“I siti d’incontri? Una grande utopia”
http://www.lastampa.it/2013/05/03/ester ... agina.html
Il libro nero dei siti rosa s’intitola «Misère-sexuelle.com» ed è uscito giovedì. L’autore, Stéphane Rose, 40 anni, racconta con notevole divertimento, suo e del lettore, delle situazioni che conosce bene perché le ha vissute. Quindi, l’ha scritto senza moralismi (dovrebbe fare la predica a se stesso) ma con il giusto umorismo.
Del resto, il fenomeno sociale esiste. Secondo statistiche probabilmente in difetto, nel 2012 il 6% dei francesi era iscritto a un sito di incontri amorosi in linea. I più celebri, Meetic, AdopteUnMec («adotta un ragazzo», celebre per le sue spiazzanti iniziative pubblicitarie come una serie di «mec», appunto, messi in scatola ed esposti in un locale del Marais), Attractive World, Amoureaux.com, Netechangisme e via cliccando, sono frequentatissimi, conosciutissimi e fanno spot in televisione. «Dieci anni fa - ricorda Rose - confessare che ci si era iscritti a un sito di incontri era la totale sfigataggine. Oggi non è che uno se ne vanti, ma è molto più tollerato». Insomma, in ufficio o a una cena, nessuno spalanca più gli occhi se ammettete di cercare l’amore della vita o il «plan cul» (occorre tradurre?) di una sera su Internet: anche perché è molto probabile che quello/a cui lo confidate sia iscritto a sua volta... Ma il cahier des dolèances raccolto dall’autore in un decennio di amore 2.0 è piuttosto ampio. Fra le lamentele: prezzi d’iscrizione alti (almeno 30 euro al mese), offerta maschile sproporzionata rispetto all’offerta femminile, «zapping relazionale» e, in generale, un mondo irreale dove molto spesso il potenziale partner non corrisponde alla descrizione che ha dato di sé.
Insomma, non è proprio una vie en Rose: far credere che chiunque ci troverà l’amore, o almeno il sesso, «è la grande utopia amorosa dei siti - dice lui a “Libération” -. Ma se non si seduce nella vita vera, non si seduce di più in quella virtuale. Né si esce dalla propria classe sociale e dal proprio ambiente culturale. E’ un po’ come il sistema capitalistico dove un pugno di privilegiati, quelli che hanno dei soldi, sono seducenti, hanno un bell’aspetto, si incontrano facilmente e rapidamente, mentre gli altri, meno appetibili, perdono tempo ed energie per qualche raro appuntamento».
Le solite ingiustizie della vita, compresa quella virtuale. Se «il sesso diventa la nuova guerra sociale» (sempre lui), almeno si può sorridere con annunci come questo, di un giovin signore trentenne: «Cerco una graziosa persona atipica e curiosa per fare l’amore, rifare il mondo, disfare gli schemi sclerotici della coppia, perfezionare le nostre ambizioni senza contraffare le nostre emozioni», sì, ciao core. O come questo, dell’altra metà del cielo: «Cerco un ragazzo né troppo bello né troppo brutto (preferenza per i bruni) che lavori di preferenza nel settore culturale e soprattutto CHE VOTI A SINISTRA (il maiuscolo è d’autore, ndr). E se ha una moto, meglio». Poi finisce come quell’altra fanciulla che si è fatta scaricare da un ragazzo per la (buona?) ragione che le piaceva l’hip-hop.
Dunque, accusa il libro, in realtà questi siti sono dei moltiplicatori di nevrosi, fatti «di solitudine, molte menzogne, un po’ di paranoia e, alla fine, tante delusioni dietro la vetrina rosa bonbon». Chi ci resta a lungo, l’habitué, finisce per sentirsi come l’ultimo cioccolatino in fondo alla scatola, quello che nessuno finisce per scartare. E allora? E allora forse è meglio lo «speed date», l’appuntamento al buio per i single. Almemo vedi quello che ti porti a casa o a letto. «E ricordo - ammonisce saggio Rose - che almeno Facebook è gratuito».