità speculative, come prevede la stessa Costituzione, altrimenti non può trovare applicazione il trattamento tributario più favorevole
testo alternativo per immagine
Nel caso in cui non vi sia conferimento di beni o l’approvvigionamento presso terzi superi il limite consentito, l’Agenzia delle Entrate può revocare i benefici fiscali alle cooperative in quanto, in tal caso, non viene perseguito lo scopo mutualistico che è alla base dell’attività svolta. È quanto stabilito dalla Corte di cassazione con la sentenza 2849 del 24 febbraio.

La premessa
A seguito del disconoscimento dei benefici fiscali, l’Agenzia delle Entrate aveva notificato a una cooperativa alcuni avvisi di accertamento per il mancato versamento delle imposte dirette e indirette, sulla base delle risultanze di una verifica generale effettuata sia sull’associazione che sui soci, dalla quale era emerso che non erano state rispettate le finalità istituzionali che deve tenere una cooperativa.
In particolare, era stato evidenziato che la maggior parte dei soci della cooperativa non conferiva i beni prodotti, perché l’associazione stessa si riforniva, ben oltre la misura ammessa dalla legge, da terzi e, inoltre, non provvedeva alla ripartizione degli utili d’esercizio.
Dopo la presentazione dei ricorsi, respinti, tuttavia, sia in primo che in secondo grado, i legali della cooperativa ricorrono in Cassazione.
L’Agenzia delle Entrate, dal canto suo, si è difesa presentando il relativo controricorso.

Il fatto
Nel giudizio di merito è stato accertato che la “società” non era una cooperativa agricola (articoli 10 e 14, Dpr 601/1973), bensì di associazione tra produttori agricoli soggetta, dunque, a tassazione ordinaria; di conseguenza doveva essere subordinata al parere preventivo degli organi di vigilanza all’uopo preposti.
La stessa Amministrazione finanziaria aveva contestato il fatto che i soci non avevano conferito alla cooperativa i beni da questi prodotti, anche perché era la stessa associazione a rifornirsi presso terzi, ben oltre il limite massimo stabilito dalla legge.
Per quanto concerne invece la questione delle imposte indirette, l’articolo 34 del Dpr 633/72 trova applicazione anche nell’ambito delle associazioni agricole. I verificatori hanno accertato dalla documentazione extracontabile, rinvenuta nella sede dell’associazione, che la merce veniva acquistata presso terzi (non soci, ovviamente) ma veniva ugualmente contabilizzata e ripartita fittiziamente tra i soci, al solo scopo di non perdere le agevolazioni fiscali riconosciute dall’ordinamento tributario.

La sentenza della Corte
La Cassazione civile, con la sentenza in esame, ha chiarito che l’Amministrazione finanziaria ha il potere di revocare i benefici fiscali alla cooperativa, qualora ravvisi delle violazioni in merito all’approvvigionamento dei prodotti, oltre misura ammessa dalla legge.
Uno dei motivi che hanno portato i legali dell’associazione a ricorrere per Cassazione stava nel fatto che veniva lamentata la violazione, da parte dei giudici di merito, dell’articolo 14 del Dpr 601/1973 che regolamenta le “Condizioni di applicabilità delle agevolazioni”.
Secondo il ricorrente, l’Agenzia delle Entrate non poteva discrezionalmente disconoscere il beneficio fiscale all’associazione agricola, ma avrebbe dovuto adire il preventivo parere del ministero del Lavoro e degli organi di vigilanza, come disciplinato dall’articolo 14, del citato Dpr.

Secondo la giurisprudenza della Corte, "In tema di agevolazioni tributarie in favore delle società cooperative, la conformità degli statuti ai principi legislativi in materia di mutualità comporta una presunzione di spettanza delle agevolazioni o esenzioni tributarie, sicché il procedimento di verifica dei "presupposti di applicabilità" di cui all'art. 14, terzo comma, del d.P.R. 29 settembre 1973, n. 601, che prevede come obbligatorio il preventivo parere degli organi di vigilanza, attiene ai soli casi in cui detta presunzione legale non operi, salva la facoltà dell'amministrazione di disconoscere le agevolazioni, per ogni singolo periodo d'imposta, sulla base di dati concreti, atti a dimostrare che la veste "mutualistica" funge da copertura ad una normale attività imprenditoriale. In tale ottica, il parere preventivo degli organi di vigilanza riguarda ì soli requisiti soggettivi della società cooperativa, mentre l'ordinario potere di accertamento degli uffici finanziari ha ad oggetto la natura e le modalità di svolgimento dell'attività produttiva della cooperativa stessa" (Cassazione 10544/2006).

