anti maschilismo militante...
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Re: anti maschilismo militante...
il fratello se la voleva trombare
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Re: anti maschilismo militante...
Esempio evidente: Olimpiadi di matematica
http://olimpiadi.dm.unibo.it/archivio/medagliere/
divertitvevi a cercare quante donne ci sono (qualcuna c'è, dato che è appunto una competizione aperta a tutti) e vedrete che si collocano in posizioni molto basse della classicia.... e qui non c'è alcuna discriminazione: hai dei problemi da risolvere di difficoltá crescente e se sai risolverli prendi punti, se non li sai risolvere non ne prendi. E a quanto pare le donne hanno oggettivamente meno capacità di risolvere i problemi matematici rispetto ai colleghi uomini.
Vi ho postato quesro link inoltre perchè è un campione nazionale e quindi ha valore statistico. La statistica non la fa il fatto che a scuola alle medie avevate una compagna di classe molto intelligente e il vostro compagno di banco maschio era un cogione
http://olimpiadi.dm.unibo.it/archivio/medagliere/
divertitvevi a cercare quante donne ci sono (qualcuna c'è, dato che è appunto una competizione aperta a tutti) e vedrete che si collocano in posizioni molto basse della classicia.... e qui non c'è alcuna discriminazione: hai dei problemi da risolvere di difficoltá crescente e se sai risolverli prendi punti, se non li sai risolvere non ne prendi. E a quanto pare le donne hanno oggettivamente meno capacità di risolvere i problemi matematici rispetto ai colleghi uomini.
Vi ho postato quesro link inoltre perchè è un campione nazionale e quindi ha valore statistico. La statistica non la fa il fatto che a scuola alle medie avevate una compagna di classe molto intelligente e il vostro compagno di banco maschio era un cogione
Qui habet, dabitur ei. E comunque: Stikazzi
Re: anti maschilismo militante...
balkan wolf ha scritto:
Ma qual bottega? Con guerra oro e talento si fa la donna nuova... Nostra degna compagnia... Alla fine é un discorso egoista
Centra fino a un certo punto
La polis ideale del Balkan mondo é popolata esclusivamente da cloni di David Bowie e Marlene Dietrich in uniforme unisex da SS
Adesso arriva Gheisha e ti chiede se hai mai chiesto a una donna se le piace il fantastico mondo di Balkan.
Secondo me, a molte sì, ma direbbero di no per pundonòr.
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Re: anti maschilismo militante...
Mah, saranno meno portate per risolvere quesiti matematici, stop.bellavista ha scritto: hai dei problemi da risolvere di difficoltá crescente e se sai risolverli prendi punti, se non li sai risolvere non ne prendi. E a quanto pare le donne hanno oggettivamente meno capacità di risolvere i problemi matematici rispetto ai colleghi uomini.
A me sembra che in molti casi ci piscino in testa, invece.
Sono multitasking, ad esempio. Noi giriamo con Windows 3.1
Ad esperienza mia e solo mia, è proprio un modo di ragionare diverso dal nostro, ma non per questo inferiore.
Tempo fa ero convinto fossero addirittura superiori, poi mi sono ripreso l'ego con la forza. Quella si, superiore.
A parte Lilith, ovviamente.
“Il più bravo, anche se è il più bravo e ne si ammiri il talento, non può prendersi tutto”
Re: anti maschilismo militante...
Ora sono di fretta e da cell. ma se fate qualche ricerca su internet è già stato dimostrato che le differenze tra cervello uomo donna ci sono.
Per farla breve gli uomini in genere hanno più materia grigia e le donne più materia bianca.
In pratica le donne sono più emotive e multitasking, l'uomo più logico e razionale.
Per farla breve gli uomini in genere hanno più materia grigia e le donne più materia bianca.
In pratica le donne sono più emotive e multitasking, l'uomo più logico e razionale.
Re: anti maschilismo militante...
Allora, argomento matematica... un po' di osservazioni sparse, per puro spirito di chiacchiera oziosa.
Diceva il buon Hermann Weyl che nella storia ci sono state solo due donne matematiche nella storia, Sof'ja Kovaleskaja ed Emmy Noether:
la prima non era una matematica, e la seconda non era una donna.
