(OT) Lega-5Stelle: sarà governo governicchio governo del cac

Scatta il fluido erotico...

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Bola
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Re: (OT) Lega-5Stelle: sarà governo governicchio governo del

#2971 Messaggio da Bola »

Ma infatti ce l'ho con chi li segue, loro fanno bene.
Se la gente vuole merda gli si dia merda

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}}Tristan
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Re: (OT) Lega-5Stelle: sarà governo governicchio governo del

#2972 Messaggio da }}Tristan »

scegli la...

MERDA....perchè 8 milioni di miliardi di triliioni di mosche non possono sbagliarsi :wink:

credo sia il primo principio di marketing, rivelato
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ariva ariva
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Re: (OT) Lega-5Stelle: sarà governo governicchio governo del

#2973 Messaggio da ariva ariva »

Il Milleproroghe, in una definizione tecnica, è un decreto omnibus del governo che proroga altri decreti ormai sul punto di scadere.

In una definizione politica, invece:
- è «la dimostrazione di come non si devono fare i decreti, è il decreto incostituzionale per antonomasia, è l'ennesima trovata per estorcere soldi agli italiani», Luigi Di Maio (M5S) dicembre 2013;
- è «uno strumento che rappresenta la fotografia esatta del rapporto malato dello Stato coi cittadini: In Europa lo abbiamo solo noi, e non credo che gli altri siano tutti cretini», Andrea Cecconi (M5S), febbraio 2015;
- è «l'essenza del fallimento del modo di legiferare della politica italiana», Vincenzo Caso (M5S), febbraio 2017;
- è «la politica che mette la toppa ai buchi», Laura Castelli (M5S), febbraio 2015;
- è «un obbrobrio legislativo che sotto il nome di Giocondo squalifica le istituzioni di un Paese», Giovanni Endrizzi (M5S), febbraio 2017;
- è «un provvedimento mostro con cui il Parlamento cede al governo», Luigi Di Maio (M5S) febbraio 2014;
- è «un provvedimento di dubbia costituzionalità perché un decreto presuppone urgenza e invece è diventato un appuntamento fisso, è la prova dell'inefficienza del governo, è l'ultimo treno delle marchette», Federica Dieni (M5S), febbraio 2017;
- è «non solo l'ennesimo decreto per questioni non urgenti, ma lo si impone con la fiducia - uno strumento per verificare la tenuta della maggioranza - di modo che sia votato a scatola chiusa e in temi rapidi», Francesca Businarolo MoVimento 5 Stelle (M5S), febbraio 2015.

Ieri il governo ha messo al fiducia sul Milleproroghe.

(Mattia Feltri)
Lamento di coniglio:
ho avuto un solo figlio.
(Gino Patroni)

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apache
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Re: (OT) Lega-5Stelle: sarà governo governicchio governo del

#2974 Messaggio da apache »

. UE condanna Orban\ungheria (è solo il primo passo, non è definitiva)
5S a favore, lega e FI contro
. Questo errore si ritorcerà contro UE. ., Polonia mette veto
le donnre amarle tutte, ma non sposarne nessuna

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Rand Al'Thor
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Re: (OT) Lega-5Stelle: sarà governo governicchio governo del

#2975 Messaggio da Rand Al'Thor »

Io ho trovato molto grave questa vicenda

http://www.repubblica.it/economia/2018/ ... P1-S1.8-T1

Il presidente di un'autorità INDIPENDENTE che viene sottoposto al fuoco incrociato delle forze politiche di maggioranza e praticamente costretto a dimettersi. Il tutto per spartirsi un'altra poltrona o per far fare bella figura ai 5S.

Veramente brutta cosa.
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dostum
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Re: (OT) Lega-5Stelle: sarà governo governicchio governo del

#2976 Messaggio da dostum »

DEMENTIA JOE PRESIDENT OF FREEDONIA

Baalkaan hai la machina targata Sassari?

