ELISABETTA CAVALLOTTI
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ELISABETTA CAVALLOTTI
Ho visto alcuni giorni fa il film Guardami con l'attrice italiana Elisabetta Cavallotti...ne avevo sentito parlare...ma nn pensavo fosse un film erotico cosi' spinto...diciamo un quasi porno visto che c'e' una scena in cui la Cavallotti fa un vero blowjob...credo sia uno dei pochi casi di scena hard fatta in un film da una attrice che nn ha mai fatto film porno!
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Re: ELISABETTA CAVALLOTTI
Proprio l’altro giorno mi sono imbattuto quasi per caso in due articoli: un’intervista rilasciata al CorSera da Davide Ferrario, regista di ‘Guardami’, e una a Elisabetta Cavallotti, entrambe pubblicate in data 8 Settembre 1999. Titolo: ‘Venezia sempre più hard, con l’ombra di Moana’. Chiaro il riferimento al film in oggetto, in promozione proprio in quel periodo.
Partiamo da un errore. Ad inizio articolo si specifica come l’ex manager di Moana insorga contro il film. Fin qui nulla di strano, tutti sappiamo il nome dell’ex manager di Moana: Riccardo Schicchi. E invece no, perché nel pezzo Riccardo non è più Riccardo, ma viene chiamato Gianni Schicchi. Sapete chi - meglio, che cos’è - Gianni Schicchi? Il titolo di un’opera di Giacomo Puccini. Un errore di persona dettato dalla troppa cultura dello scrivente, evidentemente. Vabbè.
Fatto sta che Gianni - anzi, Riccardo Schicchi stronca (giustamente?) il film, definendolo ‘un sacrilegio, un accostamento di cattivo gusto alla figura di una persona che ha incarnato un mito e erotico’ (ricordiamo infatti che la protagonista Nina, interpretata dalla Cavallotti, è ‘ispirata’ alla figura di Moana…o almeno, queste erano le intenzioni).
Pur tuttavia il regista di questo film, Davide Ferrario, è lapidario (scusate la rima) nel definire il mondo del porno: ‘Un mondo surreale e noioso, dove la gente fa pubblicamente la cosa più privata del mondo non per dare piacere, ma per denaro’. Aggiunge poi che si tratta dell’ambiente ‘più piccolo borghese che ci sia (…) Tutti esibizionisti sia col corpo che con la parola’. A leggere queste opinioni risalenti a 21 anni fa, viene spontaneo chiedersi cosa dovremmo dire del panorama odierno, sempre che di panorama si possa parlare.
Proseguo nella lettura del pezzo dedicato a Ferrario, che, alla domanda ‘Dove sta il piacere del porno?’ così si esprime: ‘Nel fatto che il rapporto venga mostrato attraverso l’esibizione visiva’ Sono stordito dall’ovvietà della risposta. La presenza di ‘mostrare’, ‘esibire’ e ‘vedere’ nella stessa frase mi lascia confuso e mi sa un po’ di supercazzola con scappellamento a destra, ma il meglio deve ancora venire. Si perché andando avanti leggo: ‘Oggi c’è un uso pornografico diffuso del corpo, specie nella pubblicità, ma chi oggi può combattere per questa causa? D’Alema, il Papa e Pannella?’ Ormai sono avvilito, ma per un principio di masochismo persevero nell’analisi del testo, che mi riserva un’altra sorpresa.
Al riassunto sbrigativo della sinossi del film (Una diva abituata a lavorare col corpo si vede deperire, è uno choc, poi s’innamora di un altro malato) ecco il commento di Ferrario: ‘Giusto così, bisogna restar male. La scena dell’ago della chemioterapia è, per paradosso provocatorio, la più sensuale’. Mia nonna commenterebbe il tutto sostenendo che ‘stiamo cagando fuori dal vaso’ e, ovunque lei si trovi in questo momento, mi trova completamente d’accordo.
Ma passiamo all’intervista ad Elisabetta Cavallotti. Commentando il famoso rapporto orale ripreso nel film afferma ‘ho scelto io il ragazzo con cui fare le scene: Alex Mantegna, l’ho scelto perché non era troppo dotato. Era simpatico, ma quando gli ho spiegato perché volevo lui, si è offeso’. Embè, valla a capire la gente. E pensare che Elisabetta ha conosciuto il porno vedendo al cinema con alcuni amici il film ‘Marina e la sua bestia’, ‘(…) dopo un quarto d’ora cominciammo ad annoiarci’ conclude. Forse poteva partire con qualcosa di più soft, mi verrebbe da dire. Approcciarsi al porno vedendo ‘il film di Marina Lotar col cavallo’ - così come da sempre viene ricordata questa pellicola cult - è un po’ una botta, certamente a livello qualitativo uno/a non si fa un’idea esaltante del cinema a luci rosse. Ma se lei s’è addirittura annoiata anzitempo che dire, chapeau.
