[O.T.] Global Warm(n)ing

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nik978
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#1 Messaggio da nik978 »

ieri sera ero con un mio amico e stavamo osservando una serie di pubblicazioni a tema "kyoto e dintorni"

io mi trasferiro' a breve in un paese che inquina piu' di tutti ma spende un botto piu' dell;italia in ricerca per l'abbattimento delle emissioni

incentiva l'uso di temrovalorizzatori
e' nucleare (sic.....)
e lotta strenuamente conto un abnorme disinteresse per l'ambiente (i miliardi di euro stanziati sono parecchi..il "carbon market" (vedi sottto) e' dipoco fa)

e l'italia procapita emette DI PIU' del paese di cui sopra.
non investe (se non in energie "rinnovabili" che per me hanno bilancio energetico ancora in negativo, e cioe' si consuma/inquina di piu' ad approntarle)
continua a ammucchiare i rifiuti solidi urbani
ha una politica dei trasporti andietro anni luce altri paese europei
ha una dipendenza energetica spaventosa......

chiaro che qui a parte una o due eccezzioni (fai una) di esperti d questi temi non ce ne sono...
ma io mi rivolgo proprio all'uomo della strada (come sono io) che produce/consuma/crepa..
che in tv vede un giorno grillo..un giorno pecoraro, un giorno celentano, e poi casini, zichici, la hack, e chissa chi altri che ne dicono di tutti i tipi...

l'uomo comune, cosa pensa?
sarebbe disposto a fare delle rinuncie? (per me nell'immediato si devono rdiurre i consumi, la cosa piu' facile da fare)
perche' spesso ci si fa prendere dalla sindrome "NOT IN MY BACKYARD?"

io ad esempio non avrei problemi ad avere un termovalorizzatore (utlima generazione)
o una centrale nucleare dietro casa

ma pianterei casino se mi portassero ecoballe o rumente vicino casa
se avessi una bella centrale a carbone a fianco (pur con le nuove tecnologie di Desox..ecc..)

a voi

(lo so e' una discussione tosta..io per primo so di non avere assolutamente gli argomenti e le competenze per portarla avanti..;))
Ultima modifica di nik978 il 07/06/2008, 12:53, modificato 2 volte in totale.
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#2 Messaggio da nik978 »

questo era il discorso del "carbon market"


Scritto da: Fabio Cavalera alle 15:27


La "terza via" nella politica della riduzione delle emissioni di anidride carbonica è, forse, un giochino di Borsa. La Cina lo sta sperimentando nel Guangdong, la ricca provicia del Sud.

L'obiettivo è semplice: unire l'utile al dilettevole, il necessario al superfluo, coinvolgere i suoi imprenditori più insensibili alla problematica ambientale attraverso un meccanismo che a conclusione del percorso, manco a dirlo, genera profitto e ripulisce l'aria. Ecologia e profitto marciano assieme. Chissà che non sia la ricetta giusta.

Il punto di non ritorno è vicinissimo. La Cina da quest'anno è in vetta alla classifica dei Paesi che rilasciano CO2; entro il 2030 secondo gli scenari disegnati dalla Agenzia Internazionale dell'Energia sarà responsabile del 39 % di aumento (a livello mondiale) degli scarichi di particelle chimiche nocive alla salute; oggi la sua struttura produttiva è un motore alimentato per i due terzi dalle risorse carbonifere; 300 mila i morti ogni anno per malattie da inquinamento. Numeri pessimi. Occorre muoversi. Come?

L'allarme suona da un po' di mesi: gli impegni assunti col piano quinquennale 2001-2005 varato da Pechino sono saltati e quelli del 2006-2010 (riduzione del 20% delle emissioni da qui al 2020) rivelano la loro difficile praticabilità . Il dilemma è: o ridurre la crescita del pil che corre a due cifre dando una sforbiciata alle emissioni oppure mantenere il trend lasciando libere le ciminiere di fumare quanto vogliono. Un'altra strada è solo un sogno?

La Cina si è guardata attorno. In America funziona alla Chicago Exchange una sezione di "derivati climatici" (commercializzazione creata per volontaria adesione di 12 imperi industriali a partire da Ford, Motorola e Du Pont che si sono convinti a moderare i rispettivi contributi record di CO2), analogamente ne funziona una in Europa (pochi lo sanno). Infine, il protocollo di Kyoto prevede espressamente l' emission trading o carbon market. Pechino ha in serbo la sua sorpresa.