VE LA MERITATE GIORGIA

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}}Tristan
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Re: (OT) Lega-5Stelle: sarà governo governicchio governo del

#2977 Messaggio da }}Tristan »

questo il risultato di tre mesi di cazzate da sboroni ogni giorno...bla bla bla


1. DRAGHI LANCIA L’ALLARME: SE CONTINUERÀ L'EMORRAGIA DI CAPITALI, E SE LO SPREAD FRA BTP E BUND DOVESSE PEGGIORARE FINO A RENDERE IL DEBITO ITALIANO INSOSTENIBILE, SI ARRIVERÀ AL SOSTANZIALE COMMISSARIAMENTO DELL’ITALIA DA PARTE DELL'EUROPA
2. IL PRESIDENTE DELLA BCE SA CHE A BRUXELLES HANNO POSATO IL DITO SUL BOTTONE CHE PUÒ FARE ESPLODERE L'ITALIA E LUI NON È PIÙ IN GRADO DI DIFENDERCI COME IN PASSATO

Alessandro Barbera per la Stampa
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Volendo fare una sintesi brutale, il senso è questo: cari Di Maio e Salvini, non sarò io a togliervi le castagne dal fuoco.

A giudicare dalla durezza del messaggio - asciutto ma senza appello - la lunga pausa estiva e la lettura dei giornali devono aver indotto Mario Draghi ad accumulare un certo fastidio verso alcuni comportamenti del governo giallo-verde. «Le parole in questi mesi sono cambiate molte volte», dice in conferenza stampa dopo il consiglio dei governatori che ha lievemente ridotto le stime di crescita per l' intera area euro.

Draghi lamenta la cacofonia delle voci, la sfida verbale alle regole europee senza cura per le conseguenze, le teorie circolate nella maggioranza a proposito delle presunte responsabilità della Bce nel mancato sostegno all' Italia in caso di nuova crisi finanziaria.

Una crisi che, fa capire Draghi, il governo rischia di innescare senza alcun significativo atto di governo. Più o meno quel che accadde alla Grecia fra il 2015 e il 2016.

Il nodo della Finanziaria
«Stiamo aspettando i fatti. E i fatti principali sono la bozza di legge Finanziaria e la discussione parlamentare. A quel punto i mercati, i risparmiatori e gli investitori daranno i loro giudizi». Come a dire: cari Salvini e Di Maio, sta a voi evitare il peggio all' Italia.

«Purtroppo le voci che abbiamo ascoltato hanno già fatto danni. I tassi di interesse sono saliti per le imprese e le famiglie». E «non c' è stato contagio. È rimasto un problema prevalentemente italiano». Ogni frase di Draghi è una risposta alle tesi circolate in questi mesi nei palazzi. Il governatore Bce fa capire che se qualcuno pensa che i partner si facciano spaventare dalle conseguenze dei problemi italiani, e per questo sarà disposta a concedere più deficit di quanto previsto dalle regole, ha fatto male i calcoli.

Per non lasciare il dubbio che il messaggio non giunga a destinazione, a rincarare la dose ci pensa il commissario agli Affari Monetari Pierre Moscovici, un altro solitamente molto misurato.

«L' Italia è oggi un problema, deve essere credibile e presentare una Finanziaria credibile». La Commissione europea è disposta a concedere più di dieci miliardi di flessibilità e un deficit per il 2019 attorno all' 1,6-1,7 per cento, ma la richiesta della maggioranza di andare oltre è respinta al mittente.

Il piano di stimoli
Draghi dice di più: la soluzione ai desiderata di Lega e Cinque Stelle non passerà da Francoforte. Non c' è alcuna speranza che il piano di acquisto titoli della Bce venga allungato per alleggerire il peso delle decisioni che attendono il governo. «Il nostro mandato non è quello di finanziare i debiti pubblici». La politica monetaria non può essere maneggiata con la stessa semplicità con cui si apre o chiude un rubinetto dell' acqua.

Il programma si avvia a conclusione e non potrà essere allungato - come ad esempio ha chiesto il leghista Claudio Borghi - perché un Paese ne fa richiesta. La conseguenza della frase di Draghi è questa: se continuerà l' emorragia di capitali, e se lo spread fra Btp e Bund dovesse peggiorare fino a rendere il debito italiano insostenibile, Roma dovrà attenersi alle regole in vigore che prevedono l' attivazione di un programma di sostegno e il sostanziale commissariamento da parte dell' Europa.

