[O.T.] Il Cambiamento che ci cambia

Scatta il fluido erotico...

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Pim
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[O.T.] Il Cambiamento che ci cambia

#1 Messaggio da Pim »

Leggevo di kisho che dopo 8 anni passerà un san valentino da solo, la nuova arrivata samsara sta traslocando... ecco separazione , trasloco, a detta di molti psicologi sono tra gli eventi più stressanti, alle volte traumatici, nella vita di un essere umano,

Voi come reagite ai cambiamenti ? a quelle scelte di vita che la vita cambiano?

Li affrontate , siete flessibili, trovate sempre il positivo
oppure vi fate travolgere dagli eventi , li subite e vi sentite quasi soffocare?

traslochi,
cambi di lavoro,
separazioni,
andare a vivere da soli
trasferimenti all'estero o semplicemente trasferimenti

Con la sincerità e l'analisi che contraddistingue molti di voi mi piacerebbe leggere la vostra.

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Gerda
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Re: (ot) il Cambiamento che ci cambia

#2 Messaggio da Gerda »

ho sempre vissuto le novità come un fatto positivo
una parte di me che non c'è più e viene sostituita da una nuova
cambiano le abitudini e i piccoli gesti
cambia il modo di vivere, anche per le novità più piccole e frivole e a cui non diamo molto peso
anche se non ce ne accorgiamo, la nostra vita cambia

naturalmente la novità può essere sia positiva che negativa, ma cerco sempre di vedere il lato positivo del nuovo
il peggiore dei casi è quando scompare una persona cara, sai che non ci sarà più, però sarà sempre dentro di te
rispetto a prima non potrai più chiamarla, vederla, abbracciarla.. però sarà sempre dentro di te

sono le 9 del mattino e non riesco ad essere più profondo di così
però complimenti alla pimpi che non ha fatto neanche un errore di battitura..
"Gli amici del campetto
passati dalle Marlboro direttamente all'eroina
alla faccia delle droghe leggere"

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bigtitslover
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Re: (ot) il Cambiamento che ci cambia

#3 Messaggio da bigtitslover »

Io mi stresso anche al momento del cambio del rotolo della carta igienica. Il cambiamento ha in sé una quota di incertezza che tendo a ridurre il più possibile immaginando cosa potrebbe succedere, nel modo più minuzioso possibile. Questo non mi impedisce di agire comunque, ma il cervello rischia sempre di andare arrosto per troppa attività. Stranamente però non ricordo traslochi traumatici, forse perché alla fine si è trattato sempre di eventi positivi. La fase iniziale di un viaggio invece mi reca un po' più di ansia, che si scioglie una volta messo il sedere sull'aereo.
Alla fine credo sia ansia dovuta ad un estremo desiderio di controllo. Vorrei sapere come andranno le cose esattamente. Ma non è mai così. Quando per l'ennesima volta ne ho la riprova però non è automaticamente un dramma, passo velocemente all'accettazione del nuovo stato di cose. E' come un gioco con me stesso: anche questa volta non hai raggiunto la perfezione, ritenta e sarai più fortunato.
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jhonnybuccia
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Re: (ot) il Cambiamento che ci cambia

#4 Messaggio da jhonnybuccia »

non soggetto al cambiamento.
incerto al 76%.

misha71
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Re: (ot) il Cambiamento che ci cambia

#5 Messaggio da misha71 »

difficile elaborare un paradigma di reazione univoco.
banlamente, dipende da una pletora di variabili.
in sé il cambiamento catalizza energie (sulla polarità è difficile generalizzare) ed è quindi, a mio avviso, un elemento positivo semplicemente perchè rappresenta un momento di rottura versus uno status quo e mi spinge a mettermi in discussione e a rielaborare l'immagine che ho di me.

ovviamente, isolando un 'filone esistenziale', una continua variazione/cambiamento tende a rappresentare un problema di gestione cognitiva, ma di nuovo, dipende dai contesti.
Ad esempio:
- se parliamo di sesso/rapporti senza coinvolgimenti "profondi" (tanto per rimanere "a casa") la promiscuità mi sembra un valore positivo che mi arricchisce
- se parliamo di lavoro, la variazione continua è ansiogena (penso al dramma di chi passa da un progetto trimestrale all'altro, esperienza che io per fortuna mi son scappotato).

se parliamo di trasferimenti, io son sempre contento anche se la destinazione è peggiore qualitativamente rispetto al punto di partenza. L'alterità fisica dei luoghi e quella antropologica da sempre mi incuriosiscono e mi piace vedere come reagisco.

