A 48 ore dalla guerra

Scatta il fluido erotico...

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Super Zeta
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A 48 ore dalla guerra

#1 Messaggio da Super Zeta »

Nulla, in questo momento, è meno off topic di riflessioni sul tema.
Nulla, lo dico subito, verrà  ospitato in tema di interventi a favore del conflitto
I bombaroli hanno già  tutti gli spazi, tutti i megafoni, tutte le verità , tutto il potere, tutte le libertà  di scatenare guerre contro paesi senza lo straccio di una prova o un motivo (se mai dovesse esistere al mondo un motivo valido per scatenare una guerra)
Questo forum, mi arrogo il diritto di non offrirvelo. Scusatemi.


LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI

di Mons. Robert Bowman
(Vescovo di Melbourne Beach, Florida, ex-colonnello dell'Esercito Americano)

Racconti la verità  al popolo, signor Presidente, sul terrorismo.
Se le illusioni riguardo al terrorismo non saranno disfatte, la minaccia continuerà  fino a distruggerci completamente.
La verità  è che nessuna delle nostre migliaia di armi nucleari puó proteggerci da queste minacce.

Nessun sistema di Guerre Stellari (non importa quanto siano tecnologicamente avanzate, nè quanti miliardi di dollari vengano
buttati via con esse) potrà  proteggerci da un'arma nucleare portata qui su una barca, un aereo, una valigia o un'auto affittata.
Nessuna arma del nostro vasto arsenale, nemmeno un centesimo dei 270 miliardi di dollari spesi ogni anno nel cosiddetto "sistema di difesa" puó evitare una bomba terrorista.
Signor Presidente, lei non ha raccontato al popolo americano la verità 
sul perchè siamo bersaglio del terrorismo, quando ha spiegato perchè
avremmo bombardato l'Afganistan e il Sudan. Lei ha detto che siamo bersaglio del terrorismo perchè difendiamo la democrazia, la libertà  e i diritti umani nel mondo.
Che assurdo, signor Presidente!
Siamo bersaglio dei terroristi perchè, nella maggior parte del mondo,
il nostro governo difende la dittatura, la schiavitù e lo sfruttamento
umano.
Siamo bersaglio dei terroristi perchè siamo odiati. E siamo odiati
perchè il nostro governo ha fatto cose odiose.
In quanti paesi agenti del nostro governo hanno deposto dirigenti
eletti dal popolo, sostituendoli con militari-dittatori, marionette
desiderose di vendere il loro popolo a corporazioni americane multinazionali?
Abbiamo fatto questo in Iran quando i marines e la CIA deposero Mussadekh perchè aveva intenzione di nazionalizzare il petrolio. Lo sostituimmo con lo scià  Reza Pahlevi e armammo, allenammo e pagammo la sua odiata guardia nazionale Savak, che schiavizzó e brutalizzó il popolo iraniano per proteggere l'interesse finanziario delle nostre compagnie di petrolio.
Dopo questi fatti sarà  difficile immaginare che in Iran ci siano persone che ci odiano?
Abbiamo fatto questo in Cile. Abbiamo fatto questo in Vietnam. Più recentemente, abbiamo tentato di farlo in lrak. E
quante volte abbiamo fatto questo in Nicaragua, e nelle altre repubbliche dell'America Latina?
Una volta dopo l'altra, abbiamo destituito dirigenti popolari che
volevano che le ricchezze della loro terra fossero divise tra il popolo che le ha prodotte. Noi li abbiamo sostituiti con tiranni assassini che avrebbero
venduto il proprio popolo per ingrassare i loro conti correnti privati,
attraverso il pagamento di abbondanti tangenti, affinchè la ricchezza
della loro terra potesse essere presa da imprese come la Sugar, United
Fruits Company, Folgers e via dicendo.
Di paese in paese, il nostro governo ha ostruito la democrazia
soffocato la libertà  e calpestato i diritti umani.E' per questo che siamo
odiati intorno al mondo. Ed è per questo che siamo bersaglio dei terroristi.

Il popolo canadese gode di democrazia, di libertà  e diritti umani, così
come quello della Norvegia e Svezia. Lei ha sentito
mai dire che una ambasciata canadese, svedese o norvegese siano state bombardate? Noi non siamo odiati perchè pratichiamo la democrazia, la libertà 
e i diritti umani. Noi siamo odiati perchè il nostro governo nega queste
cose ai popoli dei paesi del terzo mondo, le cui risorse fanno gola alle >
nostre compagnie multinazionali. Quest'odio che abbiamo seminato si
ritorce contro di noi per spaventarci sotto forma di terrorismo e, in
futuro, terrorismo nucleare.
Una volta detta la verità  sul perchè dell'esistenza della minaccia e della sua comprensione, la soluzione diventa ovvia. Noi dobbiamo cambiare le
nostre pratiche. Cambiare in modo drastico la nostra
politica estera la renderà  sicura.

