[O.T.] Crisi economica
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Re: [O.T.] Crisi economica
un settore che non conosce crisi alimentato dalla crisi
https://www.avvisopubblico.it/home/home ... in-italia/
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"Gli italiani corrono sempre in aiuto del vincitore." Ennio Flaiano
“Cercava la rivoluzione e trovò l'agiatezza.” Leo Longanesi
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Re: [O.T.] Crisi economica
Ma poi chi lo dice che i cinesi siano scatarrosi.... Papero hai delle prove?
Il sentimento più sincero rimane sempre l'erezione
Re: [O.T.] Crisi economica
Basta mettere i cartelli, come sui tram.
Ille ego, Blif, ductus Minervæ sorte sacerdos (ბლუფ)
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Re: [O.T.] Crisi economica
Nik ti è mai capitato?
Non raggiungono gli obiettivi, dipendenti costrette a strisciare in strada
Un gruppo di dipendenti di un’azienda di cosmetici cinese sono state costrette a gattonare per la strada perché colpevoli di non aver centrato gli obiettivi annuali fissati dalla compagnia. È successo lunedì scorso nella città di Tengzhou, nello Shandong. Il gruppo, di sole donne, costrette a camminare sulle ginocchia in mezzo al traffico della città, era guidato da un supervisore maschio che camminava davanti a loro tenendo in mano una grande bandiera con il nome della ditta. La scena ha scioccato i cittadini che hanno avvertito la polizia. Gli agenti intervenuti hanno imposto all’uomo di porre fine alla punizione e hanno emesso un verbale di richiamo. Il video, finito social cinesi ha scatenato una valanga di polemiche.
"Kindly separated by nature and a wide ocean from the exterminating havoc of one quarter of the globe" (Thomas Jefferson)
“Per nostra fortuna la natura ed un vasto oceano ci separano dalle devastazioni sterminatrici di un quarto del globo” (Thomas Jefferson)
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Re: [O.T.] Crisi economica
ho commentato gia' altrove
classica notiza decontestualizzata , in un paese che fa 1.5 miliardi di abitanti.
Sono classiche aziende inutili che spesso offrono servizi (call center, uffici immobiliari, vendite come immagino in questo caso etc).
Gestiti da gente incapace che assume gente che non trova lavoro altrove. Il tutto spesso in citta' di seconda o terza fascia.
Ovviamente mai neanche lontanamente immaginate cose del genere, anzi in cina ho visto un noevole fancazzismo e paraculismo e di base una IMPOSSIBILITA" di licenziare, forse peggio che in Italia.
Aggiunta a ritmi di lavoro molto rilassati e poca tensione. (avendo lavorato 3 anni coi veneti posso dire che la differenza e' IMBARAZZANTE)
E se il dipendente non prende il bonus annuale, semplicemente se ne va..
Quante cazzatho letto in 11 anni comunque. mamma mia...
classica notiza decontestualizzata , in un paese che fa 1.5 miliardi di abitanti.
Sono classiche aziende inutili che spesso offrono servizi (call center, uffici immobiliari, vendite come immagino in questo caso etc).
Gestiti da gente incapace che assume gente che non trova lavoro altrove. Il tutto spesso in citta' di seconda o terza fascia.
Ovviamente mai neanche lontanamente immaginate cose del genere, anzi in cina ho visto un noevole fancazzismo e paraculismo e di base una IMPOSSIBILITA" di licenziare, forse peggio che in Italia.
Aggiunta a ritmi di lavoro molto rilassati e poca tensione. (avendo lavorato 3 anni coi veneti posso dire che la differenza e' IMBARAZZANTE)
E se il dipendente non prende il bonus annuale, semplicemente se ne va..
Quante cazzatho letto in 11 anni comunque. mamma mia...
E' la vecchia guardia e i suoi interventi sul darkside sono imprescindibili, affronta il lato oscuro del sesso estremo con l'approccio dostojeschiano dell'uomo che soffre, mitizza e somatizza.UN DEMONE
Now I lay me down to sleep,Pray the lord my soul to keep.And if I die before I wake pray the lord my soul to take.
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Re: [O.T.] Crisi economica
nick scusami eh ma come mai parli di ritmi di lavoro rilassati, quando le aziende cinesi ci stanno facendo il culo a strisce in moltissimi campi?
sono meglio organizzate?
non capisco come mai raggiungano questo tipo di risultati.
sono meglio organizzate?
non capisco come mai raggiungano questo tipo di risultati.