Inutile lamentarsi poi dell' aumento degli spread: se oggi l' Italia si scopre più vulnerabile, non è per un caso del destino, ma perché i fondamentali dell' economia sono più fragili di altri. Bassa crescita, alto debito. «I Paesi in quelle condizioni dovrebbero procedere con le riforme», ma di riforme all' orizzonte non se ne vedono granché.

L' asse dei responsabili
Per il momento Draghi spera che prevalga la ragionevolezza: fino a prova contraria il premier (Giuseppe Conte), il ministro dell' Economia (Giovanni Tria) e quello degli Esteri (Enzo Moavero) «hanno detto che l' Italia rispetterà le regole». Un modo elegante per consigliare ai mercati di non dare troppo peso alle dichiarazioni avventate dei due vice. Non è chiaro se si tratti di un monito o di un auspicio. Anche Moscovici si augura che prevalga l' asse dei responsabili guidati da Tria: «L' ho visto e lo vedrò ancora. Ma non sarà solo lui a votare la manovra», dice con un filo di malcelata ironia. Poi, parlando del clima che si respira in Europa si lascia scappare una battuta che indignerà Luigi Di Maio: «C' è un clima che somiglia agli anni Trenta, ma certo non dobbiamo esagerare, non c' è Hitler, forse dei piccoli Mussolini». La risposta del vicepremier è sprezzante: «Un atteggiamento insopportabile».
VA BENE CORNUTI MA ALMENO NON GABBATI
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Nel libro Il giorno della civetta, Leonardo Sciascia fa dire a uno dei protagonisti: il popolo cornuto era e cornuto resta, la differenza è se la bandiera che appendi alle corna te la impone qualcuno e allora sei in una dittatura o se puoi sceglierla del colore che più ti piace, e allora sei in democrazia. Gli italiani, nelle urne, hanno scelto i nuovi vessilli ma questo non ha cambiato la loro condizione di eterni cornuti, nel senso di traditi dal partito del cuore.

In Puglia i Cinque Stelle volarono al 40 per cento sulla promessa di chiudere l' Ilva e così non è andata. A Genova, ai funerali delle vittime del ponte Morandi, Di Maio venne accolto da applausi carichi di speranza ma oggi, a distanza di un mese, la ricostruzione è ferma per l' incapacità e la sete di potere (e di poltrone) dei Cinque Stelle mentre Genova aspetta, ferita e umiliata.

E ancora. Il voto di marzo ha premiato i partiti nemici dell' Europa, ma essendosi questi comportanti come una squadra di dilettanti che pretende di dettare legge in Champions League, stiamo rischiando il cappotto per mano di Bruxelles. E non mi riferisco alle stupide parole del commissario Moscovici su l' Italia in mano «a tanti piccoli Mussolini», non ai moniti dei soliti tromboni europei anti italiani ma al nostro più grande sostenitore oltre confine, l' arci italiano Mario Draghi: «Fino ad ora in Italia danni con le parole, aspettiamo i fatti».

Draghi è uno che parla poco e mai a caso. Se ha usato parole così forti e inedite significa solo una cosa. Cioè sa che in Europa hanno posato il dito sul bottone che può fare esplodere l' Italia e lui non è più in grado di difenderci come in passato. La sua non è una minaccia ma un ultimo, quasi affettuoso appello a fermarsi prima che sia troppo tardi.

Possiamo discutere all' infinito se tutto ciò sia giusto o sbagliato ma sarebbe da incoscienti non prendere atto che le cose stanno così, che il governo deve smettere di giocare con le parole, uscire una volta per tutte dalla campagna elettorale permanente e iniziare a governare, ammesso che ne sia capace, ammesso che si possano tenere insieme due partiti, Lega e Cinque Stelle, con visioni spesso così diverse e in conflitto tra loro. Anche chi vede l' Europa come fumo negli occhi non penso sia disposto al martirio sull' altare di Di Maio e soci. Cornuti sì, ma almeno non gabbati.
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Re: (OT) Lega-5Stelle: sarà governo governicchio governo del

#2978 Messaggio da TD »

Rand Al'Thor ha scritto:Io ho trovato molto grave questa vicenda

http://www.repubblica.it/economia/2018/ ... P1-S1.8-T1

Il presidente di un'autorità INDIPENDENTE che viene sottoposto al fuoco incrociato delle forze politiche di maggioranza e praticamente costretto a dimettersi. Il tutto per spartirsi un'altra poltrona o per far fare bella figura ai 5S.