Adesso arriva coso e ci spiega che c'è stata anche Sophie Germaine e Maryam Mirzakhani e sua sorella che prendeva 9 al liceo.
Il che non vuol dire molto: persino pan ammette che
che ci siano cose che riescon meglio ai maschi e cose che riescon meglio alle femmine.
Avete mai giocato maschi contro femmine a Taboo? Fatelo.
Poi uscite in gruppo a cacciare la tigre coi denti a sciabola.
Il fatto è che, come è una puttanata il razzismo (quella forma di razzismo) che dichiara la superiorità dei negri sui bianchi perché ballano meglio la conga
così è una puttanata il sessimo che dichiara la superiorità delle femmine sui maschi perché simulano meglio l'orgasmo.
Sticazzi à tout le monde
Diceva il buon Hermann Weyl che nella storia ci sono state solo due donne matematiche nella storia, Sof'ja Kovaleskaja ed Emmy Noether:
la prima non era una matematica, e la seconda non era una donna.
Adesso arriva coso e ci spiega che c'è stata anche Sophie Germaine e Maryam Mirzakhani e sua sorella che prendeva 9 al liceo.
Il che non vuol dire molto: persino pan ammette che
Posto che siam tutti diversi, e che le differenze non sono tutte scorrelate tra loro, è abbastanza ovviopan ha scritto:ad ogni secolo viene fuori un Papa cristiano.
che ci siano cose che riescon meglio ai maschi e cose che riescon meglio alle femmine.
Avete mai giocato maschi contro femmine a Taboo? Fatelo.
Poi uscite in gruppo a cacciare la tigre coi denti a sciabola.
Il fatto è che, come è una puttanata il razzismo (quella forma di razzismo) che dichiara la superiorità dei negri sui bianchi perché ballano meglio la conga
così è una puttanata il sessimo che dichiara la superiorità delle femmine sui maschi perché simulano meglio l'orgasmo.
Sticazzi à tout le monde
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Re: anti maschilismo militante...
Gli uomini sono fisicamente più forti, era una notizia importante. Il resto sono cagate.bellavista ha scritto:senza alcun maschilismo, ma semplicemente da una analisi logica della realtà è evidente l'inferiorità delle donne in svariati settori.
Tutti i settori dove si può avere un risultato oggettivo della performance mostrano chiaramente la superiorità maschile. Nei settori dove non si può avere un risultato oggettivo le femministe possono dire che non hanno gli stessi risultati degli uomini perché "discriminate" purtroppo per loro però in ogni settore dove il risultato è oggettivo hanno valori nettamente inferiori.
Giusto per fare qualche esempio concreto così da non essere tacciato di maschilismo ma solo di obbiettività:
in tutte le attività sportive olimpiche le donne sono così inferiori che vengono create categorie femminili a parte. non esiste nessuna discriminazione qui: se ci fosse una donna che corre i 100 metri più veloce, o salta più in alto dei colleghi uomini il dato sarebbe evidente, questo dato non c'è.
ma anche i sport dove non è prevista la mera forza fisica: automobilismo, motociclismo, tiro sportivo, tiro con l'arco. Non c'è presenza femminile ai vertici. Eppure se una donna sapesse guidare una ferrari meglio di un uomo facendo il giro più veloce chi le impedirebbe di dimostrarlo?
Passiamo da quelle fisiche a quelle mentali;
-i campioni di scacchi sono maggioranza assoluta uomini
-i cambioni delle gare di matematica: uomini
-i membri del mensa, società che accetta persone con il QI più alto al mondo (95% uomini)
quindi abbiamo un evidentemente superiorità sia fisica che mentale degli uomini rispetto alle donne in tutti i campi dove la valutazione può essere fatta con dati oggettivi.
E ripeto: questa non è una valutazione maschilista ma una semplice valutazione logica dei dati
Se vogliamo dire le donne sono mediamente più intelligenti, vanno meglio a scuola, superano con voti più alti gli esami anche di ingegneria. E anche in classe vostra le più brave erano donne.
Gli uomini per qualche motivo sono mediamente meno intelligenti ma la distribuzione è più ampia, la curva intorno alla media è più larga e bassa di quella delle donne. Uomini molti scemi e anche molti geni, mediamente un po’ più scemi.
- GeishaBalls
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Re: anti maschilismo militante...