Invece di mandare i nostri figli e figlie in giro per il mondo per uccidere arabi in modo che possiamo avere il petrolio che esiste sotto le loro sabbie, dovremmo mandarli a ricostruire le loro infrastrutture,
fornire acqua pulita e alimentare bambini affamati. Invece di
continuare a uccidere migliaia di bambini iracheni tutti i giorni con le nostre sanzioni economiche, dovremmo aiutare gli iracheni a ricostruire le loro centrali elettriche, le stazioni di trattamento delle acque, i loro
ospedali e tutte le altre cose che abbiamo distrutto e abbiamo
impedito di ricostruire con le sanzioni economiche.
Invece di allenare terroristi e squadroni della morte, dovremmo chiudere la nostra
"Scuola delle Americhe". Invece di sostenere la ribellione e la destabilizzazione, l'assassinio e il terrore in giro per il mondo, dovremmo abolire la CIA e dare il denaro speso da essa ad agenzie di assistenza.
Chi tenterebbe di trattenerci? Chi ci odierebbe? Chi vorrebbe bombardarci?
Questa è la verità , signor Presidente.
E' questo che il popolo americano ha bisogno di ascoltare.

Mons. Robert Bowman

Red
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#2 Messaggio da Red »

Clarence ha scritto:Un milione di bambini iracheni sta aspettando di morire sotto le bombe anglo-statunitensi. A certificarlo non è la solita fonte difficilmente verificabile, ma un rapporto confidenziale dell'Onu che in questi giorni, non si sa bene come, si sta diffondendo a macchia d'olio sulla rete. Leggendo il documento, (Integrated Humanitarian Contingency Plan for Iraq and Neighbouring Countries), datato 7 gennaio e redatto dall'Ufficio per il coordinamento degli affari umanitari delle Nazioni Unite, si evince che circa il 30% dei bambini sotto i cinque anni in Iraq (1,26 milioni) "sarebbe a rischio di morte per malnutrizione" nell'eventualità  di un conflitto bellico.
Non meno disastroso sarebbe l'impatto sul resto della popolazione: lo stesso rapporto prevede mezzo milione di vittime dirette del conflitto, tre milioni di persone a rischio nutrizionale e altre otto che si troverebbero in mancanza di servizi igienici e sanitari, con tutte le conseguenze del caso.

Queste stime devono essere considerate come altamente oggettive, dal momento che l'Onu se ne servirà  per preparare il proprio intervento sul territorio iracheno nel caso di un conflitto bellico.

Non ci vuol molto a capire che il popolo iracheno, quei civili oppressi dal dittatore Saddam Hussein che lo stesso Bush dichiara di voler difendere, sta per andare incontro ad una inenarrabile catastrofe. Stremati da oltre dodici anni di sanzioni, da condizioni igenico-sanitarie inesistenti e da un regime dispotico, i sudditi di Saddam sono sottoposti a un altissimo livello di vulnerabilità .
Secondo il WFP (World Food Programme) sono sedici milioni (pari al 60% della poplazione totale) gli iracheni che dpendono dalle razioni alimentari mensili fornite dal governo, foraggiamento che verrebbe per forza di cose interrotto in caso di conflitto.

L'Onu sta cercando di conoscere al meglio la situazione e di attrezzarsi come puó per porre rimedio a questo disastro annunciato. Un altro passaggio preoccupante del dossier confidenziale, che presto sarà  disponibile in versione italiana a questo indirizzo, dopo la caduta del governo di Saddam non sarà  possibile instaurare un governo provvisorio a Baghdad per un periodo compreso da 1 a 3 mesi. Si verrebbe a creare in questo modo una situazione di totale anarchia, durante la quale circa 2.000.000 di sfollati cercheranno di superare i confini del Paese, dirigendosi verso Iran e Siria, gli unici due stati che permetteranno loro l'espatrio.

Alla fine del documento, l'Onu stessa si dichiara impotente a gestire una catastrofe di tali dimensioni, ammettendo che "L'attuale capacità  di risposta del sistema delle Nazioni Unite rimane bel al di sotto dei requisiti critici stabiliti nel processo di pianificazione inter-agenzie". E ancora: "Tutte le agenzie delle Nazioni Unite soffrono di gravi limitazioni di fondi che impediscono loro di raggiungere anche livelli minimi di preparazione".

Insomma, i soldi ci sono per armare i soldati, ma non per aiutare gli sfollati e i senza tetto. Lo scenario fin qui dipinto, per quanto possa sembrare apocalittico, non diverge molto da ció che accadrà . L'attacco congiunto anglo-americano, che ancora speriamo possa essere scongiurato, provocherà  un disastro umanitario dalle proporzioni inaudite. Di tutto ció sapremo ben poco, perchè i media tradizionali saranno troppo impegnati a riferire le notizie ufficiali pilotate dal governo statunitense e dai potentati petroliferi che spingono per la guerra. Ma quando esulteremo per la distruzione del quartier generale di Saddam Hussein, guardando le immagini preconfezionate della CNN, ricordiamoci di quel milione di bambini che anche noi avremo contribuito ad uccidere.