Veramente brutta cosa.
si ma il PD...

e poi comunque suca.....

a parte gli scherzi non c'è molto da stare allegri, e se devo essere sincero a me fa tanta paura quando li sento parlare di ricostruzione ponte di Genova o altre opere, continuare a tirare in ballo la Cassa depositi e prestiti, che in pratica sono i risparmi degli italiani sui libretti postali, ecco sapere che questi possono gestire o avere a che fare con i nostri risparmi un pò inquieta
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Re: (OT) Lega-5Stelle: sarà governo governicchio governo del

#2979 Messaggio da }}Tristan »

ne hanno parlato così tanto e con toni da "padroni" che, anche senza usarli i risparmi degli italiani, la CDP potrebbe diventare un problema

I funzionari dell’Eurostat, l’ufficio statistico dell’UE, stanno da tempo collazionando tutte queste dichiarazioni belluine del governo penta-leghista perché porterebbero alla conclusione che la Cassa Depositi e Prestiti è un soggetto pubblico. E come tale andrebbe riclassificato all’interno del perimetro del Bilancio dello Stato, vanificando così la manovra di Tremonti che negoziò a suo tempo il profilo privato di CDP.
Una riclassificazione del genere sarebbe una débâcle perché causerebbe alle nostre malandate casse un guaio da 50 miliardi.
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Re: (OT) Lega-5Stelle: sarà governo governicchio governo del

#2980 Messaggio da gi.kappa. »

Ma quant'è trash il capitano che bataglia con il ministro lussemburghese?? :cuore: :cuore: :cuore:
Altro che le lacrime di Vittorio Emanuele Orlando, la musica è cambiata signori.
Sogna una carne sinteticanuovi attributi eunmicrochipemozionale
Sogna di un bisturi amico che faccia dileiqualcosafuoridalnormale

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Re: (OT) Lega-5Stelle: sarà governo governicchio governo del

#2981 Messaggio da }}Tristan »

trash è trash..ma se anche un lussemburghese può rispondere così...io farei meno lo sborone
le ricordano loro certe cose e noi facciamo finta di essere entrati in partita solo adesso
Ma Asselborn perde la pazienza e sbotta: "In Lussemburgo, caro signore, avevamo migliaia di italiani che sono venuti a lavorare da noi, dei migranti, affinche voi in Italia poteste avere i soldi per i vostri figli". E poi conclude con una espressione colorita: "Merde, alors".
Il lussemburgo che è un buco di culo...


dai andare a fare il troll sarà divertente..ma a fare bordello così...
salvino dimentica sempre che ha il 16% e parla come se fosse il sindaco d'itaglia
ma si lamenta se dicono sia un piccolo wanna be mussolini
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cicciuzzo
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Re: (OT) Lega-5Stelle: sarà governo governicchio governo del

#2982 Messaggio da cicciuzzo »

Il sentimento più sincero rimane sempre l'erezione

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Re: (OT) Lega-5Stelle: sarà governo governicchio governo del

#2983 Messaggio da }}Tristan »

premio best trolling ever and ever
6 miliarducci in due anni, cosa vuoi che sia...