Come tutti sanno, in ‘Guardami’ c’è uno spezzone di un live show effettuato dalla Cavallotti nell’ambito del fu MiSex. E’ noto che il pubblico presente non sapeva che quello show era in realtà parte di un film, così come non aveva idea che Elisabetta non fosse una vera sexystar. Da qui il suo sbigottimento: ‘Non credevo che gli uomini che erano lì fossero davvero eccitati. Poi il primo che sale sul palco, mi fa sentire il sesso duro, mi mette una mano dentro: io non ci sto, lo picchio, e anche l’altro che cerca di leccarmi, lo schiaccio, gli fo male’.
Per quanto riguarda la Cavallotti, molto ma molto meglio vedere un suo film successivo, quel ‘Cattive inclinazioni’ in cui Elisabetta ha una viziosa liason con Eva Robin’s. Niente di porno, beninteso.
Un piccolo parere personale su ‘Guardami’. Si tratta di uno di quei prodotti in cui l’hardizzazione risulta, a mio avviso, forzata e per nulla necessaria. Dunque valida solo per suscitare clamore e attenzione intorno ad un film che ai miei occhi è risultato molto moralista, non so se volontariamente o meno. A suo tempo diverse pellicole generaliste ‘sentirono’ la vocazione di occuparsi di porno, mostrandolo in un contesto ‘altro’ come per investirsi di una forza rivoluzionaria e trasgressiva per il dormiente pubblico dei festival ‘alti’. Secondo me nessuno di questi esperimenti ha avuto esito positivo, risultando pretesti validi solo in ottica promozionale e mai felici in chiave qualitativa, essendo anzi afflitti da una certa pretenziosità e arroganza (pseudo)culturale da parte degli autori di tali lavori. Autori che, nella stragrande maggioranza dei casi, dimostrano di trattare una materia, il porno, a loro pressoché oscura.
Un vizio di forma presente anche ne ‘La donna lupo’ citato in un post sopra. Il regista Grimaldi lì dipinge situazioni che vorrebbero essere addirittura pasoliniane, volendo forse giustificare il cima pornorsoft della pellicola con richiami a quelli ch’erano stati i ‘ragazzi di vita’ del regista friulano (Grimaldi del resto è da sempre uno dal ‘pasolinismo’ fin troppo facile, vedi i vari ‘Le buttane’, ‘Rosa Funzeca’ e, ovviamente, ’Nerolio’).
Ora, se ricordo bene - ma qui vado a memoria - c’è un momento del film in cui la Cannata seduce in macchina l’inespressivo protagonista maschile accarezzandogli il pacco durante la trasmissione di ’Tutto il calcio minuto per minuto’: assistiamo dunque alle effusioni di lei che gli succhia il dito durante gli aggiornamenti di una partita dell’Atalanta, per capirci. Ecco, questo è un momento di trash purissimo, l’ho adorato. Per il resto, ça va sans dire, Loredana è bellissima in questo film, unico vero splendore della pellicola.
Partiamo da un errore. Ad inizio articolo si specifica come l’ex manager di Moana insorga contro il film. Fin qui nulla di strano, tutti sappiamo il nome dell’ex manager di Moana: Riccardo Schicchi. E invece no, perché nel pezzo Riccardo non è più Riccardo, ma viene chiamato Gianni Schicchi. Sapete chi - meglio, che cos’è - Gianni Schicchi? Il titolo di un’opera di Giacomo Puccini. Un errore di persona dettato dalla troppa cultura dello scrivente, evidentemente. Vabbè.
Fatto sta che Gianni - anzi, Riccardo Schicchi stronca (giustamente?) il film, definendolo ‘un sacrilegio, un accostamento di cattivo gusto alla figura di una persona che ha incarnato un mito e erotico’ (ricordiamo infatti che la protagonista Nina, interpretata dalla Cavallotti, è ‘ispirata’ alla figura di Moana…o almeno, queste erano le intenzioni).
Pur tuttavia il regista di questo film, Davide Ferrario, è lapidario (scusate la rima) nel definire il mondo del porno: ‘Un mondo surreale e noioso, dove la gente fa pubblicamente la cosa più privata del mondo non per dare piacere, ma per denaro’. Aggiunge poi che si tratta dell’ambiente ‘più piccolo borghese che ci sia (…) Tutti esibizionisti sia col corpo che con la parola’. A leggere queste opinioni risalenti a 21 anni fa, viene spontaneo chiedersi cosa dovremmo dire del panorama odierno, sempre che di panorama si possa parlare.