Ed il fatto del maschilismo non è correlato a quante donne geni della matematica esistano, by the way.
Re: anti maschilismo militante...
Baaalkaan :Nicole è la massima gloria italica del XXI Secolo (e su questo perfino DDP concordava pienamente)balkan wolf ha scritto:Silvio era un pessimo sulla interfaccia soldi figa in effetti...
Comunque mi riferivo allo stile berlusconiano con il culto della donna oggetto e palle varie
DEMENTIA JOE PRESIDENT OF FREEDONIA
Baalkaan hai la machina targata Sassari?
VE LA MERITATE GIORGIA
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Re: anti maschilismo militante...
Però, se fosse così, le élite intellettuali e i lavori poco qualificati dovrebbero essere a dominanza maschile.GeishaBalls ha scritto:Gli uomini per qualche motivo sono mediamente meno intelligenti ma la distribuzione è più ampia, la curva intorno alla media è più larga e bassa di quella delle donne. Uomini molti scemi e anche molti geni, mediamente un po’ più scemi.
E non ci sarebbe molto da fare.
Sexiste!
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Re: anti maschilismo militante...
Certo geisha, se tu valuti il mondo dal tuo punto di vista, l'analisi è corretta: tu sei mediamente più stupido delle donne, ma direi pure degli uominiGeishaBalls ha scritto:Gli uomini sono fisicamente più forti, era una notizia importante. Il resto sono cagate.bellavista ha scritto:senza alcun maschilismo, ma semplicemente da una analisi logica della realtà è evidente l'inferiorità delle donne in svariati settori.
Tutti i settori dove si può avere un risultato oggettivo della performance mostrano chiaramente la superiorità maschile. Nei settori dove non si può avere un risultato oggettivo le femministe possono dire che non hanno gli stessi risultati degli uomini perché "discriminate" purtroppo per loro però in ogni settore dove il risultato è oggettivo hanno valori nettamente inferiori.
Giusto per fare qualche esempio concreto così da non essere tacciato di maschilismo ma solo di obbiettività:
in tutte le attività sportive olimpiche le donne sono così inferiori che vengono create categorie femminili a parte. non esiste nessuna discriminazione qui: se ci fosse una donna che corre i 100 metri più veloce, o salta più in alto dei colleghi uomini il dato sarebbe evidente, questo dato non c'è.
ma anche i sport dove non è prevista la mera forza fisica: automobilismo, motociclismo, tiro sportivo, tiro con l'arco. Non c'è presenza femminile ai vertici. Eppure se una donna sapesse guidare una ferrari meglio di un uomo facendo il giro più veloce chi le impedirebbe di dimostrarlo?
Passiamo da quelle fisiche a quelle mentali;
-i campioni di scacchi sono maggioranza assoluta uomini
-i cambioni delle gare di matematica: uomini
-i membri del mensa, società che accetta persone con il QI più alto al mondo (95% uomini)
quindi abbiamo un evidentemente superiorità sia fisica che mentale degli uomini rispetto alle donne in tutti i campi dove la valutazione può essere fatta con dati oggettivi.
E ripeto: questa non è una valutazione maschilista ma una semplice valutazione logica dei dati
Se vogliamo dire le donne sono mediamente più intelligenti, vanno meglio a scuola, superano con voti più alti gli esami anche di ingegneria. E anche in classe vostra le più brave erano donne.
Gli uomini per qualche motivo sono mediamente meno intelligenti ma la distribuzione è più ampia, la curva intorno alla media è più larga e bassa di quella delle donne. Uomini molti scemi e anche molti geni, mediamente un po’ più scemi.
Per il resto, mi sono premunito di indicare solo campi dove i dati sono oggettivi.
Per esempio gli scacchi dove non può esistere nessuna forma di discriminazione, se una donna battesse tutti gli uomini.