Allo stesso modo, la sentenza 1328/2005 del Collegio, integra l’argomento ribadendo il principio secondo cui gli statuti delle cooperative devono essere conformi ai principi di mutualità affinché possa essere riconosciuto loro il beneficio delle agevolazioni o delle eventuali esenzioni tributarie.
Ciò non impedisce all’Amministrazione finanziaria di disconoscere i benefici fiscali concessi alla cooperativa in cui non si configuri il carattere della mutualità perché ciò fungerebbe “da copertura ad una normale attività imprenditoriale”, nulla rilevando l’eventuale parere da parte del ministero del Lavoro anche se favorevole alla cooperativa.
In tal caso, gli eventuali ristorni concessi ai soci in assenza della mutualità della cooperativa debbono essere considerati delle mere distribuzioni di utili.

Concludendo la disamina sul controllo preventivo degli organi all’uopo preposti alla vigilanza dei requisiti delle società cooperative, ci viene in aiuto la sentenza 1797/2005, chiarendo che si tratta di controllo di natura meramente soggettiva e non anche sull’attività produttiva, (articoli 10 e 11 del Dpr 601/73), il cui controllo viene affidato all’Amministrazione fiscale.
Per quanto concerne l’ultimo punto della motivazione del ricorso per Cassazione presentato dalla cooperativa, inerente l’erronea interpretazione, da parte della Ctr, dell’articolo 2135 del codice civile, che recita testualmente “È imprenditore agricolo chi esercita una delle seguenti attività: coltivazione del fondo, selvicoltura, allevamento di animali e attività connesse” avendo i giudici di merito stabilito nella sentenza di secondo grado che l’associazione non abbia venduto prodotti provenienti in prevalenza dal proprio fondo, la Cassazione ha dichiarato essere inammissibile anche questa parte del ricorso evidenziando il fatto che il contribuente avrebbe dovuto fornire elementi sufficienti a provare la prevalenza della provenienza delle merci vendute dal proprio fondo, affinché possa essere considerata la vendita dei beni attività connessa a quella agricola.
Valerio Giuliani

ARCI
Soci
Vi aderiscono 1.115.002 persone, suddivise in 4867 circoli o associazioni locali che si occupano di tematiche varie: cultura (arte, cinema/video, letteratura/poesia, musica, teatro/danza), turismo, diritti, impegno sociale, servizio civile e solidarietà internazionale.
Wikipedia (alias sentito dire)





GeishaBalls ha scritto:
Il bel renato ha scritto:
GeishaBalls ha scritto:
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Le cooperative sono sbagliate, le imprese devono essere solo a fine di lucro e non possono essere i lavoratori a mettersi insieme? Quale nuovo argomento vuoi portare?
Dico che non è che a fare i buonisti si ha ragione per forza...

Le cooperative non sono sbagliate, è sbagliato spesso e volentieri l'uso che se ne fa.
Così come lo è spesso l'uso dei circoli Arci... non sono forse bar e locali identici agli altri? E perché devono pagare meno?
Pagano meno il caffè? Pagano meno l'energia elettrica? Cosa pagano di meno, e quanto di meno? E rispetto a chi? I circoli ARCI pagano meno dei circoli non comunisti?

Di che parli?

Quale è il tuo pensiero, oltre al sentito dire sul sentito dire?
Elementare come un bacio in una favola (N. Fabi)
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Re: [O.T.] Tributo ai leghisti

#5801 Messaggio da zazaza6969 »

Smontando con la fredda realtà dei numeri
La tizia nella giunta del comune di Montebelluna
Ma robe da matti, queste casette qui sono un pochino più collegabili

Ah, noto leghista l'ho aggiunto io,che non ti monti (occhio con le parole :DDD, ti è venuta spontanea, d'istinto eh? Maschione :DDD ) oltremodo la rabbia

