L'ANGOLO DELLA POESIA

Scatta il fluido erotico...

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Salieri D'Amato
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Re: L'ANGOLO DELLA POESIA

#451 Messaggio da Salieri D'Amato »

La bellezza del forum

Mi beo delle forme
di Lilith, di Paperina
Mi inebrio di sogni, utopici, assurdi
di Barabino
Mi spavento per un futuro grigio, cupo, l'avvento del male
di Dostum
M'incanto all'eloquio, colto, raffinato, pungente
di Pan, di Blif, di Ziggy
M'immedesimo nella passione per Essa, semplice, genuina, totale
di Cicciu
Mi specchio nella perfezione
di invoker
M'innamoro dell'arte, rivivo le forme, classiche, moderne, Canova, Velasquez, Klimt, Botero, Manara
di Coppia, di Sensi

Poi vado nel topic del calcio, parole brutali, Inter, Muntari ..... e la poesia va a puttane!
La via più breve tra due cuori è il pene

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pan
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Re: L'ANGOLO DELLA POESIA

#452 Messaggio da pan »

On aura vu aussi ces femmes - en rêve ou non,
mais toujours dans les enclos vagues de la nuit -
sous leurs crinières de jument, fougueuses,
avec de long yeux tendres à lustre de cuir,
non pas la viande offerte à ces nouveaux étals de toile,
bon marché, quotidienne, à bâfrer seul entre deux draps,
mais l'animale soeur qui se dérobe et se devine,
encore moins distincte de ses boucles, de ses dentelles
que l'onduleuse vague ne l'est de l'écume,
le fauve souple dont tous sont chasseurs
et que le mieux armé n'atteint jamais
parce qu'elle est cachée plus profond dans son propre corps
qu'il ne peut pénétrer - rugirait-il d'un prétendu triomphe -,
parce qu'elle est seulement comme le seuil
de son propre jardin,
ou une faille dans la nuit
incapable d'en ébranler le mur, ou un piège
à saveur de fruit ruisselant, un fruit,
mais qui aurait un regard - et des larmes.
.


Le avremo ben viste anche queste donne - in sogno o no,
ma sempre nei vaghi recinti della notte -
sotto le loro criniere di giumente, focose,
con lunghi occhi teneri dai bagliori di cuoio,
non già la carne quotidiana in svendita alle nuove
macellerie di immagini, che ingurgiti
solo, fra le lenzuola,
ma l'animale sorella che sfugge e s'indovina,
ancora meno distinta dai suoi riccioli, dalle sue trine
di quanto la vaga linea dell'onda sia dalla schiuma,
l'agile fiera di cui tutti vanno a caccia
e che il più armato non raggiunge mai
perché è nascosta più in fondo al suo stesso corpo
ch'egli non può penetrare - se anche ruggisse di vano trionfo -
perché ella è solamente come la soglia
del suo stesso giardino,
o come un'incrinatura nella notte
incapace di abbatterne il muro, o una tagliola
con il sapore di frutto inumidito, solo un frutto,
dotato però di sguardo - e anche di lacrime.

Philippe Jaccottet
Non seguire le orme degli antichi, ma quello che essi cercarono. (Matsuo Basho,1685) - fa caldo l'Italia è sull'orlo di un baratro e non scopo da mesi (cimmeno 2009) - ...stai su un forum di segaioli; dove pensavi di stare, grande uomo? (sunday silence,2012)

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pan
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Re: L'ANGOLO DELLA POESIA

#453 Messaggio da pan »

L’IGNORANT

Plus je vieillis et plus je croîs en ignorance,
plus j’ai vécu, moins je possède et moins je règne.
Tout ce que j’ai, c’est un espace tour à tour
enneigé ou brillant, mais jamais habité.
Où est le donateur, le guide, le gardien ?
Je me tiens dans ma chambre et d’abord je me tais
(le silence entre un serviteur mettre un peu d’ordre),
et j’attends qu’un à un les mensonges s’écartent :
que reste-t-il ? Que reste-t-il à ce mourant
qui l’empêche si bien de mourir ? Quelle force
le fait encore parler entre ses quatre murs ?
Pourrais-je le savoir, moi l’ignare et l’inquiet ?
Mais je l’entends vraiment qui parle, et sa parole
pénètre avec le jour, encore que bien vague :

