Io ho un'amica che si è trasferita da circa 15 anni a Cento, in provincia di Ferrara.Rand Al'Thor ha scritto:Ma quindi anche i ferraresi sono razzisti?
Proprio questa estate, mentre era in vacanza a Palermo, mi ha raccontato alcuni particolari della propria infanzia riguardanti il periodo scolastico ferrarese... mi ha parlato dell'approccio e l'atteggiamento distaccato e prevenuto di una parte dei suoi compagni (ovviamente non tutti) di scuola autoctoni verso gli extraregionali (altro che extracomunitari). Insomma, era presente una certa avversione idiosincratica in toto, senza distinzioni territoriali... almeno in quello erano equi.
Ed è così per tutti, non esistono differenze geografico/regionali, ho sentito tante di quelle sciocchezze e tante di quelle balle sesquipedali su omosessualità e minoranze etniche dalle mie parti, da poter dire con certezza che la mamma degli idioti non solo è sempre incinta, ma fa pure la spola tra nord e sud.
D'altronde quando il dito indica la Luna, lo stolto guarda il dito... una persona non andrebbe mai giudicata in base al proprio dialetto, alla propria estrazione sociale, all'orientamento sessuale o politico, e ancor di meno in base al colore della pelle. Andrebbe giudicata per le azioni compiute, per le scelte e le decisioni prese e per le ideologie idolatrate. A qualificarti è ciò che fai, e non ciò che sei.
Al nord c'è gente che appena sente un'inflessione, una cadenza, un qualsiasi accento dialettale meridionale, è portata automaticamente ad etichettare ad libitum quella determinata persona. Stessa sorte dal fronte opposto... a molti basta sentire l'accento di un bauscia qualsiasi per etichettarlo subito come razzista e snob. Insomma, a farmi capire se sei o meno una testa di cazzo, non sarà di certo il luogo di nascita riportato sulla tua carta d'identità.
Aristotele diceva che siamo quello che facciamo, e direi che facciamo schifo.