Dal 2011 fino al commissariamento dell’11 febbraio 2015, il papà Pierluigi faceva parte del Cda Etruria. Non appena la figlia Maria Elena diventa ministro, il papà diventa vicepresidente della Banca. Non solo: il ministro è azionista e il fratello è dipendente. Conflitti di interesse come se piovessero. La Banca Etruria viene commissariata a febbraio 2015, per un buco di 3 miliardi, sei volte il suo patrimonio netto, ma le obbligazioni subordinate vengono ancora sbolognate agli ignari e incolpevoli risparmiatori (che il governo Renzi vuole far passare per “speculatori”). Bankitalia, constatando le “forti criticità crescenti” e una situazione disastrosa, commina multe per 2.5 milioni di euro al cda della Banca. Viene multato per 144mila euro anche Pierluigi Boschi. Per cosa? “Carenza organizzazione e controlli interni, carenza gestione e controllo del credito, violazioni in materia di trasparenza, omesse inesatte segnalazioni”. Praticamente non ha fatto niente di tutto quello che doveva fare: anzi, ha fatto l’esatto contrario. Senz’altro persona “perbene”, come dice la figlia, ma che verosimilmente ha sbagliato lavoro.

La Banca Etruria, che Travaglio (noto leghista) definì a febbraio “salotto di cattolici e massoni”, era una banca morta molto prima del commissariamento. Eppure si continuava a spendere fino a 15 milioni di euro l’anno in “consulenze” esterne. I dirigenti si erano anche inventati una legge ad hoc per cui bastava una firma per prestare soldi agli amici degli amici: prestiti che, ovviamente, mai sarebbero rientrati. Però, quando due anni fa l’allora presidente Fornasari aumentò il capitale di 100 milioni dicendo ai soci di comprare azioni da 60 centesimi l’una, li rassicurò, sostenendo che la banca era coesa e che “l’Etruria è la banca popolare più forte del centro Italia”. Il livello generale era questo.

C’è poi un altro aspetto. Da fine ottobre 2014 a gennaio 2015, strani movimenti riguardano alcune banche popolari. Su tutte l’Etruria. La banca è in crisi, ma molti di colpo si mettono a comprare azioni convinti che da marzo quelle azioni varranno molto di più. Perché? Non è dato sapere, ma è forse dato supporre. Nel pomeriggio del 20 gennaio 2015, in neanche due ore, il governo Renzi – tramite decreto – trasforma le banche popolari con almeno 8 miliardi di attivo in Spa. Chi ci guadagna di più? Guarda un po’: Banca Etruria, che registra in borsa la migliore performance dell’anno (+62.5%).

La Boschi, durante il Consiglio di ministri che vara rapidamente il decreto, non c’è. E’ assente. Ma questo non basta forse per non parlare di conflitto di interessi. Ah: molte di quelle plusvalenze e speculazioni “indovine”, che faranno poi supporre casi di “insider trading”, arrivavano da Londra. A Londra, del tutto casualmente, sta anche Davide Serra, noto finanziatore renziano col suo fondo Algebris. Serra ha poi dichiarato di non avere mai comprato azioni Banca Etruria, ma di avere acquistato molto prima – a inizio 2014 – azioni del Banco Popolare, salvo poi rivenderle pochi giorni prima del decreto. Perdendoci non pochi soldi (acquistate a 13,76, rivendute a 9,72). Non è tenuto a farlo, ma sarebbe interessante sapere a chi le ha vendute.
Elementare come un bacio in una favola (N. Fabi)
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Re: [O.T.] Tributo ai leghisti

#5802 Messaggio da GeishaBalls »

zazaza6969 ha scritto:Lo abbiamo sentito dire dalla Corte di Cassazione (presente anche al tuo bar, scusa circolo arci)
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Benefici fiscali delle cooperative:
possono essere revocati dal fisco
Le società non devono avere finalità speculative, come prevede la stessa Costituzione, altrimenti non può trovare applicazione il trattamento tributario più favorevole
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Nel caso in cui non vi sia conferimento di beni o l’approvvigionamento presso terzi superi il limite consentito, l’Agenzia delle Entrate può revocare i benefici fiscali alle cooperative in quanto, in tal caso, non viene perseguito lo scopo mutualistico che è alla base dell’attività svolta. È quanto stabilito dalla Corte di cassazione con la sentenza 2849 del 24 febbraio.

