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come ci si accoppia con una marziana?
Inviato: 18/10/2004, 19:32
da uvz
Poco probabile ma non impossibile che un giorno avremmo una loro visita, meglio non farci trovare impreparati.
Re: come ci si accoppia con una marziana?
Inviato: 18/10/2004, 19:34
da insomnia30
uvz ha scritto:Poco probabile ma non impossibile che un giorno avremmo una loro visita, meglio non farci trovare impreparati.
e c'era chi lo voleva bannare...

Inviato: 18/10/2004, 19:38
da Squirto
Davvero.... pensate che sciocchezza avremmo fatto...
Inviato: 18/10/2004, 19:44
da DON CHISCIOTTE
stavolta devo proprio ammetterlo..
è una simpatica risposta....e fatta con gusto..
vedi che se vuoi sai partecipare?
stavolta mi inchino io..

Inviato: 18/10/2004, 19:48
da Jessica Gayle
Stasera chiamo E.T. e svelero' il segreto dell'accoppiamento!
uvz for president
Re: come ci si accoppia con una marziana?
Inviato: 18/10/2004, 20:07
da Jupus Scan
uvz ha scritto:Poco probabile ma non impossibile che un giorno avremmo una loro visita, meglio non farci trovare impreparati.
prova a chiedere a quelli che si sono accoppiati con Jessy...lei è marziana, vero Jessicuccia? Non lo sapevi, uvz?

Inviato: 18/10/2004, 20:59
da wolf.55
Primi anni sessanta, nelle sale cinematografiche esce il film "I Marziani hanno dodici mani" (insomma, come certi nostri amici assidui agli spettacoli di streep...), i protagonisti sono Carlo Croccolo (comandante di astronave aliena) e Paolo Panelli (militare e terrestre). Croccolo gira nella Roma deserta della settimana di ferragosto e avvista una coppietta, osserva un pó, poi sbotta:
- e, ma non ci sanno proprio fare...Neppure un pó di fiamma ossidrica...
Morale della favola, Jessika attenta ad E.T.!
Ciao!
Inviato: 18/10/2004, 21:27
da DON CHISCIOTTE
mi sono ricordato di questa barzelletta..penso faccia al caso nostro:
119. Due extraterrestri, lui biondo, alto e muscoloso, lei mora e tutta
curve, sono atterrati vicino alla villa di due terrestri che, passato il
primo attimo di paura, cercano di fraternizzare. I terrestri offrono loro
cibo, poi chiacchierano e alla sera decidono di fare all'amore
scambiandosi di coppia. Cosi' in camera da letto i due si spogliano, ma
per la donna terrestre c'e' una grande delusione: il tizio extraterrestre
possiede un cosino minuscolo e insignificante. Senza smettere di
sorridere il biondo pero' si tira l'orecchio destro e, meraviglia!, il
suo cosino si allunga a dismisura. La donna spalanca gli occhi: "Si', ora
non e' male come lunghezza, pero' e' sempre un po' miserino come
diametro...". Allora il biondo si tira l'orecchio sinistro e il suo coso
si allarga e diventa enorme. Cosi' per tutta la notte divampa l'amore. La
mattina dopo i quattro fanno colazione e poi i due extraterrestri
ripartono. La donna allora si rivolge al marito: "Caro, sai, e' stata una
esperienza spaziale... e a te, dimmi, come e' andata ?". "Non saprei, che
strane abitudini! Per tutta la notte non ha fatto che tirarmi le
orecchie!".
Inviato: 18/10/2004, 23:06
da cimmeno
jessica che spiega a ET il sesso fatto tra gli umani,.,,,
poi magari ritorna con l'astronave , scende dalla scaletta. tutta l'umanità aspetta che gli alieni dicano qualcosa, la prima frase storica .
ed invece scende lo stesso ET , e la sua prima clamorosa frase è
"ET ,
volere
ALTRO MUGOLONE!
Inviato: 19/10/2004, 1:16
da Barabino
Nel libro "Gli UFO nella mente" di Corrado Malanga il testimone, sottoposto a ipnosi regressiva, sostiene di essersi accoppiato con una marziana, ma dice che non gli e' piaciuto...
Inviato: 19/10/2004, 1:25
da Xenon
Non ci si puó certo esimere dal citare Incontri Molto Ravvicinati del Quarto Tipo con la suprema Monika Zanchi...

