Sentenza Ue su Pirate Bay. Può fare rinascere il porno?

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Len801
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Re: Sentenza Ue su Pirate Bay. Può fare rinascere il porno?

#16 Messaggio da Len801 »

Qualcuno puo fornire qualche link per questa sentenza, cosi si puo capire meglio di cosa stiamo parlando.

Vivid e Hustler si sono ritrati dal porno molto tempo fa.
La grande Evil Angel e ha cessato di essere una ditta di produzione e da anni fa solo il distributore.
Quansi nessuna ditta ha attrici/attori sotto contratto
La rata/paga per scena non e' piu come di una volta (10 anni e piu' fa)
I test non sono obbligatori di UNO al mese, e da qualche anno si devono fare ogni 2 settimane. Se non giri almeno una dozzina di scene al mese, e' meglio
che vai in pensione, perche non ci ricavi assolutamente nulla.
Non dico che il porno e' in crisi, dico soltanto non si trovano i stessi giocatore e il gioco e' diverso, e anche dei profitti/ricavi.
I guadagni di una volta non sono i stessi.
Molte attrici si sono rifiugiate a girare scene per i loro siti, facendo camshows, e vendendo scene tramite siti come Clips4Sale.
Se una attrice ci sa fare, non ha tanto bisogno di una Wicked Video per fare carriera. Con vari istema di social media ci puo ricavare soldi
che prima non poteva nemmeno sognarli.

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Len801
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Re: Sentenza Ue su Pirate Bay. Può fare rinascere il porno?

#17 Messaggio da Len801 »

E' questa la sentenza in questione?
https://www.bloomberg.com/technology
Cioe' che tutti i paesi nel EU devono bloccare l'accesso al sito torrent di Pirate Bay?

http://www.rockol.it/news-675139/ue-sen ... -pirateria
La corte di giustizia dell'Unione Europea, con una sentenza, ha assegnato maggiori responsabilità agli intermediari - che siano motori di ricerca come Google o piattaforma social o media sharing come Facebook o Youtube - in caso di prodotti illegali caricati dagli utenti. La pronuncia di riferisce a Pirate Bay, la piattaforma di torrent svedese già dichiarata illegale in diverse sedi, ma a rivoluzionare il concetto di responsabilità, questa volta, è una delle motivazioni della sentenza: in sostanza, riconoscendo che un utente privato attivo su una piattaforma faccia "comunicazione al pubblico", in caso di upload di qualsiasi opera di ingegno - canzoni, video, software - sarà indispensabile avere l'autorizzazione da parte dei titolari dei diritti sull'opera stessa. E l'intermediario che ospiterà questa comunicazione non potrà esimersi dall'assumersi le proprie responsabilità, in caso di rilanci di contenuti che violino i diritti d'autore: "La decisione della Corte di Giustizia è molto importante in quanto chiarisce molti elementi che portano le piattaforme online ad essere responsabili per il caricamento di contenuti da parte degli utenti", ha commentato il presidente di FIMI Enzo Mazza, "La decisione è anche significativa per quanto riguarda la problematica del value gap e del ruolo di piattafome di video sharing come Youtube. Le posizioni dei giudici di Lussemburgo seguono in modo lineare il ragionamento già seguito a suo tempo dalla Cassazione italiana nel caso attivato da Fimi contro Pirate Bay. Ora questa decisione sarà fondamentale anche nel dibattito al Parlamento EU sulla proposta di direttiva copyright".

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