Ti ho detto la mia opinione, che onestamente vale quanto la tua se non di più, ma non ti voglio convincere, fai come cazzo vuoi. (cit.)
Re: [O.T.] Crisi economica
C'è una regola che ho sperimentato
per rendere come un italiano servono 4 Cinesi. 5 se è un veneto.
Le aziende cinesi sono con un numero di dipendenti molto più grosso del nostro a parità di resa
sono poco flessibili e terribilmente burocratiche. Infatti nei settori dove è richiesta flessibilità noi siamo ancora molto più bravi.
per rendere come un italiano servono 4 Cinesi. 5 se è un veneto.
Le aziende cinesi sono con un numero di dipendenti molto più grosso del nostro a parità di resa
sono poco flessibili e terribilmente burocratiche. Infatti nei settori dove è richiesta flessibilità noi siamo ancora molto più bravi.
E' la vecchia guardia e i suoi interventi sul darkside sono imprescindibili, affronta il lato oscuro del sesso estremo con l'approccio dostojeschiano dell'uomo che soffre, mitizza e somatizza.UN DEMONE
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Re: [O.T.] Crisi economica
sono più bravi nella pianificazione a lungo termine?
mi interessa molto questo argomento, se potessi approfondire ( compatibilmente al tempo che hai ).
mi interessa molto questo argomento, se potessi approfondire ( compatibilmente al tempo che hai ).
Ti ho detto la mia opinione, che onestamente vale quanto la tua se non di più, ma non ti voglio convincere, fai come cazzo vuoi. (cit.)
Re: [O.T.] Crisi economica
Gli italiani sono anche molto bravi a ostacolarsi a vicenda.
L'ultima novità dalle mie parti è che, per comprare qualsiasi cosa,
bisogna aspettare un'ordinazione periodica che aggreghi un numero minimo di pezzi.
Praticamente, bisogna comprare sempre due di tutto, così in caso di guasto hai il ricambio pronto.
L'ultima novità dalle mie parti è che, per comprare qualsiasi cosa,
bisogna aspettare un'ordinazione periodica che aggreghi un numero minimo di pezzi.
Praticamente, bisogna comprare sempre due di tutto, così in caso di guasto hai il ricambio pronto.
Ille ego, Blif, ductus Minervæ sorte sacerdos (ბლუფ)
Re: [O.T.] Crisi economica
Molto. MA Hanno avuto terreno fertile. IL difficile inizia ora.TeNz ha scritto:sono più bravi nella pianificazione a lungo termine?
mi interessa molto questo argomento, se potessi approfondire ( compatibilmente al tempo che hai ).
MA come tutti gli asiatici sono zero per arte di arrangiarsi e crisis management
E' la vecchia guardia e i suoi interventi sul darkside sono imprescindibili, affronta il lato oscuro del sesso estremo con l'approccio dostojeschiano dell'uomo che soffre, mitizza e somatizza.UN DEMONE
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Re: [O.T.] Crisi economica
Nonostante i proclami del governo i consumi in calo e PIL rivisto al ribasso per la seconda volta i pochi mesi. Dopo il dato del crollo del 22% degli investimenti immobiliari in Italia che avevo riportato ieri possiamo cominciare a dubitare del boom economico
http://www.repubblica.it/economia/2019/ ... 216873834/
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Re: [O.T.] Crisi economica
Se quel pazzo di Martin Armstrong ha ragione, il 2022 sarà l'anno del Big Crash finanziario dal quale non si salverà nessuno.
Andiamo tutti in Portogallo...o dar via il c...
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Re: [O.T.] Crisi economica
Per darlo via ci va qualcuno che lo voglia
E mi sa che devi sperare che nessuno lo voglia, perché in tempi di carestia le baldracche sono bottino
E mi sa che devi sperare che nessuno lo voglia, perché in tempi di carestia le baldracche sono bottino
Amicus Plato,
sed magis amica veritas.