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dostum
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#3 Messaggio da dostum »

Queste cose le aveva dette anche prima del Kosovo?
:alien:

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Scorpio
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#4 Messaggio da Scorpio »

ció che più mi sconcerta è la faccia da ebete di Geoge W.Bush mentre si rivolge alla nazione americana.
Quell'espressione da ritardato mentale con tracce di passato da etilista che lo rendono più simile ad una scimmia mi fanno riflettere sul degrado della politica guidata solo più da oligarchie.
:cry:

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Drogato_ di_porno
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#5 Messaggio da Drogato_ di_porno »

:)
Ultima modifica di Drogato_ di_porno il 09/04/2003, 17:06, modificato 1 volta in totale.
sono un analfabeta funzionante

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Super Zeta
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#6 Messaggio da Super Zeta »

Gabriel Garcia Marquez a Bush sull'11 settembre

Come ci si sente? Come ci si sente nel vedere che l'orrore esplode
nel tuo giardino e non nel soggiorno del vicino? Come si sente la
paura che preme nel tuo petto, il panico che provoca un rumore
assordante, le fiamme senza controllo, gli edifici che crollano,
quel terribile odore che ti si mette in fondo ai polmoni, gli occhi
degli innocenti che camminano coperti di sangue e di polvere? Come
si vive per un giorno nella tua propria casa l'incertezza di quello che dovrà  accadere?

Come si esce dallo stato di shock? In stato di shock camminavano il
6 agosto 1946 i sopravvissuti di Hiroshima. Niente restava in piedi
nella città  dopo che l'artigliere nordamericano dell'Enola Gay
lasció cadere la bomba. In pochi secondi erano morti 80.000 uomini, donne e bambini. Altri 25.000 sarebbero morti negli anni successivi
a causa delle radiazioni. Ma quella era una guerra lontana e non esisteva neppure la televisione.

Come si sente oggi l'orrore quando le terribili immagini della
televisione ti dicono che ció che è accaduto l'11 settembre non è
successo in una terra lontana ma nella tua stessa patria? In un
altro 11 settembre, ma di 28 anni prima, era morto un presidente di
nome Salvador Allende mentre resisteva ad un colpo di stato che i
tuoi governanti avevano pianificato. Anche quelli furono tempi
d'orrore, ma tutto questo accadeva lontano dal tuo confine, in una
ignorante repubblichetta sudamericana. Le repubblichette stavano nel
tuo giardino posteriore e non ti preoccupasti molto quando i tuoi
marines uscivano ad imporre il loro punto di vista col sangue e col fuoco.

Sapevi che fra il 1824 ed il 1994 il tuo paese ha portato a termine
73 invasioni di paesi dell'America Latina? Le vittime sono state
Porto Rico, Messico, Nicaragua, Panama, Haiti, Colombia, Cuba,
Honduras, Repubblica Dominicana, Isole Vergini, El Salvador,
Guatemala e Granada.

E' quasi un secolo che i tuoi governanti sono in guerra. Dall'inizio
del secolo quasi non c'è stata una guerra nel mondo alla quale il
tuo Pentagono non abbia partecipato. Chiaro, le bombe sono sempre
esplose al di fuori del tuo territorio, con l'eccezione del 1941,
quando l'aviazione giapponese bombardó la Settima flotta. Ma
l'orrore è sempre rimasto lontano.
Quando le Torri gemelle vennero giù nella polvere, quando hai visto
le immagini alla televisione o hai sentito le grida perchè stavi quella mattina a Manhattan, hai pensato per un secondo a quello che
hanno provato i contadini del Vietnam per molti anni? A Manhattan la
gente cadeva dalle altezze dei grattacieli come se fossero tragiche marionette. In Vietnam la gente lanciava grida di dolore perchè il
napalm continuava a bruciare la carne per molto tempo, e la morte era spaventosa, tanto come quella di coloro che cadevano in un
disperato salto nel vuoto. La tua aviazione non ha lasciato una
fabbrica in piedi, nè un ponte che non fosse distrutto.
In Irak furono 500.000 i morti. Mezzo milione di anime si è portata
via l'Operazione Tempesta nel deserto& Quanta gente dissanguata in
luoghi tanto esotici e lontani come Vietnam, Irak, Iran,
Afghanistan,
Libia, Angola, Somalia, Congo, Nicaragua, Repubblica Domenicana,
Cambogia, Jugoslavia, Sudan e una lista interminabile?
In tutti questi luoghi i proiettili erano stati fabbricati in
officine del tuo paese ed erano stati mirati dai tuoi ragazzi, da
gente pagata dal tuo Dipartimento di Stato, e solo perchè tu potessi
continuare a godere dello stile di vita americano.

