sul domenicale di dell'utri si parla di porno

Scatta il fluido erotico...

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ronsard
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sul domenicale di dell'utri si parla di porno

#1 Messaggio da ronsard »

[b:fa0f04d1a4]Post-porno, dove lo sguardo si fa oggetto[/b:fa0f04d1a4]

Viaggio infernale nei mille rivoli della pornografia contemporanea. Abbandonata l'ipocrisia dell'erotico e annoiata dalla sessualità esibita, ha sposato l'assolutizzazione del particolare perché tutto in fin dei conti sta nell'occhio di chi guarda. E la Rete è il luogo dove ogni ossessione trova la propria esaltazione


Prima o poi nella vita si incappa sempre in una pia signorina che distingue i film erotici da quelli pornografici, dove gli erotici sono erotici perché "suggeriscono", i porno sarebbero porno perché "si vede tutto", e quindi non c'è niente da immaginare.
Distinzione troppo scontata. Perché gli spettatori cosa volete che s'immaginino, nell'erotismo, se non la pornografia che non c'è, e viceversa cosa credono di guardare, in un film porno, se non l'erotismo mancante? E il durante del porno, essendo tutto lì, non inscenato ma vero, non dobbiamo sforzarci neppure di immaginarlo. I veri film erotici sono quelli pornografici, mentre i cosiddetti erotici sono porno mancati. L'immaginazione di uno spettatore di un film porno, poiché onanistica, diventa intrinsecamente erotica: il porno induce a pensare l'osceno, che per l'appunto anche etimologicamente resta "fuori dalla scena". Viceversa ogni film erotico riuscito rappresenta un film porno mancato, onanismo abortito. Non si scappa: il porno o è dentro, in chi guarda l'erotismo, o è fuori, in chi guarda la pornografia. Detta altrimenti: lo spettatore di un film porno è erotico, quello di un film erotico è pornografico.

Candy Candy desnuda
E poi, questo erotismo per sedicenti pornografi ce lo rifilano non soltanto nell'Espresso ma in ogni film, in ogni thriller, in ogni commedia, in ogni ammiccamento gluteale e perizomico di velina. Da anni ci si deve sorbire la copula canonica, e quelli che una volta erano i riempitivi di un porno (si veda Il secondo Diario minimo di Umberto Eco, Bompiani 2001, capitolo "Come riconoscere un film porno"), sono diventati telefilm di successo come Sex and the City. Così, di tanto in tanto, si sveglia il MaurizioCostanzoShow con una puntata su erotismo e pornografia, con Jessica Rizzo (almeno si fossero potuti permettere Silvia Saint, sebbene siano finiti i tempi di Moana e Ilona "Cicciolina" Staller, dove la pornostar era star anche fuori dal porno). Gli altri ospiti di Costanzo non hanno detto niente. Con una punta di moralismo introdotta da Costanzo medesimo, il quale, a un certo punto, vedendo su un monitor una specie di Candy Candy con le tettone, si è detto "indignato". Bisognerebbe, ha detto, denunciare i manga giapponesi alla magistratura in quanto incitazioni alla pedofilia. Certo che anche lui, ha ben contribuito a fare di Melissa P. un caso nazionale: ragazzina pornografica col suo diarietto pornografico, in verità erotico nel senso sopracitato, dove le cose si fanno ma sono edulcorate e al lettore spetta la parte piò oscena, quella appunto di immaginarsi il resto.

Invece il Giappone, manga o non manga, ha capito tutto. I nipponici sono insetti strani, non intelligentissimi ma onnifaghi e pazzi e diabolicamente profetici, muniti di antennine sensibili, già virtualizzati da mezzo secolo, a modo loro. Avanguardia del capitalismo immaginifico. Soprattutto oggi che il discorso è più complesso e più immateriale, altro che pornografia da un lato e erotismo dall'altro, altro che omosessuali contro eterosessuali e turbe psichiche da vecchio millennio, altro che Love Line su MTV, per disadattati sessuali, dove c'è sempre un maschio in crisi di prestazioni o un gay che non riuscendo a fare l'outing non si sente abbastanza in. Non c'è paese più osceno del Giappone, dove la riproduzione, fotografica o disegnata, dei genitali, è vietata per legge, e non per erotismo, per carità , ma per coscienza pornografica.
Coprirsi è infatti porno, delimitazione dell'osceno, e quale pornografia sarà mai visibile, per esempio, in un campo di nudisti? Più ci si copre, più si nutre un'idea alta dell'osceno. Nel dominio nipponico, dominio geografico e dominio del www, vige la cultura giovanile degli Otaku, e si vendono boccette di orina femminile con tanto di foto della ragazza. Mutandine intraviste sotto le gonne di ragazze pon pon, colte all'insaputa o esibite (si dividono in due tipologie, pankira o panmoro), sporche o lindissime, smercio forsennato dei residui del sesso, intorno al sesso.