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Re: [O.T.] Crisi economica
https://www.linkiesta.it/it/article/201 ... ni-/40949/
Sorpresa sorprendente: l’attività economica in Italia è diminuita anche nell’ultimo trimestre del 2018 ed il paese è quindi in “recessione tecnica” come tanti – con il tono dell’esperto che riprese e recessioni se le pappa a colazione, pranzo e cena – amano dire in questi giorni. Dire che l’annuncio dell’Istat non sorprende è inutile non solo perché la –grande o piccola, questo è tutto da decidersi – recessione l’avevamo vaticinata da tempo ma soprattutto perché rimango tutt’ora della medesima opinione che espressi a questo giornale circa 20 mesi fa: la ripresa o espansione, in Italia, non c’era neanche quando tutti la celebravano. Infatti, in senso – questa volta sì – veramente tecnico una “espansione” dell’economia italiana si vide, l’ultima volta, durante gli anni ’80 e fu il canto d’un cigno ammalato che si drogava con la spesa pubblica a debito. Finita la quale droga – sia per eccesso d’indebitamento che per spreco clientelare della medesima – il cigno ha saputo al meglio rantolare, emettendo deboli striduli quando trascinato dall’espansione, quella sì, dei sistemi economici a cui siamo fortunatamente ancorati grazie alla cattiva Unione Europea ed al malefico Euro.
Questo è successo anche nel periodo 2016-18 quando un’altrui ripresa vera (che durava da tempo nel resto dell’area euro e d’ancor più nel resto del mondo) permise a ciò che rimane di dinamico dell’industria italiana, di recuperare un po’ del terreno perduto negli orribili anni precedenti. Ed ora che quelle riprese rallentano – forse volgono alla fine o forse no: negli USA la crescita dura ininterrotta da quasi 10 anni – l’Italia va in recessione “tecnica”. Ma che questa s’approfondisca ulteriormente nel primo trimestre del 2019 o s’appiattisca nella non-crescita, che tutti ora prevedono per quest’anno, è davvero irrilevante. Come giustamente sintetizzava ieri sera un amico, la cosa importante da capire è che l’Italia, da 30 anni a questa parte, quando va bene è in “espansione tecnica” nel mezzo di una perdurante recessione strutturale. Ragione per cui uno 0,2% in più o in meno fa pochissima differenza e serve solo come arma di distrazione di massa per evitare di fare attenzione alla recessione strutturale in corso, ripetiamolo, da tre decenni almeno. Della quale tutti – governo, opposizione, parti sociali ed editorialisti ufficiali – amano scordarsi in omaggio al patriottismo ipocrita secondo cui bisogna essere ottimisti negando la realtà dei fatti. Drogandosi, insomma.
Quest’ultima osservazione serve anche a dire, con totale franchezza, che i ditini accusatori puntati sull’attuale governo da chi ha governato il paese sino ad un anno fa sono anch’essi il triste prodotto di una dannosa ipocrisia. Per la semplicissima ragione che – se fosse vero, ma non è vero – esiste una relazione causa-effetto immediata fra le politiche economiche di un governo e l’andamento complessivo dell’economia nei mesi seguenti, allora i responsabili della recessione che l’Istat ha appena confermato sarebbero i governi a guida PD, visto che la medesima dura almeno dal Luglio 2018 e s’era già annunciata nel trimestre precedente! Questo governo – quasi certamente – dovremmo considerarlo responsabile del peggioramento della recessione durante l’anno in corso e, soprattutto, delle miserabili condizioni in cui la finanza pubblica italiana si troverà fra dieci mesi, quando arriverà l’ora d’un nuovo DEF. Ma non di quanto sta avvenendo, ripeto, dal marzo del 2018 che le idiozie di Salvini e compagni hanno al più, peggiorato facendo rialzare lo spread e, di conseguenza, i costi di finanziamento delle imprese e delle famiglie.
Inutile quindi strapparsi le vesti sui dati contingenti e sul prevedibile andamento di questo o quel comparto nei primi due semestri dell’anno in corso – dopo di giugno, come ha vaticinato ieri il Presidente del Consiglio, l’economia italiana farà faville, trainata da prepensionamenti e sussidi di cittadinanza . Utilizziamo anche questa occasione, invece, per ripetere sino alla nausea l’oramai trentennale predica inutile: non ritorneremo mai più a crescere e continueremo complessivamente a declinare se non troviamo il coraggio politico collettivo di metter mano ai difetti strutturali che, dalla fine degli anni ’70, han reso l’economia italiana incapace di partecipare al processo di globalizzazione in atto nel mondo e di avvantaggiarsi e contribuire al cambio tecnologico che lo alimenta. L’economia italiana non ha più una vitalità interna, un motore proprio che ne alimenti la crescita – indipendentemente dalla domanda altrui per i nostri prodotti che ancora, ma non per molti anni a venire, sono competitivi sul mercato mondiale – perché l’economia italiana impedisce che quel motore funzioni e quella vitalità possa formarsi.