E' quasi un secolo che il tuo paese è in guerra con tutto il mondo.
Curiosamente i tuoi governanti lanciano i cavalieri dell'Apocalisse
nel nome della libertà  e della democrazia. Ma devi sapere che per
molti popoli del mondo (in questo pianeta dove ogni giorno 24.000
abitanti muoiono per fame o per malattie curabili), gli Stati Uniti
non rappresentano la libertà  ma piuttosto un nemico lontano e
terribile che semina solo guerra, fame, paura e distruzione. Sono
sempre stati conflitti lontani per te, ma per coloro che vivono là  è
una dolorosa realtà  vicina, una guerra dove gli edifici si
sbriciolano sotto le bombe e dove questa gente trova una morte
orribile. E le vittime sono state, nel 90% civili, donne, anziani,
bambini, effetti collaterali.

Cosa si sente, quando l'orrore batte alla tua porta, anche se
soltanto per un giorno? Cosa si pensa quando le vittime di New York
sono segretarie, operatori di borsa o addetti alle pulizie che
pagavano puntualmente
le tasse e non hanno mai ucciso una mosca? Come si sente la paura? Come ci si sente, yankee, a sapere che la lunga guerra alla fine
l'11 settembre è arrivata a casa tua

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Super Zeta
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#7 Messaggio da Super Zeta »

Che succederebbe se l'OPEC passasse all'Euro?

di Paul Harris, da Soberania.info - Traduzione di Tito Pulcinelli
tratto da www.informationguerrilla.org

