di logica direi di siScorpio ha scritto:Billy Drago ha scritto:LA F.I.F.A. CONTRO LA F.I.G.A.
LA FIFA HA PROIBITO AI REGISTI DI INQUADRARE LE ''RAGAZZE ATTRAENTI''
- Ha tentato di giustificare la sua svolta islamista sostenendo che «durante il mondiale in Russia i casi di sessismo sono stati più frequenti di quelli di razzismo; in particolare si sono verificati numerosi casi di molestie da parte di tifosi nei confronti di croniste».
http://www.dagospia.com/rubrica-30/spor ... 178553.htm
dunque, se io fossi inquadrata durante una partita ai mondiali, potrei far causa alla FIFA perchè mi danno della racchia?
Politically Correct: punto di non ritorno? (OT)
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Re: Politically Correct: punto di non ritorno? (OT)
Qui habet, dabitur ei. E comunque: Stikazzi
Re: Politically Correct: punto di non ritorno? (OT)
sono certo che con la logica di bella ti danno i soldi anche non dovessi essere una ragazza
SCARLETT, QUESTO FILM NON S’HA DA FARE – DOPO LE PROTESTE DELLA COMUNITÀ LGBT, SCARLETT JOHANSSON RINUNCIA A INTERPRETARE IL RUOLO DEL BOSS TRANSESSUALE DANTE TEX GILL – LA STAR ERA STATA COPERTA DI INSULTI DOPO AVER ACCETTATO LA PARTE CHE LA COMUNITÀ VOLEVA VENISSE DATA A UN TRANS –DOPO QUALCHE GIORNO DI RESISTENZA JOHANSSON SI COSPARGE IL CAPO DI CENERE E SCRIVE UNA LETTERA PER...
[Scopri]Spoiler
La prima notizia è che noi uomini che ci sentiamo maschi, così come le donne che si sentono femmine, non dobbiamo più definirci etero ma cisgender perché ci identifichiamo nel genere che corrisponde al nostro sesso biologico.
La seconda e più importante notizia è che, se tu attore etero, pardon cisgender, osi interpretare la parte di un transgender, rischi di essere linciato dalla comunità Lgbt, salvo rinunciare infine al ruolo, cospargendoti il capo di cenere (e pure di genere) per il vile affronto.
Lo sa bene l' attrice Scarlett Johansson, che aveva osato accettare la parte di un gangster transgender, il boss nato femmina e diventato maschio Dante «Tex» Gill, soggetto del film hollywoodiano Rub & Tug.
Ma la Johansson non aveva fatto i conti con le contestazioni di altre attrici trans, le notissime (si fa per dire) Trace Lysett e Jamie Clayton, che si chiedevano come diavolo fosse possibile che per un ruolo trans venisse chiamata una cisgender, anziché un trans.
Coperta di insulti. Che è un po' come chiedersi perché, per interpretare Il gladiatore, non sia stato chiamato un vero generale dell' antica Roma anziché un attore neozelandese contemporaneo...
Ma tant' è. La Johansson, coperta di insulti, e forse tentata di cambiare genere o addirittura sesso biologico pur di interpretare quella parte, alla fine ha dovuto cedere.
All' inizio aveva provato sommessamente a ricordare che, già in passato, alcuni attori etero (ci ostiniamo a chiamarli così) avevano indossato i panni sul set di personaggi trans, senza che nessuno si fosse scandalizzato: vedi Jeffrey Tambor nella serie tv Transparent, Jared Leto in Dallas Buyers Club e Felicity Huffman in Transamerica. Ma niente, l' attrice non si era resa conto di quanto potesse essere forte la discriminazione del mondo Lgbt verso chi Lgbt non è...
E così ha dovuto scrivere una lettera imbarazzante alla rivista Out - non proprio una Lettera Scarlatta, diciamo una Lettera Scarlett - per chiedere scusa di «non essere stata sensibile» (sì, proprio come l' arbitro di Real Madrid-Juve, accusa) e di non aver capito che in ballo c' era addirittura l' eguaglianza di tutti gli artisti, a prescindere dal sesso.
Leggendo il testo scritto dalla Johansson, si è tentati di paragonarlo, per piaggeria, all' immortale lettera di scuse scritta da Roberto Benigni e Massimo Troisi a Girolamo Savonarola nella mitica scena del film Non ci resta che piangere, quella in cui «noi due peccatori ti salutiamo con la nostra faccia sotto i tuoi piedi senza chiederti neppure di stare fermo».
