é morto Alain Robbe-Grillet
Inviato: 19/02/2008, 15:38
Onore a un grande uomo, mi mancherà e dovrebbe mancare anche a tutti i trasgressivi o aspiranti tali.
Alain Robbe-Grillet (Brest, 18 agosto 1922 – Caen, 18 febbraio 2008) è stato uno scrittore e regista francese. Il teorico del Nouveau Roman è morto a 85 anni.
Con la morte di Alain Robbe-Grillet, scompare il sulfureo, il «maledetto», il sovvertitore, il rivoluzionario scrittore della letteratura francese ed europea della seconda metà¡ del XX secolo.
Accademico di Francia, ma senza divisa, Alain Robbe-Grillet è morto la scorsa notte a Caen, all'età di ottantacinque anni, indomito.
àˆ stato uno dei protagonisti del Novecento letterario, rivoluzionando la scrittura da ingegnere agronomo qual era - e ci teneva a essere considerato tale.
Nel suo castello in Normandia aveva realizzato dei sistemi di irrigazione da lui progettati e coltivava piante tropicali come esercizio dello spirito.
La tempesta che anni fa aveva distrutto parte della proprietà lo aveva a tal punto disorientato che aveva deciso di regalare tutto all'IMEC, l'Institut de la Mèmoire Contemporaine, beni immobili e mobili, manoscritti e piante compresi, per diventare ospite in casa sua.
Diceva che non possedere più niente, neppure il maglione che indossava, rappresentava per lui la libertà più grande.
Un uomo di carattere, Alain Robbe-Grillet.
Entró in letteratura negli anni Cinquanta in maniera dirompente dichiarando morto e sepolto il romanzo ottocentesco in nome di quello che altri battezzarono il Nouveau Roman e dando vita a quella che venne chiamata «la scuola dello sguardo», una narrativa apparentemente senza personaggi e senza trama, che rovesciava il punto di vista.
Il narratore cessava di essere colui che conoscendo il mondo lo raccontava ai lettori, per diventare soggetto anonimo privo di certezze, alla ricerca lui per primo di un introvabile punto fermo.
Romanzi come Le gomme (del '53, tradotto da Einaudi nel '62), Il voyeur o La gelosia, gettarono scompiglio in un panorama parigino ancora restio ad accogliere attacchi così diretti e radicali alla tradizione.
Ha portato sullo schermo la sua opera letteraria, coinvolgendo lo spettatore in un gioco intellettuale in cui con ironia, non priva di affettazione e intellettualismo, si rompe la continuità narrativa e si smontano i generi più in voga come il giallo, il film erotico, il noir.
Dapprima come sceneggiatore di un film di Alain Resnais, L'anno scorso a Marienbad, interpretato da Giorgio Albertazzi, che vinse il Leone d'Oro a Venezia nel 1961, poi come regista di opere diventate cult come Trans-Europ-Express e Slittamenti progressivi del piacere.
Si sarebbe detto che i suoi film erano «beffardamente fumettistici» che «la riflessione sul ruolo del montaggio, sulla concatenazione delle sequenze, sulla capacità delle immagini di mettere sullo stesso piano il mondo reale e quello onirico, vi acquistava un nuovo determinante rilievo».
Insomma, o si stava al gioco della presa in giro, magari godendosi uno dei vari, ma continui nudi, notevoli se di Sylvia Kristel o Anicèe Alvina, perchè Robbe-Grillet sapeva scegliere i corpi da esporre.
Traduceva in scrittura le sue ossessioni.
Tentazioni innominabili, politiche e sessuali principalmente, il cui peso insopportabile aveva reso necessaria la creazione di tanti altri da sè, disseminati nei romanzi e spesso privati persino di un nome proprio, che diventassero responsabili al posto suo, sostituissero il suo io incarnandone gli aspetti osceni.
L'ultimo libro, Un roman sentimental, del novembre 2007, è arrivato in libreria sotto cellophane: talmente erotico da doversi presentare «vestito».