Via, dunque, alla sperimentazione nel Guangdong. Non solo: poi un progetto a Hong Kong (rivelato da Herald Tribune) e uno per la piazza di Pechino. L'impegno a frenare le sofferenze del pianeta può diventare un business da fantascienza. E' la genialità (o l'incoscenza?) della finanza creativa made in China, ancora in fasce ma con discrete prospettive.

Anziché azioni, si trattano sul mercato certificati che attribuiscono ai loro titolari incentivi e disincentivi, crediti e tasse accumulati da un'azienda con una forte produzione di gas serra. Se va sopra i limiti stabiliti dal governo incorre nelle sanzioni, se resta al di sotto porta a casa premi fiscali e sovvenzioni. Il dare e l'avere non generano un flusso di denaro immediato, quanto piuttosto si iscrivono in titoli trattabili che a scadenza danno diritto, compensandosi, a un più o a un meno di bilancio. Gli esperti giurano che il risultato è il contenimento e persino la riduzione delle emissioni di gas serra. Il motivo è semplice: le simulazioni suggeriscono che alla fine l'imprenditore allarga i margini di profitto. Può essere indifferente a questa filosofia?

A Bali, alla conferenza sul clima, non si trovano accordi seri sul come impostare le discussioni per il "dopo Kyoto" (il compromesso è solo al ribasso e lo scontro è totale), vince il "localismo ambientale". Anche Pechino ha la sua ricetta. Uno schema pilota riassunto in 21 preziosissime e dettagliate paginette: la Borsa delle emissioni inquinanti. Il carbon market, versione cinese. L'ultima spiaggia. Pur sempre qualcosa dopo due decenni di autodistruzione.



(da corriere della sera. F. cavalera> rubrica:"la nostra Cina")
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#3 Messaggio da nik978 »

altra cosa che mi sta molto a cuore:

i rifiuti nati dal mondo ipertecnologico.

da anni mi batto su come col mondo d'oggi dove tutto si butta e nulla si ripara, il rifiuto "elettronico/elettrico/etc" sia dieventanto insostenbile
e tant'e oggi sfogliando il corriere cosa trovo?



meglio riciclare o rivendere che buttare: Un mercato in espansione
Telefonini: allarme turn-over
Milioni di telefonini vengono ogni anno sostituiti da nuovi modelli. L'impatto ambientale puó essere notevole

NOTIZIE CORRELATE
L'inziativa «Donaphone» della Caritas


(Ap)
LONDRA - Tra i buoni propositi per l'anno nuovo dovremmo pensare anche a dove finiscono i nostri gadget elettronici vecchi, sostituiti dai nuovi trovati sotto l'albero di Natale. E preoccuparcene. Vecchie edizioni della console per giocare, lettori mp3, computer e soprattutto telefonini. Il numero di dispositivi considerai desueti dai consumatori cresce costantemente. Il quotidiano inglese Independent lancia l'allarme e indica la soluzione al problema: il riciclo, per il bene del pianeta.

SMARTPHONE - Nel solo Regno Unito si stima che ci siano undicimila tonnellate di vecchi telefonini inutilizzati che occupano posto nei cassetti o, peggio, nelle discariche. E il Natale 2007 sarà  ricordato per essere foriero di telefonini intelligenti – con lettori multimedia incorporati, possibilità  di connettersi a internet, fotocamere, e-mail. A trainare il fenomeno il nuovo telefono di Apple, l'iPhone – non ancora in commercio in Italia – che ha indotto molti utenti a sostituire i vecchi modelli con nuovi e sempre più capaci dispositivi. Nonostante i telefonini siano concepiti per avere una vita media di cinque anni, un europeo su tre lo sostituisce ogni anno. Anche se sono ancora perfettamente funzionanti. Per arginare il problema dell'inquinamento ambientale – i cellulari contengono sostanze chimiche dannose e tossiche – la legislazione comunitaria prevede che i produttori provvedano a garantire il ritiro e il riciclo dei vecchi modelli. E intorno a tale direttiva europea sta fiorendo un business dai numeri meritevoli di attenzione.