WWW dove tutto è porno
Mentre l'erotismo di chi parla di erotismo sta ancora lì, come ciliegina di una torta che non c'è più, la pornografia, e non l'ha capito neppure Rocco Siffredi, neppure Michael Ninn, neppure John Buttman, figuriamoci Costanzo e i suoi ospiti, si è superata da sola, esplodendo nell'inconscio, grazie a Internet, l'infinitamente piccolo nell'infinitamente grande. Chi sta ancora a sottilizzare non si rende conto che tutto è pornografico, basta pensarlo tale.
Le identità reali della Rete sono molteplici, e in continua trasformazione e fusione. è sufficiente avere un'ossessione, collegarsi alla Rete, e trovare mille altri simili, collezioni di immagini come tasselli di interi immaginari in mutazione. Un alluce di donna smaltato di rosso è "vietato ai minori" se si entra in un sito feet fetish, ovviamente se il minore si presuppone feticista, altrimenti cosa mai vedrebbe se non un catalogo per podologi pedanti?

Tuttavia un feticista degli alluci spesso non ha niente in comune con un feticista delle piante dei piedi, dei talloni, dei collant, o addirittura di un gesto, come il dangling. Ciascuno, con la sua ossessione specifica, sta alle altrui ossessioni come un eterosessuale a un omosessuale, le sfumature delimitano barricate insormontabili, ecco la rivoluzione. Le dita sono toes fetish. Le piante sono soles fetish. I collant stockings fetish. Un piede femminile che schiaccia una banana, un wurstel, un insetto, è crushing, ma se scalzo barefeet crushing, se in sandali sandals crushing. Se schiaccia l'acceleratore di una macchina è pedal pumping. Tickling va bene come keyword per il solletico, ma poi, anche qui, a ciascuno il suo: se il corpo solleticato è legato sarà bondage tickling, se si tratta di una bionda e legata blonde bondage tickling, se incinta pregnant. C'è chi ama le unghie smaltate di rosso, red toenails fetish, magari lunghe, long nails, chi non smaltate, no polish nails fetish. Ma di quali piedi, e con quale forma? Forse un feticista del seno (perché feticista dovrà essere chiamato, da ora in poi) si accontenterà di big tits o small tits, per iniziare il suo viaggio, ma come dovrà definirsi la morfologia del giusto alluce?

Nuove tassonomie per nuove manie
Navigando basta sapere cosa si cerca, e chiunque lo sa, ciascuno ha una password dell'inconscio, e l'inconscio sta venendo a galla, sta esplodendo. Le ragazze magre, tiny, e le grasse, large woman fetish; le giovani, young e le vecchie, granny, nell'universo in espansione delle ossessioni saltano anche le categorie del bello e del brutto. Ogni categoria si ibrida con le altre e ne genera di nuove, generando nuovi generi, nuovi pungoli, nuove tassonomie dello strettamente personale, nuovi linguaggi. Ma perfino l'immaginario già esistente cambia alla velocità della luce, non è più lo stesso anche quando assomiglia al vecchio. Una mano di donna che masturba un uomo, si chiama Handjob fetish. Poco conta che la masturbazione fosse già inclusa nel discorso porno tradizionale, perché qui, circoscritta, separata dal resto, si fa altro, rituale autonomo, sessualità distinta. Compartimenti stagni che non ristagnano, in perpetua mutazione genetica. Non appena individuata, l'ossessione, cessa di essere quello che era, si fa genere a se stante, si fa handjob o feetjob o altro, con preferences e variazioni annesse e connesse. Ossia nuove identità . Perché poi, come dovranno essere le mani di lei? Dovrà essere vestita o no? Dovranno essere scene rubate, candid camera, dovrà essere una nurse col suo paziente o cosa? C'è chi vuole vederla incinta, e allora sarà Handjob pregnant fetish. Qualcuno la preferirà incinta, mora, e con le unghie smaltate di rosso, categoria Handjob pregnant brunette red nails fetish. Foto e video dove non si vede il volto sono Handjob no face fetish, dove si vede Handjob face fetish, dove le mani si aggirano nei dintorni, Handjob reach around fetish.

