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Scatta il fluido erotico...

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Pensiero Dominante
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#46 Messaggio da Pensiero Dominante »

Lo confesso: in realtà volevo postare tutt'altro. Ma non essendo riuscito a trovare in rete il testo che cercavo ho ripiegato (si fa per dire) su questo:


Solenne e paffuto, Buck Mulligan comparve dall'alto delle scale, portando un
bacile di schiuma su cui erano posati in croce uno specchio e un rasoio. Una
vestaglia gialla, discinta, gli era sorretta delicatamente sul dietro dalla
mite aria mattutina. Levò alto il bacile e intonò: Introibo ad altare Dei.
Fermatosi, scrutò la buia scala a chiocciola e chiamò berciando: Vieni su,
Kinch. Vieni su, pauroso gesuita. Maestosamente avanzò e ascese la rotonda
piazuola di tiro: Fece dietrofront e con gravità benedisse tre volte la torre,
la campagna circostante e i monti che si destavano. Poi, avvedutosi di Stephen
Dedalus, si chinò verso di lui e tracciò rapide croci nell'aria, gorgogliando
di gola e tentennando il capo. Stephen Dedalus, contrariato e sonnolento,
appoggiò i gomiti sul sommo della scala e guardò con freddezza la tentennante
e gorgogliante faccia che lo benediceva, cavallina nella lunghezza, e i chiari
capelli senza tonsura, marezzati color quercia chiaro. Buck Mulligan sbirciò
per un attimo sotto lo specchio e poi coprì lestamente il bacile. Rientra in
caserma, disse severo. Poi con tono da predicatore: perché questo, o miei
diletti, è il genuino Cristino: corpo e anima e sangue e angue. Musica adagio,
di grazia. Chiudete gli occhi, rispettabile pubblico. Un momento. Cè un
piccolo guaio con quei corpuscoli bianchi. Silenzio, a tutti.


(Ulisse - James Joyce)
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Blif
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#47 Messaggio da Blif »

Richard III, Act I Scene 2 (W. Shakespeare)

Was ever woman in this humour woo'd?
Was ever woman in this humour won?
I'll have her; but I will not keep her long.
What! I that kill'd her husband and his father-
To take her in her heart's extremest hate,
With curses in her mouth, tears in her eyes,
The bleeding witness of her hatred by;
Having God, her conscience, and these bars against me,
And I no friends to back my suit at all
But the plain devil and dissembling looks,
And yet to win her, all the world to nothing!
Ha!
Hath she forgot already that brave prince,
Edward, her lord, whom I, some three months since,
Stabb'd in my angry mood at Tewksbury?
A sweeter and a lovelier gentleman-
Fram'd in the prodigality of nature,
Young, valiant, wise, and no doubt right royal-
The spacious world cannot again afford;
And will she yet abase her eyes on me,
That cropp'd the golden prime of this sweet prince
And made her widow to a woeful bed?
On me, whose all not equals Edward's moiety?
On me, that halts and am misshapen thus?
My dukedom to a beggarly denier,
I do mistake my person all this while.
Upon my life, she finds, although I cannot,
Myself to be a marv'llous proper man.
I'll be at charges for a looking-glass,
And entertain a score or two of tailors
To study fashions to adorn my body.
Since I am crept in favour with myself,
I will maintain it with some little cost.
But first I'll turn yon fellow in his grave,
And then return lamenting to my love.
Shine out, fair sun, till I have bought a glass,
That I may see my shadow as I pass. Exit

Riccardo III, Atto I Scena 2 (W. Shakespeare)

