Inviato: 24/09/2002, 15:20
Vi posto questa intervista a Lorenzo che trovo ricca di spunti interessanti su come si possa essere star senza farsi devastare dal sistema usando il potere maturato per imporre le proprie regole etiche ad un sistema in corto circuito
Incontro nel buen retiro di Cortona con il cantautore
che ha saputo coniugare la musica con l'impegno politico
dal nostro inviato GINO CASTALDO
CORTONA - In paese lo salutano senza divismi, come un qualsiasi cittadino di una piccola comunità in cui ci si conosce tutti. Passeggiamo nelle viuzze del paese insieme a un piccolo, simpatico cane che si chiama Pinocchio e ci trotterella dietro. Lorenzo Jovanotti ha lo sguardo più serio di una volta, sembra un giovane Cincinnato, pronto a un lungo ritiro, beninteso dopo che avrà chiuso in grande stile, questa sera a Modena, alla festa de l'Unità , il suo Quinto mondo tour.
Non si è stancato di essere sempre così buono?
"Non so, ma di sicuro sono molto arrabbiato. E sento che sto per cambiare. L'ultimo disco è stato la fine di un ciclo, l'estremizzazione di quello che ero, naive fino all'eccesso, un segnale, come se l'innamoramento estatico fosse una specie di medicina, questo era il codice espressivo, piaccia o meno, quasi da francescano laico, il giubilo come medicina. Ma cambieró, ne sono certo, sperimenteró, troveró quello che mi rappresenta. Per la prima volta non ho nulla in testa, nessuna idea precisa, nulla. Voglio fermarmi per un po'".
Non sembra molto contento di quello che vede in giro...
"E come si fa? Quando sono all'estero mi accorgo che è davvero difficile spiegare quello che succede da noi. Sembriamo un paese assurdo, siamo alla dittatura del varietà . Qualcuno ancora crede che il consenso si formi nelle tribune elettorali. E invece si crea nella comunicazione leggera. Il confino non è più reale, fisico. Oggi è mediatico: s'annulla il nemico svilendone il contenuto. Quelli che protestano vengono definiti giottini, girotondini, e così non sembra che parliamo di gente che ci crede, che prende il treno, va a manifestare. Sono girotondini? Quindi difendono i dirittini".
A proposito, come mai non era alla manifestazione di piazza San Giovanni?
"In realtà c'ero, ma ho preferito andarci in incognito, non volevo salire sul palco, sono andato in bici, volevo vedere la gente, le facce viste da vicino. Non per snobismo, avevo voglia di stare per conto mio, e ho notato che da lontano purtroppo non si sentiva un cavolo. Forza Italia ha amplificazioni migliori".
Ha sentito anche sulle nelle vicende personali il cambiamento del paese?
"Quest'anno ho voluto un tour con una band pazzesca, un suono impressionante, il pubblico va fuori di testa, ma ha dei costi molti alti, e allora era previsto che ci fosse un piccolo aiuto dalle amministrazioni locali, visto che io per scelta rifiuto sponsor e pubblicità , ma è successo che quando si trattava di una giunta di destra, i concerti venivano cancellati, con una scusa o con un'altra, è successo a l'Aquila, a Palermo e in altri posti. C'è un'aria strana, capita anche a personaggi come Daniele Luttazzi che al nord non riesce più a fare una data in teatro".
Ma tutti, o quasi, oggi, attingono da sponsor...
"Sì, ma a me non piace, e comunque trovo assurdo che sia l'unico modo per portare avanti la musica. Se riesci ad avere uno spot televisivo, o un pezzo per una pubblicità , hai cento volte più possibilità , ma così c'è sempre una rinuncia a un pezzo di libertà di dire quello che vuoi. C'è come una guerra in atto tra chi crede che il mercato debba essere il fine, e chi crede che debba solo essere uno strumento per diffondere l'espressione. Io sono un musicista, devo vendere le mie canzoni e i miei concerti, ma quando ci sono i gelati che regalano i biglietti, o le canzoni che servono a vendere più gelati o telefonini, si finisce per screditare la musica. Io credo alla musica con la "M" maiuscola, perchè la musica è stata quella che mi ha aiutato a cercare un'identità , capire che c'erano altri come me, e c'erano dei suoni che mi si attaccavano alla pelle, in ogni fase della mia vita. Ora, se non voglio mischiarmi l'unica cosa che posso fare è sfruttare me stesso e andare di persona...".
Come quando è andato in tutti i programmi televisivi nel giro di una settimana?
