Cosa ne è delle donne ai tempi del Cavaliere

Scatta il fluido erotico...

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Pensiero Dominante
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Cosa ne é delle donne ai tempi del Cavaliere

#1 Messaggio da Pensiero Dominante »

Fa caldo, Agosto è alle porte, ho la sensazione che il forum in questi giorni sia un pó meno animato, e probabilmente è inevitabile che sia così. Comunque, per cercare di ravvivare un pó la discussione, propongo in versione integrale questo lungo articolo apparso ieri su Repubblica, a firma di Michela Marzano. Contiene spunti che mi sembrano molto interessanti. Condivido solo in parte le opinioni dell'autrice, che comunque rispetto. Spero ad ogni modo che non se ne abbia se il mio primo istinto, dopo aver terminato la lettura, è stato ovviamente quello di andare subito a vedere che faccia ha. (Vi risparmio la ricerca: non è granchè). Non c'è niente da fare, è più forte di me.

P.S. (Modifica dell'ultim'ora): a dispetto del titolo, che ho mutuato pari pari dall'articolo, questo non è e non vuole essere l'ennesimo topic su Berlusconi. Anche se lui ce ne mette del suo...

LA POLEMICA
Cosa ne è delle donne ai tempi del Cavaliere
di MICHELA MARZANO


CENE, balli, barzellette, ‘‘ragazze-immagine'‘ in abiti neri e trucco leggero, bellissime escort i cui volti si sovrappongono fino a sfumare l'uno nell'altro... No, non si tratta del copione di un film di serie B, ma di un rituale che, in questi ultimi anni, si è banalizzato in Italia, ripetendosi in modo ossessivo nel cuore stesso del potere, a Palazzo Grazioli come a Villa Certosa, eco di un mondo in cui le donne non sono più che delle controfigure sbiadite.

‘‘Casting'‘, ‘‘fashion'‘, ‘‘book'‘: le donne, ormai, nell'Italia di Berlusconi, non sembrano più contare per quello che fanno o sanno fare, per le loro competenze professionali, per la loro preparazione o per la loro storia (dolorosa, a volte; difficile, sempre), ma per il ruolo che giocano, per come appaiono, per ció che non esprimono. Le donne sono sempre più corpi e volti ritoccati per sottomettersi tutti ad un'unica ingiunzione: sii bella e seducimi! ‘‘Io sono una bambola'‘ afferma con fierezza una show girl alla televisione, credendo così di essere irresistibile. ‘‘Le donne belle vanno sempre con gli uomini ricchi e potenti'‘, sembra confermare Vittorio Sgarbi in una recente intervista telefonica tirando fuori la carta ormai usata e abusata dell'apologia dell'italiano ‘‘scopatore'‘. Ma cosa dicono questi corpi sottomessi (alle diete, alla chirurgia plastica, allo sport, allo sguardo dell'uomo), il cui volto rifatto ha ormai perso ogni segno di singolarità  e di vulnerabilità ? Che tipo di relazione con l'altro possono stabilire? Si puó ancora parlare di relazione e di desiderio quando l'alterità  (l'irriducibile alterità  dell'altro, come direbbe Levinas) scompare sotto la maschera di un oggetto di piacere e di pulsione intercambiabile? Quale donna si rivolgerebbe oggi al truccatore che vuole nasconderle le occhiaie come fece Anna Magnani, che ‘‘ci aveva messo degli anni per farsele e non voleva nasconderle'‘?


‘‘Ad un volto'‘, scriveva Deleuze, ‘‘possiamo porre due generi di domande, a seconda delle circostanze: a cosa pensi? Oppure: cosa ti succede, che cos'hai, che cosa senti o che cosa provi?'‘. àˆ attraverso il viso che ognuno di noi puó esprimere la propria singolarità  e la propria specificità : un viso non è mai ‘‘un'‘ viso in generale, ma sempre ‘‘il'‘ viso di qualcuno che porta su di sè i segni del tempo che passa, delle emozioni vissute, dei dolori, delle gioie. Cosa accade allora quando ‘‘il'‘ viso diventa ‘‘un'‘ viso, uno qualsiasi tra i tanti, conforme alle norme in vigore, ma inespressivo: un ‘‘volto angelico'‘ di una ragazza, il cui nome puó essere Noemi, ma anche Roberta, Barbara, Patrizia, Lucia? Perchè in fondo poco importano nome e viso di queste ragazze. Si tratta quasi sempre di giovani donne sorridenti e sognanti. E quando non sono più tanto giovani, tutte continuano a avere le labbra formose, il naso rifatto, le rughe cancellate, l'abito nero, il trucco leggero... per continuare a occupare la scena di una vetrina luccicante, per non smettere mai di sedurre i maschi, per incarnare l'immagine della donna perfetta che continua a guardarsi nello specchio deformante del piacere virile.