Fu donna mai in tal modo corteggiata?
Fu donna mai di tale umor sedotta?
Me la faro', ma non la terro' a lungo.
Io, che le ho ucciso il suocero e il marito,
vincerla mentre di odio ha colmo il cuore,
di abominio la bocca e pianto gli occhi,
con il corpo del suocero di fronte.
Avevo contro Dio e la sua coscienza,
non altri amici a sostener la causa
che il diavolo e apparenze ingannatrici,
e pur l'ho vinta, solo contro tutto!
Ah!
Ha già scordato il principe Edoardo,
suo marito, che in uno scatto d'ira
pugnalai (son tre mesi) presso Tewksbury?
L'intero mondo non può più vantare
gentiluomo più amabile e cortese,
più ricolmo di doti naturali,
saggio, valente, giovane e regale.
E pure lei abbasserà lo sguardo
su me, che lo troncai nel fior degli anni
e vedova la resi addolorata?
Su me, che intero valgo mezzo Edoardo?
Su me, che sono zoppo e deformato?
Scommetto il mio ducato contro un soldo
che mi son sempre sottovalutato.
Lei vede in me, che invece non ci riesco,
un uomo a modo e molto affascinante.
Voglio comprarmi subito uno specchio,
e assumere una squadra di stilisti
per migliorare un po' il mio guardaroba.
Visto che ho cominciato un po' a piacermi,
anche se costa, voglio continuare.
Ma prima seppelliamo quel buon uomo,
e poi andiamo a pianger col mio amore.
Splendi, bel sole: finché non ho specchi,
ammirerò la mia ombra mentre passo. Exit
Ille ego, Blif, ductus Minervæ sorte sacerdos (ბლუფ)

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#48 Messaggio da casta diva »

Thornton Wilder - da La piccola città

EMILY, al Direttore di scena ad alta voce.
Non posso andare avanti. Non posso. Tutto succede così presto... Non abbiamo tempo di guardarci, di vederci davvero... (Si siede singhozzando. Le luci si abbassano sulla metà sinistra della scena. La signora Webb scompare.) Non me ne accorgevo, che era così... Accadeva tutto questo, tutte queste cose, e noi le vivevamo senza neanche accorgercene... Ah, riportatemi lassù... sulla collina... nella mia tomba... Soltanto, prima, ecco, un ultimo sguardo... Addio. Addio al mondo. Addio a Grover's Corners... a mamma e papà, e al ticchettio della pendola... e ai girasoli in giardino... e alla colazione e al caffè... e ai vestiti stirati di fresco... e al dormire e allo svegliarsi... Ah, la terra è troppo bella, perché uno possa rendersene conto. (Dopo una pausa, guarda il Direttore di scena e chiede tra le lacrime:) C'è nessuno... nessun essere umano... che sappia quello che sta vivendo mentre lo vive? Nessuno?...

DIRETTORE DI SCENA.
No (Pausa.) I santi e i poeti, forse... forse un poco...
"Cantare è di chi ama"
Sant'Agostino

"Lo smalto non mi piace, in compenso dovresti curare un po' le mani, iniziano a vedersi troppo i segni del tempo..." (cit.)

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sensibilmente
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#49 Messaggio da sensibilmente »

Mettimi come sigillo sul tuo cuore,
come sigillo sul tuo braccio;
perché forte come la morte è l'amore,
tenace come gli inferi è la passione:
le sue vampe son vampe di fuoco,
una fiamma del Signore!
Le grandi acque non possono spegnere l'amore
né i fiumi travolgerlo.
Se uno desse tutte le ricchezze della sua casa
in cambio dell'amore, non ne avrebbe che dispregio.
la vita è troppo importante
per essere presa seriamente

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sensibilmente
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#50 Messaggio da sensibilmente »

Amabilità dello sposo

1 Cantico dei cantici, che è di Salomone.
2 Mi baci con i baci della sua bocca! Sì, le tue tenerezze sono più dolci del vino.
3 Per la fragranza sono inebrianti i tuoi profumi,
profumo olezzante è il tuo nome,
per questo le giovinette ti amano.
4 Attirami dietro a te, corriamo!
M`introduca il re nelle sue stanze:
gioiremo e ci rallegreremo per te,
ricorderemo le tue tenerezze più del vino.
A ragione ti amano!

La sposa si presenta


5 Bruna sono ma bella,
o figlie di Gerusalemme,
come le tende di Kedar,
come i padiglioni di Salma.
6 Non state a guardare che sono bruna,
poiché mi ha abbronzato il sole.
I figli di mia madre si sono sdegnati con me:
mi hanno messo a guardia delle vigne;
la mia vigna, la mia, non l`ho custodita.

Desiderio dello sposo


7 Dimmi, o amore dell`anima mia,
dove vai a pascolare il gregge,
dove lo fai riposare al meriggio,
perché io non sia come vagabonda
dietro i greggi dei tuoi compagni.
8 Se non lo sai, o bellissima tra le donne,
segui le orme del gregge
e mena a pascolare le tue caprette
presso le dimore dei pastori.