Come saluto, Robbe-Grillet si è concesso il piacere di un clamoroso insuccesso, e di attacchi della critica simili a quelli dei lontani anni Cinquanta.
Non è da tutti.
Alain Robbe-Grillet (Brest, 18 agosto 1922 – Caen, 18 febbraio 2008) è stato uno scrittore e regista francese. Il teorico del Nouveau Roman è morto a 85 anni.
Con la morte di Alain Robbe-Grillet, scompare il sulfureo, il «maledetto», il sovvertitore, il rivoluzionario scrittore della letteratura francese ed europea della seconda metà¡ del XX secolo.
Accademico di Francia, ma senza divisa, Alain Robbe-Grillet è morto la scorsa notte a Caen, all'età di ottantacinque anni, indomito.
àˆ stato uno dei protagonisti del Novecento letterario, rivoluzionando la scrittura da ingegnere agronomo qual era - e ci teneva a essere considerato tale.
Nel suo castello in Normandia aveva realizzato dei sistemi di irrigazione da lui progettati e coltivava piante tropicali come esercizio dello spirito.
La tempesta che anni fa aveva distrutto parte della proprietà lo aveva a tal punto disorientato che aveva deciso di regalare tutto all'IMEC, l'Institut de la Mèmoire Contemporaine, beni immobili e mobili, manoscritti e piante compresi, per diventare ospite in casa sua.
Diceva che non possedere più niente, neppure il maglione che indossava, rappresentava per lui la libertà più grande.
Un uomo di carattere, Alain Robbe-Grillet.
Entró in letteratura negli anni Cinquanta in maniera dirompente dichiarando morto e sepolto il romanzo ottocentesco in nome di quello che altri battezzarono il Nouveau Roman e dando vita a quella che venne chiamata «la scuola dello sguardo», una narrativa apparentemente senza personaggi e senza trama, che rovesciava il punto di vista.
Il narratore cessava di essere colui che conoscendo il mondo lo raccontava ai lettori, per diventare soggetto anonimo privo di certezze, alla ricerca lui per primo di un introvabile punto fermo.
Romanzi come Le gomme (del '53, tradotto da Einaudi nel '62), Il voyeur o La gelosia, gettarono scompiglio in un panorama parigino ancora restio ad accogliere attacchi così diretti e radicali alla tradizione.
Ha portato sullo schermo la sua opera letteraria, coinvolgendo lo spettatore in un gioco intellettuale in cui con ironia, non priva di affettazione e intellettualismo, si rompe la continuità narrativa e si smontano i generi più in voga come il giallo, il film erotico, il noir.
Dapprima come sceneggiatore di un film di Alain Resnais, L'anno scorso a Marienbad, interpretato da Giorgio Albertazzi, che vinse il Leone d'Oro a Venezia nel 1961, poi come regista di opere diventate cult come Trans-Europ-Express e Slittamenti progressivi del piacere.
Si sarebbe detto che i suoi film erano «beffardamente fumettistici» che «la riflessione sul ruolo del montaggio, sulla concatenazione delle sequenze, sulla capacità delle immagini di mettere sullo stesso piano il mondo reale e quello onirico, vi acquistava un nuovo determinante rilievo».
Insomma, o si stava al gioco della presa in giro, magari godendosi uno dei vari, ma continui nudi, notevoli se di Sylvia Kristel o Anicèe Alvina, perchè Robbe-Grillet sapeva scegliere i corpi da esporre.
Traduceva in scrittura le sue ossessioni.
Tentazioni innominabili, politiche e sessuali principalmente, il cui peso insopportabile aveva reso necessaria la creazione di tanti altri da sè, disseminati nei romanzi e spesso privati persino di un nome proprio, che diventassero responsabili al posto suo, sostituissero il suo io incarnandone gli aspetti osceni.
L'ultimo libro, Un roman sentimental, del novembre 2007, è arrivato in libreria sotto cellophane: talmente erotico da doversi presentare «vestito».
Come saluto, Robbe-Grillet si è concesso il piacere di un clamoroso insuccesso, e di attacchi della critica simili a quelli dei lontani anni Cinquanta.
Non è da tutti.