Perchè allora così poche persone insorgono contro questa mascherata tutta italiana che da anni cancella ‘‘il'‘ viso delle donne, per ridurle al ruolo subalterno e umiliante della semplice comparsa teatrale, come se, per continuare a esistere, le donne fossero ormai costrette a interpretare sempre lo stesso personaggio? Perchè tante donne credono che il solo modo per emergere dalla massa informe dell'anonimato sia quello di ridursi a oggetti di pulsioni, contemplate per il corpo-feticcio che incarnano, e ridicolizzate - senza per questo scomporsi - per la loro incompetenza professionale davanti alla telecamera?

Non si tratta di criticare le scelte personali di alcune donne. In fondo, ogni persona è libera di fare quello che vuole della propria vita. Perchè non diventare una velina? La questione, qui, riguarda la libertà . Quale libertà  resta oggi alle donne in un paese in cui il potere in carica propone loro un modello unico di riuscita e di comportamento? Quale libertà  resta quando si fa loro credere che il desiderio non sia altro che pulsione? Il desiderio, che è il sale della vita, e che spinge ognuno di noi ad andare verso l'altro, non puó ridursi alla voglia frenetica di ‘‘consumare'‘ corpi seducenti e impeccabili; il desiderio emerge e si sviluppa solo quando l'altro, l'oggetto del nostro desiderio, resta giustamente ‘‘altro'‘: colui o colei che è ció che io non sono, che ha ció che io non ho e che, nonostante tutto, al di là  della seduzione e dei rapporti sessuali, rimane irraggiungibile. A differenza di un pezzo di pane o di un bicchiere d'acqua che si consumano quando si ha fame o sete, la donna non è un semplice oggetto che puó essere consumato a proprio piacimento. E non per ragioni morali (la ‘‘moralina'‘, direbbe Nietzsche). Ma perchè, molto più semplicemente, in ogni relazione umana c'è un ‘‘resto'‘, qualcosa dell'altro che non si puó distruggere perchè l'altra persona sfugge sempre alla ‘‘presa'‘ e, in quanto persona, resiste alla volontà  dell'altro di assimilarla a sè. àˆ in questo ‘‘resto'‘ che risiede la sua specificità  e la sua umanità . Un volto che dice ‘‘no'‘ e che si oppone all'onnipotenza del potere, della ricchezza, della violenza. Solo nei film pornografici il volto scompare e non esprime più nulla, producendo un sistema nel quale gli uomini e le donne non sono altro che due polarità  complementari: l'attività  e la passività , il potere e la disponibilità . Tutto si riduce a ripetizione, accumulazione e moltiplicazione: la ripetizione ossessiva degli stessi gesti; l'accumulazione delle donne come trofei di caccia; la moltiplicazione delle conquiste... Fino a che non emerge un mondo in cui, guardando o essendo guardati, tutti restano intrappolati nella ripetizione di un atto che simula il sesso senza più nessun riferimento all'incontro sessuale, come mostra magistralmente Kubrick nella scena dell'orgia del suo ultimo film, Eyes Wide Shut. Un mondo che, in fondo, altro non è che il vecchio sistema patriarcale in cui gli uomini amano delle donne che non desiderano e desiderano delle donne che non amano, come diceva Freud, e in cui le donne sono costrette a scegliere a quale gruppo appartenere: le ‘‘madonne'‘ o le ‘‘puttane'‘.