SECONDA MANO - I dispositivi fuori moda infatti sono anche ripristinabili: una pulita alla memoria, magari un potenziamento della stessa, la sostituzione della batteria e di eventuali parti danneggiate, e il telefono di seconda mano è pronto per essere rivenduto. Magari nei mercati dei Paesi emergenti, affamanti di cellulari a basso costo e dalle funzioni non iper-tecnologiche. Molte sono le aziende che si sono buttate in questo mercato del riciclo, aiutate anche dalle nuove policy che inducono i produttori a essere ecologicamente responsabili e a usare materiali meno inquinanti e facilmente riciclabili. Secondo le stime degli analisti di ABi Research, nel 2012 il mercato dei telefonini usati ammonterà  a 100 milioni di unità , e a circa 2 miliardi di euro. Ma tutto deve partire dal consumatore, che decide se mettere il vecchio cellulare: nel cassetto, nella spazzatura, oppure di restituirlo al produttore (il che sarebbe meglio).

Gabriele De Palma
27 dicembre 2007



gia' nel 2005 ero contento di vedere sempre in cina shop e shop con miriadi di cellulari usati e pensavo come poteva essere una buona idea da applicare nella consumisticsa italia (anche solo di "vendere" il nostro usato a loro..)

poco tempo fa vidi come sempre in cina c'era un fiorentissimo mercato (in barba alle piu' elementari norme ambientali) di recupero di ogni singola materia prima da "rifiuto elettronico"

(rame, oro, metalli in genere)

impressionante la quantita' di rifiuti comprati in europa e usa e riconveriti lagggiu'.....
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#4 Messaggio da nik978 »

Ultima cosa

SAPETE COSA E' IL BIOFIX?
io l'ho scoperto per caso..a radio 24 (mentre facevo un puttan tour..)

una sostanza che si puo' apporre come venrice su strade ed edifici..e cattura le polveri sottili

il responsabile in italia diceva come trovasse motli ostacoli in italia per vari motivi

il biofix riduce gli interventi di manutenzione per le strade (e quindi i comuni sono restii ad introdurlo..non sia mai)
il biofix e' chiaro..le strade chiare sembra non siano nuove..il comune ha bisogno di strade nere (scusa ricevuta da un assessore di un comune


la societa' vene contattata dallk;universita' di shanghai che propone una sperimentazione

verniciare un tunnel stradale gemello di uno non non verniciato e verificare l'andamento della concetrazione di pm10
soldi subito..e via

un mese fa era 3 mesi che la cosa era stata fatta ed era monitorata dall'universita'.......

http://www.eurovix.it/content/cod/02001007114/index.htm
il comune di varese e' il piu' BIOFIXXATO d'italia e molti comuni ci stanno provando..vedremo
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#5 Messaggio da Berlino »

Nik... finalmente hai aperto il topic dei topic. Su questo topic ci giochiamo la sopravvivenza. Vorrei postare i link a due film di divulgazione popolare. Il primo è naturalmente quello di Al Gore The Inconvenient Truth il secondo è The great global warming swindle un lungo metraggio di channel four che sostiene le tesi esattamente opposte. Comunque basta fare una ricerca su rapidshare. All'occorrenza posto.

Sarebbe bello se qualche "vero" esperto postasse qualche dato. Tuttavia mi sono scoraggiato molto tempo fa sui newsgroup come sci.environmet e alt.global-warming. La terra è al collasso non è una questione di se ma di quando. Questa è almeno la mia conclusione.

Non c'è assassinio di Benazir Bhutto o minaccia di Al Qaeda che possa competere con il problema climatico. Anche se i temi geo-politici e demografici sono tutti correlati.

Sono un dietrologo. Penso al peggio e sono convinto della famosa teoria del complotto senza complottatori. E che esistano think tank che hanno già  messo a punto soluzioni per traghettare l'umanità  nel suo passaggio più difficile. Non sono sicuro che queste soluzioni siano buone per me... per te o per la maggioranza delle persone. Sicuramente sono buone per una esigua minoranza. L'oligarchia della sopravvivenza.

Ma come sai domattina mi devo svegliare presto. Ti consiglio di farlo anche tu. ;) Il mondo per un po' continua.

