[O.T.] A ruota libera
Inviato: 25/03/2009, 23:39
Mi scuso per l'uso "personale" del forum.
Sabato 21 Febbraio scorso, ho vissuto una esperienza voluta da tempo, che in qualche modo ha lasciato una traccia profonda in me.
Solitamente in quel giorno, come in quasi tutti gli anni della mia vita, sarei stato ad Ivrea a godermi il carnevale, la sfilata notturna delle contrade, i fuochi e l'odore dei croccantini fra le bancarelle sul Lungodora, la battaglia delle arance e l'incredibile profumo che permea l'aria in quei momenti...
Invece quel Sabato, poco prima delle 10 di mattina, varcavo con un gruppo di amici la soglia di Auschwitz, e per quanto avessi cercato di "prepararmi" all'esperienza, che tanti mi avevano descritto genericamente come "forte", mai avrei immaginato di vivere una giornata emotivamente così probante.
Da tempo avevamo deciso di andare e la scelta di un mese invernale è stata fortemente voluta, per avere seppur lontanamente una idea di cosa potessero essere le condizioni più dure anche dal punto di vista climatico.
In questo il clima ci ha assistito... sole terso, vento, e 9 gradi sotto zero ci hanno dato il benvenuto.
Complice una guida preparatissima e soprattutto davvero brava a coinvolgerci, la visita è stata meravigliosa, per quanto il termine non sia il più adatto a descriverla. Ma se lo scopo è di dare una rappresentazione fedele di cosa realmente accadeva laggiù non trovo altro modo per definirla.
Ciò che davvero rende terribilmente realistica la visita non sono tanto le immagini, ma ciò che le precede, il racconto, la descrizione minuziosa dei "rituali" di Auschwitz...
In fondo in fondo a foto e brevi filmati riguardanti quei luoghi siamo un po' tutti abituati... chi più chi meno.
Ho provato rabbia, sconforto, dolore... e per 3 volte non sono riuscito a trattenere le lacrime.
Le parole... quelle più ancora di ciò che si vede tagliano l'anima come bisturi. Il resto diventa solo la cornice... l'urna con le ceneri recuperate, vista dopo una minuziosa descrizione del rituale di esecuzione, la parete di 20 metri per 4 piena di capelli umani e a fianco le manifatture create con quegli stessi capelli, le suppellettili divise e catalogate, i vestiti dei bambini (fra i primi a morire sempre e comunque)...e soprattutto i segni delle unghie sui muri del forno crematorio, segno della disperata ed inutile lotta per sopravvivere...
200 metri quadri l'unico forno crematorio rimasto integro... sufficienti per sterminare per soffocamento 700 persone alla volta... A Birchenau i 5 forni riuscivano a compiere un ciclo di esecuzioni ad giorno... 2000 persone in ciascuno di essi.
Ho nominato Birchenau, meta della seconda parte della visita, al pomeriggio.
Di questo luogo ciò che fa maggiormente impressione sono le dimensioni... la neve copriva i binari resi famosi dal film "Schindler's List" ma la cosa impressionante era non riuscire a percepire i limiti del campo ad occhio nudo...
Una macchina di morte perfetta, oliata nei meccanismi e che dava libero sfogo ad atti che definire bestiali è poco.
Ho fatto più di 400 foto in quella giornata, ma l'unica che voglio postare è la targa commemorativa in Italiano che fa parte del monumento eretto all' interno del campo...
[img:97406916b4]http://i43.tinypic.com/315n9ja.jpg[/img:97406916b4]
Se qualcuno si è annoiato chiedo scusa...
Brain
Sabato 21 Febbraio scorso, ho vissuto una esperienza voluta da tempo, che in qualche modo ha lasciato una traccia profonda in me.
Solitamente in quel giorno, come in quasi tutti gli anni della mia vita, sarei stato ad Ivrea a godermi il carnevale, la sfilata notturna delle contrade, i fuochi e l'odore dei croccantini fra le bancarelle sul Lungodora, la battaglia delle arance e l'incredibile profumo che permea l'aria in quei momenti...
Invece quel Sabato, poco prima delle 10 di mattina, varcavo con un gruppo di amici la soglia di Auschwitz, e per quanto avessi cercato di "prepararmi" all'esperienza, che tanti mi avevano descritto genericamente come "forte", mai avrei immaginato di vivere una giornata emotivamente così probante.
Da tempo avevamo deciso di andare e la scelta di un mese invernale è stata fortemente voluta, per avere seppur lontanamente una idea di cosa potessero essere le condizioni più dure anche dal punto di vista climatico.
In questo il clima ci ha assistito... sole terso, vento, e 9 gradi sotto zero ci hanno dato il benvenuto.
Complice una guida preparatissima e soprattutto davvero brava a coinvolgerci, la visita è stata meravigliosa, per quanto il termine non sia il più adatto a descriverla. Ma se lo scopo è di dare una rappresentazione fedele di cosa realmente accadeva laggiù non trovo altro modo per definirla.
Ciò che davvero rende terribilmente realistica la visita non sono tanto le immagini, ma ciò che le precede, il racconto, la descrizione minuziosa dei "rituali" di Auschwitz...
In fondo in fondo a foto e brevi filmati riguardanti quei luoghi siamo un po' tutti abituati... chi più chi meno.
Ho provato rabbia, sconforto, dolore... e per 3 volte non sono riuscito a trattenere le lacrime.
Le parole... quelle più ancora di ciò che si vede tagliano l'anima come bisturi. Il resto diventa solo la cornice... l'urna con le ceneri recuperate, vista dopo una minuziosa descrizione del rituale di esecuzione, la parete di 20 metri per 4 piena di capelli umani e a fianco le manifatture create con quegli stessi capelli, le suppellettili divise e catalogate, i vestiti dei bambini (fra i primi a morire sempre e comunque)...e soprattutto i segni delle unghie sui muri del forno crematorio, segno della disperata ed inutile lotta per sopravvivere...
200 metri quadri l'unico forno crematorio rimasto integro... sufficienti per sterminare per soffocamento 700 persone alla volta... A Birchenau i 5 forni riuscivano a compiere un ciclo di esecuzioni ad giorno... 2000 persone in ciascuno di essi.
Ho nominato Birchenau, meta della seconda parte della visita, al pomeriggio.
Di questo luogo ciò che fa maggiormente impressione sono le dimensioni... la neve copriva i binari resi famosi dal film "Schindler's List" ma la cosa impressionante era non riuscire a percepire i limiti del campo ad occhio nudo...
Una macchina di morte perfetta, oliata nei meccanismi e che dava libero sfogo ad atti che definire bestiali è poco.
Ho fatto più di 400 foto in quella giornata, ma l'unica che voglio postare è la targa commemorativa in Italiano che fa parte del monumento eretto all' interno del campo...
[img:97406916b4]http://i43.tinypic.com/315n9ja.jpg[/img:97406916b4]
Se qualcuno si è annoiato chiedo scusa...
Brain