Con il 1968 e la rivoluzione sessuale degli anni Settanta, questo sistema era stato rimesso in discussione: la libertà  per le donne di disporre finalmente del proprio corpo aveva come finalità  principale il raggiungimento di un'uguaglianza a livello di diritti che doveva permettere a tutti di diventare soggetti della propria vita. Uomini e donne uguali. Uomini e donne capaci di costruire la propria vita, di lottare per affermarsi, di mostrare il proprio valore e le proprie competenze. Che cosa resta, nell'Italia di oggi, di questa rivoluzione? Che messaggio dà  alle adolescenti di oggi un paese il cui presidente del consiglio è fiero del proprio machismo? Un paese in cui un personaggio pubblico celebre puó dichiarare senza vergogna che ‘‘chi scopa bene, governa bene'‘? Guardando quello che accade negli altri paesi europei, l'Italia ‘‘liberista e moderna'‘ sfigura, presentandosi come l'emblema stesso del ritorno all'atavico machismo dei paesi mediterranei. àˆ questo che stupisce e scoraggia quando ci si rende conto che l'unico modello femminile valorizzato oggi in Italia è quello della bambola impeccabile la cui sola preoccupazione è l'immagine del proprio corpo e la seduzione maschile. Non perchè non ci si debba occupare del proprio corpo, ma perchè quando il corpo non è altro che un oggetto di consumo, la donna perde la possibilità  di esprimersi indipendentemente dallo sguardo degli uomini.

Facciamo, allora, in modo che il ventunesimo secolo, col pretesto di essere ‘‘alla moda'‘, non sia la tomba di tutte le conquiste femminili del secolo scorso.
Ultima modifica di Pensiero Dominante il 31/07/2009, 14:35, modificato 1 volta in totale.
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theathxxx
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#2 Messaggio da theathxxx »

topic molto interessante

due flash:

si dà  troppa importanza peró a SB

il fenomeno IMHO è mondiale

io ho la convinzione che tutto ció che è descritto sopra abbia radice USA, saró un maniaco antiamericano, ma per me è così
"ti prego, Amore! non ce la faccio piu'! basta!"
"godi, puttana!! godi ancora!! apri bene la bocca e lascia uscire tutto quello che ti senti dentro!"

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#3 Messaggio da Parakarro »

topic monolite che provo a leggere dopo

Urbano Cairo
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#4 Messaggio da Urbano Cairo »

2 considerazioni:

Storicamente le donne sono 'puttane', ovvero dall'uomo delle caverne sino ai tempi nostri avevano, hanno e avranno l'esigenza di accompagnarsi a chi puó provvedere al loro sostentamento, è la natura non c'è un cazzo da fare

Un altro topic a parlare di Berlusconi lo troverei eccessivo... nascondere il fatto che uomini di potere vadano a troie è da fette di salame sugli occhi.

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Paperinik
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#5 Messaggio da Paperinik »

Sull'argomento "simbologia delle donne" qualcosa si può ritrovare a pagina 4 del mio topic "L'indifferenza verso la gnocca"..in ogni caso, riporto anche quì...

[quote:74051e5dfc][b:74051e5dfc]Umberto Galimberti: Ma il nudo stanca[/b:74051e5dfc]
Tratto da "la Repubblica", 28 agosto 2002

Dopo l´orgia che si fa? Si fa l´amore con gli animali? Già fatto. Con i vegetali? Pure. Con la materia inanimata? Non so. Ma a giudicare dagli attrezzi che si vendono nei sex shop, pare che anche l´inanimato faccia parte del gioco erotico. In realtà siamo saturi per sovrabbondanza di visioni sessuali, giocate su tutti i registri: dalla pubblicità , dove si vorrebbe far desiderare un prodotto con la stessa intensità con cui si desidera il sesso, alla pornografia in edicola, al cinema, in televisione, in Internet, perfino in quella solitudine monastica e onanistica che sono le chat-line, dove il principio della distribuzione massiccia di sesso rende normale ciò che è ovunque diffuso.

Là dove un seno reclamizza un telefonino e un paio di cosce un´automobile di lusso, allora dobbiamo dire che il mondo delle merci e la pubblicità che lo reclamizza sono diventati i veri proprietari del corpo femminile, per lo meno nella sua immagine sessualmente attraente. Che poi anche le donne possiedano un corpo, al di là della sua utilizzazione pubblicitaria, diventa un fatto puramente casuale e d´importanza secondaria.
Nel momento infatti in cui l´attrazione sessuale diventa attrazione per le merci, la sessualità cessa di essere un tabù. L´odierna mancanza di pregiudizi sulle cose del sesso, il crollo della «pruderie», lungi dall´essere un´emancipazione progressista, sono figli della libertà della pubblicità , quindi un fatto esclusivamente commerciale.

