di molto si parla, ma ormai niente si dice
ripetendo parole di Gandhi o di Nietzsche
e continuando a commettere marversazione
coperti dal linguaggio dell'approvazione
con slogan di cartapesta, che mettono sete
per me, che ognuno dica ciò che può e vuole
le parole levigate non rendono prete
e nel suono melenso in cui niente mi duole
il suono di esibizione e di convenienza
delle canzonette di attuale tendenza
culla l'incuranza d'ogni coscienza di sè
che nel linguaggio azzerato ha il suo fidato bidet

Vieni, entra e coglimi, saggiami provami…
comprimimi discioglimi tormentami…
infiammami programmami rinnovami.
Accelera… rallenta… disorientami.

Cuocimi bollimi addentami… covami.
Poi fondimi e confondimi… spaventami…
nuocimi, perdimi e trovami, giovami.
Scovami… ardimi bruciami arroventami.

Stringimi e allentami, calami e aumentami.
Domami, sgmominami poi sgomentami…
dissociami divorami… comprovami.

Legami annegami e infine annientami.
Addormentami e ancora entra… riprovami.
Incoronami. Eternami. Inargentami.

(Patrizia Valduga)