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#6 Messaggio da Berlino »

Nik.. ma cazzo almeno il titolo potevi scriverlo giusto: GLOBAL WARMING
:-D

Spooky
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Re: [O.T.]Global Warning

#7 Messaggio da Spooky »

nik978 ha scritto:... energie "rinnovabili" che per me hanno bilancio energetico ancora in negativo, e cioe' si consuma/inquina di piu' ad approntarle
Su questo non sarei così certo visto che le ho studiate un pochino.
Un aerogeneratore (centrale eolica) o, meglio ancora, un pannello solare richiedono manutenzione quasi nulla e durano abbastanza nel tempo.
Il problema dell'energia solare non è la difficoltà  di realizzazione o l'inquinamento che si produce dato che per realizzare i pannelli fotovoltaici si usano le stesse tecnologie che si impiegano nella fabbricazione dei chip che stanno nei pc, nei cellulari e così via.
La sua debolezza è nel basso rendimento, ovvero nella sua capacità  di convertire in energia utile (quella che ci ciucciamo noi) l'energia che riceve dal sole. Un pannello solare commerciale ha un'efficienza del 15% contro il 30% (mi pare) di una centrale a petrolio. Per produrre i classici 3kW necessari ad un'abitazione servon almeno 10 metri quadrati di pannelli il che non è un investimento da poco, si parla di migliaia di euro. Il tempo in cui recuperi i soldi è intorno i 5 anni, fattore abbastanza scoraggiante, motivo per cui si cerca di incentivare l'impiego di fonti rinnovabili tramite la possibilità  di vedere l'energia in eccesso che produci. Se in estate non sei a casa ed i tuoi pannelli producono energia, l'ENEL se la prende da te pagandotela. Ma nonostante questo la prospettiva di essere in perdita per 5 anni scoraggia qualunque italiano.
Purtroppo la cosa in Italia non decolla, da altre parti sì. In Germania hanno una copertura di panelli solari 10 volte maggiore con molto meno sole di noi.
Non dico che l'energia solare sia la soluzione ultima e che non inquini, ma ogni cosa che si fa ha un impatto ambientale. Tutto sta nel trovare quello meno incisivo e certamente il solare lo è di più del termico (ovvero petrolio).
Inoltre il petrolio finirà , questo è un dato di fatto. Il sole sarà  lì almeno per altri 5 miliardi di anni, perchè non usare una cosa gratis?

Riguardo i rifiuti elettronici il problema esiste e ci sono state proposte anche eclatanti. In Norvegia è stata avanzata una proposta di bandire l'arsenico (un elemento tossico) in ogni sua forma. Piccolo problema: i cellulari hanno al loro interno circuiti in arseniuro di gallio (GaAs) che contengono arsenico. Se si pensa che poco più in là  della Norvegia c'è la Nokia ...
Riciclare i riufiuti elettronici puó essere anche un guadagno per le aziende che possono riutilizzare i metalli in esso contenuti. Si pensi all'oro usato per le piste elettroniche che nemmeno esso è eterno.

Anche per l'inquinamento da autovetture si è fatto qualche passo. Nel centro di Londra per viaggiare con la vostra auto dovete pagare un mega-pedaggio che vi scoraggia a morte. Sapete chi non paga? Chi ha un auto ibrida (ovvero va sia a benzina che a batteria) come la Toyota Prius.

Riguardo alla sindrombe NIMBY. Questo credo sia un annosso problema tutto italiano. Si pensi anche alla TAV, il concetto è sempre quello: ok certo, si deve fare, lo sviluppo bla bla bla, ma non da me. Da questo punto di vista l'Italia è molto meno nazione di altri stati, bensì un insieme di individualisti.
Il paradosso è che si arriva a cantare e portare la croce: la gente protesta per il termovalorizzatore, ma protesta anche (giustamente direi) per la spazzatura davanti casa dimenticando che le due cose sono legate. Inoltre, mia impressione, la gente è sempre molto pronta a protestare ma mai a proporre.
In altre nazioni seguono una filosofia molto più "rude": sì deve fare e si fà . Certo, si discute con il cittadino e quant'altro, ma alla fine prevale la ragione di stato. Non esiste che una protesta di 1000 persone ha come causa il soffocamento di un'intera provincia sotto i rifiuti.
So di stare andante un pó OT, ma io credo che da noi non si muoverà  mai nulla per il semplice fatto che ognuno vuole dire la sua. Ovvio che ne ha tutto il diritto, ma si dovrebbe avere anche la coscienza di capire cosa è necessario e cosa puó non esserlo.
Questo individualismo è la causa del fatto che in Italia ci sono 30 partiti politici (con nomi quasi identici) mentre in Germania 4-5. Finchè ognuno parla dicendo IO e non NOI non si verrà  mai a capo di nulla.

