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Oh Romeo Romeo

Inviato: 31/08/2004, 17:16
da barcode
.. perchè non reintegriam romeo?

Direi che il periodo di quarantena è finito, chissà  se Z dopo le vacanze vorrà  restituirci quel genio
Che si avvicini col capo cosparso di cenere

Torni il figliuol prodigo

:DDD :DDD :DDD :DDD :DDD :DDD

Inviato: 31/08/2004, 17:21
da Nova
ohhhh, era ora...... io non osavo, si sa che sarei di parte.

Mi manca troppo, sento un vuoto incolmabile....

Chi è a favore di riammissione?

Inviato: 31/08/2004, 17:25
da Puck
quando non ero ancora registrato,mi divertiva leggere i suoi post!Ora che mi sono registrato il grande Z l'ha bannato.Ma perchè?!

Inviato: 31/08/2004, 17:26
da barcode
Puck ha scritto:quando non ero ancora registrato,mi divertiva leggere i suoi post!Ora che mi sono registrato il grande Z l'ha bannato.Ma perchè?!
Perchè ha fatto lo str***o? :DDD

Beh capita a tutti

Inviato: 31/08/2004, 17:27
da catoblepa
Per le new entry... riassuntino delle puntate precedenti? Thank's.

Inviato: 31/08/2004, 17:27
da Nova
Perchè non c'ero io a contenerlo... :(
Adesso che sono tornata ci penserei io a tenerlo tranquillo.

Dai, Zeta................

Inviato: 31/08/2004, 17:28
da manuel_b77
Concordo con la richiesta di riassunto ... sono stato in ferie e mi sa che mi sono perso qualcosa ...

Inviato: 31/08/2004, 17:30
da Julio taylor
bisogna vedere se lui avra voglia di ritornare, e come la prenderanno don chischiotte e paperinik...

Inviato: 31/08/2004, 17:30
da Nova
manuel_b77 ha scritto:Concordo con la richiesta di riassunto ... sono stato in ferie e mi sa che mi sono perso qualcosa ...
Anch'io ero in ferie ma non ho bisogno del riassunto...
Lo intuisco :lol:

Inviato: 31/08/2004, 17:32
da Nova
Julio taylor ha scritto:bisogna vedere se lui avra di ritornare, e come la prenderanno don chischiotte e paperinik...
Una volta Don disse:
Sbagliare è umano, perdonare è divino"

O qualcosa di simile... :)

Don?

Inviato: 31/08/2004, 17:36
da Nova
Rimetto alla vostra attenzione anche il Circolo, così triste e abbandonato da quando manca il Suo Creatore.... :(

Inviato: 31/08/2004, 17:37
da DON CHISCIOTTE
Nova ha scritto:
Julio taylor ha scritto:bisogna vedere se lui avra di ritornare, e come la prenderanno don chischiotte e paperinik...
Una volta Don disse:
Sbagliare è umano, perdonare è divino"

O qualcosa di simile... :)

Don?
esatto..ma manca la fine...
continuare è da somari..

Inviato: 31/08/2004, 17:38
da Nova
DON CHISCIOTTE ha scritto:
Nova ha scritto:
Julio taylor ha scritto:bisogna vedere se lui avra di ritornare, e come la prenderanno don chischiotte e paperinik...
Una volta Don disse:
Sbagliare è umano, perdonare è divino"

O qualcosa di simile... :)

Don?
esatto..ma manca la fine...
continuare è da somari..
Dai, Don, non essere così fiscale....

:blowkiss: :blowkiss: :blowkiss:

Inviato: 31/08/2004, 17:39
da THE ANSWER
Ma non l'aveva detta il CAPO quella frase ?

non per toglierti qualcosa Don............

Re: Oh Romeo Romeo

Inviato: 31/08/2004, 17:39
da Julio taylor
barcode ha scritto:.. perchè non reintegriam romeo?

Che si avvicini col capo cosparso di cenere
Torni il figliuol prodigo

:DDD :DDD :DDD :DDD :DDD :DDD
in attesa di helmut
provvedo in parte io :lol:

