(o.t.)Il lavoro è un diritto?

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Mavco Pizellonio
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Re: (o.t.)Il lavoro è un diritto?

#496 Messaggio da Mavco Pizellonio »

Io vedo solo ragazzi che si fanno il culo, a lavoro e fra di loro, per accumulare lavoretti sottopagati per tirare avanti.

Di choosy proprio non ne conosco: è possibile che questo sia dovuto anche al fatto che praticamente conosco solo fuori sede, quindi gente che da tempo non vive più con i genitori e quindi si trova già in un orizzonte mentale che ti obbliga a pensare ad affitto e cibo, cose che magari chi vive ancora con i genitori può pensare di dover fare solo nel luminoso giorno in cui dovesse trovare un contratto da almeno 1000 euro al mese, non so.

Lo dico senza polemica o velleità di difese corporative, ma fossi in voi non mi adagerei troppo sull'immagine del laureato in materie umanistiche-che-non-servono-a-un-cazzo che passa le giornate fra spritz e lamenti per il lavoro-che-non-c'è "invece di darsi da fare".
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Santoku
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Re: (o.t.)Il lavoro è un diritto?

#497 Messaggio da Santoku »

Parakarro ha scritto:
Drogato_ di_porno ha scritto:Cmq marziano non t'incazzare, decenni di evasione fiscale selvaggia hanno permesso di accumulare ingenti patrimoni famigliari.
ok

però , ad esempio, mio nonno era un semplice ferroviere.
ben stipendiato certo
ma sempre un ferroviere.

grazie ad una vita di sacrificio (e a una moglie magica che non perdeva di vista nulla) ha cresciuto e fatto studiare due figlie
s'è comprato una casa ed un paio di utilitarie.
partendo dal nulla.

se oggi l'obbiettivo è farsi il fine settimana a Londra, le 3 vacanze settimanali all'anno, il cellulare figoso, l'auto stilosa e le mutande firmate bisogna capire che bisogna LAVORARE tanto. Ma tanto.
e bisogna spendere un po' meno di quello che si guadagna. Con o senza evasione.

però siamo un po' OT

Erano anche tempi diversi. Non dico che era facile all'epoca comprare una casa, ma adesso è quasi impossibile. A casa mia hanno sempre lavorato tutti, lavori di basso profilo, nessun ingegnere, ne avvocati, ma pur sempre un lavoro, ma nessuno per motivi diversi è riuscito a comprare una casa. La mazzata l'ha data l'euro, l'alta media "borghesia" ne ha tratto notevoli vantaggi, l'altra metà si è ritrovata ancora più povera.
L'anno scorso ho perso il lavoro, per caso risponendo ad un annuncio mi sono imbatutto in un'agenzia del lavoro. Mi hanno trovato subito lavoro (l'annuncio al quale avevo risposto) e me ne hanno proposto altri. Quest'anno nessuno si è fatto sentire, e scorrendo tra i loro annunci ci sarà si e no un decimo delle offerte che c'erano l'anno scorso nello stesso periodo per quel che riguarda il mio settore (ristorazione-cuoco). Quando busso alla porta di un ristorante la risposta è sempre quella (non c'è lavoro, abbiamo licenziato, i piatti li faccio lavare a mia moglie altrimenti non rientriamo delle spese, etc ...) e negli alberghi (alberghi molto importanti 4-5 stelle) stanno dando tutto in mano alle società esterne, ed i fissi ovviamente si vedranno costretti ad accettare offerte più basse per non perdere il lavoro.

Il falso mito che nella ristorazione si trova sempre lavoro è finito da un pezzo. Tra l'altro è uno dei lavori dove c'è più evasione (lavoro a nero, fuori busta, gli straordinari non esistono, etc ...)

Sto cercando anche al di fuori del mio settore (commesso,magazziniere, corriere), NULLA.

Tra l'altro ora non posso neanche cercare lavoro perchè ho dei problemi fisici che devo risolvere

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Parakarro
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Re: (o.t.)Il lavoro è un diritto?

#498 Messaggio da Parakarro »

Mavco Pizellonio ha scritto:Io vedo solo ragazzi che si fanno il culo, a lavoro e fra di loro, per accumulare lavoretti sottopagati per tirare avanti.

Di choosy proprio non ne conosco: è possibile che questo sia dovuto anche al fatto che praticamente conosco solo fuori sede, quindi gente che da tempo non vive più con i genitori e quindi si trova già in un orizzonte mentale che ti obbliga a pensare ad affitto e cibo, cose che magari chi vive ancora con i genitori può pensare di dover fare solo nel luminoso giorno in cui dovesse trovare un contratto da almeno 1000 euro al mese, non so.