Colloquio fra gli sposi


9 Alla cavalla del cocchio del faraone
io ti assomiglio, amica mia.
10 Belle sono le tue guance fra i pendenti,
il tuo collo fra i vezzi di perle.
11 Faremo per te pendenti d`oro,
con grani d`argento.
12 Mentre il re è nel suo recinto,
il mio nardo spande il suo profumo.
13 Il mio diletto è per me un sacchetto di mirra,
riposa sul mio petto.
14 Il mio diletto è per me un grappolo di cipro
nelle vigne di Engàddi.
15 Come sei bella, amica mia, come sei bella!
I tuoi occhi sono colombe.
16 Come sei bello, mio diletto, quanto grazioso!
Anche il nostro letto è verdeggiante.
17 Le travi della nostra casa sono i cedri,
nostro soffitto sono i cipressi.
la vita è troppo importante
per essere presa seriamente

Stickman
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#51 Messaggio da Stickman »

Kurt Vonnegut
Un uomo senza patria (p. 57)

Le comunità virtuali non costruiscono nulla. Non ti resta niente in mano. Gli uomini sono animali fatti per danzare. Quant'è bello alzarsi, uscire di casa e fare qualcosa. Siamo qui sulla Terra per andare in giro a cazzeggiare. Non date retta a chi dice altrimenti.

Calcol
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#52 Messaggio da Calcol »

Nicolas de Chamfort - Massime e Pensieri (1795)
Gli uomini sono così perversi che la sola speranza e persino il solo desiderio di correggerli, di vederli finalmente ragionevoli e onesti, e' un'assurdita', un'idea romanzesca che si perdona soltanto all'ingenuita' della prima giovinezza

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CianBellano
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#53 Messaggio da CianBellano »

Non c’è uomo, per quanto saggio, mi disse, che in un certo periodo della sua giovinezza non abbia pronunciato parole, o addirittura condotto una vita, il cui ricordo gli risulti sgradevole e che vorrebbe poter cancellare. Ma non deve assolutamente rammaricarsene, perché non può nutrire alcuna certezza d’essere diventato un saggio, nella misura in cui ciò è possibile, se non è passato attraverso tutte le incarnazioni odiose o ridicole che devono precedere quest’ultima incarnazione. So che ci sono dei giovani, figli e nipoti di uomini distinti, ai quali i precettori hanno insegnato, sin dal collegio, la nobiltà dell’intelletto e l’eleganza morale. Costoro, forse, non hanno nulla da estirpare dalla loro vita, potrebbero pubblicare e sottoscrivere tutto ciò che hanno detto, ma sono spiriti poveri, discepoli esausti di maestri pedanti, e la loro saggezza è negativa e sterile. La saggezza non la si riceve, bisogna scoprirla da soli al termine di un itinerario che nessuno può compiere per noi, nessuno può risparmiarci, perché è un modo di vedere le cose. Le vite che ammirate, gli atteggiamenti che vi sembrano nobili non sono stati stabiliti dal padre o dal precettore, sono stati preceduti da esordi ben diversi, influenzati dal male o dalla banalità che regnavano tutt’intorno. Rappresentano una lotta e una vittoria. Capisco che l’immagine di quel che siamo stati una prima fase non sia più riconoscibile e, comunque, colpisca sgradevolmente. Non per questo dev’essere rinnegata, perché testimonia che abbiamo veramente vissuto, che dagli elementi comuni della vita - la vita degli ateliers, degli ambienti artistici se si tratta di un pittore - abbiamo saputo estrarre, secondo le leggi della vita e dell’intelligenza, qualcosa che li trascende.