Lettera di scuse. Alla pari, Scarlett si batte il petto davanti al tribunale dell' inquisizione Lgbt e scrive: «Alla luce delle questioni etiche che sono state sollevate in merito alla mia scelta di interpretare Dante Tex Gill, ho deciso di ritirare la mia partecipazione al progetto. Ho imparato molto dalle persone transgender e ho una grande ammirazione per la comunità trans.
Anche se mi sarebbe piaciuto mettere in scena la storia di Dante, ho capito perché secondo molte persone dovrebbe essere rappresentato da un uomo transgender e sono grata del fatto che questo dibattito abbia scatenato una conversazione sulla diversità».
Manca solo il «vostra devotissima e sottomessa Scarlett, con la promessa di non rifarlo mai più». Ah, quanto ci piacerebbe che, a decidere la scelta di questo o quell' attore per un ruolo, fosse solo un criterio di qualità e non di genere.
Che tu sia etero, gay, cisgender, trans o asessuato, chissenefrega. Se sei valido come attore o attrice, ti meriti la parte. Altrimenti è meglio che cambi. Non sesso, ma mestiere.
La seconda e più importante notizia è che, se tu attore etero, pardon cisgender, osi interpretare la parte di un transgender, rischi di essere linciato dalla comunità Lgbt, salvo rinunciare infine al ruolo, cospargendoti il capo di cenere (e pure di genere) per il vile affronto.
Lo sa bene l' attrice Scarlett Johansson, che aveva osato accettare la parte di un gangster transgender, il boss nato femmina e diventato maschio Dante «Tex» Gill, soggetto del film hollywoodiano Rub & Tug.
Ma la Johansson non aveva fatto i conti con le contestazioni di altre attrici trans, le notissime (si fa per dire) Trace Lysett e Jamie Clayton, che si chiedevano come diavolo fosse possibile che per un ruolo trans venisse chiamata una cisgender, anziché un trans.
Coperta di insulti. Che è un po' come chiedersi perché, per interpretare Il gladiatore, non sia stato chiamato un vero generale dell' antica Roma anziché un attore neozelandese contemporaneo...
Ma tant' è. La Johansson, coperta di insulti, e forse tentata di cambiare genere o addirittura sesso biologico pur di interpretare quella parte, alla fine ha dovuto cedere.
All' inizio aveva provato sommessamente a ricordare che, già in passato, alcuni attori etero (ci ostiniamo a chiamarli così) avevano indossato i panni sul set di personaggi trans, senza che nessuno si fosse scandalizzato: vedi Jeffrey Tambor nella serie tv Transparent, Jared Leto in Dallas Buyers Club e Felicity Huffman in Transamerica. Ma niente, l' attrice non si era resa conto di quanto potesse essere forte la discriminazione del mondo Lgbt verso chi Lgbt non è...
E così ha dovuto scrivere una lettera imbarazzante alla rivista Out - non proprio una Lettera Scarlatta, diciamo una Lettera Scarlett - per chiedere scusa di «non essere stata sensibile» (sì, proprio come l' arbitro di Real Madrid-Juve, accusa) e di non aver capito che in ballo c' era addirittura l' eguaglianza di tutti gli artisti, a prescindere dal sesso.
Leggendo il testo scritto dalla Johansson, si è tentati di paragonarlo, per piaggeria, all' immortale lettera di scuse scritta da Roberto Benigni e Massimo Troisi a Girolamo Savonarola nella mitica scena del film Non ci resta che piangere, quella in cui «noi due peccatori ti salutiamo con la nostra faccia sotto i tuoi piedi senza chiederti neppure di stare fermo».
Lettera di scuse. Alla pari, Scarlett si batte il petto davanti al tribunale dell' inquisizione Lgbt e scrive: «Alla luce delle questioni etiche che sono state sollevate in merito alla mia scelta di interpretare Dante Tex Gill, ho deciso di ritirare la mia partecipazione al progetto. Ho imparato molto dalle persone transgender e ho una grande ammirazione per la comunità trans.
Anche se mi sarebbe piaciuto mettere in scena la storia di Dante, ho capito perché secondo molte persone dovrebbe essere rappresentato da un uomo transgender e sono grata del fatto che questo dibattito abbia scatenato una conversazione sulla diversità».
Manca solo il «vostra devotissima e sottomessa Scarlett, con la promessa di non rifarlo mai più». Ah, quanto ci piacerebbe che, a decidere la scelta di questo o quell' attore per un ruolo, fosse solo un criterio di qualità e non di genere.
Che tu sia etero, gay, cisgender, trans o asessuato, chissenefrega. Se sei valido come attore o attrice, ti meriti la parte. Altrimenti è meglio che cambi. Non sesso, ma mestiere.