Tagliare la spesa pubblica e quella pensionistica in particolare per poter ridurre drasticamente il carico fiscale sulle imprese ed i lavoratori, riformare la scuola da capo a piedi per creare forza lavoro produttiva e non chiacchieroni alla ricerca del posto di lavoro garantito a due passi da casa, togliere lo stato ed il suo soffocante controllo burocratico dalla vita economica delle persone e delle aziende. Soprattutto, creare concorrenza, concorrenza e poi ancora concorrenza ad ogni livello perché emerga il merito ed arrivino alla guida del Paese – sia nell’economia che nella politica – i capaci ed i meritevoli invece dei mediocri e dei furbi.
Non c’è assolutamente altra via d’uscita dalla recessione strutturale punteggiata da espansioni tecniche che quella appena riassunta: per massimalista che essa possa apparire a troppe anime pie questo è oggi l’unico realismo possibile. Chiunque s’illuda di “sfangarla” una volta ancora quando verrà primavera è solo un illuso destinato a ripetere gli errori degli ultimi trent’anni ed a sorprendersi delle recessioni prossime venture. Tecniche, ovviamente.
tutto quello che c'è da sapere è scritto qui sopra nero su bianco.
sondaggio utenti superzeta: quanti di voi i) lavora nel settore privato ii) dipendente pubblico iii) studia iv) è in pensione v) è disoccupato nel senso di "inattivi" (non ha bisogno).
sarei curioso
Sorpresa sorprendente: l’attività economica in Italia è diminuita anche nell’ultimo trimestre del 2018 ed il paese è quindi in “recessione tecnica” come tanti – con il tono dell’esperto che riprese e recessioni se le pappa a colazione, pranzo e cena – amano dire in questi giorni. Dire che l’annuncio dell’Istat non sorprende è inutile non solo perché la –grande o piccola, questo è tutto da decidersi – recessione l’avevamo vaticinata da tempo ma soprattutto perché rimango tutt’ora della medesima opinione che espressi a questo giornale circa 20 mesi fa: la ripresa o espansione, in Italia, non c’era neanche quando tutti la celebravano. Infatti, in senso – questa volta sì – veramente tecnico una “espansione” dell’economia italiana si vide, l’ultima volta, durante gli anni ’80 e fu il canto d’un cigno ammalato che si drogava con la spesa pubblica a debito. Finita la quale droga – sia per eccesso d’indebitamento che per spreco clientelare della medesima – il cigno ha saputo al meglio rantolare, emettendo deboli striduli quando trascinato dall’espansione, quella sì, dei sistemi economici a cui siamo fortunatamente ancorati grazie alla cattiva Unione Europea ed al malefico Euro.
Questo è successo anche nel periodo 2016-18 quando un’altrui ripresa vera (che durava da tempo nel resto dell’area euro e d’ancor più nel resto del mondo) permise a ciò che rimane di dinamico dell’industria italiana, di recuperare un po’ del terreno perduto negli orribili anni precedenti. Ed ora che quelle riprese rallentano – forse volgono alla fine o forse no: negli USA la crescita dura ininterrotta da quasi 10 anni – l’Italia va in recessione “tecnica”. Ma che questa s’approfondisca ulteriormente nel primo trimestre del 2019 o s’appiattisca nella non-crescita, che tutti ora prevedono per quest’anno, è davvero irrilevante. Come giustamente sintetizzava ieri sera un amico, la cosa importante da capire è che l’Italia, da 30 anni a questa parte, quando va bene è in “espansione tecnica” nel mezzo di una perdurante recessione strutturale. Ragione per cui uno 0,2% in più o in meno fa pochissima differenza e serve solo come arma di distrazione di massa per evitare di fare attenzione alla recessione strutturale in corso, ripetiamolo, da tre decenni almeno. Della quale tutti – governo, opposizione, parti sociali ed editorialisti ufficiali – amano scordarsi in omaggio al patriottismo ipocrita secondo cui bisogna essere ottimisti negando la realtà dei fatti. Drogandosi, insomma.