La premessa
A seguito del disconoscimento dei benefici fiscali, l’Agenzia delle Entrate aveva notificato a una cooperativa alcuni avvisi di accertamento per il mancato versamento delle imposte dirette e indirette, sulla base delle risultanze di una verifica generale effettuata sia sull’associazione che sui soci, dalla quale era emerso che non erano state rispettate le finalità istituzionali che deve tenere una cooperativa.
In particolare, era stato evidenziato che la maggior parte dei soci della cooperativa non conferiva i beni prodotti, perché l’associazione stessa si riforniva, ben oltre la misura ammessa dalla legge, da terzi e, inoltre, non provvedeva alla ripartizione degli utili d’esercizio.
Dopo la presentazione dei ricorsi, respinti, tuttavia, sia in primo che in secondo grado, i legali della cooperativa ricorrono in Cassazione.
L’Agenzia delle Entrate, dal canto suo, si è difesa presentando il relativo controricorso.

Il fatto
Nel giudizio di merito è stato accertato che la “società” non era una cooperativa agricola (articoli 10 e 14, Dpr 601/1973), bensì di associazione tra produttori agricoli soggetta, dunque, a tassazione ordinaria; di conseguenza doveva essere subordinata al parere preventivo degli organi di vigilanza all’uopo preposti.
La stessa Amministrazione finanziaria aveva contestato il fatto che i soci non avevano conferito alla cooperativa i beni da questi prodotti, anche perché era la stessa associazione a rifornirsi presso terzi, ben oltre il limite massimo stabilito dalla legge.
Per quanto concerne invece la questione delle imposte indirette, l’articolo 34 del Dpr 633/72 trova applicazione anche nell’ambito delle associazioni agricole. I verificatori hanno accertato dalla documentazione extracontabile, rinvenuta nella sede dell’associazione, che la merce veniva acquistata presso terzi (non soci, ovviamente) ma veniva ugualmente contabilizzata e ripartita fittiziamente tra i soci, al solo scopo di non perdere le agevolazioni fiscali riconosciute dall’ordinamento tributario.

La sentenza della Corte
La Cassazione civile, con la sentenza in esame, ha chiarito che l’Amministrazione finanziaria ha il potere di revocare i benefici fiscali alla cooperativa, qualora ravvisi delle violazioni in merito all’approvvigionamento dei prodotti, oltre misura ammessa dalla legge.
Uno dei motivi che hanno portato i legali dell’associazione a ricorrere per Cassazione stava nel fatto che veniva lamentata la violazione, da parte dei giudici di merito, dell’articolo 14 del Dpr 601/1973 che regolamenta le “Condizioni di applicabilità delle agevolazioni”.
Secondo il ricorrente, l’Agenzia delle Entrate non poteva discrezionalmente disconoscere il beneficio fiscale all’associazione agricola, ma avrebbe dovuto adire il preventivo parere del ministero del Lavoro e degli organi di vigilanza, come disciplinato dall’articolo 14, del citato Dpr.

Secondo la giurisprudenza della Corte, "In tema di agevolazioni tributarie in favore delle società cooperative, la conformità degli statuti ai principi legislativi in materia di mutualità comporta una presunzione di spettanza delle agevolazioni o esenzioni tributarie, sicché il procedimento di verifica dei "presupposti di applicabilità" di cui all'art. 14, terzo comma, del d.P.R. 29 settembre 1973, n. 601, che prevede come obbligatorio il preventivo parere degli organi di vigilanza, attiene ai soli casi in cui detta presunzione legale non operi, salva la facoltà dell'amministrazione di disconoscere le agevolazioni, per ogni singolo periodo d'imposta, sulla base di dati concreti, atti a dimostrare che la veste "mutualistica" funge da copertura ad una normale attività imprenditoriale. In tale ottica, il parere preventivo degli organi di vigilanza riguarda ì soli requisiti soggettivi della società cooperativa, mentre l'ordinario potere di accertamento degli uffici finanziari ha ad oggetto la natura e le modalità di svolgimento dell'attività produttiva della cooperativa stessa" (Cassazione 10544/2006).