tirando le somme, mi piace il cambiamento se è accompagnato da buon sesso, bei posti, maggiori guadagni e tanta tanta felicità.
misha71

"La pretesa della felicità : ecco la grande illusione! Essa complica tutta la vita! Rende la gente così velenosa, canaglia, insopportabile. Non c'è felicità  nell'esistenza, non ci sono che dolori più o meno tardivi, segreti, differiti, dissimulati" Cèline

Voltaire
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Re: (ot) il Cambiamento che ci cambia

#6 Messaggio da Voltaire »

Io sono molto abitudinario e detesto i cambiamenti. Ne ho avuto uno traumatico quando sono andato via di casa per l'università e un secondo lo scorso anno quando sono andato via dall'Italia. Da questo punto di vista mi sento uno sconfitto, nonostante l'ottima posizione lavorativa etc., ogni volta che penso a tutti quelli che hanno potuto restare comodamente a casa propria, protetti e coccolati, magari senza nemmeno fare la metà di quello che faccio io per ricavare il doppio delle soddisfazioni. E' un peccato ma non ci si può far nulla. Per fortuna col tempo ci si abitua a tuttto ma resta sempre la cicatrice della rottura e, per quanto si riesca a passare una giornata serena o a fidanzarsi o ad accumulare soddisfazioni sul lavoro, prima di chiudere gli occhi ogni notte ci si rende conto di avere solo cercato di sopperire a una mancanza originaria, oppure di non star costruendo qualcosa ma di star solo leccandosi le ferite.

Scusate, prometto di non ammorbarvi più.
Se io non ci fossi, sarebbe meglio non inventarmi.

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Pim
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Re: (ot) il Cambiamento che ci cambia

#7 Messaggio da Pim »

eh misha bello dire il cambiamento ti paice quando a posteriori scopri che è tutto una favola.

Ma il punto è come gestite il pre?

Come bigtit pure io cerco di prevedere tutto e spesso non va mai come ho pensato.

Mi sembra strano jhonny che tu non abbia avuto cambiamenti:

siete passati dalla casa dei genitori a una vostra?
oppure avete rotto una rapporto di anni anni che come faceva notare Gerda vi camba tutte le più piccole abitudini?
O ancora non avete mai cambiato lavoro?
O siete andati a studiare in un'altra città?

Come vi preparate e come reagite a tutti quegli imprevisti, a quelle situazioni che prima non c erano ?

Come sopravvivete?

No, no Voltaire questo è il topic giusto...

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colpo
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Re: (ot) il Cambiamento che ci cambia

#8 Messaggio da colpo »

Ogni volta che un evento cerca di cambiarmi la vita (in peggio, ovviamente, penso di aver avuto solo esperienze di questo tipo) mi rendo conto che si è quasi sempre soli e bisogna rimboccarsi le maniche.
accetto e vado avanti, c'è altra soluzione?
all'occhio, io metto dentro e quando è pieno scoppio.
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colpo
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Re: (ot) il Cambiamento che ci cambia

#9 Messaggio da colpo »

beh no, una volta ho cambiato in meglio, quando ho cambiato lavoro 10 anni fa.
beh quella volta mi sono sentito sollevato, perchè arrivavo da un ambiente che mi stava stretto
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Re: (ot) il Cambiamento che ci cambia

#10 Messaggio da anxxur »

Vengo da una famiglia poco incline ai cambiamenti, perciò il primo trasloco è stato duro.
Ora leggo i cambiamenti in modo assai diverso: il più delle volte come stimolo ad esperienze nuove, mentre prima li vivevo quanto meno come impicci, se non come fastidi veri e propri (mai come angoscie, però: i miei genitori erano - e sono - piuttosto sereni).
Ma dipende sempre dai casi e dallo stato d'animo del momento, ovviamente.
Se uno è sovraccarico di impegni difficilmente potrà valutare positivamente il cambiamento, che apparrà solo come l'impegno in più.
Per il resto, il lavoro non l'ho mai cambiato e separato ancora non lo sono....
"Sapeva molte cose, ma tutte male"

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AlexSmith
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Re: (ot) il Cambiamento che ci cambia

#11 Messaggio da AlexSmith »

Il cambiamento mi spaventa sempre un pò, ma dipende molto dalla natura del cambiamento. Se sono io a decidere di cambiare allora il cambiamento ha in sè qualcosa di stimolante, quasi una sfida. Anche se può portare incertezze e dubbi. In questi casi la sfida sta proprio nel superarli.
Diverso è il caso di un cambiamento imposto, una situazione tipo la fine di una relazione sentimentale o di un'amicizia. In quel caso reagisco come fanno quasi tutti, cerco di tirare avanti. Ma alle volte la rabbia, i rimorsi e i rimpianti sono duri da digerire.
Gli ultimi 195 metri di una maratona sono la ragione che ti spinge a correre i precedenti 42.000.