Quest’ultima osservazione serve anche a dire, con totale franchezza, che i ditini accusatori puntati sull’attuale governo da chi ha governato il paese sino ad un anno fa sono anch’essi il triste prodotto di una dannosa ipocrisia. Per la semplicissima ragione che – se fosse vero, ma non è vero – esiste una relazione causa-effetto immediata fra le politiche economiche di un governo e l’andamento complessivo dell’economia nei mesi seguenti, allora i responsabili della recessione che l’Istat ha appena confermato sarebbero i governi a guida PD, visto che la medesima dura almeno dal Luglio 2018 e s’era già annunciata nel trimestre precedente! Questo governo – quasi certamente – dovremmo considerarlo responsabile del peggioramento della recessione durante l’anno in corso e, soprattutto, delle miserabili condizioni in cui la finanza pubblica italiana si troverà fra dieci mesi, quando arriverà l’ora d’un nuovo DEF. Ma non di quanto sta avvenendo, ripeto, dal marzo del 2018 che le idiozie di Salvini e compagni hanno al più, peggiorato facendo rialzare lo spread e, di conseguenza, i costi di finanziamento delle imprese e delle famiglie.
Inutile quindi strapparsi le vesti sui dati contingenti e sul prevedibile andamento di questo o quel comparto nei primi due semestri dell’anno in corso – dopo di giugno, come ha vaticinato ieri il Presidente del Consiglio, l’economia italiana farà faville, trainata da prepensionamenti e sussidi di cittadinanza . Utilizziamo anche questa occasione, invece, per ripetere sino alla nausea l’oramai trentennale predica inutile: non ritorneremo mai più a crescere e continueremo complessivamente a declinare se non troviamo il coraggio politico collettivo di metter mano ai difetti strutturali che, dalla fine degli anni ’70, han reso l’economia italiana incapace di partecipare al processo di globalizzazione in atto nel mondo e di avvantaggiarsi e contribuire al cambio tecnologico che lo alimenta. L’economia italiana non ha più una vitalità interna, un motore proprio che ne alimenti la crescita – indipendentemente dalla domanda altrui per i nostri prodotti che ancora, ma non per molti anni a venire, sono competitivi sul mercato mondiale – perché l’economia italiana impedisce che quel motore funzioni e quella vitalità possa formarsi.
Tagliare la spesa pubblica e quella pensionistica in particolare per poter ridurre drasticamente il carico fiscale sulle imprese ed i lavoratori, riformare la scuola da capo a piedi per creare forza lavoro produttiva e non chiacchieroni alla ricerca del posto di lavoro garantito a due passi da casa, togliere lo stato ed il suo soffocante controllo burocratico dalla vita economica delle persone e delle aziende. Soprattutto, creare concorrenza, concorrenza e poi ancora concorrenza ad ogni livello perché emerga il merito ed arrivino alla guida del Paese – sia nell’economia che nella politica – i capaci ed i meritevoli invece dei mediocri e dei furbi.
Non c’è assolutamente altra via d’uscita dalla recessione strutturale punteggiata da espansioni tecniche che quella appena riassunta: per massimalista che essa possa apparire a troppe anime pie questo è oggi l’unico realismo possibile. Chiunque s’illuda di “sfangarla” una volta ancora quando verrà primavera è solo un illuso destinato a ripetere gli errori degli ultimi trent’anni ed a sorprendersi delle recessioni prossime venture. Tecniche, ovviamente.
tutto quello che c'è da sapere è scritto qui sopra nero su bianco.
sondaggio utenti superzeta: quanti di voi i) lavora nel settore privato ii) dipendente pubblico iii) studia iv) è in pensione v) è disoccupato nel senso di "inattivi" (non ha bisogno).
sarei curioso
La verginità è un ottima cosa perché capisci meglio cosa è vero e cosa invece è falso.
Re: [O.T.] Crisi economica
i)
TeNz lavora nel settore privato come impiegato tecnico.
TeNz lavora nel settore privato come impiegato tecnico.
Ti ho detto la mia opinione, che onestamente vale quanto la tua se non di più, ma non ti voglio convincere, fai come cazzo vuoi. (cit.)