Avró sicuramente dimenticato qualcosa (studiare optoelettronica porta a questo)
:lol:

Comunque nick complimenti bel topic :wink:

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nik978
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#8 Messaggio da nik978 »

grazie per i contributi "tecnici"... :wink:

ah il titolo non è un refuso..

per me si parla di WARNING...non solo di WARMING.. :(

Cina: stop ai sacchetti di plastica da giugno
Le autorità  di Pechino vietano le buste: i cinesi ne impiegano 3 miliardi ogni giorno. Risparmio di 2,5 miliardi di euro



PECHINO (CINA) - La Cina, secondo quanto riporta il Times di Londra, ha deciso di mettere al bando i sacchetti di plastica a partire dal prossimo primo giugno. Una scelta quella del governo, volta non solo a tutelare l'ambiente, i cinesi usano ogni giorno circa 3 miliardi di buste di plastica, ma soprattutto dettata da ragioni economiche. Il ministero dell'economia cinese ha infatti calcolato che smettere di produrre sacchetti di plastica consentirà  un risparmio di 5 milioni di tonnellate di petrolio all'anno pari a più di 3 miliardi e 700 milioni di dollari (2,5 miliardi di euro circa). I trasgressori verranno puniti con delle multe.

IN ITALIA STOP TEORICO DAL 2010 - Se la Cina non utilizzerà  più i sacchetti di plastica, continuerà  peró a produrre i sacchetti di plastica per gli altri Paesi del mondo che ancora li impiegano. Inclusa l'Italia che, in teoria, con la Finanziaria del 2006 li avrebbe messi al bando dal 2010. In realtà  la messa al bando del polietilene non potrà  mai essere applicata in assenza di uno specifico provvedimento che preveda multe o sanzioni per i trasgressori.



postilla personale...ci credo che usano 3 miliardi di sacchetti..il concetto di sacchetto grosso NON esiste..vai in qualunque supermarket e ti riempono di sacchettini
roba che invece di due max 3 grossi io ne portavo a casa 10..(minimo)..
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#9 Messaggio da Mavco Pizellonio »

Io sono sicliano, mio padre è siciliano. Mio padre è un professore di fisica ed elettrotecnica, e da un anno circa si interessa di energia fotovoltaica. Ordina i pezzi su internet e si costruisce da solo le lampade. Sta cominciando a farlo di mestiere, lavora per una ditta (e mi ha spiegato che "dietro" l'impresa ci sono Francesi, Russi, capitali stranieri in genere).

Da quel che mi dice lo stato ha promosso delle agevolazioni. Se ho capito bene quello che mi ha spiegato, il succo - detto in parole poverissime - è che lo stato ti paga per 20 anni un tot all'anno per energia prodotta. Quest'energia puoi usarla, anche buttarla, oppure venderla all'enel (vendita che entro un tot di kilowatt è esentasse), allo stato non interessa. Gli interessa solo che tu la produca. E' ovviamente un investimento, e serve il capitale iniziale - non indifferente - per acquistare l'occorrente. A questo punto è previsto che le banche possano concedere un mutuo a tasso che non ricordo, ma che puó essere pagato nei primi 10 anni circa di finanziamento statale (quando mio padre è andato in banca ha dovuto informare lui gli impiegati addetti su queste disposizioni). Questo vuol dire che dopo i primi dieci anni hai pagato il mutuo, hai smesso di pagare l'energia, magari ne hai anche venduto una parte, e ti aspettano altri dieci anni di soldi che lo stato ti dà  per il solo fatto di produrre energia pulita e che rimangono nelle tue tasche.