Allo stesso modo, la sentenza 1328/2005 del Collegio, integra l’argomento ribadendo il principio secondo cui gli statuti delle cooperative devono essere conformi ai principi di mutualità affinché possa essere riconosciuto loro il beneficio delle agevolazioni o delle eventuali esenzioni tributarie.
Ciò non impedisce all’Amministrazione finanziaria di disconoscere i benefici fiscali concessi alla cooperativa in cui non si configuri il carattere della mutualità perché ciò fungerebbe “da copertura ad una normale attività imprenditoriale”, nulla rilevando l’eventuale parere da parte del ministero del Lavoro anche se favorevole alla cooperativa.
In tal caso, gli eventuali ristorni concessi ai soci in assenza della mutualità della cooperativa debbono essere considerati delle mere distribuzioni di utili.

Concludendo la disamina sul controllo preventivo degli organi all’uopo preposti alla vigilanza dei requisiti delle società cooperative, ci viene in aiuto la sentenza 1797/2005, chiarendo che si tratta di controllo di natura meramente soggettiva e non anche sull’attività produttiva, (articoli 10 e 11 del Dpr 601/73), il cui controllo viene affidato all’Amministrazione fiscale.
Per quanto concerne l’ultimo punto della motivazione del ricorso per Cassazione presentato dalla cooperativa, inerente l’erronea interpretazione, da parte della Ctr, dell’articolo 2135 del codice civile, che recita testualmente “È imprenditore agricolo chi esercita una delle seguenti attività: coltivazione del fondo, selvicoltura, allevamento di animali e attività connesse” avendo i giudici di merito stabilito nella sentenza di secondo grado che l’associazione non abbia venduto prodotti provenienti in prevalenza dal proprio fondo, la Cassazione ha dichiarato essere inammissibile anche questa parte del ricorso evidenziando il fatto che il contribuente avrebbe dovuto fornire elementi sufficienti a provare la prevalenza della provenienza delle merci vendute dal proprio fondo, affinché possa essere considerata la vendita dei beni attività connessa a quella agricola.
Valerio Giuliani

ARCI
Soci
Vi aderiscono 1.115.002 persone, suddivise in 4867 circoli o associazioni locali che si occupano di tematiche varie: cultura (arte, cinema/video, letteratura/poesia, musica, teatro/danza), turismo, diritti, impegno sociale, servizio civile e solidarietà internazionale.
Wikipedia (alias sentito dire)





GeishaBalls ha scritto:
Il bel renato ha scritto:
GeishaBalls ha scritto:
Di anticomunisti con il complesso di inferiorità ne abbiamo già visti. Tu cosa vuoi dire?

Le cooperative sono sbagliate, le imprese devono essere solo a fine di lucro e non possono essere i lavoratori a mettersi insieme? Quale nuovo argomento vuoi portare?
Dico che non è che a fare i buonisti si ha ragione per forza...

Le cooperative non sono sbagliate, è sbagliato spesso e volentieri l'uso che se ne fa.
Così come lo è spesso l'uso dei circoli Arci... non sono forse bar e locali identici agli altri? E perché devono pagare meno?
Pagano meno il caffè? Pagano meno l'energia elettrica? Cosa pagano di meno, e quanto di meno? E rispetto a chi? I circoli ARCI pagano meno dei circoli non comunisti?

Di che parli?

Quale è il tuo pensiero, oltre al sentito dire sul sentito dire?
Fai il bravo Zaza, che hai dimostrato che si prendono benefici da cooperative anche imprese che dovrebbero essere classificate come imprese a fini di lucro. E sti cazzi, esiste chi froda il fisco, pensa te.

Poi hai detto che i circoli ARCI sono a fine di lucro? Pensi che Briatore prendere in gestione anche quelli dopo il Billionaire? Ed il circolo Don Bosco o della bocciofila, con i pensionati a fare i baristi volontari ed il caffè a 50 centesimi vanno stroncati anche quelli?

L'odio verso i comunisti mangia bambini fa esagerare, temo

Pensa te, c'è gente che pensa che i circoli di aggregazione siano da combattere

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Il bel renato
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Re: [O.T.] Tributo ai leghisti

#5803 Messaggio da Il bel renato »