"Sì, avevo pensato, visto che devo fare promozione, di offrirmi dovunque, una specie di cortocircuito, ma poi è successo che sono andato da Vespa, e anche lì era concordato che cantassi e basta, prima della sigla di chiusura, invece quando sono entrato in scena mi sono accorto che eravamo all'inizio, poi è arrivato Sgarbi ed è successo il finimondo, mi sono sentito ingannato. Potevo andarmene ma lì per lì ho seguito la mia indole che è quella di cercare di uscire dalle situazioni nel migliore dei modi..."
A proposito di scorrettezze, c'è stato quel bruttissimo episodio di Novella 2000 che ha pubblicato foto della sua compagna con un altro...
"Sì, poi ripreso da pubblicità e telegiornali. Ho sporto querela, e penso di vincerla, perchè le leggi sono precise. Ho una ragazza con cui vivo, una figlia di tre anni e mezzo, possono accadere delle cose. Ci possono essere momenti difficili, ma erano affari nostri, privatissimi, il senso di quei giornali è per personaggi che vivono di quel tipo di popolarità , non certo io. E poi, se io sono un personaggio pubblico, non lo è la mia ragazza, che non è abituata, e c'è una legge che impedisce queste azioni su persone non di chiara fama. àˆ stato un momento difficile, ma più che altro ha creato problemi a chi ci stava intorno, tipo i miei genitori che hanno scoperto così che stavamo passando un momento difficile. Bisognerebbe avere rispetto del privato delle persone. Non c'è una foto di mia figlia in giro, anche se mi hanno offerto centinaia di milioni. Non è che mi sento migliore di altri, è che la penso così".
Che puó fare un artista di fronte a questa situazione generale?
"Cerco di darmi regole di rigore, non nella scrittura, piuttosto nel modo in cui vendo le mie cose. Se non promuovo il marchio di una bibita, magari verranno meno persone, ma saranno più motivate, e non vuol dire niente che gli altri facciano il contrario. Ognuno deve guardare agli esempi che preferisce. Quando sento una cosa che mi piace scopro che c'è sempre alla base una scelta di rigore: gli U2, i Pearl Jam, Springsteen, i Radiohead, e poi guarda caso sono quelli che davvero muovono il gusto. De Andrè diceva che la credibilità è tutto per un artista, e sono completamente d'accordo".
fonte Repubblica.it
Incontro nel buen retiro di Cortona con il cantautore
che ha saputo coniugare la musica con l'impegno politico
dal nostro inviato GINO CASTALDO
CORTONA - In paese lo salutano senza divismi, come un qualsiasi cittadino di una piccola comunità in cui ci si conosce tutti. Passeggiamo nelle viuzze del paese insieme a un piccolo, simpatico cane che si chiama Pinocchio e ci trotterella dietro. Lorenzo Jovanotti ha lo sguardo più serio di una volta, sembra un giovane Cincinnato, pronto a un lungo ritiro, beninteso dopo che avrà chiuso in grande stile, questa sera a Modena, alla festa de l'Unità , il suo Quinto mondo tour.
Non si è stancato di essere sempre così buono?
"Non so, ma di sicuro sono molto arrabbiato. E sento che sto per cambiare. L'ultimo disco è stato la fine di un ciclo, l'estremizzazione di quello che ero, naive fino all'eccesso, un segnale, come se l'innamoramento estatico fosse una specie di medicina, questo era il codice espressivo, piaccia o meno, quasi da francescano laico, il giubilo come medicina. Ma cambieró, ne sono certo, sperimenteró, troveró quello che mi rappresenta. Per la prima volta non ho nulla in testa, nessuna idea precisa, nulla. Voglio fermarmi per un po'".
Non sembra molto contento di quello che vede in giro...
"E come si fa? Quando sono all'estero mi accorgo che è davvero difficile spiegare quello che succede da noi. Sembriamo un paese assurdo, siamo alla dittatura del varietà . Qualcuno ancora crede che il consenso si formi nelle tribune elettorali. E invece si crea nella comunicazione leggera. Il confino non è più reale, fisico. Oggi è mediatico: s'annulla il nemico svilendone il contenuto. Quelli che protestano vengono definiti giottini, girotondini, e così non sembra che parliamo di gente che ci crede, che prende il treno, va a manifestare. Sono girotondini? Quindi difendono i dirittini".
A proposito, come mai non era alla manifestazione di piazza San Giovanni?