Questo, in maniera rozzissima, il quadro che mi è stato fatto. Non sono un esperto e potrei aver detto delle cazzate. Sarebbe il caso di postare il link alla legge che prevede quanto ho descritto. Se qualcuno sa posti. Altrimenti lo faró io dopo aver chiesto a io padre (a mio rischio e pericolo - quando attacca a parlare di fotovoltaico...).

A casa dei miei, in Sicilia, la campagna intorno alla casa è illuminata con energia fotovoltaica (è bastato un piccolo pannello per questo). Di qui a un anno anche il resto della casa sarà  completamente autonoma.
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#10 Messaggio da cytherea »

Mavco Pizellonio ha scritto:Io sono sicliano, mio padre è siciliano. Mio padre è un professore di fisica ed elettrotecnica, e da un anno circa si interessa di energia fotovoltaica. Ordina i pezzi su internet e si costruisce da solo le lampade. Sta cominciando a farlo di mestiere, lavora per una ditta (e mi ha spiegato che "dietro" l'impresa ci sono Francesi, Russi, capitali stranieri in genere).

Da quel che mi dice lo stato ha promosso delle agevolazioni. Se ho capito bene quello che mi ha spiegato, il succo - detto in parole poverissime - è che lo stato ti paga per 20 anni un tot all'anno per energia prodotta. Quest'energia puoi usarla, anche buttarla, oppure venderla all'enel (vendita che entro un tot di kilowatt è esentasse), allo stato non interessa. Gli interessa solo che tu la produca. E' ovviamente un investimento, e serve il capitale iniziale - non indifferente - per acquistare l'occorrente. A questo punto è previsto che le banche possano concedere un mutuo a tasso che non ricordo, ma che puó essere pagato nei primi 10 anni circa di finanziamento statale (quando mio padre è andato in banca ha dovuto informare lui gli impiegati addetti su queste disposizioni). Questo vuol dire che dopo i primi dieci anni hai pagato il mutuo, hai smesso di pagare l'energia, magari ne hai anche venduto una parte, e ti aspettano altri dieci anni di soldi che lo stato ti dà  per il solo fatto di produrre energia pulita e che rimangono nelle tue tasche.

Questo, in maniera rozzissima, il quadro che mi è stato fatto. Non sono un esperto e potrei aver detto delle cazzate. Sarebbe il caso di postare il link alla legge che prevede quanto ho descritto. Se qualcuno sa posti. Altrimenti lo faró io dopo aver chiesto a io padre (a mio rischio e pericolo - quando attacca a parlare di fotovoltaico...).

A casa dei miei, in Sicilia, la campagna intorno alla casa è illuminata con energia fotovoltaica (è bastato un piccolo pannello per questo). Di qui a un anno anche il resto della casa sarà  completamente autonoma.
FIGO! come si fa?

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#11 Messaggio da Mavco Pizellonio »

Cyt, posto i link appena sento mio padre (anche se probabilmente qualcuno lo farà  prima di me).
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#12 Messaggio da nik978 »

Mavco Pizellonio ha scritto:Io sono sicliano, mio padre è siciliano. Mio padre è un professore di fisica ed elettrotecnica, e da un anno circa si interessa di energia fotovoltaica. Ordina i pezzi su internet e si costruisce da solo le lampade. Sta cominciando a farlo di mestiere, lavora per una ditta (e mi ha spiegato che "dietro" l'impresa ci sono Francesi, Russi, capitali stranieri in genere).

Da quel che mi dice lo stato ha promosso delle agevolazioni. Se ho capito bene quello che mi ha spiegato, il succo - detto in parole poverissime - è che lo stato ti paga per 20 anni un tot all'anno per energia prodotta. Quest'energia puoi usarla, anche buttarla, oppure venderla all'enel (vendita che entro un tot di kilowatt è esentasse), allo stato non interessa. Gli interessa solo che tu la produca. E' ovviamente un investimento, e serve il capitale iniziale - non indifferente - per acquistare l'occorrente. A questo punto è previsto che le banche possano concedere un mutuo a tasso che non ricordo, ma che puó essere pagato nei primi 10 anni circa di finanziamento statale (quando mio padre è andato in banca ha dovuto informare lui gli impiegati addetti su queste disposizioni). Questo vuol dire che dopo i primi dieci anni hai pagato il mutuo, hai smesso di pagare l'energia, magari ne hai anche venduto una parte, e ti aspettano altri dieci anni di soldi che lo stato ti dà  per il solo fatto di produrre energia pulita e che rimangono nelle tue tasche.