E invece pensa un po', per gli schacchi è stata creata un apposito campionato femminile, così come nelle discipline sportive classiche si fanno concorrere donne e uomini separatamente. A riprova che il livello sia fisico che intellettuale è differente e quindi in discipline dove la valutazione della performance è oggettiva le donne hanno risultati inferiori agli uomini e devono concorrere separaramente.
https://it.m.wikipedia.org/wiki/Campion ... di_scacchi
P.s. la cosa divertente è che poco fa ho scritto: le valutazioni si fanno con dati statistici oggettivi, non sul fatto che alle medie avevate una compagna di classe intelligente e un compagno di banco coglione.... ed infatti arriva geisha a dire: ehhh ma nella mia classe le donne erano più brave.... a dimostrazione del resto che non tutti gli uomini sono più intelligenti, guarda geisha ad esempio.... fortuna che lui non fa statistica
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Re: anti maschilismo militante...
La storia degli scacchi continua a non convincermi, perche' si tratta pur sempre di statistiche che prendono in considerazione le elite del campo.
A quei livelli accedi se hai le capacita' ma anche se la societa' ti incentiva e mette nelle condizioni di arrivarci. E qui torniamo al discorso che negli anni in cui kasparov carpov e fischer se le davano di santa ragione, le donne erano al 40% casalinghe ed al 20% segretarie. Le cose da allora sono molto migliorate, ma ovviamente il miglioramento comincia dalla base e pian piano si riverbera fino alle eccellenze, sempre ultime ad allinearsi. La statistica la si dovrebbe guardare in modo un po' piu' complesso e sistemico.
Per quanto riguarda le olimpiadi di matematica, che presumo si svolgano nei licei (sommariamente al 50% maschi e femmine), in una societa' ormai equa a livello di istruzione, se e' vero che i maschi vincono in modo schiacciante allora iniziamo ad avere qualche indizio su una predisposizione per la matematica/logica. Forse i maschi sono piu' competitivi? In effetti e' difficile da giustificare razionalmente.
A quei livelli accedi se hai le capacita' ma anche se la societa' ti incentiva e mette nelle condizioni di arrivarci. E qui torniamo al discorso che negli anni in cui kasparov carpov e fischer se le davano di santa ragione, le donne erano al 40% casalinghe ed al 20% segretarie. Le cose da allora sono molto migliorate, ma ovviamente il miglioramento comincia dalla base e pian piano si riverbera fino alle eccellenze, sempre ultime ad allinearsi. La statistica la si dovrebbe guardare in modo un po' piu' complesso e sistemico.
Per quanto riguarda le olimpiadi di matematica, che presumo si svolgano nei licei (sommariamente al 50% maschi e femmine), in una societa' ormai equa a livello di istruzione, se e' vero che i maschi vincono in modo schiacciante allora iniziamo ad avere qualche indizio su una predisposizione per la matematica/logica. Forse i maschi sono piu' competitivi? In effetti e' difficile da giustificare razionalmente.
Luttazzi sembra una di quelle cose che scappa quando sollevi una pietra. (Renato Schifani)
se hai tipo 40 anni e stappi lo spumante tutto convinto, senza tradire nemmeno una punta di ironia, ti trovo ridicolo. (Fuente)
Scrivi fistola anale (dboon)
Trez (Trez)
se hai tipo 40 anni e stappi lo spumante tutto convinto, senza tradire nemmeno una punta di ironia, ti trovo ridicolo. (Fuente)
Scrivi fistola anale (dboon)
Trez (Trez)
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Re: anti maschilismo militante...
Una donna che partecipa al campionato mondiale di scacchi femminile ci mette lo stesso impegno di un uomo, così come una atleta olimpica femminile che si allena per i 100 metri ci mette lo stesso impegno. L'impegno e la passione sono gli stessi, la performance è differente.CianBellano ha scritto:La storia degli scacchi continua a non convincermi, perche' si tratta pur sempre di statistiche che prendono in considerazione le elite del campo.
A quei livelli accedi se hai le capacita' ma anche se la societa' ti incentiva e mette nelle condizioni di arrivarci. E qui torniamo al discorso che negli anni in cui kasparov carpov e fischer se le davano di santa ragione, le donne erano al 40% casalinghe ed al 20% segretarie. Le cose da allora sono molto migliorate, ma ovviamente il miglioramento comincia dalla base e pian piano si riverbera fino alle eccellenze, sempre ultime ad allinearsi. La statistica la si dovrebbe guardare in modo un po' piu' complesso e sistemico.