Cit. PAOLO BELTRAMIN
Musica techno, birra, cocktail e superalcolici. Rigorosamente senza scontrino. Sembrano dei locali pubblici, ma sono delle associazioni «non profit» ufficialmente dedite all’impegno sociale. I 34mila «circoli culturali e ricreativi» italiani, a partire dalle 5mila sedi Arci, accanto alle agevolazioni fiscali hanno una lunga lista di altri «vantaggi competitivi» rispetto a bar, ristoranti e discoteche. Lo rivela l’ufficio studi della Fipe, la Federazione italiana pubblici esercizi. Vantaggi che costano un miliardo di euro all’anno alle finanze pubbliche, ma riguardano direttamente pure la sicurezza dei soci-consumatori. Sembrano dei locali pubblici, ma quelle stanze occupate da angolo bar e tavolini non hanno bisogno della «destinazione ad uso commerciale», basta che siano catalogate come semplici uffici. La differenza sembra solo formale, per chi non ha mai cercato di comprare o affittare un locale per aprire un bar o un negozio. Già, perché il prezzo di un locale a uso commerciale lievita fino a tre volte tanto quello di un appartamento a uso privato. Poi c’è il risparmio sulla tassazione, 24 euro ogni cento di imposte, più 12 sul costo del lavoro (grazie alla manodopera «volontaria») rispetto a quanto deve pagare allo Stato il gestore di un pubblico esercizio. L’obiezione è scontata: a chi fa la tessera Arci per bere una birra in compagnia e fare quattro salti non cambia nulla. E invece cambia. «Proprio perché il circolo è considerato un locale privato, le norme di sicurezza sono molto meno vincolanti – rivela Marcello Fiore, responsabile del settore legislativo della Fipe –. Una discoteca “ufficiale”, prima ancora dell’inaugurazione, deve ottenere dai vigili del fuoco il certificato di protezione antincendio e l’autorizzazione della commissione comunale di controllo sicurezzza. I circoli-discoteche di tutti questi controlli preventivi possono fare a meno». Le solite scartoffie burocratiche? Mica tanto. Mettere a norma un vecchio locale di mille metri quadrati costa anche due milioni di euro. «E nessun gestore si è mai lamentato della spesa», giura Fiore. Forse qualcuno sì, ma non fa molta differenza. La sostanza è che se un gestore non rispetta le norme di sicurezza, rischia di perdere la licenza. E i controlli a campione dei locali già avviati? Su questo fronte tra circoli «culturali» e pubblici esercizi non c’è differenza. Almeno sulla carta. Vigili urbani e ispettori dei Nas possono «capitare» in ogni locale dove si vendono cibo e bevande, indipendentemente se per ragioni di business o meramente culturali. «Ma nei circoli gli alimenti non sono quasi mai cucinati sul posto, al massimo c’è un frigorifero – accusa la Fipe –. Come si fa a controllare la cucina privata dove è stato preparato il mangiare? Servirebbe un mandato. Nel dubbio, i Nas lasciano perdere». Del resto, i circoli sono solo associazioni non profit, mica aziende. Fiore però ha ancora un dubbio: «Perché allora sui giornali di annunci gratuiti poi trovi il messaggio: AAA Cedesi gestione circolo ben avviato?».


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Drogato_ di_porno
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Re: [O.T.] Tributo ai leghisti

#5804 Messaggio da Drogato_ di_porno »

GeishaBalls ha scritto:Quel che succede in Toscana è il partito che ruba, quel che succede in Veneto sono i singoli che sbagliano.

Ed in questo modo si può continuare ad avere fede
certo, i leghisti spadroneggiano da anni col 60% in veneto e nessuno si era accorto di nulla, gli è passato tutto sotto il naso :lol: alla faccia della retorica sulle "piccole banche vicino al territorio, vicine all'esigenza dei cittadini"

la consob e la banca d'Italia devono vigilare solo in Veneto, in Toscana non hanno giurisdizione :-D

la moglie di Flavio Trinca (PRESIDENTE DI BANCA VENETO) era solo la moglie, mentre la Boschi non era solo figlia o sorella.

i leghisti vogliono la secessione ma le garanzie dello STATO ITALIANO per salvare le loro merdose banche FALLITE non li rifiutano. Non rifiutano neppure quelli della Cassa Depositi e prestiti di cui è azionista Monte dei Paschi :DDD
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“Per nostra fortuna la natura ed un vasto oceano ci separano dalle devastazioni sterminatrici di un quarto del globo” (Thomas Jefferson)

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Rand Al'Thor
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Re: [O.T.] Tributo ai leghisti

#5805 Messaggio da Rand Al'Thor »

Come si dice in veneto "uè guagliò ccà nisciuno è fesso"?
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