In un mondo completamente erotizzato abbiamo perso la consapevolezza che la parole «pubblicità » aveva alle origini uno stretto significato erotico. Si riferiva infatti alla «donna pubblica», alla prostituta come merce. Oggi è l´universo delle merci a offrirsi come universo di prostituzione e, nell´abbondanza delle merci divenute simili a lei, la prostituta ha perso il fascino di cui ancora godeva nella prima metà del secolo scorso ed è diventata un personaggio squallido che deve inseguire il luccichio delle merci per destare una qualche attrazione.
Il risultato, per paradossale che sia, è che ciò che è normale non attrae, e ciò che è ovunque diffuso e disponibile spegne il desiderio. Infatti, quando cessa di essere enigmatica, la sessualità diventa crudele, perché mi esclude dalla possibilità di scoprire. A questo punto, l´osceno è già accaduto, e non nella sessualità scomposta del corpo nudo, ma nella ripetizione monotona e prolungata di questa gestualità , dove un corpo senza volto si offre con le cadenze ossessive di uno spasmo che ha più parentela con i ritmi della morte che con quelli del desiderio.

Ne è prova la bocca chiamata dalla seduzione erotica a simulare il sesso femminile. Una bocca semiaperta e semichiusa che non può più parlare né mangiare, né ridere, né baciare, perché solo nella negazione delle sue funzioni naturali può fare la sua comparsa la funzione erotica. Lo stesso vale per gli occhi, sofisticati e disposti in modo che non si aprano su niente e non guardino nessuno, per cui chi li ammira non incontra un volto, ma un oggetto seducente che impegna solo il proprio onanismo.
Il corpo spogliato e artificialmente prodotto per la seduzione erotica non dispiega una scena intorno a sé, in cui anche le cose dicono le sue intenzioni, ma è semplicemente messo in scena, e perciò è o-sceno, perché è offerto secondo quelle regole del gioco che lo fanno più nudo di quel che sia.
Nudo della nudità del cerimoniale erotico che rende il corpo inespressivo, perché ogni espressione è demandata alle vesti, agli accessori, ai gesti, alla musica, alle luci, secondo le tonalità che la tecnica sapientemente distribuisce per creare il desiderio al solo scopo di arrestarlo davanti alla «messa in scena», dove non si celebra la sessualità del corpo ma la sua castrazione. In questo senso la seduzione erotica gioca con la morte, e quindi, per sadica che sia, è sempre irrimediabilmente masochista.

A questo punto è inutile che psicologi e sociologi ci vengano a dire che gli uomini hanno paura delle donne. Se il modello di riferimento è il corpo nudo della donna-copertina che gli stilisti incessantemente ci propongono, ebbene si tratta di una donna desessualizzata nel momento stesso in cui gli stilisti la rivestono o la spogliano, mettendo così in scena una sorta di spettacolo della paura, come se l´erotismo dovesse arrestarsi alle soglie dei loro abiti, portati con quei gesti rituali che vogliono ad un tempo provocare l´idea del sesso e insieme la sua esorcizzazione.
Dopo aver ridotto il pubblico a semplice rappresentante di un generico voyeurismo, questo sguardo, che teme la donna, maschera la sua paura accarezzando il corpo femminile con tutta la delicatezza del suo raffinato manierismo e, dopo aver agghindato la sua creatura con tutti gli accessori e gli stereotipi di cui è capace, finisce per inghiottirla nell´insignificanza, ostentando la sua nudità al solo scopo di renderla inaccessibile, e al limite esorcizzarla. Alcuni frammenti di erotismo, appena accennati dalla deambulazione sulla passerella, sono riassorbiti in quel rituale rassicurante che è il sistema (economico) della moda, che cancella l´elemento della sessualità femminile con tanta decisione e sicurezza, quanto un buon vaccino può fare nei confronti di una malattia infettiva.
E allora a fiumi quell´erotismo stereotipato che allontana il corpo della donna nel favoloso e nel romanzesco, all´unico scopo di ridurre la donna a puro e semplice oggetto travestito, al punto che, se il nudo traspare, resta anch´esso un nudo irreale, perfettamente chiuso come un bell´oggetto sfuggente e astratto per la sua lontananza e stravaganza rispetto alla consuetudine umana. Nella moda, infatti, tutto ciò che è femminile, seducente e invitante è avvolto in quella atmosfera di purezza diafana che spranga la femminilità come potrebbe fare una porta trasparente e blindata di una gioielleria, dove la donna è esposta come una pietra preziosa e, in questa preziosa esposizione, irriducibilmente ridotta a oggetto totale e inutile.

