[O.T.] Crisi economica

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gi.kappa.
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Re: [O.T.] Crisi economica

#11686 Messaggio da gi.kappa. »

Monteur, tu che sei del campo, a quanto stanno andando le vk 220? L'altro giorno ci stavo facendo un pensierino però sono un po' intimorito dalla possibile quotazione..
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monteur
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Re: [O.T.] Crisi economica

#11687 Messaggio da monteur »

gi.kappa. ha scritto:Monteur, tu che sei del campo, a quanto stanno andando le vk 220? L'altro giorno ci stavo facendo un pensierino però sono un po' intimorito dalla possibile quotazione..
ti riferisci con ironia alla folletto? :DDD

ecco io folletto non lo avrei mai seguito ad esempio. mi pare che sia network , ma viene fatto porta a porta e su prodotti che durano una vita. quale cazzo di flusso di soldi puoi mai produrre cosi ? devi continuamente andare a vendere per guadagnare.
insomma quel tipo di network nn lo farei mai e poi mai.
nn lo ritengo neanche network .

tu piuttosto, stai vivendo di rendita? qualunque essa sia?

se no, dovresti muovere il culo prima di aver bisogno

se si , nn capisco questa ironia, una persona di successo non dovrebbe stare a cagare il cazzo sui metodi che usa un altro per fare rendite. dovresti piuttosto continuare a costruire le tue rendite. mai visto persone di successo vere che cagano il cazzo come certi qui dentro. anche perchè se uno veramente ha successo nn dovrebbe sentire bisogno di cagare il cazzo ad altri.

in ogni caso hai qualcosa da sistemare come vedi :DDD

e io certo le cose non le mando a dire.
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Re: [O.T.] Crisi economica

#11688 Messaggio da markome »

monteur ha scritto:
gi.kappa. ha scritto:
mai visto persone di successo vere che cagano il cazzo come certi qui dentro. anche perchè se uno veramente ha successo nn dovrebbe sentire bisogno di cagare il cazzo ad altri.
Infatti penso sempre che mi ritengo tutto sommato una persona di successo, ma una persona di successo non sta a perdere tempo in questi forum....che ne pensate? :roll:

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Re: [O.T.] Crisi economica

#11689 Messaggio da monteur »

markome ha scritto:
monteur ha scritto:
gi.kappa. ha scritto:
mai visto persone di successo vere che cagano il cazzo come certi qui dentro. anche perchè se uno veramente ha successo nn dovrebbe sentire bisogno di cagare il cazzo ad altri.
Infatti penso sempre che mi ritengo tutto sommato una persona di successo, ma una persona di successo non sta a perdere tempo in questi forum....che ne pensate? :roll:

hai fatto più post di me, io sono veterano e tu storico.

e infatti io ho almeno la umiltà di non ritenermi ancora persona di successo. ci sto lavorando

se devi cercare di smerdare, studia meglio :DDD
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Re: [O.T.] Crisi economica

#11690 Messaggio da gi.kappa. »

monteur ha scritto:
tu piuttosto, stai vivendo di rendita? qualunque essa sia?
È dal 1991 che vivo di rendita
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Re: [O.T.] Crisi economica

#11691 Messaggio da monteur »

gi.kappa. ha scritto:
monteur ha scritto:
tu piuttosto, stai vivendo di rendita? qualunque essa sia?
È dal 1991 che vivo di rendita

e allora che cazzo rompi le palle?

dovresti avere di meglio da fare che criticare gli altri coi tuoi miliardi. vai a troie come farei io se fossi pieno di soldi. nn star qui a criticare e giudicare e fare ironie del cazzo.
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Re: [O.T.] Crisi economica

#11692 Messaggio da gi.kappa. »

Ma adesso non si può nemmeno sfottere un po'? :D
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Re: [O.T.] Crisi economica

#11693 Messaggio da monteur »

io da miliardario nn perderei un solo secondo a discutere con gente che ritengo inferiore a me su tutto , tantomeno a fare frecciatine. mi riterrei un vero fallito. questo te lo dico chiaro e tondo. avessi anche tempo da buttare, nn lo butterei certo cosi, questa SAREBBE L' ULTIMA DELLE COSE IN CUI LO BUTTEREI IL MIO TEMPO SE FOSSI UN MILIARDARIO, STARE A PRENDERE PER IL CULO ALTRI INFERIORI A ME SU UN FORUM PORNO. è chiaro cosi?