Questo, in maniera rozzissima, il quadro che mi è stato fatto. Non sono un esperto e potrei aver detto delle cazzate. Sarebbe il caso di postare il link alla legge che prevede quanto ho descritto. Se qualcuno sa posti. Altrimenti lo faró io dopo aver chiesto a io padre (a mio rischio e pericolo - quando attacca a parlare di fotovoltaico...).

A casa dei miei, in Sicilia, la campagna intorno alla casa è illuminata con energia fotovoltaica (è bastato un piccolo pannello per questo). Di qui a un anno anche il resto della casa sarà  completamente autonoma.
grande mavco..vedi ste cose così in dettaglio non le sapevo


domanda (non a te.;).è generica..)

SOLDI
quanto costa REALMENTE un kw prodotto a quel modo?
eliminando gli incentivi statali?

BILANCIA
per costruire un pannello, quanta energia serve?
in quanto tempo si recupera?
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#13 Messaggio da cytherea »

Mavco Pizellonio ha scritto:Cyt, posto i link appena sento mio padre (anche se probabilmente qualcuno lo farà  prima di me).
Se lo dico a mio padre, mi fa saltare la casa!

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#14 Messaggio da madball »

nik978 ha scritto: io l'ho scoperto per caso..a radio 24 (mentre facevo un puttan tour..)
questa è poesia :)

comunque guarda, io abito in una zona parecchio inquinata, in cui c'è stata per anni una centrale nucleare (a 2 metri dal po :( ) con diversi inceneritori e una buona dose di inquinamento "agricolo" (diserbo per riso che si sente a km di distanza); la differenziata non esiste praticamente nonostante 2 legislazioni di "verdi"; io nel mio piccolo cerco di fare il meno peggio: faccio la differenziata, cerco di sprecare meno acqua possibile anche se spesso sono manchevole da questo punto di vista; esco praticamtne sempre in bici o a piedi (anche se il mio vespino euro -1000 lo uso ogni tanto), lo so non è tanto ma se in teroia ognuno sprecasse anche solo l'1 % in meno di quello che spreca sarebbe già  un bel passo avanti
I'm just another bored male, approaching 30, in a dead-end job, who lives for the weekend. Casual sex, watered-down lager, heavily cut drugs. And occasionally kicking fuck out of someone.

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Silente
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#15 Messaggio da Silente »

madball ha scritto:
comunque guarda, io abito in una zona parecchio inquinata, in cui c'è stata per anni una centrale nucleare (a 2 metri dal po :( ) con diversi inceneritori e una buona dose di inquinamento "agricolo" (diserbo per riso che si sente a km di distanza); la differenziata non esiste praticamente nonostante 2 legislazioni di "verdi"; io nel mio piccolo cerco di fare il meno peggio: faccio la differenziata, cerco di sprecare meno acqua possibile anche se spesso sono manchevole da questo punto di vista; esco praticamtne sempre in bici o a piedi (anche se il mio vespino euro -1000 lo uso ogni tanto), lo so non è tanto ma se in teroia ognuno sprecasse anche solo l'1 % in meno di quello che spreca sarebbe già  un bel passo avanti
Bravo madball!
La mia stessa filosofia di vita.
Lo so, il mondo sta andando in rovina - Berlino ha assolutamente ragione, tutte queste missioni spaziali... Cercano solo un posto nel quale una parte di noi possa essere, un giorno, trasferita. L'apocalisse che avverrà  quel giorno è qualcosa che io spero di non dover vedere. - e tuttavia mentre il mondo va in malora io faccio, nel mio piccolo, quello che posso per rallentare la sua corsa verso la distruzione.
Forse quello che facciamo non ha molto senso, Madball, in confronto al grande inquinamento delle industrie e dei paesi in via di sviluppo, tuttavia se lo facessimo tutti...
:-( Utopie.

:050 Sil :050
Scrivo per vivere,
scrivo per sognare,
scrivo per vivere quello che ora posso solo sognare,
ed anche ciò che un giorno tornerò a vivere.

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