Lo dico senza polemica o velleità di difese corporative, ma fossi in voi non mi adagerei troppo sull'immagine del laureato in materie umanistiche-che-non-servono-a-un-cazzo che passa le giornate fra spritz e lamenti per il lavoro-che-non-c'è "invece di darsi da fare".
quando si parla in generale si rischia di scadere in discorsi stupidi e di attaccare anche chi invece ha meriti.
se così è sembrato dalle mie parole chiedo scusa, non era la mia intenzione.
così come conosco bene la situazione italica e capisco che ci siano situazioni difficili e che molti debbano fare lavori sottopagati.

ho solo parole di elogio per chi riesce a gestire questa situazione tragicomica

sulle materie umanistiche... io conosco 8\10 persone laureate in materie che "non servono a un cazzo" e lavorano tutte per quello che hanno studiato (archivista,lettere,storia,biblioteconomia ecc..). e tutte si sono fatte il culo...forse perchè in quel settore conosco solo gente validissima.

di Choosi io ne conosco...e purtroppo una è mia sorella...
nemmeno si laureano più... nemmeno si formano....nemmno hanno la decenza di tacere!
una mia inquilina proprio l'altra sera mi ha detto che nessuno può tarparle le ali e se vuole diplomarsi (a 28 anni suonati e gli mancano 2 anni) nessuno potrà impedirglielo! ora non cerca un nuovo lavoro perchè si dedicherà solo allo studio (grafica...).
tutto bello... se non mi dovesse 700euro di spese

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Re: (o.t.)Il lavoro è un diritto?

#499 Messaggio da Drogato_ di_porno »

Parakarro ha scritto:#Drugat
"La bomba ad orologeria scatterà quando un esercito di anziani dovranno essere mantenuti da uno sparuto gruppetto di figli unici debosciati e depressi. Lì scoppierà il bubbone."

sbagli di base!
gli anziani dovranno essere mantenuti da uno SPARUTISSIMO GRUPPETTO DI SFIGATI CHE LAVORANO per mantenere pure un gruppetto di figli unici debosciati e depressi.
i soldi si vanno a prendere dove ci sono e dove è possibile prenderli...
La demografia dovrebbe essere l'unica scienza da prendere in considerazione. La demografia è la scienza che vede più lungo di tutte le altre.

Che ci sia disaffezione al lavoro mi pare assodato. O non si ha voglia di lavorare o non si ha passione per il lavoro che si fa. Pure quelli che si sbattono da mane a sera amano ben poco i lavori che fanno. Non ne sento uno dire "sì mi piace".

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Drogato_ di_porno
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Re: (o.t.)Il lavoro è un diritto?

#500 Messaggio da Drogato_ di_porno »

Mavco Pizellonio ha scritto:cose che magari chi vive ancora con i genitori può pensare di dover fare solo nel luminoso giorno in cui dovesse trovare un contratto da almeno 1000 euro al mese, non so.
I casi empirici che posso testimoniare sono di gente che vive al nord e guadagna 1000 euro al mese ma sta a casa lo stesso (nonostante i 1000 euro). Ovvio la casistica personale non fa statistica.

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Re: (o.t.)Il lavoro è un diritto?

#501 Messaggio da Parakarro »

Drogato_ di_porno ha scritto:
Che ci sia disaffezione al lavoro mi pare assodato. O non si ha voglia di lavorare o non si ha passione per il lavoro che si fa. Pure quelli che si sbattono da mane a sera amano ben poco i lavori che fanno. Non ne sento uno dire "sì mi piace".
vedi, la nostra generazione aveva un enorme vantaggio
la libertà dal bisogno
c'era abbastanza ricchezza da sfruttare per porre le basi per una vita fatta di soddisfazione

c'è chi l'ha sfruttata e oggi riesce a fare un lavoro che gli piace
c'è chi non ha sfruttato l'occasione e fa un lavoro che odia
c'è chi ha sfruttato l'occasione malissimo ed ora brucia la ricchezza.

avevamo questo vantaggio e l'abbiamo sfruttato decisamente male.

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Santoku
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Re: (o.t.)Il lavoro è un diritto?

#502 Messaggio da Santoku »

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Re: (o.t.)Il lavoro è un diritto?

#503 Messaggio da cicciuzzo »

Parakarro ha scritto:no caro.
nell'annuncio è specificato il nome della mia azienda e di che lavoro si tratta
non sono specificati orari e durata.
però è un lavoro continuativo.

che i giovani siano scansafatiche?
non saprei...però è quasi quotidiana la telefonata di gente over 50 che mi chiama in cerca di lavoro.. e io ho già "in casa" un ultra 60enne e un'ultra 50enne... davvero mi serve una persona giovane per avere continuità....

di certo la mia generazione e quella successiva non spicca per voglia di lavorare

in più NESSUNO mi è mai stato a casa per la paga....
stai a Bergamo, magari ad Enna ti rispondevano in 100
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Re: (o.t.)Il lavoro è un diritto?

#504 Messaggio da cicciuzzo »

Mavco Pizellonio ha scritto:Io vedo solo ragazzi che si fanno il culo, a lavoro e fra di loro, per accumulare lavoretti sottopagati per tirare avanti.

