BULLETS AND BURLESQUE (2008, AIC/Adam & Eve)

Hai visto un film porno? Espia il tuo peccato con una recensione! La tua opinione servirà  a chi vaga indeciso nel mare magnum dell'hard...

Moderatori: Super Zeta, Len801

Rispondi
Messaggio
Autore
Avatar utente
alexis machine
Veterano dell'impulso
Veterano dell'impulso
Messaggi: 4253
Iscritto il: 26/11/2008, 17:26
Località: Dentro un film della Girlfriends Films

BULLETS AND BURLESQUE (2008, AIC/Adam & Eve)

#1 Messaggio da alexis machine »

BULLETS & BURLESQUE

Image

(2008,Indipendent Adult Cinema/Adam & Eve) (USA)
Durata: 103 min
Girato su HD - high definition
(prodotto: marzo 2007; la copertina del DVD indica gennaio 2008) (uscita: 22 febbraio 2008)
Regia: Benny Profane
Cast: Sasha Grey, Marie Luv, Hailey Young, Page Morgan, Satine Phoenix, Caroline Pierce, Tyler Knight, Zak Sabbath Marcos Leon
Genere: film con trama


Voto: 7,5
_______________________________________________________________________________________________________________

Nel marasma delle uscite usa e getta di un porno sempre più consumistico e impersonale, la Adam & Eve è quasi sempre garanzia di qualità. Un marchio che, pur spendendo una grossa fetta del suo catalogo nel soddisfare esigenze del mercato attuale (seriale e assuefatto all'all-sex duro e puro), riesce ancora a produrre un hard originale, d'autore, per così dire, dove l'aspetto filmico valorizza quello sessuale senza esserne fagocitato. Dove, in varia misura, la forma e l'estetica contano cinematografica ancora qualcosa. Un'isola felice dove è possibile coniugare un certo impegno produttivo, di scrittura e di regia con la stringente necessità d'intrattenere con sesso esplicito ed iperbolico a tutto spiano. Dimostrando che è ancora possibile farlo con un certo stile. Ricercato e alternativo.

Un titolo come “BULLETS & BURLESQUE” è tipico di questa loro linea di tendenza (Indipendent Adult Cinema). E’ la seconda produzione di IAC dopo di CAROLINA JONES AND THE BROKEN COVENANT diretto da Ethan Kane. Anzi, è uno dei più riusciti in cui mi sono imbattuto ultimamente (anche se è non proprio recentissimo: è uscito nel 2008). Un lodevole pornazzo “d'essai” che sviluppa la sua idea di fondo in chiave inedita e particolare attraverso una specie di struttura meta-filmica a scatole cinesi: quello a cui assistiamo è infatti un film porno che documenta le performance di una (finta) compagnia di rivista musicale e burlesque che a sua volta mette in scena le gesta del noto fuorilegge afro-americano Stagger Lee, sorta di magnaccia dandy di fine ottocento, gansta e muthafucka ante litteram, protagonista di racconti popolari e di diverse canzoni o murder ballads (qui in una delle versioni più recenti e conosciute proposta da Nick Cave nel suo album del 1996 intitolato appunto “Murder Ballads” http://www.youtube.com/watch?v=Nbe5RERDh4k).

Siamo nel 1895 e le cose per Stagger Lee (Tyler Knight) detto “Stag” sembrano andare a gonfie vele: ha bei vestiti, un aiutante (Zak Sabbath) più sveglio di quel che sembra, un club per soli uomini che gli frutta parecchi quattrini e una scuderia multietnica di puttanelle fighissime (Satine Phoenix, Marie Luv, Page Morgan, roba di prima scelta). Commette però l'errore d'innamorarsi (o di far innamorare) la splendida moglie (Sasha Grey, eh, Stag, come ti capisco!) di uno dei notabili del paese (Marcos Leon). Colto in flagrante e aggredito da quest'ultimo, Stag reagisce d'istinto facendogli un secondo ombelico in pancia con la sua famigerata pistola. Morto stecchito. Ora le notizie per lui son due: una brutta e una bella. La brutta è che finirà al patibolo, la bella è che nell'aldilà verrà accolto da due angiolette (o diavolette: Caroline Pierce e Hailey Young) che gli faranno immediatamente capire il significato del detto “passare a miglior vita”.

Il tutto narrato con uno stile porno-teatrale fatto di riprese in digitale mosse e sgranate alla Dogma/Von Trier (con un occhio particolare a “DOGVILLE” (2003), a cui rimanda anche l'ambientazione eterodossa e stilizzata), colori acidi, sgargianti scenografie che mescolano quinte teatrali e interni reali, ricostruzioni d'epoca e scorci moderni (i graffiti che si fanno bella mostra su una parete nella scena fra Knight e la Page), costumi burlesque e fetish ottocentesco (guepiere, corsetti, giarrettiere, calze a rete, pizzi e merletti) e tocchi meta-teatrali e stranianti, quasi brechtiani (l'alternanza diegetica fra elementi volutamente anacronistici; didascalie da cinema muto; una punk - l'attrice Mandy Morbid - che sfila a tette nude con cartelli tipo “Laughter”, e il pubblico ride, “Applause” e “The End”; un maialino selvatico che spunta dalla carrozzina per interpretare il figlio della coppia Grey-Leon). La messinscena, un po' off e sperimentale, denota cura e intelligenza, le scenette sono brevi e spassose, gli attori (tutti bravi) divertenti e divertiti e le scene di sesso, pur in un contesto così scentrato e particolare, hanno adeguato rilievo e innegabile spessore. Andiamo, dunque, a riepilogarle, una per una.