"All’ombra delle fanciulle in fiore", Marcel Proust

Ho cercato in internet per non copiare tutto a ditella, e noto che la mia traduzione è profondamente diversa da questa.
E niente un po' mi gira il cazzo, possibilmente in francese inizio novecento.
Luttazzi sembra una di quelle cose che scappa quando sollevi una pietra. (Renato Schifani)
se hai tipo 40 anni e stappi lo spumante tutto convinto, senza tradire nemmeno una punta di ironia, ti trovo ridicolo. (Fuente)
Scrivi fistola anale (dboon)
Trez (Trez)

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#54 Messaggio da vertigoblu »

Eppure, in quella svergognata e puntigliosa ragazzina una bellezza risplendeva ch'egli non riusciva a definire per cui era diversa da tutte le altre ragazze come lei, pronte a rispondere al telefono. Le altre, al paragone, erano morte. In lei, Laide, viveva meravigliosamente la città, dura, decisa, presuntuosa, sfacciata, orgogliosa, insolente. Nella degradazione degli animi e delle cose, fra suoni e luci equivoci, all'ombra tetra dei condomini, fra le muraglie di cemento e di gesso, nella frenetica desolazione, una specie di fiore.

"un amore" ,dino buzzati.
"Se è vero che l'arte commerciale rischia sempre di finire prostituta, non è meno vero che l'arte non commerciale rischia di finire zitella"
Erwin Panofsky

Stickman
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#55 Messaggio da Stickman »

C'è voluto un poco di tempo dottor Destouches, ma adesso l'ho capito, la vita è proprio un cazzo fritto..




L’egoismo degli esseri che si sono mescolati alla nostra vita, quando si pensa a loro, da vecchi, si dimostra innegabile, cioè come se fosse d'acciaio, di platino, e persino più durevole del tempo stesso.
Quando si è giovani, l'indifferenza più arida, le porcate più ciniche, si arriva a trovargli la scusa del capriccio passionale e chissà quale segno di un romanticismo inesperto. Ma più tardi, quando la vita vi ha mostrato per bene tutto quello che può esigere in cautela, crudeltà, malizia soltanto per essere mantenuta bene o male a 37°, ti rendi conto, sei informato, hai le carte in regola per capire tutte le stronzate che contiene un passato. Basta in tutto e per tutto contemplare scrupolosamente se stessi e quel che si è diventati in fatto di schifezza. Niente più mistero, niente più ingenuità, ti sei mangiato tutta la poesia visto che hai vissuto fino a quel momento.
E’ un cazzo fritto, la vita.


Viaggio al termine della notte.
Louis-Ferdinand Céline.

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Bardamu
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#56 Messaggio da Bardamu »

Ma anche:

Tu mica sei sempre stato così rincoglionito come oggi, abbruttito dalle circostanze, il mestiere, il bere, le sottomissioni più funeste... Te la senti, per un momentino, di tornare alla poesia ?... di fare un salterello di cuore e di minchia alla lettura di un'epopea, tragica certo, ma nobile... sfavillante!... Te ne credi capace ?...

(Morte a credito)

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#57 Messaggio da Stickman »

questa sotto non è una pagina ma il racconto tutto.