un comportamento del cazzo cosi lo accetto da gente fallita senza un soldo, che da bravi falliti perdono il loro poco tempo miserabile a cercare di denigrare gli altri. cosa vuoi aspettarti da gente simile? sono dei falliti e darebbero conferma del loro vivere senza uno scopo.

ma vederlo fare da uno pieno di soldi che dice di vivere di rendita, mi cascano i coglioni.

si è sentito un botto pochi minuti fa in zona varese. sono i miei coglioni che son cascati a terra. :DDD
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Re: [O.T.] Crisi economica

#11694 Messaggio da gi.kappa. »

Ma davvero fai? Guarda che scherzavo, era giusto per cazzeggiare. :D
Che avrò mai detto di così offensivo? :o
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markome
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Re: [O.T.] Crisi economica

#11695 Messaggio da markome »

monteur ha scritto:
markome ha scritto:
monteur ha scritto:
gi.kappa. ha scritto:
mai visto persone di successo vere che cagano il cazzo come certi qui dentro. anche perchè se uno veramente ha successo nn dovrebbe sentire bisogno di cagare il cazzo ad altri.
Infatti penso sempre che mi ritengo tutto sommato una persona di successo, ma una persona di successo non sta a perdere tempo in questi forum....che ne pensate? :roll:

hai fatto più post di me, io sono veterano e tu storico.

e infatti io ho almeno la umiltà di non ritenermi ancora persona di successo. ci sto lavorando

se devi cercare di smerdare, studia meglio :DDD
Ma forse non hai ancora capito il lato ironico di tutto questo? :imslow:

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Re: [O.T.] Crisi economica

#11696 Messaggio da dostum »

La purga?

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Dal Sole 24ore

Crisi finanziaria, i 70 banchieri uccisi dagli scandali

di Alessandro Plateroti




Il 13 marzo del 2014, nel pieno della crisi bancaria, i media americani diedero grande risalto al suicidio di Edmund Reilly, 47 anni, banchiere di punta del Vertical Group, super hedge fund speculativo di Wall Street: si era gettato sotto un treno senza spiegazioni. Ma la vera notizia era un’altra: quello di Reilly era l’undicesimo suicidio di un banchiere di Wall Street in 3 mesi. Tre indizi fanno prova. Settanta cosa fanno? Senza contare il «giallo» di David Rossi e lo strano suicidio, pochi mesi dopo, del banchiere londinese che aveva «firmato» Santorini, il derivato su cui saltò Mps.


Ma nessuno poteva ancora immaginare che cosa sarebbe accaduto nei tre anni seguenti: la lista delle morti misteriose dei banchieri coinvolti o travolti dagli scandali diventarono quasi un centinaio. E forse anche per questo, una spessa cortina di silenzio ha circondato il fenomeno più controverso ma meno discusso dei 10 anni della grande crisi.

Una lunga scia di sangue e di misteri sembra essere rimasta finora sepolta sotto le macerie della crisi finanziaria: è un elenco con i nomi di oltre 70 banchieri eccellenti - tutti al servizio delle grandi cattedrali della finanza internazionale - scomparsi senza motivo apparente, alcuni vittime di suicidi “anomali”, altri di omicidi senza movente e di incidenti inverosimili o inspiegabili. Al confronto con quanto avvenuto negli ultimi 10 anni, i grandi gialli finanziari italiani come il crack del Banco Ambrosiano, l’omicidio di Sindona e il suicidio di Roberto Calvi, diventano storie da giallo tascabile.

Nel lato oscuro degli scandali non c’è solo il suicidio di David Rossi, l’ex braccio destro di Giuseppe Mussari nel tracollo del Monte dei Paschi di Siena, ma anche quello ancor più misterioso (e sconosciuto) di William Broeksmit , il banchiere londinese responsabile del famigerato derivato Santorini su cui affondò la banca senese: Broeksmit fu trovato impiccato il 26 gennaio 2014, pochi mesi dopo la morte di Rossi e alla vigilia di una convocazione degli inquirenti sullo scandalo del Libor e dei titoli derivati. Con lui, sparirono misteriosamente i documenti riservati che il banchiere custodiva in casa e che avrebbe dovuto consegnare agli inquirenti. Dove siano finiti e che cosa sia accaduto davvero intorno a quel derivato-truffa, resta ancora un mistero.