CARO CI COSTA LO ''SPREAD DELLE PAROLE'': 6 MILIARDI IN DUE ANNI - COTTARELLI NON MOLLA L'OSSO DEL GOVERNO PENTALEGHISTA E RICORDA CHE MESI DI PROMESSE, O MEGLIO MINACCE, DI STRAVOLGERE I CONTI PUBBLICI PER ACCONTENTARE IL FANTOMATICO CONTRATTO DI GOVERNO, COSTERANNO ALLE CASSE DELLO STATO UN BEL PO' DI INTERESSI SUL DEBITO IN PIÙ. DAL DEF SI CAPIRÀ SE SONO STATE PAROLE AL VENTO O SE ARRIVERÀ QUALCOSA DI NUOVO
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Il paradosso è che il primo a pagare il prezzo sarà proprio il governo. Gli effetti dello «spread delle parole», le dichiarazioni estive di esponenti dell' esecutivo che hanno spaventato gli investitori, facendo calare i prezzi e aumentare i rendimenti dei titoli di Stato, si vedranno tra qualche giorno, scritte nelle tabelle dell' attesissimo aggiornamento del Def 2018.

Il «rischio politico» Le parole di ieri di Mario Draghi («Purtroppo abbiamo visto che le parole hanno fatto alcuni danni, i tassi sono saliti, per le famiglie e le imprese») sembrano ispirate a una breve nota di Dbrs.

L' agenzia di rating, il cui giudizio sul debito italiano è uno dei quattro considerati dalla Bce per accettare i titoli in deposito a fronte delle linee di finanziamento alle banche, ha spiegato martedì, con i numeri, come «il rischio politico influenza i costi di finanziamento sovrano dell' Italia», i cui effetti saranno che «l' impatto dei maggiori costi di finanziamento sarà maggiore di quanto il governo aveva inizialmente previsto. I numeri dicono questo: il costo del debito pubblico all' emissione (il rendimento dei titoli) nel periodo tra gennaio e agosto è stato dello 0,16% per i titoli a due anni e del 2,37% per i titoli a dieci anni.

Tra gennaio e aprile, l' ultima asta di titoli pubblici prima del caos di metà maggio sulla formazione del governo Conte, lo stesso costo era negativo (-0,24%) per i titoli a due anni e dell' 1,97% per i titoli a dieci anni.

Se i rendimenti fossero rimasti stabili, avremmo risparmiato circa 180 milioni all' anno di interessi sui 27,8 miliardi di euro di Btp decennali emessi nel corso del 2018 e circa 80 milioni sui titoli a due anni. Altri 180 milioni è il maggior costo di interessi sui 52,2 miliardi di Bot a un anno emessi da gennaio a oggi. E così via per tutte le scadenze. Il totale, secondo uno studio Teh Ambrosetti con l' Osservatorio sui conti pubblici guidato da Carlo Cottarelli, per il 2018 è di 898 milioni di euro, più altri 5,1 miliardi per il 2019.

Il caos di maggio Lo choc c' è stato all' asta dei titoli di Stato di fine maggio.
Quelli andati erano nuove tranche di titoli già in circolazione e andati in asta anche il mese precedente. Il minore incasso per il Tesoro rispetto all' asta di aprile, effetto dei prezzi crollati, è stato di 744 milioni di euro. Da allora, alle parole - di esponenti del governo o della maggioranza - sono seguiti i fatti - dei mercati -.

Qualche esempio: il 21 giugno, con la nomina di esponenti anti euro nelle commissioni parlamentari, lo spread, in discesa dopo il picco nei giorni del caos sulla formazione del governo, risale a 238 punti. Il 5 agosto il vicepremier Matteo Salvini, parlando del rispetto del vincolo europeo del deficit, dichiara che «il 3% non è la bibbia».

Lo spread risale oltre 260 punti dopo un luglio tranquillo. Il 13 agosto tocca a Luigi Di Maio, che promette una «dura battaglia» con la Ue. Lo spread risale oltre i 280 punti. Dopo il crollo del ponte Morandi si moltiplicano gli interventi sulla necessità di spendere in deficit per le opere pubbliche. Il 16 agosto siamo oltre i 290 punti. Il clima si raffredda solo il 5 settembre, quando Di Maio afferma che la manovra «manterrà i conti in ordine» e smentisce una contrapposizione con il ministro Tria.