La globalizzazione informatica ha globalizzato la sessualità , e non omologandola, ma dando a ciascuno secondo il suo bisogno, trasferendo ogni periferia immaginativa nel suo centro specifico, dilatando i pensieri dall'interno. E i bisogni della psiche, poiché individuali, superindividuali, sono diventati infiniti. Si è trascinati indietro, alla prima immagine. Freud è morto, con lui il castello di carte del simbolismo fallico, e da Costanzo stanno ancora a separare il reale dal virtuale, quasi fossimo ancora negli anni Novanta e non fossero intrinsecamente legati, quasi che, da sempre, il rischio a letto non sia che uno dei due, o entrambi, non pensino a qualcos'altro, e non a un altro, ma alla propria immagine archetipo. Il porno, divenuto implicito, affondando nel web, sempre più spesso superato dai contorni, mica come da noi psicoborghesi attardati ancora con il mito dell'identità sessuale. Ecco perché da Costanzo, a un decennio da questa rivoluzione, stanno ancora a discettare tra erotismo e pornografia, tra realtà e virtualità .

Intanto, da qualche parte, in questo emisfero di utopia e libero arbitrio, hanno inventato le fucking machines. E subito il genere si è diviso in decine di sottoclassificazioni. Belle ragazze, e anche meno belle (la bellezza non è più un valore indiscutibile nell'universo delle manie, le top model riscuotono tanto successo quanto trippe e pance cadenti, perfino la cellulite è fetish) amoreggiano con curiose macchine munite di fallo, stimolatori ad aria per capezzoli, vibratori collegati al clitoride. Ma Freud non c'entra, i falli ci sono per ricondurre altrove. Sedute su speciali Loving Chairs, oppure sospese in speciali imbracature, queste ragazze sono, nell'immaginario periferico che ci conduce a loro, donne emancipate, le quali hanno sostituito la macchina all'uomo, o donne schiave, costrette a un supplizio indesiderato, oppure donne che scendono nel sottoscala di una normale palestra per godere di un piacere solo loro, magari davanti a un professionalissimo "addetto ai lavori" costretto a reprimere uno sguardo malizioso, e quello sguardo è il fulcro di tutto? Nessuno vedrà nelle fucking machines la stessa storia, come nessuno ha mai visto la stessa immagine guardando un film porno, mentre è difficile scantonare dall'erotismo che ti dà a vedere ciò che vuole darti, aggirando la pornografia per partito preso. Un film porno può essere erotico, un film erotico non sarà mai porno per partito presto, pertanto mai neppure erotico.

La ripetizione del frammento
Nella Rete di siti gratuiti, daily updated con decine di mpeg e immagini suddivisi per categorie, ce ne sono a migliaia. Un mpeg può anche essere un file video di soli dieci secondi che, mandato in esecuzione continuata su Windows Media Player, riproduce il medesimo segmento a ciclo continuo. Se nel porno, evaporata la storia, contava l'interezza di una scena, qui, nel frammento, conta sia ciò che si vede sia ciò che, non vedendosi, è immaginabile in quanto feticcio invisibile. La storia che non c'è, immaginata, e una sequenza ripetuta ad libidum. Con buona pace di Umberto Eco. E anche di Baudrillard. Il reale è un simulacro del virtuale.
Mistress Chloe è una bella californiana. Bionda, oggetto di culto della Rete. Produce "costum video" su commissione, basta chiedere, lei risponde. Ha una clientela particolare. E una produzione vasta e morbosa di insetti schiacciati, pesci rossi divorati vivi, video dove cucina aragoste, video di semplici flatulenze (fart fetish), crushing di lumache (anche qui, si badi, trionfa la pornografia dell'invisibile, perché il feticista di una lumaca schiacciata distrattamente non ha nulla a che vedere con il feticista della lumaca schiacciata dall'intenzione di farlo), fino alla vendita per corrispondenza delle proprie unghie tagliate. Vende persino rutti e sputi. Non schifatevi, pensate che nella tivù generalista de La Talpa, su mamma Rai, si spalmano scarafaggi addosso e nessuno dice niente, agonizzano dentro teche di plexiglas e nessuno pensa a una simulazione di snuff movie. I piedi di Chloe, tra l'altro, sono merce prelibata quanto le immagini a fumetti di Franco Saudelli. Difficile risalire da Internet e non pensare, grazie anche a Chloe, alla simbologia implicita di una scarpa con il tacco a spillo, come se il piede femminile non potesse far altro che dominare, e qualcuno ne avesse tratto le naturali conseguenze. (E allora, nel discorso porno tradizionale, nella simbologia delle calzature erotiche comunemente accettate, l'immancabile tacco a spillo non sarà il simbolo di un potere ribaltato, sovvertito nel coito, o riaffermato nel sadomaso?).