L'idea ossessiva di Bush su Bagdad si basa su molte ragioni. In altri articoli che ho scritto per YellowTimes.org, feci allusione non tanto alle ovvietà  delle ragioni addotte contro l'Iraq, bensì alla guerra di Bush contro l'Europa. Io credo che questa sia la ragione principale della fissazione con l'Iarq.
Quando un paese va in guerra, si preparano piani su chi sarà  vittorioso e su chi perderà ; nessuno scatena una guerra sperando di essere sconfitto, peró non sempre l'obiettivo manifesto dell'aggressione è l'obiettivo vero della guerra. A volte non si tratta di quel che speri di ottenere con la guerra, bensì di quello che gli altri perderanno; e non deve per forza essere un tuo nemico dichiarato quello che ti aspetti che soffrirà  le conseguenze maggiori della guerra.
In questo caso, Bush spera che la vittima sia l'economia europea, che è robusta e probabilmente sarà  ancor più forte in un futuro vicino. L'ingresso della Gran Bretagna nell'Unione Europea è inevitabile; la Scandinavia lo farà¡ in tempi ravvicinati. A maggio del 2004, entreranno dieci nuovi paesi e questo farà¡ aumentare il PIL dell'UE a circa 9,6 trilioni di dollari e 280 milioni di persone, di fronte ai 10,5 trilioni di dollari e 280 milioni di persone degli USA. Questo, per i nord-americani, è un formidabile blocco concorrente; ma la situazione è molto più complessa di quel che indicano queste cifre. E molto dipende dalla piega che prenderanno gli avvenimenti in Iraq.
Come tanti altri, ho scritto che questa guerra che è alle porte si combatterà  per il petrolio. Sicuramente vi sono altre ragioni, peró il petrolio è la causa scatenante. Ma non per le ragioni che comunemente si adducono.
Non è per le enormi riserve ancora vergini che si ritiene esistano in Iraq, che non sarebbero state sfruttate a causa delle sue antiquate tecnologie; non è per le brame del governo USA di mettere le zanne su questo petrolio. E' piuttosto per le zanne che i nord-americani vogliono mantenere lontano da lì.
La causa di tutto questo non è l'11 di settembre, nè l'improvvisa illuminazione che Saddam continuava ad essere un tipo ripugnante, nè il cambio di governo negli Stati Uniti. Quel che ha accelerato le cose è stata la decisione presa dall'Iraq il 6 di novembre del 2000: sostituire il dollaro con l'euro nel suo commercio petrolifero. Allora, questo cambio sembró uno stupido capriccio, perchè l'Iraq stava perdendo una gran quantità  di utili a causa di una dichiarazione politica di principio.
Peró prese questa decisione, e il deprezzamento continuo del dollaro nei confronti dell'euro, sta a significare che l'Iraq fece un buon affare cambiando riserve monetarie e divise per il commercio del proprio petrolio. Da quel momento, l'euro si è rivalutato del 17% sul dollaro, cosa che si deve applicare pure ai 10 bilioni di dollari del fondo di riserva dell'ONU "petrolio per cibo".
Sorge una domanda che, probabilmente, si è posto anche Bush: che succederebbe se l'OPEC passasse all'euro?
Alla fine della seconda guerra mondiale, nella conferenza di Bretton Woods venne firmato un accordo che fissava il valore dell'oro a 35 dollari l'oncia e con questo divenne lo standard internazionale con il quale si misuravano le monete. Peró nel 1971, Nixon cancelló tutto questo, e il dollaro divenne lo strumento monetario principale, e solo gli USA possono produrlo. Il dollaro oggi è una moneta priva di copertura, sopravalutato, nonostante il record del deficit di bilancio e lo status di paese più indebitato del mondo. Il 4 di aprile del 2002, il debito era di 6021 trilioni di dollari a fronte di un PIL di 9 trilioni di dollari.
Il commercio internazionale è diventato un meccanismo grazie al quale gli USA producono dollari e il resto del mondo produce quel che i dollari possono comprare. Le nazioni non commerciano più per ottenere "vantaggi comparativi", ma solo per ramazzare dollari da destinare al pagamento del debito estero, che è fissato in dollari. E per accumulare dollari nelle riserve monetarie con la finalità  di preservare il valore delle monete nazionali. Le banche centrali delle nazioni, per prevenire attacchi speculativi alle proprie monete, sono costrette a comprare o trattenere dollari, in una misura equivalente all'ammontare del proprio circolante.
Tutto ció crea il meccanismo del dollaro forte che, a sua volta, obbliga le banche centrali ad immagazzinare dollari, cosa che rende ancor più forte il dollaro. Questo fenomeno è conosciuto come "egemonia del dollaro" e fa sì che le merci strategiche -soprattutto il petrolio- siano quotate in dollari. Tutti accettano i dollari perchè con essi si puó comprare il petrolio.
Dal 1945, la forza del dollaro consiste nell'essere la divisa internazionale per gli interscambi petroliferi globali (petro-dollari). Gli USA stampano centinaia di migliaia di miliardi di dollari senza nessun tipo di copertura: "petro-dollari" che sono usati dalle nazioni per pagare la fattura degli energetici agli esportatori dell'OPEC. Ad eccezione dell'Iraq e, parzialmente, del Venezuela.
Questi petro-dollari sono poi riciclati nuovamente dall'OPEC negli USA, sotto forma di lettere del tesoro o altri titoli con denominazione in dollari: azioni, beni immobiliari ecc. Il riciclaggio dei petro-dollari rappresenta il beneficio che, dal 1973, gli USA ricevono dai paesi produttori di petrolio per "tollerare" l'esistenza dell'OPEC.
Le riserve di dollari debbono essere investite nel mercato nord-americano, cosa che, a sua volta, produce utili per l'economia USA. L'anno scorso, nonostante un mercato in netto ribasso, l'ammontare delle riserve USA è cresciuto del 25%. L'eccedente nei conti dei capitali finanzia il deficit commerciale.
Dato che gli USA creano "petro-dollari", loro controllano il flusso del petrolio. Siccome il petrolio si paga in dollari e questa è l'unica moneta accettata in questi scambi, si arriva alla conclusione che gli USA possiedono il petrolio del mondo gratis.
Di nuovo: che succederebbe se l'OPEC decidesse di seguire l'esempio dell'Iraq e cominciasse a vendere il petrolio in euro? Una esplosione economica. Le nazioni importatrici di petrolio dovrebbe mettere in uscita i dollari dalle rispettive riserve delle banche centrali, e rimpiazzarli con gli euro. Il valore del dollaro precipiterebbe, e le conseguenze sarebbero quelle di un qualsiasi collasso di una moneta: inflazione alle stelle (vedi Argentina), i fondi stranieri in fuga dal mercato dei valori nord-americano e ritiro dei fondi dalle banche come nel 1930 ecc.
Tutto questo non avverrebbe solo negli USA. Il Giappone ne uscirebbe severamente castigato, data la sua totale dipendenza dal petrolio straniero e l'incredibile sudditanza al dollaro. Se crollasse l'economia giapponese, crollerebbero quelle di molti paesi -non escluso gli USA- in un effetto domino.
Questi sarebbero gli effetti potenziali di un "improvviso" passaggio all'euro. Un cambio più graduale sarebbe più gestibile, ma altererebbe ugualmente l'equilibrio finanziario e politico del mondo. Vista la vastità  del mercato europeo, la sua popolazione e la sua necessità  di petrolio (ne importa più degli USA), l'euro potrebbe rapidamente diventare -di fatto- la moneta standard per il mondo.
Esistono buone ragioni perchè l'OPEC -come gruppo-segua l'esempio dell'Iraq e adotti l'euro. Non vi è dubbio (dopo tanti anni di umiliazioni subite dagli USA) che potrebbero approfittare delle circostanze per emettere una dichiarazione politica di principi. Ma esistono anche solide ragioni economiche.
Il poderoso dollaro ha regnato incontrastato dal 1945 e negli ultimi anni ha guadagnato ancor più terreno con il dominio economico USA. Alla fine degli anni ‘90, più dei quattro quinti delle transazioni monetarie e la metà  delle esportazioni mondiali, sono avvenute in dollari. L'obiettivo della guerra di Bush contro l'Iraq, naturalmente, è assicurarsi il controllo di quei giacimenti e porli sotto il segno del dollaro; successivamente passerà  ad incrementare esponenzialmente la produzione e forzare i prezzi al ribasso. Alla fin fine, l'obiettivo di Bush è scongiurare con minacce di ricorrere alle vie di fatto, che qualsiasi paese produttore passi all'euro.
A lungo termine, il vero obiettivo non è Saddam, è l'euro e l'Europa. Gli USA non se ne staranno con le mani in mano ad assistere allo spettacolo di questi "ultimi arrivati" degli europei che tengono in pugno le redini del loro destino. E men che mai, che assumano il controllo della finanza internazionale. Naturalmente, tutto dipende dal folle piano di Bush e, soprattutto, che non scateni la terza guerra mondiale.