Gli effetti in banca Poi ci sono gli effetti indiretti.
Sempre secondo lo studio Teha-Cottarelli, se si cerca una correlazione tra lo spread e i tassi bancari, la dinamica dei tassi attivi e passivi «risulta solo parzialmente determinata dall' andamento dei rendimenti sui titoli di Stato». Dipende invece «dall' andamento dell' economia, dall' andamento degli investimenti, dalla domanda di prestiti e da altre variabili reali». Una dimostrazione sta nelle medie mensili del tasso Euribor, cui è collegata la buona parte dei mutui a tasso variabile.

Quello a 6 mesi, per dire, a gennaio era pari a -0,27% e tale si è mantenuto almeno fino ad agosto. Le banche in quanto tali invece tendono a soffrire assai maggiormente. C' è una correlazione diretta e inversa tra lo spread e l' andamento dei titoli in Borsa. Se il differenziale sale i titoli scendono: per ogni 100 punti base di aumento degli interessi dei titoli di Stato determinato dall' innalzarsi dello spread, il Cet1 ratio, il principale indice di patrimonializzazione delle banche, si riduce di circa 40 punti base. Quando si andò alle urne, a marzo, il Cet1 di Intesa Sanpaolo era al 13,3%, a giugno (ultimo dato disponibile) era già sceso al 12,8%; quello di Unicredit è passato dal 13,1 a 12,5%; l' indicatore del Monte dei Paschi dal 14,4 al 13%.
e nonostante le entrate tributarie siano in aumento..nuovo record del debito pubblico

DEBITO PUBBLICO DA RECORD: E’ AUMENTATO DI 18,4 MILIARDI IN UN MESE - BANKITALIA FA SAPERE CHE NEL MESE DI LUGLIO E’ ARRIVATO A 2.341,7 MILIARDI – PROSEGUE L’USCITA DEGLI INVESTITORI STRANIERI DAI TITOLI DI STATO ITALIANI - IERI LE CRITICHE DI MOSCOVICI E DRAGHI
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Torna a salire, a luglio, il debito pubblico. Per la Banca d'Italia è aumentato di 18,4 miliardi rispetto al mese precedente, risultando pari a 2341,7 miliardi e toccando un nuovo record. L'aumento, spiega Via Nazionale, è dovuto all'incremento delle disponibilità liquide del Tesoro (31,6 miliardi, a 80 miliardi), che ha compensato l'avanzo di cassa delle amministrazioni pubbliche (15,1 miliardi); scarti e premi all'emissione e rimborso, la rivalutazione dei titoli indicizzati all'inflazione e la variazione tassi cambio (totale 1,9 miliardi).

A luglio - spiega inoltre Bankitalia - le entrate tributarie contabilizzate nel bilancio dello Stato sono state pari a 49,4 miliardi, in aumento del 4,8 per cento rispetto allo stesso mese del 2017. Per l'istituto nei primi sette mesi del 2018 le entrate tributarie sono state pari a 236,5 miliardi, in aumento dell'1,4 per cento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno; al netto di alcune disomogeneità contabili si può stimare che la dinamica delle entrate tributarie sia stata più favorevole.
però il piano è tagliare le entrate (flat tax) aumentare le uscite (fornero, reddito di cittadinanza, quota 100) e...???????? :o :o :o :o :o
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Leicster
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Re: (OT) Lega-5Stelle: sarà governo governicchio governo del

#2984 Messaggio da Leicster »

io non capisco il ragionamento di voi gente di sinistra,state sempre a disprezzare gli italiani,non vi considerate italiani eppure state sempre a frignare per lo spred il debito l'immigrazione ecc che ti frega del governo italiano se non ti consideri italiano ma trasferisciti in Eritrea almeno ti fanno da mangiare loro e sei felice. Hai pure un bel governicchio democratico e quelli come te sono il benvenuto, vi trattano con i guanti bianchi

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dostum
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Re: (OT) Lega-5Stelle: sarà governo governicchio governo del

#2985 Messaggio da dostum »

}}Tristan ha scritto:questo il risultato di tre mesi di cazzate da sboroni ogni giorno...bla bla bla


1. DRAGHI LANCIA L’ALLARME: SE CONTINUERÀ L'EMORRAGIA DI CAPITALI, E SE LO SPREAD FRA BTP E BUND DOVESSE PEGGIORARE FINO A RENDERE IL DEBITO ITALIANO INSOSTENIBILE, SI ARRIVERÀ AL SOSTANZIALE COMMISSARIAMENTO DELL’ITALIA DA PARTE DELL'EUROPA
2. IL PRESIDENTE DELLA BCE SA CHE A BRUXELLES HANNO POSATO IL DITO SUL BOTTONE CHE PUÒ FARE ESPLODERE L'ITALIA E LUI NON È PIÙ IN GRADO DI DIFENDERCI COME IN PASSATO

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Volendo fare una sintesi brutale, il senso è questo: cari Di Maio e Salvini, non sarò io a togliervi le castagne dal fuoco.