L’altra faccia della crisi è dunque una sorta di albo nero degli scandali finanziari, con le storie di decine e decine di banchieri, trader e analisti le cui morti misteriose sono rimaste come tali: eppure, erano 70 dirigenti di grado superiore al servizio delle più importanti istituzioni finanziarie del mondo, da JP Morgan a Bank of America, da Abn Amro a Merrill Lynch, da Deutsche Bank a Goldman Sachs. Le stesse banche che tra il 2008 e il 2017 sono state sotto inchiesta (e molte lo sono ancora) non solo per lo scandalo dei mutui subprime, ma per un elenco di reati che va dalla manipolazione dei tassi interbancari ai cambi valutari, dalla truffa sul fixing dell’oro a quella sui derivati. Dieci anni di scandali che non solo sono costati alle banche (e ai loro azionisti) sanzioni per oltre 320 miliardi di dollari, ma che hanno soprattutto messo a nudo tutte le distorsioni e gli abusi favoriti dalla cultura del profitto e della speculazione selvaggia che ha portato l’economia mondiale sull’orlo del baratro.

L’archivio Bankers Death

Nella migliore delle ipotesi, questo lato oscuro della crisi è rimasto schiacciato prima dal frastuono dei fallimenti bancari e delle inchieste poi dall’euforia speculativa creata dal denaro gratis e dai tassi a zero. Per riportarlo alla luce - e soprattutto per non dimenticare che i danni di una crisi non si misurano solo col denaro - il Sole24Ore ha passato al setaccio 10 anni di articoli di stampa su fatti di cronaca apparentemente scollegati, e soprattutto i dati raccolti ed elaborati da Michael Tyler, docente inglese di finanza digitale che ha lasciato casa e docenza a Cambridge, in Inghilterra, per insegnare negli Stati Uniti e in Cina. L’opera di Tyler si chiama «Bankers Death», un archivio lascia basiti: in appena 36 mesi - da febbraio 2013 - c’è stata una media di due suicidi di banchieri al mese. Sommandoli agli incidenti mortali sospetti e agli omicidi senza movente, la crisi finanziaria è costata più in termini di vite umane che di banche fallite.

Non solo. Tra l’avvio dei grandi processi contro le banche nel 2011 fino all’aprile del 2018, sono state censite quasi 100 morti di operatori e alti dirigenti del credito e della finanza per cause non definibili «naturali»: sono banchieri, analisti e trader con profili professionali tutt’altro che di secondo piano nelle banche per cui lavoravano (generalmente senior executive). Di questi, circa 20 sono i casi archiviati come «suicidi da depressione», 15 come «incidenti inspiegabili» e ben 68 come «omicidio in circostanze misteriose». Parliamo di casi come quello di Omar Meza, top executive del gruppo Aig ed ex campione di nuoto, trovato affogato nella piscina di un Hotel Marriott il 9 gennaio del 2015, o come quello delle sorelle Korkki, Annie e Robin, trovate entrambe morte nel settembre 2016 sul loro letto in un resort caraibico da 1.800 dollari a notte: una lavorava per JP Morgan e l’altra era trader alla Borsa dei derivati di Chicago. A distanza di due anni, le cause della morte non sono ancora state accertate.

Ma c’è anche il caso del banchiere che ha perso la vita dopo aver misteriosamente deciso di ubriacarsi con un’intera bottiglia di antigelo per auto pensando fosse whisky: il caso fu archiviato come un incidente. Ma il “suicidio” meno credibile è stato quello di Thomas Hughes, 29 anni, banchiere d’investimento di Wall Street sotto inchiesta della Sec: precipitò dal ventottesimo piano del palazzo in cui viveva, arrivando però a terra decapitato (sul rapporto, la polizia scrisse che la testa si era staccata colpendo il davanzale della finestra...). Ma il caso più misterioso è quello di due aerei privati in cui volavano due dirigenti della stessa banca newyorkese: precipitarono lo stesso giorno per «guasto tecnico» mentre volano su rotte diverse.