Ray Bradbury

Terriccio gratis



— Non scavate mai in inverno? Per qualche funerale particolare? Un morto
particolare?
— Alcuni cimiteri hanno delle specie di badili a tubo. Pompano acqua bollente
attraverso la lama; si può dar forma a una fossa in poco tempo con quei cosi, come
posare mine. Noi non si va d’accordo con quelle cose. Picconi e badili.
Il ragazzo esitò: — Non è mai preoccupato?
— Vuol dire, se non ho mai paura?
— Be’... Sì.
Dopo un po’, il vecchio tirò fuori una pipa, la riempì di tabacco che pressò con un
pollice calloso, l’accese, soffiò fuori una lunga nuvoletta di fumo.
— No — disse alla fine.
Il ragazzo si ingobbì.
— Deluso? — gli chiese il vecchio.
— Pensavo, forse, almeno una volta...
— Oh, quando si è giovani, forse. Una volta...
— Allora c’è stata un’occasione! — il ragazzo risalì di un gradino.
Il vecchio gli lanciò un’occhiata tagliente, poi riprese a fumare. — Una volta. —
Fissava le colline rivestite di marmo e gli alberi scuri. — Questo cimitero
apparteneva già a mio nonno. Io sono nato qui. Il figlio di un becchino impara a
ignorare certe cose.
Il vecchio inspirò alcune volte e continuò: — Avevo solo diciotto anni, i vecchi via
in vacanza, io qui a occuparmi di tutto, da solo, tagliare l’erba, scavare fosse, e così
via. Da solo, quattro fosse da scavare in ottobre. Dal lago venne un freddo cane,
ghiacciò le fosse, le lapidi sembravano coperte di neve, il terreno così gelato da
diventare compatto.
“Una notte uscii. Niente luna. L’erba era dura sotto le suole, mi vedevo il respiro,
tenevo le mani in tasca, camminavo, ascoltavo.”
Il vecchio esalò dei fragili fantasmi dalle narici sottili. — Poi sentii quel suono.
Restai pietrificato. Era una voce, gridava. Qualcuno si era risvegliato nella bara, mi
aveva sentito camminare e si era messo a gridare. Rimasi lì immobile. Gridava e
gridava. La terra vibrava. In una notte così fredda, il suolo diventa come porcellana,
risuona, capisce?
“Bene...” il vecchio chiuse gli occhi per ricordare. “Me ne stavo lì come se il vento
freddo del lago mi avesse gelato il sangue. Uno scherzo? Mi guardai attorno e pensai
‘Immaginazione!’ No, era sotto i miei piedi, acuta, chiara. Voce di donna. Conosco
tutte le lapidi!” Le palpebre del vecchio tremarono. “Posso elencargliele in ordine
alfabetico, o per anno, mese, giorno. Scelga un anno qualsiasi e vedrà. Che ne dice
del 1899? Se ne andò Jake Smith. E 1923? Perdemmo Betty Dallman. E 1933? P.H.
Moran! Scelga un mese. Agosto? Agosto, l’anno scorso, Henrietta Wells, seppellita.
Agosto 1918? Nonna Hanlon, l’intera famiglia! Influenza! Scelga un giorno, il
quattro di agosto? Smith, Burke, Shelby portati via. Williamson? E su quella collina,
marmo rosa. Douglas? Vicino al canalone...”
— La storia — lo sollecitò il ragazzo.
— Eh?
— La storia che stava raccontando.
— Oh, la voce da sottoterra? Bene, conosco tutte le pietre. Senza muovermi da
dove mi trovavo, avevo indovinato che quella era la voce di Henrietta Fremwell, una
ragazza a posto, aveva ventiquattro anni, suonava il piano al teatro Elite. Alta,
aggraziata, bionda. Come sapevo che era la sua voce? Lì dov’ero c’erano solo tombe
di uomini. La sua era la sola che appartenesse a una donna. Feci un salto e appoggiai
un orecchio sulla lapide. Sì! La sua voce, lì sotto, che gridava!
“‘Signorina Fremwell!’ urlai.
“‘Signorina Fremwell!’ urlai di nuovo.
“La sentivo, là sotto, adesso piangeva soltanto. Forse mi aveva sentito, forse no.
Piangeva soltanto. Mi lanciai giù dalla collina così in fretta che scivolai e mi ferii la
testa su una lapide. Mi rialzai gridando a mia volta! Tutto sporco di sangue, raggiunsi
il capanno degli attrezzi e trascinai fuori un badile e qualcos’altro. Poi rimasi lì, nella
luce della luna con un badile in mano. Il suolo era ghiaccio compatto, compatto. Mi
appoggiai a un albero. Mi ci sarebbero voluti tre minuti per tornare alla tomba della
ragazza e otto ore per scavare, in quella notte gelida, fino alla sua cassa. Il terreno era
come vetro. Una bara è una bara; c’è solo quel tanto d’aria. Henrietta Fremwell era
stata seppellita due giorni prima della gelata, aveva dormito per tutto quel tempo,
consumando aria. Proprio prima che venisse il freddo, aveva piovuto. La terra sulla
bara della ragazza si era imbevuta d’acqua piovana e poi era ghiacciata. Avrei dovuto
scavare per quasi otto ore; ma piangendo in quel modo, Henrietta doveva aver
consumato quasi tutta l’aria.”
Il vecchio aveva lasciato spegnere la pipa. Si dondolò nella sua sedia, avanti e
indietro, avanti e indietro, in silenzio.
— Ma — chiese il ragazzo — che cosa ha fatto?
— Niente — rispose il vecchio.
— Niente!?
— Non c’era niente che potessi fare. Il terreno era compatto come roccia. Neanche
sei uomini avrebbero potuto scavare quella fossa. Non c’era acqua calda lì vicino. E
la ragazza poteva aver gridato per ore prima che io la sentissi... così...
— Lei non ha fatto... nulla?
— Qualcosa... Ho rimesso via nel capanno badile e piccone, l’ho chiuso a chiave e
sono tornato a casa. Mi sono acceso un fuoco e ho bevuto una cioccolata calda,
tremavo e tremavo. Lei si sarebbe comportato in modo diverso?
— Io...
— Avrebbe scavato per otto ore nel ghiaccio, duro come roccia, per raggiungere
quella donna solo quando fosse stata già morta, davvero morta, per la disperazione, il
freddo, la mancanza d’aria, e solo per doverla seppellire di nuovo? E poi avrebbe
avvisato i genitori e glielo avrebbe raccontato?