Inviato: 19/10/2004, 1:47
da Jessica Gayle
Il 16, 17 e 18 ottobre del 1995 la trasmissione "Misteri, speciale Ufo" (Raidue), condotta da Lorenza Foschini, mandava in onda per la prima volta in Italia la famosa "autopsia dell'alieno". Le immagini mostrano quelle che dovrebbero essere le riprese di un intervento autoptico su di un essere dall'aspetto umanoide, glabro e, a prima vista, privo di alcuni caratteri distintivi dei mammiferi come i capezzoli e l'ombelico. Ha il ventre rigonfio, grandi e scuri occhi neri e sia le mani che i piedi presentano un polidattilismo di sei dita. Nel video si vedono tre uomini coperti da ingombranti tute, maschera e copricapo chirurgici. Dietro un pannello trasparente c'è un altro medico, anche lui con camice, mascherina e copricapo. Uno dei tre medici opera un'incisione a Y sul torace dell'essere ed estrae diversi organi. Da ció che si riesce a cogliere, nessun organo sembra somigliare a quelli umani. L'attenzione si sposta poi sugli occhi, ricoperti da una sorta di lenti nere, che, una volta rimosse, rivelano un bulbo oculare interamente bianco. A questo punto viene aperto il cranio con una sega a mano e rimossa la materia cerebrale.
Il filmato, in bianco e nero e senza sonoro, dura circa ventuno minuti, mentre l'autopsia (a partire dal momento dell'incisione del torace), un'ora e un quarto. Le riprese sono molto movimentate e presentano diversi tagli.
Oltre alla trasmissione della Rai anche il CUN (Centro Ufologico Nazionale) diffuse successivamente il filmato nel la videocassetta "Caddero sulla Terra. Il caso Roswell", allegata alla rivista Notiziario Ufo.
Tutto era iniziato nel marzo del 1995, quando il produttore londinese Ray Santilli dichiaró di aver acquistato alcune bobine da un ex cineoperatore militare di ottantatre anni di nome Jack Barnett. Questi avrebbe filmato nel 1947, quando era di stanza a Washington D.C., i rottami di un disco volante precipitato nel New Mexico, le autopsie di due alieni recuperati, la ricognizione di uno strano essere all'interno di una tenda da campo (il famoso "Filmato della Tenda", ritenuto un clamoroso falso), le immagini dei rottami del disco e altre sconvolgenti e ancora ignote sequenze. Barnett affermó che, dopo aver sviluppato le pellicole fece una prima consegna. Il resto del materiale non venne peró mai restituito ai militari: l'Usaaf (United States Army Air Force) non venne mai a ritirare le altre bobine, malgrado fosse stata più volte invitata a farlo dallo stesso Jack Barnett.
La storia raccontata da Santilli è stata più volte modificata per venire incontro alle numerose critiche mosse da alcuni ricercatori. Il discorso fondamentale peró è che nessun altro, tranne Santilli, ha mai visto il filmato proiettato dalle pellicole originali e questo ha fatto nascere non pochi dubbi sulla reale esistenza delle stesse. Esistono solo alcuni frammenti di una pellicola, dei quali peró non è mai stata dimostrata l'appartenenza alle presunte bobine originali. Essi infatti non mostrano alcuna immagine ricollegabile con il video. Proprio per tali motivi la Kodak si è rifiutata di effettuare analisi su frammenti di questo tipo. Le richieste della Kodak, infatti, sono state molto precise: cinquanta fotogrammi in cui sia ripresa la creatura, in modo da effettuare analisi della spaziatura dei fori delle perforazioni, mutata intorno al 1955 per adeguarsi ai nuovi equipaggiamenti. Per portare a termine i controlli sarebbe inoltre necessario effettuare un piccolo foro su un fotogramma, così da determinare la composizione chimica della pellicola.