La realtà supera la fantasia

Suggestioni, sospetti, teorie cospirazioniste, drammi umani e personali: il confine tra realtà e fantasia è molto sottile quando ci sono di mezzo ambizioni, denaro e potere. Ma un fatto è certo: dietro ogni episodio di cronaca nera, ci sono quasi sempre personaggi che erano in prima linea negli anni ruggenti di Wall Street e che si sono poi trovati spesso da soli davanti ai giudici e alle inchieste interne, ma soprattutto nei processi mediatici e di piazza, dove le condanne di massa sono quasi sempre scritte in anticipo. «È un mosaico di storie opache e di sospetti - spiega Tyler - di inchieste senza colpevoli o rei confessi, di processi che perdono per strada troppi testimoni. Ed è quindi una storia di famiglie che ancora chiedono giustizia». Non tutti i personaggi scomparsi erano coinvolti nelle inchieste sugli scandali, e non sempre si è trattato di morti misteriose: ma il denominatore comune a tutti è che lavoravano nelle grandi banche americane ed europee protagoniste della crisi. Ed è proprio seguendo questo filo rosso della speculazione selvaggia che emerge una grottesca (ma significativa) correlazione tra processi alle banche e decessi dei loro ex super-banchieri caduti in disgrazia dopo aver macinato per anni miliardi di profitti. A cominciare da colossi come Bank of America e JP Morgan, le due banche americane più processate e multate da giudici e vigilanza: insieme, hanno pagato più di un terzo dei 320 miliardi di dollari di multe inflitte alle banche di Wall Street. Oltre 76 miliardi di dollari sono le sanzioni pagate da Bank of America, mentre il conto di JP Morgan viaggia oltre i 44 miliardi di dollari: hanno sempre pagato senza mai ammettere in tribunale alcuna colpa. Anche Deutsche Bank e Goldman Sachs, che sono nella parte alta delle sanzioni, hanno sempre preferito chiudere i conti con la giustizia senza mai arrivare a una sentenza: le testimonianze pubbliche dei loro banchieri avrebbero potuto esporre le banche a danni maggiori delle sanzioni.

Ciò che coglie di sorpresa è invece la relazione tra processi e decessi in ogni singola banca: JP Morgan e Bank of America sono infatti le banche più colpite in assoluto dai decessi di banchieri eccellenti. Nel caso di JP Morgan, sarebbe interessante sapere se il board della banca si sia mai accorto di avere più dirigenti usciti di scena per morte violenta che per limiti di età. Il 20% di tutti i decessi per «cause non naturali» registrate a Wall Street riguarda infatti banchieri e trader professionisti che lavoravano nelle aree a più alta tensione speculativa del gruppo finanziario newyorkese: in particolare, a JP Morgan fanno capo ben 13 suicidi nell’arco di due anni.

Tra pressione e depressione

Tra i tanti casi, dunque, è quello di JP Morgan il più controverso e misterioso. Basti pensare che il 28 gennaio 2014, appena due giorni dopo il suicidio di Broeksmit a Londra e 13 mesi dopo la morte di Rossi a Siena, a lanciarsi dal tetto della sede londinese di JP Morgan è Gabriel Magee, banchiere al servizio del colosso americano chiamato in causa per le manipolazioni del Libor. Il caso fu subito archiviato come suicidio, ma il giorno successivo, il 29 gennaio, dall'altro lato dell'Atlantico, è Mike Dueker, 50 anni, economista capo presso la Russell Investments a togliersi la vita gettandosi da un ponte nei pressi di Washington. Anche questa società era sotto inchiesta. Cinque giorni dopo il suicidio di Duecker, Ryane Crane, di soli 37 anni, direttore esecutivo della JP Morgan Chase di New York, sede sotto inchiesta, viene trovato morto nella sua casa di Stamford, nel Connecticut: anche in questo caso, il decesso fu subito liquidato come suicidio da depressione. Fatto sta che poche settimane dopo, la stessa “depressione” spinge fuori dal tetto di un grattacielo di Hong Kong un trader di 33 anni della JP Morgan Charter House Asia: anche questo caso fu chiuso come «suicidio da depressione».

Ma che cosa provano, o significano, queste morti eccellenti e controverse? Nessuno lo può dire con certezza. C’è chi parla di complotti, chi di sindrome depressiva post-traumatica da crisi finanziaria ed eccesso di rischio, ma anche chi accusa le banche e il sistema finanziario di aver scaricato su trader e banchieri tutto il peso della pressione competitiva. Sopportare una tale tensione fa parte dei requisiti necessari per lavorare in una grande banca internazionale. Ben più difficile è affrontare e superare con freddezza l’accusa - a volte personale - di aver provocato con i propri comportamenti la peggiore crisi finanziaria globale della storia. Come per i banchieri che nel 1929 si gettavano dai grattacieli di Wall Street, la vergogna e l’isolamento non sono facili da sopportare. Per nessuno. O quasi per nessuno: dopo 10 anni dal crack, nessun caso di morte sospetta o di suicidio ha coinvolto Lehman Brothers e i suoi banchieri.