"In realtà c'ero, ma ho preferito andarci in incognito, non volevo salire sul palco, sono andato in bici, volevo vedere la gente, le facce viste da vicino. Non per snobismo, avevo voglia di stare per conto mio, e ho notato che da lontano purtroppo non si sentiva un cavolo. Forza Italia ha amplificazioni migliori".
Ha sentito anche sulle nelle vicende personali il cambiamento del paese?
"Quest'anno ho voluto un tour con una band pazzesca, un suono impressionante, il pubblico va fuori di testa, ma ha dei costi molti alti, e allora era previsto che ci fosse un piccolo aiuto dalle amministrazioni locali, visto che io per scelta rifiuto sponsor e pubblicità , ma è successo che quando si trattava di una giunta di destra, i concerti venivano cancellati, con una scusa o con un'altra, è successo a l'Aquila, a Palermo e in altri posti. C'è un'aria strana, capita anche a personaggi come Daniele Luttazzi che al nord non riesce più a fare una data in teatro".
Ma tutti, o quasi, oggi, attingono da sponsor...
"Sì, ma a me non piace, e comunque trovo assurdo che sia l'unico modo per portare avanti la musica. Se riesci ad avere uno spot televisivo, o un pezzo per una pubblicità , hai cento volte più possibilità , ma così c'è sempre una rinuncia a un pezzo di libertà di dire quello che vuoi. C'è come una guerra in atto tra chi crede che il mercato debba essere il fine, e chi crede che debba solo essere uno strumento per diffondere l'espressione. Io sono un musicista, devo vendere le mie canzoni e i miei concerti, ma quando ci sono i gelati che regalano i biglietti, o le canzoni che servono a vendere più gelati o telefonini, si finisce per screditare la musica. Io credo alla musica con la "M" maiuscola, perchè la musica è stata quella che mi ha aiutato a cercare un'identità , capire che c'erano altri come me, e c'erano dei suoni che mi si attaccavano alla pelle, in ogni fase della mia vita. Ora, se non voglio mischiarmi l'unica cosa che posso fare è sfruttare me stesso e andare di persona...".
Come quando è andato in tutti i programmi televisivi nel giro di una settimana?
"Sì, avevo pensato, visto che devo fare promozione, di offrirmi dovunque, una specie di cortocircuito, ma poi è successo che sono andato da Vespa, e anche lì era concordato che cantassi e basta, prima della sigla di chiusura, invece quando sono entrato in scena mi sono accorto che eravamo all'inizio, poi è arrivato Sgarbi ed è successo il finimondo, mi sono sentito ingannato. Potevo andarmene ma lì per lì ho seguito la mia indole che è quella di cercare di uscire dalle situazioni nel migliore dei modi..."
A proposito di scorrettezze, c'è stato quel bruttissimo episodio di Novella 2000 che ha pubblicato foto della sua compagna con un altro...
"Sì, poi ripreso da pubblicità e telegiornali. Ho sporto querela, e penso di vincerla, perchè le leggi sono precise. Ho una ragazza con cui vivo, una figlia di tre anni e mezzo, possono accadere delle cose. Ci possono essere momenti difficili, ma erano affari nostri, privatissimi, il senso di quei giornali è per personaggi che vivono di quel tipo di popolarità , non certo io. E poi, se io sono un personaggio pubblico, non lo è la mia ragazza, che non è abituata, e c'è una legge che impedisce queste azioni su persone non di chiara fama. àˆ stato un momento difficile, ma più che altro ha creato problemi a chi ci stava intorno, tipo i miei genitori che hanno scoperto così che stavamo passando un momento difficile. Bisognerebbe avere rispetto del privato delle persone. Non c'è una foto di mia figlia in giro, anche se mi hanno offerto centinaia di milioni. Non è che mi sento migliore di altri, è che la penso così".
Che puó fare un artista di fronte a questa situazione generale?
"Cerco di darmi regole di rigore, non nella scrittura, piuttosto nel modo in cui vendo le mie cose. Se non promuovo il marchio di una bibita, magari verranno meno persone, ma saranno più motivate, e non vuol dire niente che gli altri facciano il contrario. Ognuno deve guardare agli esempi che preferisce. Quando sento una cosa che mi piace scopro che c'è sempre alla base una scelta di rigore: gli U2, i Pearl Jam, Springsteen, i Radiohead, e poi guarda caso sono quelli che davvero muovono il gusto. De Andrè diceva che la credibilità è tutto per un artista, e sono completamente d'accordo".
fonte Repubblica.it