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Super Zeta
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#8 Messaggio da Super Zeta »

Un mostro di coerenza chiamato Silvio

Quindici giorni fa aveva definito "nefasta" un azione unilaterale
In febbraio a Mosca si schieró a favore della seconda risoluzione

Tutte le frasi di Berlusconi
A settembre, con i leader del Ppe: "Tutto avverrà  in ambito Onu"


Qual è stata la posizione che il presidente del Consiglio ha tenuto sul ruolo di "legittimazione" che l'Onu avrebbe dovuto fornire all'imminente conflitto?

Berlusconi ne ha parlato più volte, in momenti diversi della crisi, correggendosi più volte e prendendo in altre numerose occasioni una posizione diversa da quella che sembra essere, almeno a stare alle cose dette nelle ultime 24 ore, la definitiva collocazione dell'Italia. Vale a dire di sostegno politico e logistico alla guerra di Bush e Blair.

Il 9 settembre dello scorso anno il premier, che è ancora ministro degli Esteri ad interim, riceve nella sua villa di Porto Rotondo i leader del Partito popolare Europeo. E quando si parla di Iraq spiega che di una guerra si puó parlare solo in ambito Onu: "Siamo tutti assolutamente convinti che qualsiasi decisione verrà  presa nel quadro delle Nazioni Unite".

Sono i giorni del primo anniversario dell'11 settembre, e il premier vola a New York per le celebrazioni. Il 12 settembre Berlusconi dice di "non vedere altra possibilità  che un azione comune" tra Europa e Stati Uniti. In quegli stessi giorni il presidente del Consiglio vede Bush a Camp David e fa tappa all'Onu, dove parlerà  all'assemblea generale. E' qui, il 13 settembre, che tesse le lodi del Palazzo di vetro e parla di lotta al terrorismo come di un dovere-diritto da esercitare "nel quadro delle Nazioni Unite".

Pochi giorni dopo in Parlamento - è il 25 settembre - la linea sull'Onu è un po' diversa. "L'autorevolezza e la credibilità  dell'Onu - dirà  il premier alla Camera - è direttamente proporzionale al grado di unità  delle scelte che verranno fatte". Usa dunque gli stessi argomenti usati da Bush nella sua polemica con l'Onu, confermando che il governo, pure se con toni soft, sta schierando l'Italia a fianco di Usa e Gb.

Nemmeno un mese più tardi scoppia il "caso Russia". E si assiste ad una nuova marcia indietro. Il 16 ottobre Berlusconi è in visita a Mosca, e dice che Saddam "non ha più armi devastanti, perchè le ha distrutte oppure nascoste". Poi smentisce le sue stesse parole, sostenendo che quella era una opionine di Vladimir Putin da lui semplicemente registrata. In quella occasione il premier affermava comunque che gli Usa "non hanno alcun interesse ad agire senza l'ombrello dell'Onu", e soprattutto assicurava che se ció fosse accaduto il governo sarebbe andato in Parlamento e "si sarebbe attenuto alle decisioni dell'assemblea".

Intanto il consiglio di sicurezza dell'Onu ha varato la risoluzione 1441, che chiede a Bagdad di riprendere le ispezioni e non prevede in caso di inadempienza di Saddam il ricorso "a tutti i mezzi necessari", ma solo "serie conseguenze" per il regime iracheno. E sul lavoro degli ispettori - e dunque sul ruolo dell'Onu - i paesi europei sono destinati a dividersi.

E' il 3 febbraio, e Berlusconi è di nuovo in visita a Mosca. Insieme a Putin dice che in caso di guerra sarebbe meglio arrivare ad "una seconda risoluzione dell'Onu che darebbe piena legittimità  all'azione". E poi aggiunge: "Se il dittatore di Bagdad non disarma sarà  ineluttabile, in ambito Onu, il ricorso alle armi.

Ormai siamo alla stretta finale. E mentre i sondaggi descrivono opinioni pubbliche sempre più pacifiste, Palazzo Chigi sceglie il basso profilo, e per alcuni giorni il presidente del Consiglio si fa sentire poco. Non prima peró di aver incontrato a Roma il segretario generale dell'Onu Kofi Annan e di aver detto il 28 febbraio le seguenti parole: "Un'azione militare al di fuori dell'Onu sarebbe un fatto nefasto, e credo che nessuno si prenderà  una responsabilità  così grave".