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Re: [O.T.] Crisi economica

#11697 Messaggio da Defender »

Al momento, oltre a comprare oro, avrebbe più senso investire in sterline o franchi svizzeri?

Grazie.

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Re: [O.T.] Crisi economica

#11698 Messaggio da cicciuzzo »

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Re: [O.T.] Crisi economica

#11699 Messaggio da manigliasferica »

Povertà, lo “zoccolo duro” del disagio molto simile a quello esistenti prima della crisi 2007-2008
La sola differenza è che oggi il fenomeno è sicuramente esteso a più soggetti. Un “esercito di poveri” in attesa, che non sembra trovare risposte. La cronicizzazione e multidimensionalità dei bisogni

https://www.repubblica.it/solidarieta/e ... P7-S1.6-T1

17 ottobre 2018
Povertà, lo “zoccolo duro” del disagio molto simile a quello esistenti prima della crisi 2007-2008
ROMA - Il volume “Povertà in Attesa” di Caritas Italiana si compone di due parti, il diciassettesimo Rapporto sulla povertà e il quinto Rapporto sulle politiche di contrasto. Particolare attenzione è data nel rapporto al tema della povertà educativa, un fenomeno principalmente ereditario nel nostro Paese, che a sua volta favorisce la trasmissione intergenerazionale della povertà economica. I dati nazionali dei centri di ascolto, oltre a confermare una forte correlazione tra livelli di istruzione e povertà economica, dimostrano anche un’associazione tra livelli di istruzione e cronicità della povertà. Esiste uno “zoccolo duro” di disagio che assume connotati molto simili a quelli esistenti prima della crisi economica del 2007-2008, con la sola differenza che oggi il fenomeno è sicuramente esteso a più soggetti. Si tratta, dunque, di un “esercito di poveri” in attesa, che non sembra trovare risposte e le cui storie si connotano per un’ allarmante cronicizzazione e multidimensionalità dei bisogni.

1) La povertà assoluta: il profilo socio-anagrafico dei poveri

In Italia il numero dei poveri assoluti (cioè le persone che non riescono a raggiungere uno standard di vita dignitoso) continua ad aumentare, passando da 4 milioni 700mila del 2016 a 5 milioni 58mila del 2017, nonostante i timidi segnali di ripresa sul fronte economico e occupazionale. Dagli anni pre-crisi ad oggi il numero di poveri è aumentato del 182%, un dato che dà il senso dello stravolgimento avvenuto per effetto della recessione economica. L’evidente particolarità di questi anni di post-crisi riguarda la questione giovanile: da circa un lustro, infatti, la povertà tende ad aumentare al diminuire dell’età, decretando i minori e i giovani come le categorie più svantaggiate (nel 2007 il trend era esattamente l’opposto).

Tra gli individui in povertà assoluta i minorenni sono 1 milione 208mila (il 12,1% del totale) e i giovani nella fascia 18-34 anni 1 milione 112mila (il 10,4%): oggi quasi un povero su due è minore o giovane. L’istruzione continua ad essere tra i fattori che più influiscono (oggi più di ieri) sulla condizione di povertà. Dal 2016 al 2017 si aggravano le condizioni delle famiglie in cui la persona di riferimento ha conseguito al massimo la licenza elementare (passando dal 8,2% al 10,7%). Al contrario i nuclei dove il “capofamiglia” ha almeno un titolo di scuola superiore registrano valori di incidenza della povertà molto più contenuti (3,6%). Per quanto riguarda la cittadinanza, la povertà assoluta si mantiene al di sotto della media tra le famiglie di soli italiani (5,1%), sebbene in leggero aumento rispetto allo scorso anno, mentre si attesta su livelli molto elevati tra i nuclei con soli componenti stranieri (29,2%). Lo svantaggio degli immigrati non costituisce un elemento di novità e nel 2017 sembra rafforzarsi ulteriormente. Volendo semplificare, tra i nostri connazionali risulta povera una famiglia su venti, tra gli stranieri quasi una su tre.

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cicciuzzo
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Re: [O.T.] Crisi economica

#11700 Messaggio da cicciuzzo »

5 milioni è un italiano o un residente su 12

Che dite, qualche dubbio ce lo poniamo? Attorno a voi avete la sensazioni di essere circondati da poveri? Non dico Milano o Roma, va bene anche Catanzaro o Molfetta.....
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