La seduttrice
Inviato: 10/10/2004, 22:10
da corriere.it
L'attrice francese protagonista di «Nathalie»
Emmanuelle Bèart a luci rosse: aiutata sul set da vere prostitute
«Per prepararmi al ruolo ho frequentato diversi locali notturni. Nel film è stato dfificile parlare di sesso, temevo la volgarità »
ROMA - «àˆ più facile mostrare il sedere che l'anima», dice candida Emmanuelle Bèart che in Nathalie... di Anne Fontaine indossa minigonne, guepière e tacchi a spillo per interpretare una prostituta. «La seduttrice» francese - come la elesse la rivista Elle un anno fa, mettendola nuda in copertina - è coinvolta in un inusuale triangolo da Fanny Ardant, moglie borghese di Gèrard Depardieu. Il film uscirà in Italia il 15 ottobre. «Non si parla della crisi di una coppia borghese. Non avrei mai accettato la parte, sarebbe stato noioso - spiega la Bèart -. Nathalie... racconta l'educazione sentimentale di due donne assopite. Una dall'assenza dell'amore. L'altra da un matrimonio che dura da 25 anni ed è ormai senza sesso. Catherine paga la prostituta per andare a letto con il marito e poi si fa raccontare nei dettagli gli amplessi. Così spera di entrare nelle zone più oscure del desiderio dell'uomo, per riprenderselo. àˆ una specie di terapia. Ma accade l'imprevedibile: la prostituta ricomincia a provare desiderio, a risvegliare i sentimenti». I capelli biondi in riccioli spettinati le cadono sulle spalle, sulla bocca imbronciata non ha un filo di rossetto, nessuna traccia di trucco nemmeno intorno ai grandi occhi azzurri. Indossa una semplice maglietta marrone e un paio di jeans che mettono in risalto il fisico statuario. Il regista Claude Chabrol definì Emmanuelle «un viso d'angelo e un corpo da puttana» e lei, trentanove anni portati fieramente, spiega di non essersi mai sentita in imbarazzo sul set mentre mostrava il suo corpo. «Non ho avuto problemi a girare le scene in cui ballavo la lap dance. Ma è stato difficile raccontare gli incontri sessuali, farlo senza volgarità . I dialoghi sono stati visionati anche da una prostituta, per renderli ancora più autentici. Ecco, mentre pronunciavo quelle parole mi sentivo davvero nuda. Credevo di camminare su un filo, con la sensazione di perdere l'equilibrio e cadere nel vuoto».
Per prepararsi al ruolo di Nathalie, Emmanuelle Bèart è andata con la regista nei bar a luci rosse. «Non sono andata lì per imparare a fare una banale imitazione delle ragazze di vita, ma per capire. La sessualità è un aspetto della vita che racchiude una grande fascinazione. Ho parlato a lungo con loro: è straordinario riscoprire oggi che la maggior parte degli uomini va con le prostitute soprattutto per parlare, per dire a loro parole volgari e violente che non userebbero mai con le mogli. Lo fanno sapendo che nessuno li giudica, ma anzi trovano donne che si piegano alle loro fantasie, rinunciando completamente ai propri desideri».
Emmanuelle è un'attrice molto richiesta. «Scelgo i ruoli istintivamente e guardando il regista negli occhi. Nella carriera di un attore rinunciare è forse più importante che accettare. Ora sono Milady nei Tre moschettieri per la tv, faró la cantante di cabaret in un film tratto da una commedia di Feydeau e reciteró in L'inferno , il prossimo lavoro di Danis Tanovic», elenca lei, figlia del cantante e poeta Guy Bèart e di un'indossatrice. Vive in un appartamento lussuoso sulla Rive Gauche a Parigi, ma non ha mai esitato a schierarsi dalla parte dei più deboli. àˆ scesa in piazza per i sans-papier, extracomunitari senza permesso di soggiorno. Come ambasciatrice dell'Unicef, è andata in Sierra Leone a incontrare i bambini-soldato e in Thailandia per un reportage sulla prostituzione infantile, ma non ne vuole parlare. Poi rabbiosa spiega: «Il turismo sessuale è un flagello che coinvolge francesi, italiani e, in fondo, tutti gli europei. Ma non credo sia il caso di unire un argomento così serio a un film».
Sandra Cesarale
"Per prepararsi al ruolo di Nathalie, Emmanuelle Bèart è andata con la regista nei bar a luci rosse". Che si siano divertite???...