E allora, nonostante il suo innegabile tripudio e la sua ostentazione senza limiti, a me vien da dire che, nella nostra consumata cultura, non c´è più sessualità , perché ciò che si persegue è la parodia della sessualità , già ampiamente controllata dai produttori della sessualità , che l´hanno iscritta nella «contrattazione» e nella «ripetizione», dove ciò che si legge è solo l´estinzione del desiderio e il suo inganno.
Infatti nel proliferare incontrollato di immagini sessuali, sulle strade, sugli schermi, sulla carta stampata, la sessualità è estinta in ciò che ha di potenzialmente sovversivo e creativo, perché ciò che si lascia circolare sulle strade, sugli schermi, sulla carta stampata è solo la ripetizione monotona di una promessa mancata.
Nel sesso, infatti, parla l´altra parte di noi, quella follia notturna che l´io diurno tiene a bada per garantire la vita di ogni giorno. L´ostentazione indiscriminata della sessualità , con le sue regole di contrattazione e ripetizione, non libera quella follia, ma ribadisce a ogni insorgere del desiderio l´ineluttabilità della sua sconfitta.

L´alleanza di Eros e Morte appare qui in tutta la sua evidenza, perché la continua esibizione della sessualità non offre sesso, ma professionismo, produttivismo e ripetizione: le regole diurne dell´io, non gli sconfinamenti di quella follia notturna che ci abita e che trova nella sessualità non professionale, non contrattata e non ripetitiva, la sua prima parola.
Di qui l´invito a oltrepassare l´immaginario sessuale per entrare davvero nel gioco, dove da esperire non ci sono più le solite oscillazioni tra codici e devianze, ma più semplicemente - e qui la semplicità diventa abisso - l´incontro con il ritmo dell´indicibile, di «ciò che non si riesce a dire» (Platone), di «ciò che non si può dire» (Freud) perché abita l´inconscio o, come vuole ancora Platone, il «fondo enigmatico e buio», quell´inarticolato che resta al di là dell´articolazione di tutte le parole.
Questa parola temuta, questa parola da cui ogni giorno con le nostre regole ci difendiamo, questa parola che parola non è, ma piuttosto spasmo e grido, è tenuta a bada dalla sovraesposizione della sessualità , che svolge l´unico compito di farci assaporare non le cose come veramente sono, ma le immagini rarefatte e inscrivibili in quei testi e contesti dove a esser fuori scena è sempre e solo la sessualità in quel che di più profondo ha da dirci. Per questo, lo ripetiamo, la sessualità è o-scena. La scena, infatti, è occupata solamente dalla sua recitazione, se non addirittura dalla sua parodia.

Che sia qui, nell´elisione della sessualità vera e propria, la funzione sociale dell´odierna overdose di sessualità ? Al seguito di tutte le figure d´ordine, anche questa overdose svolge il suo: volatilizza il nostro desiderio nell´immaginario e lo arresta al limite della visione.
Non oltrepassando quel limite, l´individuo evita di mettere in gioco la sua identità , e la società il suo ordine. In quest´orgia di immagini, tutto resta integro.[/quote:74051e5dfc]
"E' impossibile", disse il cervello.
"Provaci!", sussurrò il cuore.
"Vai via, brutto!", urlò la ragazza.

06/06/2019 FIRENZE LIBERA
https://www.youtube.com/watch?v=0Zp9AmCfWbI

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Alda M
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#6 Messaggio da Alda M »

theathxxx ha scritto:topic molto interessante

due flash:

si dà  troppa importanza peró a SB

il fenomeno IMHO è mondiale

io ho la convinzione che tutto ció che è descritto sopra abbia radice USA, saró un maniaco antiamericano, ma per me è così

Questo non è vero, la rappresentazione della donna nella tv italiana è unica in occidente e lo sanno tutti

per esempio nel film Usa "live, ascolti record al primo colpo" i dirigenti si scervellano per far risalire gli ascolti della loro tv e qualcuno cita proprio la tv italiana in cui ci sono ragazze mezze nude a tutte le ore senza motivo

sempre per rimanere in tema guardatevi questo bellissimo documentario sulla donna e la tv in Italia.

http://www.ilcorpodelledonne.net/?page_id=89

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Parakarro
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#7 Messaggio da Parakarro »

Alda M ha scritto: i dirigenti si scervellano per far risalire gli ascolti della loro tv e qualcuno cita proprio la tv italiana in cui ci sono ragazze mezze nude a tutte le ore senza motivo

direi che hai citato una super fonte super autorevole!!!