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VolpeGrigia
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#58 Messaggio da VolpeGrigia »

Lo avevo preparato per il topic di fedeweb, incollo qui...

Giovanni Pascoli che descrive il fanciullo musico dentro di noi, a mio parere uno dei pezzi più toccanti e meravigliosi della letteratura patria
In alcuni non pare che egli sia; alcuni non credono che sia in loro; e forse è apparenza e credenza falsa. Forse gli uomini aspettano da lui chi sa quali mirabili dimostrazioni e operazioni; e perché con le vedono, o in altri o in sé, giudicano che egli non ci sia. Ma i segni della sua presenza e gli atti della sua vita sono semplici e umili. Egli è quello, dunque, che ha paura al buio, perché al buio vede o crede di vedere; quello che alla luce sogna o sembra sognare, ricordando cose non vedute mai; quello che parla alle bestie, agli alberi, ai sassi, alle nuvole, alle stelle: che popola l'ombra di fantasmi e il cielo di dei. Egli è quello che piange e ride senza perché, di cose che sfuggono ai nostri sensi e alla nostra ragione. Egli è quello che nella morte degli esseri amati esce a dire quel particolare puerile che ci fa sciogliere in lacrime, e ci salva. Egli è quello che nella gioia pazza pronunzia, senza pensarci, la parola grave che ci frena. Egli rende tollerabile la felicità e la sventura, temperandole d'amaro e di dolce, e facendone due cose ugualmente soavi al ricordo. Egli fa umano l'amore, perché accarezza esso come sorella (oh! Il bisbiglio dei due fanciulli tra un bramire di belve), accarezza e consola la bambina che è nella donna.
Egli nell'interno dell'uomo serio sta ad ascoltare, ammirando, le fiabe e le leggende, e in quello dell'uomo pacifico fa echeggiare stridule fanfare di trombette e di pive, e in un cantuccio dell'anima di chi più non crede, vapora d'incenso l'altarino che il bimbo ha ancora conservato da allora. Egli ci fa perdere il tempo, quando noi andiamo per i fatti nostri, ché ora vuol vedere la cinciallegra che canta, ora vuol cogliere il fiore che odora, ora vuol toccare la selce che riluce.
VolpeGrigia é un uomo che odora di muschio e cuoio, fuma la pipa e arrotola funi nei piccoli moli...
Insomma, é un uomo che sa vedere e guardare, guardare e capire le storie del mare...un uomo che sa capire il momento, godere la vita, giocare col vento... (Steiner)

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#59 Messaggio da Miss Spring »

Bertolt Brecht, La prima occhiata (1956)

La prima occhiata dalla finestra al mattino
Il vecchio libro ritrovato
Visi entusiasti
Neve, il mutamento delle stagioni
Il giornale
Il cane
La dialettica
Docce, nuotare
Vecchia musica
Scarpe comode
Comprendere
Nuova musica
Scrivere, piantare
Viaggiare, cantare
Essere cortesi.


Però con la poesia è più facile...
Hello cowgirl in the sand. Is this place at your command? Can I stay here for a while? Can I see your sweet sweet smile?
"La Miss sembra un attimo fuggente" (Drugo, 11-06-2013).

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VolpeGrigia
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#60 Messaggio da VolpeGrigia »

Le poesie infatti hanno il loro topic... :awww:

viewtopic.php?f=2&t=9756
VolpeGrigia é un uomo che odora di muschio e cuoio, fuma la pipa e arrotola funi nei piccoli moli...
Insomma, é un uomo che sa vedere e guardare, guardare e capire le storie del mare...un uomo che sa capire il momento, godere la vita, giocare col vento... (Steiner)

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