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Conosciamo il nostro nuovo nemico

Inviato: 16/03/2004, 14:25
da barcode
Conosci il nemico tuo
Viste le varie decisioni e le nostre partecipazioni ai p2p direi che è il nostro nuovo nemico
Non si tratta di politica, ma di pura diffusione di notizie (o diffamazione)

Urbani comunque viene spesso anagrammato in Rubani

Fonte www.dagospia.com

Urbani 1 - Nepotismo ? NOOOOOOOOOOOOOOOOO
Marta Bifano, una delle due figlie di Ida Di Benedetto (di fresco laureata Premio De Sica, per la prova fornita in "Rosa Funzeca", in un sontuoso incontro al Quirinale alla presenza di Ciampi), ha insegnato per tutto lo scorso anno alla Scuola nazionale di cinema, presieduta da Francesco Alberoni, grande amico e sodale del ministro Urbani (era lui a volere, a ogni costo, la testa di Moritz de Hadeln, per poter poi piazzare Giancarlo Giannini, attuale consigliere d'amministrazione della Scuola, alla guida della Mostra di Venezia). Dunque, Marta Bifano ha insegnato regolarmente produzione alla Scuola, condividendo il ruolo di docente "a tempo" insieme a gente dello spettacolo del calibro di Giuseppe Rotunno, Daniele Segre, Paolo Virzì, Roberto Perpignani, Francesco Bruni. Nessuno sa bene perché, in base a quali competenze, ma così è accaduto. Quest'anno il contratto non è stato rinnovato. Alla Scuola nazionale di cinema molti studenti hanno tirato un sospiro di sollievo.

Urbani 2 - Banchiere (chissà perchè!!?!) alla biennale
Banchiere in gondola
è l'ora dei banchieri. Lo è anche il neo presidente della Biennale Davide Croff, ex Bnl, ex Fiat, ex Banca d'Italia. Croff, però, non è stato la prima scelta del ministro dei Beni culturali Giuliano Urbani. Per un po' si è esplorato l'ambasciatore Umberto Vattani, titolare della rappresentanza italiana a Bruxelles. Pare che uno scoglio insormontabile si sia rivelata l'indennità assegnata al presidente dell'ente divenuto Fondazione, 66 mila euro lordi. Un po' poco per un diplomatico del suo rango, che infatti è poi rientrato a Roma come segretario generale della Farnesina. Prima di Natale, allora, Urbani ha chiamato un altro banchiere, Giuliano Segre, presidente della Fondazione Cassa di risparmio di Venezia. Anche Segre ha declinato, indicando due concittadini: Croff e l'editore Cesare De Michelis, gradito al presidente della Regione Giancarlo Galan.

Urbani 3
Curioso, l'ordine del giorno di oggi della commissione cultura della Camera dei Deputati: c'è la "non sequestrabilità delle opere d'arte prestate all'Italia". Ma Giuliano Urbani lo sa? E i carabinieri della tutela del patrimonio artistico?

Urbani 4 - La più GROSSA
All'inizio la legge doveva solamente istituire la società ARCUS spa, creata per diventare una sorte di braccio armato del Ministero senza tutti i vincoli istituzionali, con un campo d'azione che più ampio non si può, talmente ampio da poter diventare veramente un Ministero parallelo organizzato però come una Società per azioni. La grande torta da gestire è il 3% sulle grandi opere a favore dei Beni Culturali, che Urbani ha strombazzato ai quattro venti come grande novità per poi rendersi conto di non poterlo spendere, se non creando una ARCUS qualunque. Per dovere di cronaca la ARCUS sostituisce la SIBEC (Società per i Beni Culturali che si era inventato Veltroni prevista nella legge 352 del 1997, ma mai costituita.
Ecco la cronaca dell'iter parlamentare. Il senatore Franco Asciutti, presidente della Commissione Cultura del Senato, ed altri senatori hanno preparato e approvato una proposta di legge che istituisse la ARCUS. Quando è arrivata alla Camera, alla Commissione Cultura presieduta da Adornato ci si è posti il problema di approvarla il più rapidamente possibile, chiedendo "la deliberante", cioè l'approvazione direttamente in Commissione senza passare in Aula. Per far sì che tutto andasse liscio senza che nessuno facesse casino si è detto all'opposizione: amici cari prima delle vacanze distribuiamo regali a tutti, basta che non ci rompete i coglioni e votate la deliberante. Ognuno ha messo del suo e, come si vede dalla tabella allegata alla legge, ce n'è veramente per tutti i gusti: si danno soldi alle iniziative più varie, alcune anche degne (tipo i fondi per gli archivi che con i tagli di Tremonti, che Urbani ha subìto come un Fido al quale Giulietto dà l'osso tutte le sere, rischiavano di non avere più luce e acqua), altre tutte da ridere (per non piangere dalla disperazione), per un totale di spesa di 153,5 milioni di euro. Si dice che non ci sono soldi, si fanno problemi a spendere anche solo 1000 € e poi se ne trovano di botto 153,5 milioni...
Ieri questa "roba" è passata alla Camera, oggi è stata iscritta all'ordine del giorno della Commisione Cultura del Senato. Pubblichiamo per intero la tabella, nella speranza che qualche anima buona magari la commenti voce per voce, dando un nome e un cognome al richiedente, vedendo chi è eletto nei collegi delle località che hanno vinto questa "lotteria". Una tale rapidità d'approvazione, sicuramente degna di miglior causa, ha come unico corrispettivo il Finanziamento pubblico ai partiti. Lo stile del provvedimento è da Prima Repubblica. Fatto sta che la distribuzione indiscriminata, lo spreco assoluto dei soldi pubblici prosegue, con una coerenza impressionante.