Un discorso a parte merita l'analisi della tecnica di ripresa. In un articolo pubblicato sul Mufon Ufo Journal del marzo 1996, Kent Jeffrey, coordinatore dell'International Roswell Initiative, riporta le impressioni di tre esperti cameraman di guerra: Joe Longo, presidente dell'International Combat Camera Association; Bill Gibson, che fotografó i primi lanci di V-2 e che lavoró negli anni Quaranta a due progetti dell'Air Force sugli Ufo; il tenente colonnello a riposo Daniel A. McGovern, attivo in Europa durante la Seconda guerra mondiale sui bombardieri B-17, l'operatore che riprese per primo Hiroshima e Nagasaki dopo il lancio delle bombe atomiche. Secondo i tre cameraman, già nel 1947 si utilizzavano pellicole a 16 millimetri a colori per tutti i progetti importanti e per tutte le procedure mediche. Nel caso in cui queste fossero state particolarmente importanti si utilizzavano due cineprese fisse (e non mobili come si evince dal filmato). Inoltre era sempre presente un fotografo che inevitabilmente veniva inquadrato dalle telecamere. Tutto questo non appare nel filmato di Santilli. I tre militari ritengono le riprese di pessima qualità e, commenta Joe Longo, "se qualcuno nella mia unità avesse girato un filmato del genere sarebbe finito in cucina a pelare patate". I cameraman muovono critiche anche riguardo le etichette riprodotte nelle fotocopie distribuite da Santilli. Il timbro in esse raffigurato, anche dopo ricerche presso gli archivi nazionali, non apparterrebbe ad alcun dipartimento degli Stati Uniti.
Ma veniamo all'autopsia vera e propria. Secondo autorevoli esperti anatomo-patologi come il dottor Paul O'Higgins dello University College di Londra e il Professor Pierluigi Baima Bollone, ordinario di medicina legale all'Università di Torino, l'operazione è stata eseguita senza alcun metodo e non è stata effettuata da un patologo. "Non ci siamo come manualità ", afferma Baima Bollone, "non ci siamo come tempi, non ci siamo come ferri. Non vengono eseguiti prelievi e mancano i ferri necessari". Anche per quanto riguarda l'aspetto antropomorfico del presunto alieno il patologo Ed Uthman e lo stesso Baima Bollone concordano nel ritenerlo un "non senso biologico", cioè l'essere ha una struttura troppo simile a quella umana per non avere alcune caratteristiche proprie degli umani che invece mancano.
Le analisi computerizzate del professor Nello Balossino, ordinario di Informatica presso l'Università di Torino, hanno inoltre messo in evidenza la presenza sia dei capezzoli che dell'ombelico celati, probabilmente, dall'utilizzo di cerone: "nella costruzione dell'essere", afferma Baima Bollone "potrebbe essere stato usato del materiale autoptico, il che giustificherebbe la presenza del cerone".
Dell'autenticità del filmato non solo non esiste alcuna prova concreta, ma nemmeno un piccolo indizio. Di contro ne esistono moltissimi che possono indicare che il presunto alieno potrebbe essere un artefatto realizzato con elementi sintetici e parti anatomiche umane di persone affette da una qualche malformazione genetica.
Per dimostrare, infine, che la realizzazione di un simile filmato non è impresa impossibile, un gruppo di amici, guidati da Andrea Zoboli, ha realizzato un filmato simile al film in questione. L'operazione, in questo caso, è avvenuta su un alieno costruito e modellato utilizzando tecniche proprie degli effetti speciali cinematografici. Il filmato è stato mostrato per la prima volta nel corso del VI Convegno Nazionale del CICAP (Padova, 1999)
Inviato: 19/10/2004, 1:51
da Jessica Gayle
Esistono altre forme di vita nell'Universo? Se limitiamo la ricerca al nostro sistema solare, cioè ai pianeti che ruotano attorno al Sole, compresi i loro satelliti e gli altri corpi minori e tralasciando naturalmente la Terra, la risposta è quasi certamente negativa. Ad esclusione di Europa (uno dei satelliti di Giove), su cui potrebbe esistere acqua allo stato liquido, anche se sotto uno strato di ghiaccio, su nessuno di questi corpi paiono esservi le condizioni affinchè possa esistere la vita. Ma il Sole è soltanto una stella fra le moltissime di cui è costituita la nostra galassia, la Via Lattea, nella quale si trova in compagnia di almeno duecento miliardi di altre stelle. E nell'intero Universo le galassie stesse si contano a miliardi!