L'attrice francese protagonista di «Nathalie»
Emmanuelle Bèart a luci rosse: aiutata sul set da vere prostitute
«Per prepararmi al ruolo ho frequentato diversi locali notturni. Nel film è stato dfificile parlare di sesso, temevo la volgarità »
ROMA - «àˆ più facile mostrare il sedere che l'anima», dice candida Emmanuelle Bèart che in Nathalie... di Anne Fontaine indossa minigonne, guepière e tacchi a spillo per interpretare una prostituta. «La seduttrice» francese - come la elesse la rivista Elle un anno fa, mettendola nuda in copertina - è coinvolta in un inusuale triangolo da Fanny Ardant, moglie borghese di Gèrard Depardieu. Il film uscirà in Italia il 15 ottobre. «Non si parla della crisi di una coppia borghese. Non avrei mai accettato la parte, sarebbe stato noioso - spiega la Bèart -. Nathalie... racconta l'educazione sentimentale di due donne assopite. Una dall'assenza dell'amore. L'altra da un matrimonio che dura da 25 anni ed è ormai senza sesso. Catherine paga la prostituta per andare a letto con il marito e poi si fa raccontare nei dettagli gli amplessi. Così spera di entrare nelle zone più oscure del desiderio dell'uomo, per riprenderselo. àˆ una specie di terapia. Ma accade l'imprevedibile: la prostituta ricomincia a provare desiderio, a risvegliare i sentimenti». I capelli biondi in riccioli spettinati le cadono sulle spalle, sulla bocca imbronciata non ha un filo di rossetto, nessuna traccia di trucco nemmeno intorno ai grandi occhi azzurri. Indossa una semplice maglietta marrone e un paio di jeans che mettono in risalto il fisico statuario. Il regista Claude Chabrol definì Emmanuelle «un viso d'angelo e un corpo da puttana» e lei, trentanove anni portati fieramente, spiega di non essersi mai sentita in imbarazzo sul set mentre mostrava il suo corpo. «Non ho avuto problemi a girare le scene in cui ballavo la lap dance. Ma è stato difficile raccontare gli incontri sessuali, farlo senza volgarità . I dialoghi sono stati visionati anche da una prostituta, per renderli ancora più autentici. Ecco, mentre pronunciavo quelle parole mi sentivo davvero nuda. Credevo di camminare su un filo, con la sensazione di perdere l'equilibrio e cadere nel vuoto».
Per prepararsi al ruolo di Nathalie, Emmanuelle Bèart è andata con la regista nei bar a luci rosse. «Non sono andata lì per imparare a fare una banale imitazione delle ragazze di vita, ma per capire. La sessualità è un aspetto della vita che racchiude una grande fascinazione. Ho parlato a lungo con loro: è straordinario riscoprire oggi che la maggior parte degli uomini va con le prostitute soprattutto per parlare, per dire a loro parole volgari e violente che non userebbero mai con le mogli. Lo fanno sapendo che nessuno li giudica, ma anzi trovano donne che si piegano alle loro fantasie, rinunciando completamente ai propri desideri».
Emmanuelle è un'attrice molto richiesta. «Scelgo i ruoli istintivamente e guardando il regista negli occhi. Nella carriera di un attore rinunciare è forse più importante che accettare. Ora sono Milady nei Tre moschettieri per la tv, faró la cantante di cabaret in un film tratto da una commedia di Feydeau e reciteró in L'inferno , il prossimo lavoro di Danis Tanovic», elenca lei, figlia del cantante e poeta Guy Bèart e di un'indossatrice. Vive in un appartamento lussuoso sulla Rive Gauche a Parigi, ma non ha mai esitato a schierarsi dalla parte dei più deboli. àˆ scesa in piazza per i sans-papier, extracomunitari senza permesso di soggiorno. Come ambasciatrice dell'Unicef, è andata in Sierra Leone a incontrare i bambini-soldato e in Thailandia per un reportage sulla prostituzione infantile, ma non ne vuole parlare. Poi rabbiosa spiega: «Il turismo sessuale è un flagello che coinvolge francesi, italiani e, in fondo, tutti gli europei. Ma non credo sia il caso di unire un argomento così serio a un film».
Sandra Cesarale
"Per prepararsi al ruolo di Nathalie, Emmanuelle Bèart è andata con la regista nei bar a luci rosse". Che si siano divertite???...