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Re: Politically Correct: punto di non ritorno? (OT)
Le opinioni di Bargiggia in un tweet e le reazioni in casa Mediaset
Dopo la vittoria della Croazia contro l’Inghilterra, il giornalista ha esaltato la nazione di Mandzukic e compagni, definendola «completamente autoctona»
https://www.corriere.it/spettacoli/18_l ... e0a3.shtml
Politically Correct: la situazione è sfuggita di mano
Dopo la vittoria della Croazia contro l’Inghilterra, il giornalista ha esaltato la nazione di Mandzukic e compagni, definendola «completamente autoctona»
https://www.corriere.it/spettacoli/18_l ... e0a3.shtml
ma Bargiggia è Balkan Wolf? Gli scrive i testi Dostum?In margine ai mondiali di calcio si è verificato un episodio davvero spiacevole che riguarda anche il mondo della tv. Paolo Bargiggia, giornalista di Sport Mediaset, non perde occasione per ricordare ai follower le sue idee: è un simpatizzate di Casapound. Dopo la vittoria della Croazia contro l’Inghilterra, Bargiggia ha esaltato la nazione di Mandzukic e compagni, definendola «completamente autoctona», con un «popolo di 4 milioni di abitanti, identitario, fiero e sovranista».
E lo ha contrapposto alla Francia, che la Croazia ha sfidato nella finale dei mondiali a Mosca, definita criticamente «un melting pop (!) di razze e religioni, dove il concetto di nazione e Patria è piuttosto relativo». Libertà di pensiero, certo (anche se oggi l’uso della parola «razza» è intollerabile), ma la Croazia «completamente autoctona» è un’invenzione: a stretto giro di tweet gli hanno fatto notare che «alcuni giocatori hanno genitori di religioni diverse, nati in diverse aree della ex-Jugoslavia».
I Balcani sono una terra di contaminazione. Com’era prevedibile, Mediaset non l’ha presa bene: «Tgcom24.it e Sportmediaset.it si dissociano fermamente dalle affermazioni dal tenore e dal contenuto razzista pubblicate da Paolo Bargiggia sul suo account personale di Twitter, in particolare quelle legate alla finale mondiale tra Francia e Croazia». Adesso Bargiggia minaccia azioni legali: «Segnalo che in Italia non è previsto il reato d’opinione, che la parola razza è contemplata dalla Costituzione e che il mio tweet sul profilo personale, non aveva contenuti razzisti ma rappresentava una semplice analisi di realtà. Trattandosi di un’accusa gratuita e grave, mi riservo di tutelare la mia immagine nelle competenti sedi».
A parte il fatto che esiste anche una policy aziendale, ma se queste sono le sue analisi delle realtà, chi si fida più del giornalista televisivo Paolo Bargiggia?
Politically Correct: la situazione è sfuggita di mano
Re: Politically Correct: punto di non ritorno? (OT)
Bargiggia di estrema destra? E chi lo avrebbe detto?
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Re: Politically Correct: punto di non ritorno? (OT)
ma sai che non sapevo questa cosa? chiedo in giro e cerco in rete e trovo che effettivamente è un simpatizzante/fan di FN.cicciuzzo ha scritto:Bargiggia di estrema destra? E chi lo avrebbe detto?
resto sempre dell'idea che come tutte le cose nella vita, se vieti qui vieti la, riduci la, socchiudi, chiudi, togli
alla fine il rischio di poter dire solo buongiorno e buonasera The End è dietro l'angolo. non fai torto a nessuno, non offendi nessuno, non dici niente, tutti delusi tutti contenti.
una sana via di mezzo + il buon senso la trovo più utile
Re: Politically Correct: punto di non ritorno? (OT)
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Re: Politically Correct: punto di non ritorno? (OT)
Non so chi sia questo signore, ed evviva che possa esprimere un pensiero, visto che non siamo in un regime di estrema destra. Che il pensiero sia razzista però mi sembra palese, o vogliamo dire di no?manigliasferica ha scritto:ma sai che non sapevo questa cosa? chiedo in giro e cerco in rete e trovo che effettivamente è un simpatizzante/fan di FN.cicciuzzo ha scritto:Bargiggia di estrema destra? E chi lo avrebbe detto?
resto sempre dell'idea che come tutte le cose nella vita, se vieti qui vieti la, riduci la, socchiudi, chiudi, togli
alla fine il rischio di poter dire solo buongiorno e buonasera The End è dietro l'angolo. non fai torto a nessuno, non offendi nessuno, non dici niente, tutti delusi tutti contenti.