A differenza di ció che credevano gli antichi, oggi sappiamo che la Terra non si trova al centro dell'Universo; anzi, non occupa alcun posto particolarmente significativo. In più possediamo un'opinione verosimile riguardo al numero totale di stelle esistenti nel cosmo, e sappiamo che attorno a molte di esse potrebbero trovarsi uno o più pianeti. Siamo arrivati a conoscere la chimica alla base delle strutture viventi, scoprendo che si fonda sugli stessi principi che governano la materia inanimata. Inoltre abbiamo ottimi motivi per ritenere che le leggi di natura abbiano la stessa validità sia qui sulla Terra che in qualsiasi altro luogo, nel passato come nel futuro. Sebbene non si conoscano a sufficienza i processi che potrebbero avere dato origine alla materia vivente, le considerazioni esposte in precedenza portano la comunità scientifica a ritenere possibile che la vita non sia un'esclusiva del nostro pianeta, ma possa esistere (o possa essere esistita in passato) anche altrove.
A conferma di questa supposizione si puó citare ad esempio come, grazie alla radioastronomia, sia stato possibile individuare l'esistenza di molecole organiche nelle lontane nubi interstellari. Questo non indica certo che si tratti di materia originata da esseri viventi, ma prova piuttosto che anche nello spazio si possono formare alcune sostanze che, sulla Terra, sono presenti nei processi biologici. Questo fatto volge a favore dell'ipotesi secondo cui, date le opportune condizioni e un tempo sufficiente, esisterebbe una tendenza naturale della materia inanimata a evolvere spontaneamente verso forme di vita elementari.
Affinchè su altri mondi possano esistere organismi viventi simili a quelli che conosciamo, bisogna supporre che anche attorno ad altre stelle vi siano pianeti, e che (come nel caso della Terra) questi offrano le condizioni essenziali: un ambiente adeguatamente protetto, la disponibilità delle sostanze necessarie alla vita, una temperatura opportuna e - soprattutto - la presenza di acqua allo stato liquido. Sebbene a oggi non sia stato ancora possibile osservare direttamente alcun pianeta extrasolare, cioè un pianeta appartenente a una stella diversa dal nostro Sole, l'aumento delle capacità offerte dagli strumenti astronomici ha portato ad accumulare un buon numero di ottimi indizi in tal senso. Infatti, sono state individuate alcune decine di stelle che, con buona probabilità , possiedono almeno un pianeta di grandi dimensioni (come il nostro Giove), e forse anche qualche altro pianeta più piccolo. Fra questi, alcuni potrebbero avere caratteristiche simili alla Terra. Al momento della stesura di questa voce (novembre 2000) è stata da poco annunciata la scoperta di quello che potrebbe rivelarsi il più vicino pianeta extrasolare: grande più o meno come Giove, si troverebbe nell'orbita di Epsilon Eridani, una stella che dista solo 10,3 anni luce da noi.
Nonostante questi indizi, e tralasciando le espressioni di moderno folklore che derivano dal controverso fenomeno UFO, non esiste alcuna evidenza riguardo al fatto che altri corpi celesti siano realmente abitati da esseri intelligenti. Inseguendo quella che alcuni ritengono sarebbe la più grande scoperta scientifica di tutti i tempi, con importanti implicazioni sociali e religiose, nel 1960 l'astronomo Frank Drake ha avviato il famoso progetto SETI (Search for Extra Terrestrial Intelligence). L'idea è quella di utilizzare i più potenti radiotelescopi per individuare la presenza di un eventuale segnale inviato, volontariamente o meno, da una civiltà aliena sufficientemente evoluta, distinguendolo dalle molte emissioni radio di origine naturale provenienti dal cosmo. E' famosa anche la cosiddetta equazione di Drake, dove combinando diversi termini (numero di stelle idonee, frazione di stelle con pianeti, quantità di pianeti di tipo terrestre, e così via) si cerca di stabilire il numero di possibili civiltà intelligenti che potrebbero realmente esistere. E' interessante notare che, anche nei casi più pessimisti, il calcolo fornisce come risultato ben 10.000 civiltà tecnologiche presenti oggi nell'intero Universo.
Finora nè il SETI nè altri progetti da esso derivati hanno portato ad alcun risultato positivo. Tuttavia l'indagine prosegue con ostinazione, anche perchè - come fa dire il compianto Carl Sagan al suo personaggio Ellie Arroway, la radioastronoma protagonista del romanzo Contact (e dell'omonimo film), "se non ci fosse nessuno, sarebbe un grande spreco di spazio".
Inviato: 19/10/2004, 1:54
da Jessica Gayle
Inviato: 19/10/2004, 1:55
da Jessica Gayle