Pure le macellaie sono fetish
Navigando nel porno non mancano, certo che no, siti di semplici ragazze in spiaggia, ragazze della porta accanto, strictly amateur. La pia signorina sostenitrice dell'erotismo non le prenderebbe neppure per foto erotiche, non vedrebbe niente. Immagini inviate dal mondo, reality show dell'impalpabile, ma non è questo che conta. Incredibilmente porno pur semplicemente adagiate su un lettino, a prendere il sole. O in cucina a fare un caffè, o sedute in macchina, a guidare. Pornografia della quotidianità rubata. Non vedere, per vedere di più. Nessuno vedrà mai la stessa immagine. Siamo vicinissimi al perturbante immaginato dai surrealisti, Internet è un'incarnazione del Document bataillano, profetica rivista che ha anticipato di un secolo il fascino viscerale del dettaglio. Ma neppure Bataille era arrivato a tanto. Qui ci sono addirittura macellaie, vale a dire slauthering mistress, ragazze che pescano, dragando nel fishing female fetish, o che cacciano, huntress mistress, e cartoni animati hard, anime fetish, e candid camera di esami ginecologici, gyno exam e rectal exam (il celebre Dottor Tushy), per non parlare di tutta la zona coprologica, scat e poop e pee, dove la domanda più comune posta a un uomo è «do you want to be my toilet?».

Non per niente nell'ultima generazione del porno tradizionale, quello a noleggio, che accusa i colpi e mostra la corda, trionfano i backstage. Non c'è dvd che ne sia privo. Il prima e il dopo del porno, più porno del porno. Per chi non si accontentasse della parte esplicita, il film, due ore di sesso non stop senza più parvenza di storia, ci sono interviste, preparativi, scene tagliate, fuori onda, fuori film, scampoli di oscenità senza sesso, ancora più osceni. Oppure menù interattivi per selezionare la scena, e perfino inquadrature variabili, opzionabili. Resta il sospetto che il film stia lì solo come un teatro al contrario, da guardare da dietro le quinte. Dietro il sesso c'è l'ipersessuale immaginifico del non sesso. L'oscenità del dettaglio. La ricerca fatale di un invisibile più evidente. Nessuna immagine sarà più la stessa. E nessuna immagine sarà quella ultima, fatale. Ce ne sarà sempre una migliore, più vicina all'archetipo, da cercare. E anche qui, la solita pia signorina dice che visto un porno visti tutti. Sembra sottile, e invece mancano molte sottigliezze. Ed è lei a essere troppo porno per poterle coglierle.

Massimiliano Parente

catoblepa
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#2 Messaggio da catoblepa »

Ho letto la prima riga e già  mi son rotto i coglioni.
Mi chiedo, saranno così importanti i soldi per Dio? (cit. Nova)

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Kirov
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#3 Messaggio da Kirov »

ho letto il primo e secondo paragrafo....non tutto è da buttar via :-)

mi piace soprattutto quella considerazione per cui la scena di sesso viene sbattuta in tutti i film....

la mia conclusione è che il porno è molto più onesto :-)
The last temptation is the highest treason
to do the right deed for the wrong reason
(T.S.Eliot, Assassinio nella Cattedrale)

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dostum
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#4 Messaggio da dostum »

L'unico argomento di cui Dell'Utri dovrebbe intendersi è Cosa Nostra meglio si occupi di quello.

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