Ho messo questo esempio infatti perchè è una prova su un campo con parametri oggettivi.Per quanto riguarda le olimpiadi di matematica, che presumo si svolgano nei licei (sommariamente al 50% maschi e femmine), in una societa' ormai equa a livello di istruzione, se e' vero che i maschi vincono in modo schiacciante allora iniziamo ad avere qualche indizio su una predisposizione per la matematica/logica. Forse i maschi sono piu' competitivi? In effetti e' difficile da giustificare razionalmente.
Facendo una valutazione un po' più articolata, le donne in genere difettano nelle punte di eccellenza, che sono quasi sempre maschili, e non tanto nelle capacità medie, che possono essere pari.
Basta vedere che il nobel per chimica, per la fisica e per la matematica (che non si chiama nobel ma medaglia fields ma ora è inrilevante al fine della discussione) in 120 anni di storia non è stato praticamente mai assegnato a una donna. E si che il nobel si assegna in Svezia, che non è un paese propriamente definibile come maschilista. E se una donna avesse sviluppato una nuova teoria della relatività le sarebbe stato sicuramente assegnato...
E del resto le donne non si lamentano di essere sotto rappresentate nelle catene di montaggio o nei call center. Ma si lamentano di essere sotto rappresentate nella fascia d'elite della popolazione. Ma purtroppo sono sottorappresentate, come abbiamo visto, non per una qualche forma di discriminazione maschilista, ma per una valutazione obbiettiva delle performance
Poi tutti conosciamo molte donne fantastiche e molto uomini coglioni e bla bla bla, il punto non è questo, il dato statistico sulle punte di eccellenza dimostra che le performance migliori sia fisiche che intellettuali vengono raggiunte dagli uomini. Quindi se per assurdo si obbligasse ad avere il 50% di donne nei ruoli apicali si avrebbe una riduzione generale della performance e non un incremento.
Questo il dato fattuale. Poi che il maschilismo alla checco zalone sia ridicolo non è certo messo in dubbio
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Re: anti maschilismo militante...
Anche la questione scacchi è controversa. Copio e incollo da qui
http://pagina99.it/2016/11/15/tornei-di ... femminile/
Che esista un gender gap all’interno del mondo lavorativo è palese e lo mostrano dati inequivocabili. La differenza salariale media (a favore degli uomini) nei Paesi Ocse è del 18%; al netto, tra l’altro, di tutti i possibili effetti confondenti. Inoltre, soltanto un membro su 7 nei consigli di amministrazione delle aziende americane o europee è una donna. Insomma, la netta sperequazione è chiara e incontrovertibile. Ma qual è il contesto ideale per misurare la competizione uomo-donna, magari riproducendo anche la composizione schiacciante in termini di sproporzione a favore dei maschi, all’interno del mondo aziendale?
Peter Backus, economista dell’Università di Manchester, e alcuni suoi colleghi dell’università di Barcellona hanno utilizzato un dataset originalissimo, che prende informazioni dal mondo professionistico degli scacchi. Proprio così: hanno preso in considerazione partite e tornei di scacchi giocate in tutto il mondo tra 2012 e 2013. È una mole di informazioni notevole, perché fa riferimento a 57.936 partite giocate da 7.932 giocatori diversi provenienti da 154 federazioni nazionali. Ma prima di arrivare ai risultati di questa ricerca facciamo un passo indietro. Se si cerca di trovare la causa del gap tuttora esistente tra uomini e donne, le scienze sociali propongono normalmente tre spiegazioni distinte.
La prima parla di discriminazione in ambito lavorativo; la seconda attribuisce il gap nella performance alla differenza di abilità cognitive; la terza, infine, sottolinea come uomini e donne mostrino, sul mercato del lavoro, preferenze diverse, anche condizionate dal contesto, che si traducono di conseguenza in risultati economici tanto diseguali. In realtà, nessuna di queste spiegazioni riesce a soddisfare in pieno, mentre una letteratura molto più recente e in rapido sviluppo ha inserito nell’arena un altro fattore decisivo: la differenza nei livelli di competitività tra uomo e donna. Un’evidenza sperimentale crescente, infatti, mostra che le donne, quando si trovano in un contesto competitivo, tendono ad avere prestazioni peggiori degli uomini: esiste a tal proposito un articolo del 2003 pubblicato da Uri Gneezy e Aldo Rustichini sul Quarterly Journal of Economics che ne dà contezza: è come se le donne, in qualche modo, si facessero più timide nello scontro e ne scivolassero fuori.