SCENA 1: Sasha Grey, Marcos Leon
Image
L'ignaro maritino (Leon) e la moglie fedifraga (Grey), che poco prima spergiurava di non conoscere Stagger Lee, si danno alle gioie del menage coniugale. Sasha, rossetto rosso rubino e mascara nero come i suoi capelli, offre comunque un'ottima prova, meno acrobatica ed estrema (zero dirty talking e niente anal per lei) di come siamo abituati a vederla ma altrettanto sexy, ispirata, coinvolgente a tratti quasi romantica. Leon, che personalmente non avevo mai visto né sentito nominare prima, si dimostra un partner all'altezza. Monumentale l'oral di Sasha e notevole la posa dei due in 69. La musica elettronica gelida e rarefatta, glitch a tratti quasi drone, punteggia una performance piuttosto intima e tranquilla dal punto di vista sonoro (poco talking ed escandescenze verbali). Impeccabili colori e la composizione visiva. Una partenza molto, molto promettente.

SCENA 2: Page Morgan, Tyler Knight
Stagger Lee (Knight), dongiovanni e malandrino, pensa bene di farsi una sveltina con una delle ragazze che lavorano per lui (Page Morgan). Bella scena, intensa e movimentata, quella che introduce l'antieroe della pellicola. La biondona Page, trucco pensante, calze strappate e carne d'alabastro, esegue un pompino da applausi accosciata (con quel filo di saliva che non guasta) di fronte al nostro “Black” Knight, discreto stallone, che poi la cavalcherà come si deve a 90 e lasciandosi a sua volta cavalcare in reverse cow-girl. Solo in fica però, anche qui niente anal. Belle le riprese e la fotografia. La musica, sempre elettronica, piega verso il downtempo.

SCENA 3: Marie Luv, Zak Sabbath
Stag incarica il suo braccio destro (Zak Sabbath, un freak pieno di tatuaggi e coi capelli tinti di verde) di riscuotere il dovuto da una delle sue ragazze la ballerina di burlesque e prostituta Miss Marie (Marie Luv). Il tipo esegue ma Marie ha argomenti a sufficienza per rimandarlo a casa a mani vuote. Una radiosa Marie Luv, pantera in negligè e mutandine rosse con un assurda parrucca candida e boccoluta in testa, domina la scena con un pompino lungo, profondo e sugoso e una bella scopata aggressiva in cui Sabbath, smilzo e strambo ma energico e spiritato, si lascia andare a qualche bel sculaccino. Ancora niente anal. Scena ancora una volta godibile con accompagnamento musicale da film muto.

SCENA 4: Sasha Grey, Satine Phoenix e Zak Sabbath
È la scena clou: Stag sta allestendo un piccolo set per scattare delle foto erotiche con protagonisti Sabbath e Satine Phoenix - una delle mie predilette: occhi da gattona e origini filippine, attrice morbida e sexy come poche - ma in quel momento irrompe Sasha (capelli raccolti, gonna lunga e corsetto bianconeri: uno spettacolo!) che si dichiara con una rima baciata degna d'una poetessa di strada: “Stag, I love your gangsta ways/ Fuck my pussy night and day!”. Stag, per non fare torto a nessuno, le trova subito un posto d'onore fra i suoi amici in un bel threesome, mentre lui si limiterà a guardare (e a scattare foto). Sasha e Satine, in forma smagliante, mostrano una spettacolare intesa lesbo e Sabbath, letteralmente spolpato dalle due (razza di bastardo fortunato, ti odio!), tiene botta alla grande. Sasha concede, finalmente, l'altare posteriore e ci regala un numerillo da vera fuoriclasse quando, nel finale, intride lubricamente la bocca nella copiosa sborrata che Sabbath ha pennellato sul sedere bruno dell'amica. Il miglior episodio del film.

SCENA 5: Caroline Pierce, Hailey Young, Tyler Knight
Dopo l'omicidio a sangue freddo del marito di Sasha, Stag è condannato a morte. Delirio mistico o realtà, a giudicare dalle immagini ciò che l'aspetta all'altro mondo non sembra poi tanto male. Il compito di guidarlo nella valle della morte spetta a due creaturine niente male: Caroline Pierce e Hailey Page. Non tanto spirituali e incorporee, evidentemente, da non poter concedere le loro grazie ultraterrene al nuovo arrivato. Chiusura in bellezza con questo threesome due contro uno che dopo un preambolo al ralenti ci regala la scena forse più rough e concitata. L'esperta Caroline Pierce - che forse ricorderete come superlativa submissive martoriata a dovere da Ferrara e Mr Marcus rispettivamente in “FASHIONISTAS” (2002,Evil Angel) di John Stagliano e “ROUGH SEX 2” (1999,Anabolic) di Khan Tusion - d'altronde è una vera forza della natura, non bellissima ma porca e snodata (notare come si fa pompare con le gambe praticamente allungate dietro la testa sul finire della scena) come se vedono di rado, e accanto a lei l'efebica lolita Hailey Page non sfigura. Una coppia ideale per dare modo al bravo Stag/Knight di sfogare un po' di “black power”. Originale la fotografia: notturna, sfumata e piena di chiaroscuri.

Rispondi

Torna a “Il RE-Censore”