LA PARABOLA DEL FIGLIUOL PRODIGO

E' questa le terza parabola, la cui parte rilevante è, appunto, l'amor di Dio per i peccatori. Questa parabola è il più bel diamante di questo tesoro di parabole evangeliche.
Un uomo, che rappresenta Dio, aveva due figli, propone Gesù. Quest'uomo è ricco, buono e generoso e nella sua casa anche i servitori, i mercenari hanno un trattamento di favore.
I due figli vivono la vita onesta del padre, e partecipano all'amministrazione dei suoi beni.
Ma un giorno il più giovane dei due e con aria di autorità  gli dice: «Padre, dammi la mia parte dei beni che mi tocca!». Ma. in realtà , non gli spetta nulla per ora, perchè suo padre vive ancora. Tuttavia, egli vuole avere la sua libertà , fare a modo suo, senza dover consultare e rendere conto ad alcuno. Il padre gli dà  quello che desidera, spartendo i beni tra i figli. Allora, il più giovane, messa assieme ogni cosa, «se ne parte per un paese lontano », immagine del mondo, dove Dio è dimenticato, dove il Suo nome non è mai pronunciato.
E nel mondo dà  subito inizio a festini, bagordi, attirandosi gran numero di amici e di adulatori solleciti a godere delle sue sostanze. Ma questa vita debosciata non dura molto, Ben presto le ricchezze finiscono e con esse spariscono tutti gli amici e adulatori.
Intanto sopravviene nel paese «una gran carestia», e il giovane pallido, affamato, cencioso bussa di porta in porta, supplicando per avere un tozzo di pane e un misero lavoro. Ma dappertutto incontra rifiuto, dati i tempi difficili.
Solo un proprietario meno provato dalla carestia, l'accoglie per pietà  e lo manda lontano nella sua tenuta a fare il guardiano delle mandrie di porci.
«Ed egli avrebbe desiderato empirsi lo stomaco delle ghiande che i porci mangiavano, ma nessuno dei guardiani preposti ai greggi, gliene dava».
Era questa l'ora che Dio attendeva. In questo stato di profonda umiliazione e di prostrazione fisica e morale, senza alcuna prospettiva per il giorno dopo, il giovane sventurato ripensa alla casa del padre e a tutti quei servi e mercenari che in essa hanno tutto in abbondanza.
«Rientrato in sè disse: Quanti servi di mio padre hanno pane in abbondanza, ed io qui muoio di fame!». E' questo il primo sintomo del suo ravvedimento. Quindi prende la risoluzione: «Io mi leveró», dalla bassezza in cui è caduto, «e me ne andró », perchè è così lontano, « dal padre mio», il cui cuore paterno è pieno di inestinguibile tenerezza, «e gli diró: Padre, ho peccato contro il cielo e contro te: non son più degno di essere da te considerato come tuo figliuolo, accettami almeno come uno dei tuoi servi».
Quindi si alza e parte, facendo a ritroso verso la speranza quel cammino, che aveva iniziato credendo di trovare libertà , gioia di vivere, piacere.
Ma il padre non si è dimenticato di lui. Anzi, quanto più lui, il figlio, si è mostrato ingrato, tanto più ha inteso amarlo, sentendolo nel bisogno e privo del suo amore ed aiuto. Ed ogni tanto l'amore lo portava a scrutare l'orizzonte per vedere il figlio tornare a lui.
Finalmente, un giorno lo scorge camminare lentamente, stanco, vestito di stracci e macilento per la mancanza di cibo. Sena frapporre indugio, gli corre incontro, e, quando lo raggiunge, lo bacia e lo abbraccia a lungo, mentre il figlio tra lacrime e singulti cerca di dirgli, come si era prefissato: «Padre, ho peccato contro il cielo e contro te; non son più degno di essere chiamato tuo figliuolo ». Ma il padre non lo fa nemmeno finire di parlare, perchè tanta è la gioia, da cui è pervaso che si affretta col figlio verso casa, ove giunto chiama tutti i suoi servi: « Presto, dice loro, portate qui la veste più bella», quella veste cioè lunga, detta anche toga, che era portata come segno di condizione elevata: «mettetigli un anello al dito», che altro non era che un anello recante un sigillo che distingueva le persone di condizione sociale elevata: « mettetigli dei calzari ai piedi», segno di libertà , perchè i servi e schiavi erano scalzi; « e portate fuori presto, il vitello già  ingrassato», come ce ne erano sempre per ogni occorrenza nelle case dei facoltosi orientali, « ammazzatelo e mangiamo e facciamo festa, perchè questo mio figlio era morto, ed è tornato a vita; era perduto ed è stato ritrovato. E si misero a far gran festa». Nel mezzo di essa ecco giungere dai campi il fratello maggiore, che, intesi suoni danze e allegria, senza entrare nella casa del banchetto, si informa da un servo cosa stia accadendo.
Il servo lo informa di tutto. Allora egli manda a chiamare il padre per rimproverarlo del suo ingiusto comportamento e senza ascoltarne gli inviti a entrare nella sala, gli dice: « Ecco, da tanti anni ti servo, e non ho mai trasgredito un tuo comando; a me peró non hai mai dato neppure un capretto per far festa coi miei amici; ma, quando è venuto questo tuo figliuolo che ha divorato i tuoi beni con le meretrici, tu hai ammazzato per lui il vitello ingrassato ».
Il padre gli risponde: « Figliuolo, tu sei sempre stato con me, ed ogni cosa mia è tua; ma bisogna far festa e rallegrarsi, perchè questo tuo fratello era morto ed è tornato a vita, era perduto ed è stato ritrovato ».
Gesù non finisce la parabola, si ferma qui. Non dice se il figlio maggiore partecipó anche lui alla festa. Con un sentimento di profonda delicatezza e bontà  lascia ai farisei la conclusione del racconto, perchè questo fratello scontento, geloso, egoista e orgoglioso è il loro ritratto.
Se nelle intenzioni di Gesù il figliuol prodigo rappresenta direttamente tutti i peccatori gentili del suo tempo, tuttavia egli ha voluto gettare la corda della salvezza a tutti i poveri figliuoli prodighi di ogni tempo, mostrando in Dio un padre buono, più ostinato nella sua misericordia che essi nella loro ingratitudine, più tenace nel perdonarli che essi ad offenderlo.