« Comme le feu, l’amour n’établit sa clarté
que sur la faute et la beauté des bois en cendres… »

(Philippe Jaccottet)

L'IGNORANTE

Più invecchio e più cresco in ignoranza,
più ho vissuto, meno possiedo e meno regno.
Tutto ciò che ho, è uno spazio di volta in volta
innevato o brillante, ma mai abitato.
Dov'è il donatore, la guida, il guardiano?
Resto nella mia stanza e innanzitutto taccio
(il silenzio entra da servitore a mettere un po' d'ordine)
e attendo una a una le menzogne allontanarsi:
cosa resta? Che cosa impedisce a questo moribondo
di morire? Quale forza
lo fa ancor parlare tra le sue quattro mura?
Potrei saperlo, io l'ignaro e l'inquieto?
Ma lo sento davvero che parla, e la sua parola
penetra col giorno, ancora molto vago:

“Come il fuoco, l'amore non instaura il suo chiarore
che sullo sbaglio e la bellezza dei boschi in cenere...”
Non seguire le orme degli antichi, ma quello che essi cercarono. (Matsuo Basho,1685) - fa caldo l'Italia è sull'orlo di un baratro e non scopo da mesi (cimmeno 2009) - ...stai su un forum di segaioli; dove pensavi di stare, grande uomo? (sunday silence,2012)

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ziggy7
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Re: L'ANGOLO DELLA POESIA

#454 Messaggio da ziggy7 »

wou
c è sempre tanta musica nell' aria -- a cup of tea would restore my normality-- “Non vi è alcuna strada che porta alla pace: la pace è la via” nulla contro l'utente Tenz

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fiatAGRI
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Re: L'ANGOLO DELLA POESIA

#455 Messaggio da fiatAGRI »

Ritrovati inediti di Neruda. Non so se essere felice o meno.
"e provai a sbagliare per sentirmi errore"
https://slushe.com/StokkaFilippo
https://twitter.com/FilippoStokka
e solo per Superzeta il link al mio Imagetwist:
https://imagetwist.com/p/Stokkafilippo

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pan
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Re: L'ANGOLO DELLA POESIA

#456 Messaggio da pan »

ziggy7 ha scritto:wou
Non sei l'unico, caro ziggy, non sei l'unico. :amici:
Come rilevato dalla poetessa Antonella Anedda, Jaccottet è il Maestro del silenzio e per quanto ne sia stato scritto e se ne scriva, resta la migliore sintesi possibile di questo immenso poeta.
Ho qualche duvviop sulla traduzione della Bonomo degli ultimi due versi. Le feu lì indica l'incendio, visto che poi lo si attribuisce a un errore, e poi clarté non è assolutamente il chiarore, ma una luce ben più abbagliante, per questo userei la seppur desueta parola chiarità.
Non seguire le orme degli antichi, ma quello che essi cercarono. (Matsuo Basho,1685) - fa caldo l'Italia è sull'orlo di un baratro e non scopo da mesi (cimmeno 2009) - ...stai su un forum di segaioli; dove pensavi di stare, grande uomo? (sunday silence,2012)

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pan
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Re: L'ANGOLO DELLA POESIA

#457 Messaggio da pan »

Qualcosa di più leggero e natalizio. Di Valerio Magrelli il sonetto Le pastorelle pornografiche.

...
Si rifanno le tette per Natale,
affollano la scena telegenica
di un unico Presepe Pansessuale
che schiude loro la promessa edenica.

Altro che Incarnazione del Divino!
Qui carne chiama carne in un delirio
che cancella l’arrivo del Bambino
per abolire insieme il suo martirio.

La Santa Festa si trasforma in Party,
gloria dell’apparato genitale,
mentre la chirurgia riduce in quarti

la splendida carcassa d’animale
e il corpo denudato, offerto, visto
fa da stella cometa al nuovo Cristo.
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Re: L'ANGOLO DELLA POESIA

#458 Messaggio da pan »

Canella aveva postato solo la parte di Sailer.

