Bisogno di parlarne
Inviato: 08/09/2004, 15:44
Ho letto gli interventi rapidamente: mi sembrano un sensato mix di considerazioni serie, scherzose ed autoironiche su un tema che è, a dir poco, ambiguo. Dico la mia, ché ne ho bisogno e non mi è possibile parlarne esplicitamente con amici e affini ... proprio no.
Ho 42 anni e famiglia, un buon lavoro ragionevolmente retribuito e tranquillo (soprattutto dopo essermi defilato dalla prima linea, meno soldi ma molto più tempo e meno stress per me). Non sono un solitario e sono ragionevolmente felice della mia famiglia: allo stesso tempo ho sempre regolarmente avuto periodi di fibrillazione emotiva e sessuale.
Premesso che il mio "ambiente" (lavoro e amicizie) non si presta affatto a sfarfallamenti, il mio atteggiamento in passato era sempre stato di tipo prevalentemente repressivo. Risultato? Pessimo: otto anni fa ho perso letteralmente la testa per la migliore amica della moglie (che ha ricambiato) a cui è seguito un casino totale durato a lungo e costato molto in serenità e fiducia in me stesso.
Di conseguenza ho deciso che quando si fosse ripresentato il periodo di fibrillazione avrei provveduto a sfogare in qualche modo escludendo tutte le relazioni normali: amicizie, vicini di casa, colleghi ... insomma incontri estemporanei (ma rari: due negli ultimi otto anni) o pilotati. I pilotati risalgono a un paio di anni fa a partire da un locale di strip dove ho ben socializzato con una solare ragazza slovacca: piuttosto dispendiosa ma seria professionista, soddisfazione non eccelsa ma tecnica inappuntabile. Poi il "giro" è cambiato, non mi piaceva il tipo di uomini che ronzavano attorno alle ragazze ed ho mollato il colpo. Sono passato sia all'uso di Internet (scarsa soddisfazione) che alla prostituzione di strada, in casa almeno qui a Milano non sai cosa ti trovi davanti e pretendono pure molti soldi. E' una cosa recente che funziona se uno parte con le aspettative giuste: prezzo ragionevole, ragazze spesso carine e disponibili (a Milano città almeno), appartamentini che permettono un rapporto non del tutto delirante.
Qui capita il guaio.
Il guaio è che ho incontrato lo sguardo di una giovane uruguagia: mi è simpatica, mi piace guardarla e, in effetti, ho voglia di parlare con lei piuttosto che fare sesso (e questo è realmente ridicolo!) e quel che succede è che dopo le prime due volte non ho praticamente avuto erezioni perché sono troppo preso a cercare di chiacchierare e di identificare quel che c'è di "vero" rispetto alla situazione reale del momento: figurarsi! Insomma, non so bene cosa e come fare ... mi rendo conto che il "cliente innamorato" è una banalità , non sono certo l'unico! Ora, le domande che mi si pongono sono:
1) apparentemente non è sottoposta ad un pappone invadente, ma non so fino a che punto questa sensazione sia corretta ... anche se volesse sarebbe "libera" di vedere un cliente "fuori contesto"?
2) se fosse "libera" di deciderlo come rompere il guscio protettivo? L'insistenza, le attenzioni, i regali, le parole ... cioè tutto quello che in una situazione normale si fa per sedurre l'altro in questo caso sono improponibili: diventerei un rompiballe (già sta reagendo male al fatto che il mio modo guardarla le ha chiaramente comunicato che a me degli "11 minuti" canonici non potrebbe fregarmene di meno ... male nel senso di avermi rinfacciato esplicitamente di essere stato scortese con lei - cosa del tutto falsa: sono ridotto ad una mozzarella quando ce l'ho davanti). D'altro canto è improponibile che vada con lei per fare "Maria adoremus" ... o no?
Se qualcuno ha qualche idea ... da solo la cosa sta diventando pesante.
Grazie
zug
Ho 42 anni e famiglia, un buon lavoro ragionevolmente retribuito e tranquillo (soprattutto dopo essermi defilato dalla prima linea, meno soldi ma molto più tempo e meno stress per me). Non sono un solitario e sono ragionevolmente felice della mia famiglia: allo stesso tempo ho sempre regolarmente avuto periodi di fibrillazione emotiva e sessuale.
Premesso che il mio "ambiente" (lavoro e amicizie) non si presta affatto a sfarfallamenti, il mio atteggiamento in passato era sempre stato di tipo prevalentemente repressivo. Risultato? Pessimo: otto anni fa ho perso letteralmente la testa per la migliore amica della moglie (che ha ricambiato) a cui è seguito un casino totale durato a lungo e costato molto in serenità e fiducia in me stesso.
Di conseguenza ho deciso che quando si fosse ripresentato il periodo di fibrillazione avrei provveduto a sfogare in qualche modo escludendo tutte le relazioni normali: amicizie, vicini di casa, colleghi ... insomma incontri estemporanei (ma rari: due negli ultimi otto anni) o pilotati. I pilotati risalgono a un paio di anni fa a partire da un locale di strip dove ho ben socializzato con una solare ragazza slovacca: piuttosto dispendiosa ma seria professionista, soddisfazione non eccelsa ma tecnica inappuntabile. Poi il "giro" è cambiato, non mi piaceva il tipo di uomini che ronzavano attorno alle ragazze ed ho mollato il colpo. Sono passato sia all'uso di Internet (scarsa soddisfazione) che alla prostituzione di strada, in casa almeno qui a Milano non sai cosa ti trovi davanti e pretendono pure molti soldi. E' una cosa recente che funziona se uno parte con le aspettative giuste: prezzo ragionevole, ragazze spesso carine e disponibili (a Milano città almeno), appartamentini che permettono un rapporto non del tutto delirante.
Qui capita il guaio.
Il guaio è che ho incontrato lo sguardo di una giovane uruguagia: mi è simpatica, mi piace guardarla e, in effetti, ho voglia di parlare con lei piuttosto che fare sesso (e questo è realmente ridicolo!) e quel che succede è che dopo le prime due volte non ho praticamente avuto erezioni perché sono troppo preso a cercare di chiacchierare e di identificare quel che c'è di "vero" rispetto alla situazione reale del momento: figurarsi! Insomma, non so bene cosa e come fare ... mi rendo conto che il "cliente innamorato" è una banalità , non sono certo l'unico! Ora, le domande che mi si pongono sono:
1) apparentemente non è sottoposta ad un pappone invadente, ma non so fino a che punto questa sensazione sia corretta ... anche se volesse sarebbe "libera" di vedere un cliente "fuori contesto"?
2) se fosse "libera" di deciderlo come rompere il guscio protettivo? L'insistenza, le attenzioni, i regali, le parole ... cioè tutto quello che in una situazione normale si fa per sedurre l'altro in questo caso sono improponibili: diventerei un rompiballe (già sta reagendo male al fatto che il mio modo guardarla le ha chiaramente comunicato che a me degli "11 minuti" canonici non potrebbe fregarmene di meno ... male nel senso di avermi rinfacciato esplicitamente di essere stato scortese con lei - cosa del tutto falsa: sono ridotto ad una mozzarella quando ce l'ho davanti). D'altro canto è improponibile che vada con lei per fare "Maria adoremus" ... o no?
Se qualcuno ha qualche idea ... da solo la cosa sta diventando pesante.
Grazie
zug