Urbani 5 - LA SIAE CHE DIFENDE TANTO!!!


E' uscito il Decreto del Ministero dei beni culturali con la nomina degli ultimi tre consiglieri che faranno parte del nuovo consiglio di amministrazione. Quelli scelti da Giulivo Urbani sono tre personaggi che la dicono lunga e profonda sullo stato delle cose:
Giuseppe de Vergottini: professore universitario esperto in amministrazione viene accredito dalle parti del ministro Maurizio Gasparri. E va bene così. Dove iniziano i dolori è con Augusto Pistolesi, un impiegato Siae di secondo livello (il primo, uscieri) che gode dell'amicizia di Giancarlo Rotondi, quota Buttiglione. A Napoli, il Pistolesi si occupa, tra l'altro, del settore diritto d'autore delle radio private; un settore attualmente sotto inchiesta da parte della Guardia di Finanza in seguito a una denuncia del commissario uscente Mauro Masi.
Infine, il colpo di genio di Urbani: Giuseppe Afeltra. Tenetevi forte perché è il manager dello chansonnier del Golfo Gigi D'Alessio. Che annovera tra i suoi numerosi fans, anche l'attrice Ida Di Benedetto...
Piccolo oroscopo: tra qualche mese, alla Siae, ritorna un commissario...


E poi una perla:
RAFFAELLO E MICHELANGELO PER ME PARI SONO ...
Giuliano Urbani, ministro dei Beni Culturali, ha scritto un libro. S´intitola "Il tesoro degli italiani" e riproduce una serie di conversazioni da lui tenute su temi connessi al suo dicastero. Fin qui, nessuna meraviglia. Lo stupore esplode appena lo si sfoglia, quel libro. A pagina 30 c´è uno scoop. L´autore sostiene di aver letto in un affresco della Cappella Sistina - riprodotto con tecniche virtuali negli ambienti di Castel Sant´Angelo - «sul collo di un angelo la firma di Raffaello».
Che Raffaello non abbia mai lavorato nella Cappella Sistina sembrava lampante: e lo sconcerto per il ritrovamento è stato espresso qualche giorno fa da Maurizio Costanzo in un corsivo sul Messaggero. Ieri, però, il ministro ha ribadito la notizia in un´intervista concessa al Giornale Nuovo. Lui e Raffaello si sono effettivamente incontrati in volo, sotto le volte della divina Cappella, sfuggendo abilmente (si presume) alla sorveglianza di Michelangelo. «Repetita juvant», si sarà detto il ministro.
Le scoperte non si fermano qui. A pagina 24 Urbani confida ai lettori che, sotto la chiesa di san Lorenzo Maggiore, a Napoli, «ci sono tre città , tre epoche, la preromana, la romana, la rinascimentale». Che una città del Rinascimento si nasconda sotto un tempio medievale - risalente al XIII-XIV secolo - è davvero prodigioso. Roba da speleologi, più che da ministri. E´ su per giù come sostenere che il Vittoriano è stato costruito sui resti dell´Auditorium di Renzo Piano. Ci troviamo in una dimensione avveniristica: la cultura italiana già avverte - è chiaro - l´influsso delle riforme promesse da Letizia Moratti. Urge per tutti un nuovo piano di studi.
Intanto, ridateci Vincenza Bono Parrino. Si chiamava così la titolare dei Beni Culturali in un governo della deprecata prima Repubblica. All´atto di insediarsi nei suoi uffici - aprile 1988 - ebbe l´onestà di dichiarare: «Per ora non so nulla. Ma studierò».


ECCO LE PAROLE SCRITTE DAL MINISTRO

La realtà virtuale ci consente infatti di vedere le cose come mai prima. Ad esempio, la Cappella Sistina: la vedremo tutti a Castel Sant'Angelo, io ho già avuto questo privilegio. Grazie alla realtà virtuale potremo ammirare gli affreschi della Sistina volando. Ci si infila il caschetto, si azionano i dispositivi e si ha la sensazione di volare, di avvicinarsi ai dipinti e di vederli come non sarebbe mai possibile dal vero: si arriva a leggere, per esempio, sul collo di un angelo la firma di Raffaello. Una cosa emozionante...

Inviato: 16/03/2004, 19:16
da SuSEr
Gente di un certo livello.....

Inviato: 18/03/2004, 14:10
da Drogato_ di_porno
Voglio contribuire con un intenso primo piano del nostro ministro. Attenzione peró: solo Urbani stesso puó esprimere la forma del suo spirito. La foto ritrae solo i suoi tratti passeggeri.

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