LA FARFALLETTA

La vispa Teresa
avea tra l'erbetta
A volo sorpresa
gentil farfalletta
E tutta giuliva
stringendola viva
gridava a distesa:
“L'ho presa! L'ho presa!”.
A lei supplicando
l'afflitta gridò:
“Vivendo, volando
che male ti fò?
Tu sì mi fai male
stringendomi l'ale!
Deh, lasciami! Anch'io
son figlia di Dio!”.
Teresa pentita
allenta le dita:
“Va', torna all'erbetta,
gentil farfalletta”.
Confusa, pentita,
Teresa arrossì,
dischiuse le dita
e quella fuggì.

Luigi Sailer


Se questa è la storia,
che sanno a memoria
i bimbi di un anno,
pochissimi sanno
che cosa le avvenne
quand'era ventenne!

Un giorno di festa,
uscendo di Chiesa
la vispa Teresa
alzava la vesta
per farsi vedere
le calze sciffonne,
che a tutte le donne
fan tanto piacere.

Armando, il pittore,
vedendola bella,
le chiese il favore
di far da modella.
“Verrete?” “Verrò,
ma badi però…!”
“Parola d'onore!”
rispose il pittore.
Il giorno seguente,
Armando, l'artista,
stringendo furente
la nuova conquista,
gridava a distesa:
“L'ho presa, l'ho presa!”

“Così mi fai male
la spina dorsale!
Mi lasci ! Che anch'io
son figlia di Dio!
Se ha il suo programma
ne parli a la mamma!”
A quella minaccia
Armando tremò,
dischiuse le braccia,
ma quella restò!

Perduto l'onore,
sfumata la stima,
la vispa Teresa
più vispa di prima,
per niente pentita,
per niente confusa,
pensò che l'onore
non è che una scusa.

Per circa tre lustri
Fu cara a parecchi,
fra giovani e vecchi,
fra oscuri ed illustri.
La vispa Teresa
fu presa e ripresa.
Contenta e giuliva
Soffriva e s'offriva!
(la donna che soffre
se apostrofa l'esse
ha tutto interesse
di dire che s'offre!)

Ma giunta ai cinquanta,
con l'anima affranta,
col viso un po' tinto,
col resto un po' finto
per trarsi d'impàccio
dai prossimi acciacchi,
apriva uno Spaccio
di Sale e Tabacchi.

Un giorno, un cliente,
chiedendo un “toscano”
le tese la mano,
così…casualmente.
Teresa la prese,
la strinse e gli chiese:
“Mi vuole sposare?
Farebbe un affare!”
Ma lui, di rimando,
rispose: “No, No!
Vivendo fumando
che male le fò?”
Confusa e pentita
Teresa arrossi,
dischiuse le dita,
e quello fuggì!

Ed ora Teresa,
pentita davvero,
non ha che un pensiero
d'andarsene in Chiesa.
Con l'anima stracca
Si siede e stabacca,
offrendo al Signore
gli avanzi di un cuore
che batte la fiacca.

Ma spesso guardando
con l'occhio smarrito
la polvere gialla
che resta nel dito,
le sembra il detrito
di quella farfalla
che un giorno ghermiva
stringendola viva.

Così, come allora,
Teresa risente
la voce innocente
che prega ed implora:
“Dhe, lasciami! Anch'io
son figlia di Dio!
Fu proprio un bel caso”
sospira Teresa,
fiutando la presa
che sale nel naso.
“Se qui non son lesta
mi scappa anche questa!”

E fiùta e rifiùta,
tossisce e sternùta,
il naso è una tromba
che squilla e rimbònba
e pare che l'eco
si butti allo spreco!

Fra un fiòtto e un rimpianto,
tra un sòffio e un eccì,
la vispa Teresa…
…lasciàmola lì!

Trilussa
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Re: L'ANGOLO DELLA POESIA

#459 Messaggio da pan »

A tutti i pessimisti del forum, con affetto. :amici:


BREVE STORIA

Piovve tutto l'inverno quell'anno
di scuola, di chiesa, di cortile.

A quell'età bisognava morire.

Luigi Sinisgalli
Ultima modifica di pan il 10/06/2016, 9:45, modificato 1 volta in totale.
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Re: L'ANGOLO DELLA POESIA

#460 Messaggio da TeNz »

Piovve tutta l'estate quell'anno
di forum, di tennis, di teen sgambate.
grazie o giove pluvio.