A giudicare dalla durezza del messaggio - asciutto ma senza appello - la lunga pausa estiva e la lettura dei giornali devono aver indotto Mario Draghi ad accumulare un certo fastidio verso alcuni comportamenti del governo giallo-verde. «Le parole in questi mesi sono cambiate molte volte», dice in conferenza stampa dopo il consiglio dei governatori che ha lievemente ridotto le stime di crescita per l' intera area euro.

Draghi lamenta la cacofonia delle voci, la sfida verbale alle regole europee senza cura per le conseguenze, le teorie circolate nella maggioranza a proposito delle presunte responsabilità della Bce nel mancato sostegno all' Italia in caso di nuova crisi finanziaria.

Una crisi che, fa capire Draghi, il governo rischia di innescare senza alcun significativo atto di governo. Più o meno quel che accadde alla Grecia fra il 2015 e il 2016.

Il nodo della Finanziaria
«Stiamo aspettando i fatti. E i fatti principali sono la bozza di legge Finanziaria e la discussione parlamentare. A quel punto i mercati, i risparmiatori e gli investitori daranno i loro giudizi». Come a dire: cari Salvini e Di Maio, sta a voi evitare il peggio all' Italia.

«Purtroppo le voci che abbiamo ascoltato hanno già fatto danni. I tassi di interesse sono saliti per le imprese e le famiglie». E «non c' è stato contagio. È rimasto un problema prevalentemente italiano». Ogni frase di Draghi è una risposta alle tesi circolate in questi mesi nei palazzi. Il governatore Bce fa capire che se qualcuno pensa che i partner si facciano spaventare dalle conseguenze dei problemi italiani, e per questo sarà disposta a concedere più deficit di quanto previsto dalle regole, ha fatto male i calcoli.

Per non lasciare il dubbio che il messaggio non giunga a destinazione, a rincarare la dose ci pensa il commissario agli Affari Monetari Pierre Moscovici, un altro solitamente molto misurato.

«L' Italia è oggi un problema, deve essere credibile e presentare una Finanziaria credibile». La Commissione europea è disposta a concedere più di dieci miliardi di flessibilità e un deficit per il 2019 attorno all' 1,6-1,7 per cento, ma la richiesta della maggioranza di andare oltre è respinta al mittente.

Il piano di stimoli
Draghi dice di più: la soluzione ai desiderata di Lega e Cinque Stelle non passerà da Francoforte. Non c' è alcuna speranza che il piano di acquisto titoli della Bce venga allungato per alleggerire il peso delle decisioni che attendono il governo. «Il nostro mandato non è quello di finanziare i debiti pubblici». La politica monetaria non può essere maneggiata con la stessa semplicità con cui si apre o chiude un rubinetto dell' acqua.

Il programma si avvia a conclusione e non potrà essere allungato - come ad esempio ha chiesto il leghista Claudio Borghi - perché un Paese ne fa richiesta. La conseguenza della frase di Draghi è questa: se continuerà l' emorragia di capitali, e se lo spread fra Btp e Bund dovesse peggiorare fino a rendere il debito italiano insostenibile, Roma dovrà attenersi alle regole in vigore che prevedono l' attivazione di un programma di sostegno e il sostanziale commissariamento da parte dell' Europa.

Inutile lamentarsi poi dell' aumento degli spread: se oggi l' Italia si scopre più vulnerabile, non è per un caso del destino, ma perché i fondamentali dell' economia sono più fragili di altri. Bassa crescita, alto debito. «I Paesi in quelle condizioni dovrebbero procedere con le riforme», ma di riforme all' orizzonte non se ne vedono granché.