Poi è arrivato il vertice delle Azzorre, il ritiro da parte di Usa, Gb e Spagna della seconda risoluzione e l'ultimatum di Bush. Per una guerra a cui l'Italia non parteciperà  - assicura il governo - ma che è da considerarsi, sono parole del ministro degli Esteri Frattini, del tutto "legittima".

da Repubblica.it

THE ANSWER
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#9 Messaggio da THE ANSWER »

Mai come in questi giorni i politici, i sindacalisti , i preti si sono dimostrati così stupidi ed inutili............................stanno lavorando per un libro di barzellette con quello che gli esce dalla bocca.

VORREI DIRNE TALMENTE TANTE CHE MI MANCA LA FORZA PER INIZIARE !!!!!

IMBOCCA AL LUPO A TUTTI !!!!!!!!!!!

Antonius Bloch
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#10 Messaggio da Antonius Bloch »

La compassione, intesa come senso di pietà  per le altrui sofferenze, è un nobile sentimento: differenzia l'uomo dal bruto e - per chi ci crede - rende meritevoli agli occhi di Dio.
Tuttavia, soltanto persone eccezionali, al limite della santità , provano una compassione incondizionata ed estesa a tutti i propri simili. Nell'uomo medio, essa è inevitabilmente influenzata da altri due sentimenti, che ne condividono, del resto, la radice etimologica: la simpatia e l'antipatia. Normalmente, simpatia o antipatia per chi soffre: è un dato di comune esperienza come una disgrazia capitata ad un amico ci affligga molto più di quella occorsa ad un estraneo, mentre quella capitata ad un nemico possa addirittura renderci felici. A volte, simpatia o antipatia per chi quella sofferenza cagiona.
E' questa seconda forma di simpatia/antipatia a spiegare come mai, per la maggior parte dei giornalisti italiani, gli Israeliani vittime di attentati "muoiano", i palestinesi "vengano massacrati"; o perchè la piazza si mobiliti a favore degli Irakeni - ovviamente solo quando rischiano di morire sotto le bombe statunitensi, non quando muoiono effettivamente per i gas e le forche del loro Rais - e resti inerte di fronte alle sofferenze dei Ceceni, dei Vietnamiti, dei Laotiani, dei Tibetani...
Allo stesso modo, persone che magari sostengono con decisione la libertà  sessuale non provano alcuna compassione per gli omosessuali incarcerati e torturati a Cuba, perchè hanno in simpatia quel regime; persone fermamente contrarie alla pena di morte ignorano ostentatamente che essa viene applicata in Cina con molta più frequenza e molte meno garanzie giudiziarie che negli Stati Uniti.
Ció, lo ripeto, è umano ed inevitabile.
Ma così come legittima voi ad addolorarvi solo per le vittime delle pallottole israeliane e statunitensi, legittima me a dire che la guerra contro il regime iracheno da un lato mi lascia indifferente, non provando io - amerikano con la kappa - particolare simpatia per Saddam Hussein; dall'altro, in quanto diretta a garantire anche la mia sicurezza, mi dà  soddisfazione.
Buona giornata.

beteldue
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#11 Messaggio da beteldue »

Negli ultimi tempi gira nella rete un pps che probabilmente avrete ricevuto anche molti di voi; secondo questo documento , il movente principale di questa guerra è l'interesse economico.

Dico come la penso al riguardo

Non sono d'accordo con questo pps in quanto tende a trasmettere una spiegazione di importanti avvenimenti internazionali impostata su una visione liberale, economicistica e tecnica del fenomeno.

Per me, invece, le spiegazioni sono anche e soprattutto politiche.

Quanto accade fa parte di un progetto di dominio sul mondo, che, al di là dei pur evidenti aspetti economici, ha come fulcro una visione ideologica e razzista e , come fine, quello di imporsi a spese di tutti gli altri popoli.

In particolare, l'aggressione all' Iraq ha una finalità politica di immediato rilievo: eliminare con la forza delle armi un Paese che costituisce un freno ed un fastidio nei confronti dell'espansionismo sionista.

Le spiegazioni economicistiche mi fanno sostanzialmente sorridere: c'era il petrolio sull'isola di Granada? A Panama ? Ad Haiti ? In Yugoslavia? Si erano impadroniti del petrolio iracheno nel 1991 gli Americani? Non c'era un mezzo più veloce e meno appariscente dei bombardamenti per far passare un gasdotto in zona Afgana ?

Se gli Americani sono in rotta con l'Arabia non facevano prima a bombardare l'Arabia stessa piuttosto che l' Iraq?

Se gli Americani sono preoccupati per l'instabilità del Venezuela, non facevano prima ad astenersi dal finanziare l'instabilità stessa, il golpe di qualche mese fa contro il legittimo Presidente Hugo Chiavez e, da ultimo, i 68 giorni del paro della coordinadora democratica?