Ovviamente, se la spiegazione è di questo tipo, la differenza salariale prima accennata potrebbe essere letta come l’effetto di una mera strategia di ottimizzazione del management che, puntando ad aumentare la produttività, conduce, in un circolo vizioso, alla persistenza del gap salariale e a una altrettanto forte sotto-rappresentatività delle donne nei posti che contano, che a loro volta incidono sulla composizione di genere e sulla prestazione lavorativa delle donne. Torniamo a Peter Backus, ai suoi coleghi di Barcellona e alla loro ricerca, pubblicata con il titolo Gender, competition and performance: evidence from real tournaments. Perché mai gli scacchi dovrebbero rappresentare un setting ideale per questo tipo di analisi empiriche?
Innanzitutto, perché anche negli scacchi c’è una forte differenza di genere: il mondo dei giocatori professionisti di scacchi è composto da donne solo per l’11% e c’è solo una donna nella top 100 del ranking mondiale (la cinese Hou Yifan). In secondo luogo, proprio come l’universo lavorativo, anche quello scacchistico è fortemente caratterizzato da stereotipi. Non è un caso che l’articolo scientifico inizi con una citazione del grande campione Bobby Fischer, che rilasciò nel 1962 questa dichiarazione all’Harper’s Magazine: «Sono tutte deboli; tutte le donne. Sono stupide in confronto agli uomini. Non dovrebbero giocare a scacchi, sapete. Sono delle principianti. Perdono ogni match contro un uomo. Non c’è una giocatrice di scacchi al mondo che, anche con a disposizione tutti i vantaggi che volete, io non sia in grado di battere comunque».
Il clima, come potete vedere, non è dei migliori per una donna che volesse avventurarsi in questo territorio. Un altro aspetto fondamentale è che gli scacchi sono una delle poche discipline in cui è possibile verificare l’effetto della competizione one to one, donna contro uomo, senza interferenze esterne. Inoltre, trattandosi di un gioco fondamentalmente computazionale, è un’attività in cui la fortuna gioca un ruolo praticamente nullo (se lo si confronta con i giochi d’azzardo, per esempio) e in cui è richiesta una grande abilità cognitiva. Gli scacchi, infine, dispongono di molte metriche per valutare le capacità di un giocatore, nonché la qualità delle sue mosse: i ricercatori, in particolare, hanno considerato soltanto individui con un Elo (indicatore internazionale di forza relativa del giocatore, che assume valori da 0 a crescere) di almeno 2000 punti (quello, cioè, dei giocatori esperti), in sostanza per replicare le condizioni di abilità relativa e stress che, ad esempio, portano donne e uomini a competere per posizioni di responsabilità e potere all’interno di un consiglio di amministrazione.
Studiando i dati sulle partite e stimando diversi modelli per verificare le varie ipotesi allo studio, i risultati della ricerca ci dicono che le donne producono una performance del 15 % peggiore degli uomini, ma non per una questione di abilità o talento innato. In realtà, le donne peggiorano la propria prestazione relativa solo quando si trovano di fronte a un uomo, e non perché quest’ultimo migliori la propria strategia. Sembra, semplicemente, che la composizione di genere impatti, peggiorandola, sulla prestazione delle donne, in modo assolutamente indipendente dalle capacità di queste ultime, che sono in tutto e per tutto comparabili a quelle di un uomo.
Gli autori propongono diverse evidenze a favore della teoria degli stereotipi: in un contesto competitivo, cioè, dove forti stereotipi stigmatizzano particolari soggetti, questi ultimi si trovano sotto pressione e peggiorano la propria performance. Ciò avviene, negli scacchi, in parte perché si riduce la working memory, l’abilità rilevante di un giocatore, oppure perché un’aumentata sudorazione o tachicardia possono compromettere la concentrazione durante la partita. Un risultato interessante è che gli uomini, quando si trovano a giocare contro una donna, tendono a resistere più di queste ultime prima di abbandonare il match, quasi che l’orgoglio impedisse loro di accettare la sconfitta contro l’oggetto dello stereotipo.