L' asse dei responsabili
Per il momento Draghi spera che prevalga la ragionevolezza: fino a prova contraria il premier (Giuseppe Conte), il ministro dell' Economia (Giovanni Tria) e quello degli Esteri (Enzo Moavero) «hanno detto che l' Italia rispetterà le regole». Un modo elegante per consigliare ai mercati di non dare troppo peso alle dichiarazioni avventate dei due vice. Non è chiaro se si tratti di un monito o di un auspicio. Anche Moscovici si augura che prevalga l' asse dei responsabili guidati da Tria: «L' ho visto e lo vedrò ancora. Ma non sarà solo lui a votare la manovra», dice con un filo di malcelata ironia. Poi, parlando del clima che si respira in Europa si lascia scappare una battuta che indignerà Luigi Di Maio: «C' è un clima che somiglia agli anni Trenta, ma certo non dobbiamo esagerare, non c' è Hitler, forse dei piccoli Mussolini». La risposta del vicepremier è sprezzante: «Un atteggiamento insopportabile».
VA BENE CORNUTI MA ALMENO NON GABBATI
Alessandro Sallusti per il Giornale
[Scopri]Spoiler
Nel libro Il giorno della civetta, Leonardo Sciascia fa dire a uno dei protagonisti: il popolo cornuto era e cornuto resta, la differenza è se la bandiera che appendi alle corna te la impone qualcuno e allora sei in una dittatura o se puoi sceglierla del colore che più ti piace, e allora sei in democrazia. Gli italiani, nelle urne, hanno scelto i nuovi vessilli ma questo non ha cambiato la loro condizione di eterni cornuti, nel senso di traditi dal partito del cuore.

In Puglia i Cinque Stelle volarono al 40 per cento sulla promessa di chiudere l' Ilva e così non è andata. A Genova, ai funerali delle vittime del ponte Morandi, Di Maio venne accolto da applausi carichi di speranza ma oggi, a distanza di un mese, la ricostruzione è ferma per l' incapacità e la sete di potere (e di poltrone) dei Cinque Stelle mentre Genova aspetta, ferita e umiliata.

E ancora. Il voto di marzo ha premiato i partiti nemici dell' Europa, ma essendosi questi comportanti come una squadra di dilettanti che pretende di dettare legge in Champions League, stiamo rischiando il cappotto per mano di Bruxelles. E non mi riferisco alle stupide parole del commissario Moscovici su l' Italia in mano «a tanti piccoli Mussolini», non ai moniti dei soliti tromboni europei anti italiani ma al nostro più grande sostenitore oltre confine, l' arci italiano Mario Draghi: «Fino ad ora in Italia danni con le parole, aspettiamo i fatti».

Draghi è uno che parla poco e mai a caso. Se ha usato parole così forti e inedite significa solo una cosa. Cioè sa che in Europa hanno posato il dito sul bottone che può fare esplodere l' Italia e lui non è più in grado di difenderci come in passato. La sua non è una minaccia ma un ultimo, quasi affettuoso appello a fermarsi prima che sia troppo tardi.

Possiamo discutere all' infinito se tutto ciò sia giusto o sbagliato ma sarebbe da incoscienti non prendere atto che le cose stanno così, che il governo deve smettere di giocare con le parole, uscire una volta per tutte dalla campagna elettorale permanente e iniziare a governare, ammesso che ne sia capace, ammesso che si possano tenere insieme due partiti, Lega e Cinque Stelle, con visioni spesso così diverse e in conflitto tra loro. Anche chi vede l' Europa come fumo negli occhi non penso sia disposto al martirio sull' altare di Di Maio e soci. Cornuti sì, ma almeno non gabbati.
Noo è il salvatore della patria
http://www.affaritaliani.it/economia/mp ... 507872.htm
https://books.google.it/books?id=tFYgBQ ... le&f=false
SANTO SUBITO
DEMENTIA JOE PRESIDENT OF FREEDONIA

Baalkaan hai la machina targata Sassari?

VE LA MERITATE GIORGIA

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