Drograto Di Porno
Ti ho detto la mia opinione, che onestamente vale quanto la tua se non di più, ma non ti voglio convincere, fai come cazzo vuoi. (cit.)

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Blif
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Re: L'ANGOLO DELLA POESIA

#461 Messaggio da Blif »

Il refuso
è una sciccheria,
volontario o no
che sia.
Ille ego, Blif, ductus Minervæ sorte sacerdos (ბლუფ)

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Re: L'ANGOLO DELLA POESIA

#462 Messaggio da pan »

Trois allumettes une à une allumées dans la nuit
La première pour voir ton visage tout entier
La seconde pour voir tes yeux
La dernière pour voir ta bouche
Et l'obscurité tout entière pour me rappeler tout cela
En te serrant dans me bras.

Jacques Prévert
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Re: L'ANGOLO DELLA POESIA

#463 Messaggio da dada »

Tradurre bene opere letterarie è sempre difficile. I versi, poi...

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Re: L'ANGOLO DELLA POESIA

#464 Messaggio da pan »

La Domenica delle salme

Tentò la fuga in tram
verso le sei del mattino
dalla bottiglia di orzata
dove galleggiava Milano
non fu difficile seguirlo
il poeta della Baggina
la sua anima accesa
mandava luce di lampadina
gli incendiarono il letto
sulla strada di Trento
riuscì a salvarsi dalla sua barba
un pettirosso da combattimento.
I polacchi non morirono subito
e inginocchiati agli ultimi semafori
rifacevano il trucco alle troie di regime
lanciate verso il mare
i trafficanti di saponette
mettevano pancia verso est
chi si convertiva nel novanta
era dispensato nel novantuno
la scimmia del quarto Reich
ballava la polka sopra il muro
e mentre si arrampicava
le abbiamo visto tutto il culo
la piramide di Cheope
volle essere ricostruita in quel giorno di festa
masso per masso
schiavo per schiavo
comunista per comunista.
La domenica delle salme
non si udirono fucilate
il gas esilarante
presidiava le strade.
La domenica delle salme
si portò via tutti i pensieri
e le regine del tua culpa
affollarono i parrucchieri.
Nell'assolata galera patria
il secondo secondino
disse a "Baffi di Sego" che era il primo
si può fare domani sul far del mattino
e furono inviati messi
fanti cavalli cani ed un somaro
d annunciare l'amputazione della gamba
di Renato Curcio
il carbonaro
il ministro dei temporali
in un tripudio di tromboni
auspicava democrazia
con la tovaglia sulle mani e le mani sui coglioni
- voglio vivere in una città
dove all'ora dell'aperitivo
non ci siano spargimenti di sangue
o di detersivo -
a tarda sera io e il mio illustre cugino De Andrade
eravamo gli ultimi cittadini liberi
di questa famosa città civile
perché avevamo un cannone nel cortile.
La domenica delle salme
nessuno si fece male
tutti a seguire il feretro
del defunto ideale
la domenica delle salme
si sentiva cantare
- quant'è bella giovinezza
non vogliamo più invecchiare -.
Gli ultimi viandanti
si ritirarono nelle catacombe
accesero la televisione e ci guardarono cantare
per una mezz'oretta poi ci mandarono a cagare
-voi che avete cantato sui trampoli e in ginocchio
con i pianoforti a tracolla vestiti da Pinocchio
voi che avete cantato per i longobardi e per i centralisti
per l'Amazzonia e per la pecunia
nei palastilisti
e dai padri Maristi
voi avevate voci potenti
lingue allenate a battere il tamburo
voi avevate voci potenti
adatte per il vaffanculo -
La domenica delle salme
gli addetti alla nostalgia
accompagnarono tra i flauti
il cadavere di Utopia
la domenica delle salme
fu una domenica come tante
il giorno dopo c'erano segni
di una pace terrificante
mentre il cuore d'Italia
da Palermo ad Aosta
si gonfiava in un coro
di vibrante protesta.

Fabrizio De Andrè
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Re: L'ANGOLO DELLA POESIA

#465 Messaggio da bellavista »

de andré lo si puó anche leggere come una poesia, ma sentirlo recitato da lui é un'altra cosa

Qui habet, dabitur ei. E comunque: Stikazzi

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