Di choosy proprio non ne conosco: è possibile che questo sia dovuto anche al fatto che praticamente conosco solo fuori sede, quindi gente che da tempo non vive più con i genitori e quindi si trova già in un orizzonte mentale che ti obbliga a pensare ad affitto e cibo, cose che magari chi vive ancora con i genitori può pensare di dover fare solo nel luminoso giorno in cui dovesse trovare un contratto da almeno 1000 euro al mese, non so.

Lo dico senza polemica o velleità di difese corporative, ma fossi in voi non mi adagerei troppo sull'immagine del laureato in materie umanistiche-che-non-servono-a-un-cazzo che passa le giornate fra spritz e lamenti per il lavoro-che-non-c'è "invece di darsi da fare".
detto questo il tema delle lauree inutili che non ti permetteranno mai di avere un lavoro all'altezza dei tuoi studi esiste.....
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Re: (o.t.)Il lavoro è un diritto?

#505 Messaggio da Mavco Pizellonio »

Ciò che bisogna condannare è il disastroso livello di questi corsi di laurea, che - questo forse voi non considerate - non sono inutili perché non ti fanno trovare lavoro, ma sono inutili perché sono inutili - cioè perché sono fatti male.

Se fossero ben gestiti avrebbero una loro valenza che non starò qui a descrivere o difendere. Anche perché per farlo dovrei poi addurre meriti e motivazioni contraddette in parte dalla mia modesta persona.

Sempre basandomi sulla mia esperienza posso dire quanto segue:

1 - presso i laureati in materie umanistiche è sempre più difficile ignorare la situazione drammatica nella quale viviamo, com'era prevedibile c'è sempre meno spazio per i grandi sogni e sempre più scoramento, pentimento, pessimismo, senso di colpa, senso di inadeguatezza.

2 - presso i laureati in materie umanistiche - magari fra i meglio informati - è chiara la sensazione che essere nati anche solo qualche anno prima avrebbe fatto una grossa differenza.

Alcuni laureati in materie umanistiche in questo paese guardano al sottoscritto come a un modello vincente e mi scrivono per chiedermi consigli (non sto scherzando, sono nelle ultime due settimane ben 4 ragazze conosciute superficialmente in questi anni mi hanno contattato per chiedermi "ma tu come hai fatto?". Ma a fare che?). Questo vi dia la misura dello stato di crisi disperata in cui versa questa generazione disgraziata.
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Re: (o.t.)Il lavoro è un diritto?

#506 Messaggio da cicciuzzo »

perchè saresti un modello di successo Mavco?
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Re: (o.t.)Il lavoro è un diritto?

#507 Messaggio da Mavco Pizellonio »

C'era un certo grado di ironia in quella definizione, ma è vero che incredbilmente c'è chi sta messo peggio di me, ed è vero che quelle persone mi stanno chiedendo consigli.

Sono laureato in storia e nonostante questo sto lavorando, peraltro in un ambito affine alle mie capacità (forse alla mia unica capacità) e forse - dico FORSE, ma lo scoprirò nei prossimi due anni - con qualche prospettiva di medio-lungo periodo.

La cosa incuriosisce chi ha seguito corsi di laurea affini al mio anche perché queste persone, come me qualche tempo fa, stanno cercando disperatamente di fare i camerieri o di andare a scaricare pacchi alle 5 del mattino, ma senza successo. :)
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Re: (o.t.)Il lavoro è un diritto?

#508 Messaggio da cicciuzzo »

insomma, hai vinto un dottorato
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Re: (o.t.)Il lavoro è un diritto?

#509 Messaggio da Blif »

Ma se ha detto che non fa il cameriere...
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Re: (o.t.)Il lavoro è un diritto?

#510 Messaggio da Mavco Pizellonio »

I miei compagni di studio, gli allievi del nostro comune maestro, hanno tutti preso un dottorato: io sono l'unico a non averlo nemmeno tentato. Eravamo un gruppo di ragazzi ambiziosi e talentuosi, se avessi voluto prendere un dottorato lo avrei preso. Lo dico senza ombra di vanità: sarei stato un pessimo ricercatore, ma la minchia di borsa l'avrei presa, e non per merito, ma solo per quello che in qualche modo avevo costruito in questi anni.

Ma l'università mi era venuta a nausea, ed esistono due tipi di dottorandi, quelli buoni e quelli cattivi.

Quelli cattivi beccano 900 euro al mese per tre anni allo scopo di beccare 900 euro al mese per tre anni.
Quelli buoni si fanno letteralmetne il culo in giro per il mondo, disposti a rinunciare ad avere una vita e degli affetti per inseguire il grande sogno, mettendosi in competizione nel grande mercato dei cervelli. Vengono definiti "cervelli in fuga" e sono magnificati in ogni Ballarò che si rispetti.

Fanculo.

L'unica cosa che conta per me è la città che amo e gli amici che ho qui. Me ne fotto se il modello di giovane virtuoso è quello del viaggiatore mercenario a caccia di Ph.D da appuntarsi alle palle. Vedo i più intelligenti dei miei amici fare quella vita e per me non ha nessun senso.

Certo, il mio cervello si sta atrofizzando, ma non si può avere tutto.
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