Proseguo nella lettura del pezzo dedicato a Ferrario, che, alla domanda ‘Dove sta il piacere del porno?’ così si esprime: ‘Nel fatto che il rapporto venga mostrato attraverso l’esibizione visiva’ Sono stordito dall’ovvietà della risposta. La presenza di ‘mostrare’, ‘esibire’ e ‘vedere’ nella stessa frase mi lascia confuso e mi sa un po’ di supercazzola con scappellamento a destra, ma il meglio deve ancora venire. Si perché andando avanti leggo: ‘Oggi c’è un uso pornografico diffuso del corpo, specie nella pubblicità, ma chi oggi può combattere per questa causa? D’Alema, il Papa e Pannella?’ Ormai sono avvilito, ma per un principio di masochismo persevero nell’analisi del testo, che mi riserva un’altra sorpresa.
Al riassunto sbrigativo della sinossi del film (Una diva abituata a lavorare col corpo si vede deperire, è uno choc, poi s’innamora di un altro malato) ecco il commento di Ferrario: ‘Giusto così, bisogna restar male. La scena dell’ago della chemioterapia è, per paradosso provocatorio, la più sensuale’. Mia nonna commenterebbe il tutto sostenendo che ‘stiamo cagando fuori dal vaso’ e, ovunque lei si trovi in questo momento, mi trova completamente d’accordo.
Ma passiamo all’intervista ad Elisabetta Cavallotti. Commentando il famoso rapporto orale ripreso nel film afferma ‘ho scelto io il ragazzo con cui fare le scene: Alex Mantegna, l’ho scelto perché non era troppo dotato. Era simpatico, ma quando gli ho spiegato perché volevo lui, si è offeso’. Embè, valla a capire la gente. E pensare che Elisabetta ha conosciuto il porno vedendo al cinema con alcuni amici il film ‘Marina e la sua bestia’, ‘(…) dopo un quarto d’ora cominciammo ad annoiarci’ conclude. Forse poteva partire con qualcosa di più soft, mi verrebbe da dire. Approcciarsi al porno vedendo ‘il film di Marina Lotar col cavallo’ - così come da sempre viene ricordata questa pellicola cult - è un po’ una botta, certamente a livello qualitativo uno/a non si fa un’idea esaltante del cinema a luci rosse. Ma se lei s’è addirittura annoiata anzitempo che dire, chapeau.
Come tutti sanno, in ‘Guardami’ c’è uno spezzone di un live show effettuato dalla Cavallotti nell’ambito del fu MiSex. E’ noto che il pubblico presente non sapeva che quello show era in realtà parte di un film, così come non aveva idea che Elisabetta non fosse una vera sexystar. Da qui il suo sbigottimento: ‘Non credevo che gli uomini che erano lì fossero davvero eccitati. Poi il primo che sale sul palco, mi fa sentire il sesso duro, mi mette una mano dentro: io non ci sto, lo picchio, e anche l’altro che cerca di leccarmi, lo schiaccio, gli fo male’.
Per quanto riguarda la Cavallotti, molto ma molto meglio vedere un suo film successivo, quel ‘Cattive inclinazioni’ in cui Elisabetta ha una viziosa liason con Eva Robin’s. Niente di porno, beninteso.
Un piccolo parere personale su ‘Guardami’. Si tratta di uno di quei prodotti in cui l’hardizzazione risulta, a mio avviso, forzata e per nulla necessaria. Dunque valida solo per suscitare clamore e attenzione intorno ad un film che ai miei occhi è risultato molto moralista, non so se volontariamente o meno. A suo tempo diverse pellicole generaliste ‘sentirono’ la vocazione di occuparsi di porno, mostrandolo in un contesto ‘altro’ come per investirsi di una forza rivoluzionaria e trasgressiva per il dormiente pubblico dei festival ‘alti’. Secondo me nessuno di questi esperimenti ha avuto esito positivo, risultando pretesti validi solo in ottica promozionale e mai felici in chiave qualitativa, essendo anzi afflitti da una certa pretenziosità e arroganza (pseudo)culturale da parte degli autori di tali lavori. Autori che, nella stragrande maggioranza dei casi, dimostrano di trattare una materia, il porno, a loro pressoché oscura.
Un vizio di forma presente anche ne ‘La donna lupo’ citato in un post sopra. Il regista Grimaldi lì dipinge situazioni che vorrebbero essere addirittura pasoliniane, volendo forse giustificare il cima pornorsoft della pellicola con richiami a quelli ch’erano stati i ‘ragazzi di vita’ del regista friulano (Grimaldi del resto è da sempre uno dal ‘pasolinismo’ fin troppo facile, vedi i vari ‘Le buttane’, ‘Rosa Funzeca’ e, ovviamente, ’Nerolio’).