Se a muovere gli anglo-ebraici fossero soprattutto interessi economici, non sarebbe più ovvio immaginare una sostanziale acquiescenza da parte di entità occidentali, come la Francia , la Germania e il Vaticano?

E com'è invece la storia che Francia, Germania, Vaticano, hanno costituito - insieme a Russia e Cina - un inedito gruppo di opposizione ?

Non sarà forse più ovvio che anche tradizionali alleati degli USA abbiano ormai capito che si tratta di un dominio politico che porterà fatalmente, nell'arco di qualche anno, ad un conflitto atomico con la Russia ed ad una distruzione del nostro Pianeta ?

I Russi sembrano averlo capito da un pezzo : hanno persino lasciato ruinare la prestigiosa flotta del Nord, in quanto costosissima e non decisiva in un conflitto, e hanno puntato tutte le loro risorse sul deterrente nucleare, con 8000 missili già pronti e con un programma di riarmo atomico ormai febbrile.

La Cina è sulla stessa strada della Russia mentre la Francia, se parla con tanta autorevolezza e fermezza, non è certo per le doti caratteriali del pur ammirevolissimo Dominique De Villepin, bensì grazie alla "force de frappe" ereditata da De Gaulle e perfezionata in tempi recenti (ricordarsi dei cinque esperimenti H di qualche anno fa agli Atolli)

L'altro giorno si sono visti , nell'ordine, sul palco, da sinistra a destra, Putin, Chirac e il Premier tedesco, ribadire tutta la loro contrarietà ed appoggiarsi l'uno all'altro per trovare la forza di opporsi....

Interessi economici? Andiamo a raccontarlo agli Austriaci che poco tempo fa hanno eletto un premier sgradito ad Israele ed a momenti ...... se Haider non si fosse fatto da parte pochi mesi dopo nonostante la vittoria elettorale........

Qualcuno mi disse che non si poteva pensare ad un bombardamento su Vienna, il chè era giusto, ma solo nel senso che, dopo i bombardamenti su Belgrado, ci sarebbe voluto ancora un po' di tempo per ricaricare i magazzini.

Interessi economici? Ma se i Paesi immediatamente successivi , sulla lista, annoverano anche e soprattutto entità come la Corea del Nord, a cui non comprendo cosa ci potrebbe essere di prezioso da depredare

Interessi economici? Ma se sono cento anni che gli anglo-americani bombardano tutti quelli che non la pensano come loro , compresi noi che abbiamo subito due anni di bombardamenti terroristici su case e paesi?

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Drogato_ di_porno
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#12 Messaggio da Drogato_ di_porno »

:)
Ultima modifica di Drogato_ di_porno il 09/04/2003, 17:06, modificato 1 volta in totale.
sono un analfabeta funzionante

Antonius Bloch
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#13 Messaggio da Antonius Bloch »

beteldue ha scritto:Ma se sono cento anni che gli anglo-americani bombardano tutti quelli che non la pensano come loro , compresi noi che abbiamo subito due anni di bombardamenti terroristici su case e paesi?
Eh già , caro camerata!
Che peccato che i perfidi figli e nipoti di Albione abbiano impedito ai tuoi simili italiani e tedeschi di continuare a internare e gasare gli ebrei, vero?
Ah, ma che stupido, dimenticavo che per te e per quelli come te i campi di concentramento non sono mai esistiti, come teorizzavano i Sex Pistols in "Belsen was a gas" erano soltanto allegri villaggi turistici, colonie un po' particolari dove magari si veniva portati a forza, ma da cui lavorando si poteva uscire...
Ti saluto romanamente, sapendo che apprezzerai.

Antonius Bloch
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#14 Messaggio da Antonius Bloch »

Drogato_ di_porno ha scritto:dopo la fine della seconda guerra punica, risoltasi con la sconfitta dei cartaginesi, la città  africana aveva cessato di rappresentare un pericolo per Roma e aveva accettato il ruolo di stato satellite. Tuttavia Cartagine si era rapidamente ripresa dai danni del conflitto e la sua prosperità  economica incominciava ad impensierire l' opinione pubblica romana ma soprattutto i ceti affaristici, gli imprenditori romani che volevano annientarla per mettere le mani su una grande fetta del commercio mediterraneo. Fu così che venne scelto un futile motivo per dichiararle guerra e raderla al suolo. Anche allora c' erano i falchi: il censore Porcio Catone concludeva le sue arringhe in Senato con il celebre motto "Charthago delenda est."
Per la verità , Catone Maggiore, col suo raffigurare Cartagine come un pericolo permanente, intendeva proprio contrastare i ceti affaristici ed il loro crescente espansionismo orientale, prevedendo che l'accesso alle ricchezze dei regni asiatici avrebbe fiaccato il popolo e corrotto i governanti - il che poi in effetti avvenne.

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Drogato_ di_porno
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#15 Messaggio da Drogato_ di_porno »

:)
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sono un analfabeta funzionante

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