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Re: Politically Correct: punto di non ritorno? (OT)
"La questione della rappresentazione delle minoranze, a Hollywood, è parecchio sentita e si tenta di risolverla in due modi.
Primo: attraverso la copertura impeccabile delle quote.
Gli sceneggiatori hanno a disposizione dei sistemi per il bilanciamento di genere, che rilevano se in uno script ci sono più uomini che donne, se gli uomini recitano un maggior numero di battute delle colleghe, se i ruoli femminili sono troppo stereotipati, se ci sono abbastanza meticci, indiani, arabi, cinesi, persone di colore, almeno in una riduzione in scala di una qualsiasi strada di New York.
Secondo: soddisfacendo il più possibile il criterio di verosimiglianza (la parte dell’omosessuale deve farla un omosessuale, del gay il gay, del trans il trans e così via)."
Primo: attraverso la copertura impeccabile delle quote.
Gli sceneggiatori hanno a disposizione dei sistemi per il bilanciamento di genere, che rilevano se in uno script ci sono più uomini che donne, se gli uomini recitano un maggior numero di battute delle colleghe, se i ruoli femminili sono troppo stereotipati, se ci sono abbastanza meticci, indiani, arabi, cinesi, persone di colore, almeno in una riduzione in scala di una qualsiasi strada di New York.
Secondo: soddisfacendo il più possibile il criterio di verosimiglianza (la parte dell’omosessuale deve farla un omosessuale, del gay il gay, del trans il trans e così via)."
Re: Politically Correct: punto di non ritorno? (OT)
Sì lo so, ma siamo arrivati al punto che spontaneamente un'attrice di prima fascia rinunci ad un ruolo sulla base di una polemica a suon di insulti su twitter, da parte di emeriti\e sconosciuti\e.
questo caso non ha a che fare con la politica del non scontentare nessuno, che ha fatto dei blockbuster una poltiglia senza personalità che , ad esempio, macina record su record sul bodycount ma non vedi nemmeno una goccia di sangue e con tutte le storie virate su una dimensione a misura di idiota che non deve essere , in alcun modo, impressionato da una visione che non sia rassicurante per la sua realtà.
(e siccome dobbiamo vendere a tutti allora ogni roba deve diventare una democristianata all'ennesima potenza)
FINE DEL CINEMA - L'AUTOESCLUSIONE DI SCARLETT JOHANSSON È HOLLYWOOD CHE S'IMPICCA AL POLITICAMENTE CORRETTO: NON AVREMO PIÙ 'L'ULTIMO DEI MOHICANI' (DANIEL DAY-LEWIS NON È CHEROKEE), 'PHILADELPHIA' (TOM HANKS NON HA L'AIDS), ''ENRICO IV'' (MASTROIANNI NON ERA PAZZO) O ''MADAGASCAR'' (BEN STILLER NON È UN LEONE IN FUGA DALLO ZOO)
questo caso non ha a che fare con la politica del non scontentare nessuno, che ha fatto dei blockbuster una poltiglia senza personalità che , ad esempio, macina record su record sul bodycount ma non vedi nemmeno una goccia di sangue e con tutte le storie virate su una dimensione a misura di idiota che non deve essere , in alcun modo, impressionato da una visione che non sia rassicurante per la sua realtà.
(e siccome dobbiamo vendere a tutti allora ogni roba deve diventare una democristianata all'ennesima potenza)
FINE DEL CINEMA - L'AUTOESCLUSIONE DI SCARLETT JOHANSSON È HOLLYWOOD CHE S'IMPICCA AL POLITICAMENTE CORRETTO: NON AVREMO PIÙ 'L'ULTIMO DEI MOHICANI' (DANIEL DAY-LEWIS NON È CHEROKEE), 'PHILADELPHIA' (TOM HANKS NON HA L'AIDS), ''ENRICO IV'' (MASTROIANNI NON ERA PAZZO) O ''MADAGASCAR'' (BEN STILLER NON È UN LEONE IN FUGA DALLO ZOO)
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Re: Politically Correct: punto di non ritorno? (OT)
manigliasferica ha scritto:ma sai che non sapevo questa cosa? chiedo in giro e cerco in rete e trovo che effettivamente è un simpatizzante/fan di FN.cicciuzzo ha scritto:Bargiggia di estrema destra? E chi lo avrebbe detto?
resto sempre dell'idea che come tutte le cose nella vita, se vieti qui vieti la, riduci la, socchiudi, chiudi, togli
alla fine il rischio di poter dire solo buongiorno e buonasera The End è dietro l'angolo. non fai torto a nessuno, non offendi nessuno, non dici niente, tutti delusi tutti contenti.