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Confessor
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Re: (ot) il Cambiamento che ci cambia

#12 Messaggio da Confessor »

Io odio i cambiamenti. Non per nulla lavoro per la stessa azienda da 13 anni. E le poche volte che ho avuto una storia sentimentale mi sono sempre sentito soffocare perchè non riuscivo a gestire un cambiamento così drastico nella gestione del mio tempo. E purtroppo, parte della scelta di terminare la relazione piu seria della mia vita è dipesa proprio dalla paura di un cambiamento radicale (lei stava a Roma, io a Milano, avevo gli incubi all'idea di trasferirmi lì...) L'unica volta che ho volontariamente dato un taglio alla monotonia della mia vita è stata quando nel giro di una settimana ho cercato un appartamento in città e me ne sono andato di casa (non che avessi scazzi coi miei o che, però era arrivato il momento di andarsene...non vi dico la reazione di mia madre). A volte i cambiamenti sono però positivi e in quei casi non ho problemi ad ammettere di essermi sbagliato: un anno fa l'alternativa alla cassa integrazione era una trasferta a Trento a fare un lavoro che non conoscevo. Non ne volevo sapere ma quando ci sono andato, è stata un'esperienza molto positiva, non avrei voluto andar via.
La verità è che la paura un po' mi frena, ma avrei bisogno di qualche scossone...

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Re: (ot) il Cambiamento che ci cambia

#13 Messaggio da gibiser »

Bella domanda, pimpi.
E ti confesso che per una volta, se puoi capirmi, non mi sento "di troppo" in un topic di questo forum.
I cambiamenti non so mai come prenderli: li adoro eppure li odio con fortissima (scorpionesca) intensità.
Prendi il viaggiare, per esempio: una delle cose che amo di più.
Bene, PRIMA di partire leggo almeno un paio di guide sui luoghi (di solito ALMENO lonely e polaris) e ALMENO altri due di scrittori "tipici" del luogo stesso nella (folle) ipotesi di riuscire ad arrivare ad osservare dalla soglia dell'entrata la "way of life" del luogo dove voglio passare un pò del mio tempo.
PRIMA, ho bisogno di progettare e dare un senso ai cambiamenti e tendo molto all'idealizzazione (positiva o negativa) della prospettiva del cambiamento e spesso ne rimango prigioniero: per fortuna che a volte c'è la vita così tirannica che va e ti toglie (?) dall'impaccio.
Ora veniamo a noi: visto che penso a te come alla Fatina B(u)ona del forum, dimmi: sono riuscito a spiegarmi?
(...) Chi ha parlato? Chi cazzo ha parlato? Chi è quel lurido stronzo comunista checca pompinaro che ha firmato la sua condanna a morte? Ah, non è nessuno, eh? Sarà stata la fatina buona del cazzo! (....)

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gibiser
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Re: (ot) il Cambiamento che ci cambia

#14 Messaggio da gibiser »

Dimenticavo: alla tua domanda di "come gestite il pre?"
mi sento di rispondere con: male. ognuno come può
(...) Chi ha parlato? Chi cazzo ha parlato? Chi è quel lurido stronzo comunista checca pompinaro che ha firmato la sua condanna a morte? Ah, non è nessuno, eh? Sarà stata la fatina buona del cazzo! (....)

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OSCAR VENEZIA
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Re: (ot) il Cambiamento che ci cambia

#15 Messaggio da OSCAR VENEZIA »

La realtà è caos.
Ed il caos probabilmente è una forma di ordine superiore che non riusciamo a percepire.
I piani di battaglia ed i budget aziendali hanno un valore meramente indicativo devono essere sempre aggiornati nel tempo.
Basta la consapevolezza che i nostri programmi più sono studiati nel dettaglio e più sono relativi dato che la realtà non è il nostro patetico schema mentale fatto di poche variabili.
L'ingegnere che vuole gestire l'ingestibile ( il fenomeno complesso come la guerra, l'azienda, la vita ) con il foglio excell è destinato alla nevrosi

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