Nella serie I SIMPSON Luigi's, il locale italiano gestito da Luigi, è il luogo preferito da Tony Ciccione... ergo, per catturare tutti i mafiosi d'america basta fare delle retate nelle pizzerie americane

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Alda M
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#8 Messaggio da Alda M »

Parakarro ha scritto:
Alda M ha scritto: i dirigenti si scervellano per far risalire gli ascolti della loro tv e qualcuno cita proprio la tv italiana in cui ci sono ragazze mezze nude a tutte le ore senza motivo

direi che hai citato una super fonte super autorevole!!!

Nella serie I SIMPSON Luigi's, il locale italiano gestito da Luigi, è il luogo preferito da Tony Ciccione... ergo, per catturare tutti i mafiosi d'america basta fare delle retate nelle pizzerie americane
Non è una fonte perchè non riferivo un'informazione.

la citazione dimostra come la rappresentazione della donna nella tv italiana sia talmente conosciuta che lo sanno perfino negli Usa dove di solito c'è totale indifferenza alle questioni italiane.

l'episodio dei Simpson non dimostra che i mafiosi stanno nelle pizzerie italiane,

semmai dimostra quanto sia ancora diffuso lo stereotipo sugli italiani che mangiano la pizza, hanno rapporti con i mafiosi e altri luoghi comuni simili.

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#9 Messaggio da Parakarro »

infatti nella televisione estera vedo che le donne hanno delle rappresentanti e dei ruoli e dei costumi assolutamente autorevoli...

Pamela Anderson, Carmen Electra e Donna D'errico (famose per gli studi scientifici) zompettavano culo e tette al vento quando in Italia paola Barale era il massiomo dell'erotismo serale e vestiva in gonna e giacca

Nei video hip hop (e oserei nei testi) le donne posano da puttanelle groupies nude ed inutili

La TV non l'ha certo inventata il cavaliere...magari l'ha importata

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#10 Messaggio da GaiusBaltar »

Sentivo proprio la mancanza di un topic che parlasse di SB.
Dobbiamo rinominare il forum da SZ a SB. :-?
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#11 Messaggio da Helmut »

Alda M ha scritto: semmai dimostra quanto sia ancora diffuso lo stereotipo sugli italiani che mangiano la pizza, hanno rapporti con i mafiosi e altri luoghi comuni simili.
E' diffuso negli USA, in Russia, in Sudamerica e in alcuni Paesi del Far East, e comunque fa sempre parte dell'oleografia cinematografica/letteraria.

In Paesi più vicini (geograficamente e culturalmente) a noi (Francia, Germania, Svizzera, Belgio) e che hanno avuto due generazioni di immigrati italiani ormai integrati, le generalizzazioni sono molto deboli.

Ad esempio i popoli sunnominati fanno nette distinzioni tra italiani del Nord e italiani del Sud, al cinema come nella vita. :o
"Innalzare templi alla virtù e scavare oscure e profonde prigioni al vizio."

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#12 Messaggio da GaiusBaltar »

Alla fine siamo una nazione amalgamata male, come la Cecoslovacchia nata dalle ceneri dell'impero Austroungarico: due popoli una nazione, i settentrionali ed i meridionali.
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#13 Messaggio da mr. brownstone »

e i toscani 'ndo si mettono?
"la realtà è una stampella per la gente che non regge le droghe"

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Alda M
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#14 Messaggio da Alda M »

La televisione Usa non è la certo il massimo e ha mille difetti ma non quello del nudo

non nei grandi network generalisti e fuori contesto perchè sarebbero sommerse dalle proteste di telespettatori e associazioni

lo spettacolo con culi e tette se vuoi lo trovi ma non nei talk show, nei quiz o nei programmi dove la presenza di una ragazza in costume non ha nessuna giustificazione rispetto alla trasmissione.

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Gerda
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#15 Messaggio da Gerda »

GaiusBaltar ha scritto:Alla fine siamo una nazione amalgamata male, come la Cecoslovacchia nata dalle ceneri dell'impero Austroungarico: due popoli una nazione, i settentrionali ed i meridionali.
mr. brownstone ha scritto:e i toscani 'ndo si mettono?
e gli umbri??
"Gli amici del campetto
passati dalle Marlboro direttamente all'eroina
alla faccia delle droghe leggere"

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