Ora, se ricordo bene - ma qui vado a memoria - c’è un momento del film in cui la Cannata seduce in macchina l’inespressivo protagonista maschile accarezzandogli il pacco durante la trasmissione di ’Tutto il calcio minuto per minuto’: assistiamo dunque alle effusioni di lei che gli succhia il dito durante gli aggiornamenti di una partita dell’Atalanta, per capirci. Ecco, questo è un momento di trash purissimo, l’ho adorato. Per il resto, ça va sans dire, Loredana è bellissima in questo film, unico vero splendore della pellicola.
Non parlo con le pedine (Kyrie Irving)
Io mi limito a giocare a basket e lascio che Dio faccia il resto (Michael Beasley)
In rete c’è troppo di tutto ed è meglio “spegnere” ogni tanto (Fabban)
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In rete c’è troppo di tutto ed è meglio “spegnere” ogni tanto (Fabban)
Re: ELISABETTA CAVALLOTTI
Scena cult:
"e provai a sbagliare per sentirmi errore"
https://slushe.com/StokkaFilippo
https://twitter.com/FilippoStokka
e solo per Superzeta il link al mio Imagetwist:
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- Neil McCauley
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Re: ELISABETTA CAVALLOTTI
Uno dei miei sogni proibiti,vedere le riprese integrali del live show della Cavallotti al MiSex.
"Chi non ha spada, venda il mantello e ne compri una"(Luca 22,36)
- Super Zeta
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Re: ELISABETTA CAVALLOTTI
Era una ragazza piacevole, a differenza di Davide Ferrario
Con "Guardami" si è giocata l'all in ma il film, brutto non per sua colpa è andato male.
In quel periodo come attrice lavorava pochissimo e si era messa anche a fare lavori molto meno scintillanti
Abbiamo passato assieme alcuni giorni a Budapest
Con "Guardami" si è giocata l'all in ma il film, brutto non per sua colpa è andato male.
In quel periodo come attrice lavorava pochissimo e si era messa anche a fare lavori molto meno scintillanti
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- Gargarozzo
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Re: ELISABETTA CAVALLOTTI
È un peccato che il coraggio non sia stato premiato.
Anche perché nel perbenismo generale chi si gioca l' "all in" poi ne subisce le conseguenze, mica come chi fa uscire video privati per pubblicità, fingendo che siano stati rubati.
La pellicola di per sé aveva piú interesse in questo che non nei suoi contenuti
Anche perché nel perbenismo generale chi si gioca l' "all in" poi ne subisce le conseguenze, mica come chi fa uscire video privati per pubblicità, fingendo che siano stati rubati.
La pellicola di per sé aveva piú interesse in questo che non nei suoi contenuti
Amicus Plato,
sed magis amica veritas.
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Re: ELISABETTA CAVALLOTTI
beh...visto che si era "spinta" così tanto e il film è stato un fiasco (brutto veramente...nonostante le recensioni positive dei critici..) poteva fare il passaggio successivo ed entrare direttamente nel porno...ma forse le è mancato il coraggio...
"Ladies and gentlemen, please stand up for the National Anthem of the German Democratic Republic:
https://youtu.be/3AhIJB9jpWQ"
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Re: ELISABETTA CAVALLOTTI
Col culo degli altri è facile
Se un atto di coraggio non viene ripagato dal successo, se si persevera nell'azzardo si rischia di finir male.
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Re: ELISABETTA CAVALLOTTI
si ma che c'entra...io ho detto che siccome si era spinta così oltre...e la sua carriera di attrice "tradizionale" è finita sul nascere proprio a causa dell'insuccesso di quel film...allora poteva intraprendere quest'altro tipo di percorso...dove probabilmente avrebbe avuto maggiore "riscontro"....tutto qua..
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Re: ELISABETTA CAVALLOTTI
Va beh... Probabile sia un settore nel quale non avesse alcun interesse a starci.
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Re: ELISABETTA CAVALLOTTI
La teoria è un conto, poi guarda chi gestisce il porno, specialmente italiano, e in che modo lo fa. Anche nei primi anni 2000, senza arrivare al nulla attuale.
Intendo dire che limitare il tutto al coraggio è riduttivo, anche io mangerei il pesce palla ma non se il cuoco ha il parkinson e ci mette sopra la salsa all'ascella.
Piú che coraggio, in alcuni casi parlerei di essere ridotti alla disperazione o voglia recòndita di autodistruggersi.
Intendo dire che limitare il tutto al coraggio è riduttivo, anche io mangerei il pesce palla ma non se il cuoco ha il parkinson e ci mette sopra la salsa all'ascella.
Piú che coraggio, in alcuni casi parlerei di essere ridotti alla disperazione o voglia recòndita di autodistruggersi.
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Re: ELISABETTA CAVALLOTTI
cmq secondo me aveva un ottimo potenziale x fare la pornostar..
https://it.xhamster.com/videos/elisabet ... mi-7997734
PS c'era anche Insinna in sto film...
https://it.xhamster.com/videos/elisabet ... mi-7997734
PS c'era anche Insinna in sto film...
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