una sana via di mezzo + il buon senso la trovo più utile
È interessante vedere come il concetto di: free of speech tanto caro agli americani, da cui prendiamo sempre modello, in italia invece sia completamente ignorato.
una cosa buona si poteva prendere dagli usa: il free of speech e invece no, in italia amate il reato di opinione
Qui habet, dabitur ei. E comunque: Stikazzi
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Re: Politically Correct: punto di non ritorno? (OT)
mah no dai. sono altre le persone pericolose sia a sinistra che a destra e nel mezzo.GeishaBalls ha scritto: Non so chi sia questo signore, ed evviva che possa esprimere un pensiero, visto che non siamo in un regime di estrema destra. Che il pensiero sia razzista però mi sembra palese, o vogliamo dire di no?
non bargiggia.
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Re: Politically Correct: punto di non ritorno? (OT)
comunque è freedom of speech o free speech.bellavista ha scritto:manigliasferica ha scritto:ma sai che non sapevo questa cosa? chiedo in giro e cerco in rete e trovo che effettivamente è un simpatizzante/fan di FN.cicciuzzo ha scritto:Bargiggia di estrema destra? E chi lo avrebbe detto?
resto sempre dell'idea che come tutte le cose nella vita, se vieti qui vieti la, riduci la, socchiudi, chiudi, togli
alla fine il rischio di poter dire solo buongiorno e buonasera The End è dietro l'angolo. non fai torto a nessuno, non offendi nessuno, non dici niente, tutti delusi tutti contenti.
una sana via di mezzo + il buon senso la trovo più utile
È interessante vedere come il concetto di: free of speech tanto caro agli americani, da cui prendiamo sempre modello, in italia invece sia completamente ignorato.
una cosa buona si poteva prendere dagli usa: il free of speech e invece no, in italia amate il reato di opinione
free of speech è grammaticalmente sbagliato.
lo scrivo io prima che arrivi il minckia di turno a correggere stocazzo
Qui habet, dabitur ei. E comunque: Stikazzi
Re: Politically Correct: punto di non ritorno? (OT)
ma che minkia scrivi bella...free of speech è grammaticalmente sbagliato
si scrive freedom of speech o free speech
(..azz..troppo tardi )
comunque non sono così convinto della tua teoria..non ricordo che megapresidente o ceo o quel cazzo che era di non ricordo quale mega società moderna e tecnologica si sia dovuto dimettere, nonostante fosse uno dei padroni dell'universo, per aver detto (scherzando dice lui) in un paio di mail la parola con la N (nigga , non dire a nessuno io l'abbia detto )
e così ("la parola con la N") è stata descritta nel comunicato del suo licenziamento
Bargiggia per quanto innocuo..spero, non è che sia andato molto lontano...
si scrive freedom of speech o free speech
(..azz..troppo tardi )
comunque non sono così convinto della tua teoria..non ricordo che megapresidente o ceo o quel cazzo che era di non ricordo quale mega società moderna e tecnologica si sia dovuto dimettere, nonostante fosse uno dei padroni dell'universo, per aver detto (scherzando dice lui) in un paio di mail la parola con la N (nigga , non dire a nessuno io l'abbia detto )
e così ("la parola con la N") è stata descritta nel comunicato del suo licenziamento
Bargiggia per quanto innocuo..spero, non è che sia andato molto lontano...
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Re: Politically Correct: punto di non ritorno? (OT)
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Re: Politically Correct: punto di non ritorno? (OT)
trovato:
Il capo della comunicazione di Netflix licenziato per espressione razzista
È successo in due occasioni, come ha spiegato l'amministratore delegato Reed Hastings in una mail ai dipendenti.
sì è differente da un commento in un profilo privato, ma credo, se va contro la policy aziendale non c'è freedom che tenga...
Netflix comms boss Jonathan Friedland sacked over 'N-word'
Il capo della comunicazione di Netflix licenziato per espressione razzista
È successo in due occasioni, come ha spiegato l'amministratore delegato Reed Hastings in una mail ai dipendenti.
[Scopri]Spoiler
La notizia è stata data ai dipendenti della piattaforma dall’amministratore delegato Reed Hastings attraverso una mail, dove si spiega che Friedland è stato allontanato per aver mostrato “insensibilità nei confronti della questione razziale”, un comportamento che non è in linea con i valori dell’azienda.
Netflix comms boss Jonathan Friedland sacked over 'N-word'
Ultima modifica di }}Tristan il 19/07/2018, 12:44, modificato 1 volta in totale.
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