L’articolo scientifico cita la spiegazione del differente livello di competitività come argomento forte a sostegno di strumenti di blind competition, allorché, per esempio, nel mercato del lavoro si aprono posizioni che vedono contrapposti un uomo e una donna. Impedire sul nascere effetti di composizione di genere potrebbe avere ricadute positive sulla selezione del personale in base al merito. Anche perché, se qualcuno volesse farsi alfiere della discriminazione di genere portando come argomento la presunta predisposizione degli uomini a fare certi tipi di lavori, potreste avere da oggi un argomento empirico più che valido per metterlo in scacco. E dargli anche del matto.
http://pagina99.it/2016/11/15/tornei-di ... femminile/
Che esista un gender gap all’interno del mondo lavorativo è palese e lo mostrano dati inequivocabili. La differenza salariale media (a favore degli uomini) nei Paesi Ocse è del 18%; al netto, tra l’altro, di tutti i possibili effetti confondenti. Inoltre, soltanto un membro su 7 nei consigli di amministrazione delle aziende americane o europee è una donna. Insomma, la netta sperequazione è chiara e incontrovertibile. Ma qual è il contesto ideale per misurare la competizione uomo-donna, magari riproducendo anche la composizione schiacciante in termini di sproporzione a favore dei maschi, all’interno del mondo aziendale?
Peter Backus, economista dell’Università di Manchester, e alcuni suoi colleghi dell’università di Barcellona hanno utilizzato un dataset originalissimo, che prende informazioni dal mondo professionistico degli scacchi. Proprio così: hanno preso in considerazione partite e tornei di scacchi giocate in tutto il mondo tra 2012 e 2013. È una mole di informazioni notevole, perché fa riferimento a 57.936 partite giocate da 7.932 giocatori diversi provenienti da 154 federazioni nazionali. Ma prima di arrivare ai risultati di questa ricerca facciamo un passo indietro. Se si cerca di trovare la causa del gap tuttora esistente tra uomini e donne, le scienze sociali propongono normalmente tre spiegazioni distinte.
La prima parla di discriminazione in ambito lavorativo; la seconda attribuisce il gap nella performance alla differenza di abilità cognitive; la terza, infine, sottolinea come uomini e donne mostrino, sul mercato del lavoro, preferenze diverse, anche condizionate dal contesto, che si traducono di conseguenza in risultati economici tanto diseguali. In realtà, nessuna di queste spiegazioni riesce a soddisfare in pieno, mentre una letteratura molto più recente e in rapido sviluppo ha inserito nell’arena un altro fattore decisivo: la differenza nei livelli di competitività tra uomo e donna. Un’evidenza sperimentale crescente, infatti, mostra che le donne, quando si trovano in un contesto competitivo, tendono ad avere prestazioni peggiori degli uomini: esiste a tal proposito un articolo del 2003 pubblicato da Uri Gneezy e Aldo Rustichini sul Quarterly Journal of Economics che ne dà contezza: è come se le donne, in qualche modo, si facessero più timide nello scontro e ne scivolassero fuori.
Ovviamente, se la spiegazione è di questo tipo, la differenza salariale prima accennata potrebbe essere letta come l’effetto di una mera strategia di ottimizzazione del management che, puntando ad aumentare la produttività, conduce, in un circolo vizioso, alla persistenza del gap salariale e a una altrettanto forte sotto-rappresentatività delle donne nei posti che contano, che a loro volta incidono sulla composizione di genere e sulla prestazione lavorativa delle donne. Torniamo a Peter Backus, ai suoi coleghi di Barcellona e alla loro ricerca, pubblicata con il titolo Gender, competition and performance: evidence from real tournaments. Perché mai gli scacchi dovrebbero rappresentare un setting ideale per questo tipo di analisi empiriche?
Innanzitutto, perché anche negli scacchi c’è una forte differenza di genere: il mondo dei giocatori professionisti di scacchi è composto da donne solo per l’11% e c’è solo una donna nella top 100 del ranking mondiale (la cinese Hou Yifan). In secondo luogo, proprio come l’universo lavorativo, anche quello scacchistico è fortemente caratterizzato da stereotipi. Non è un caso che l’articolo scientifico inizi con una citazione del grande campione Bobby Fischer, che rilasciò nel 1962 questa dichiarazione all’Harper’s Magazine: «Sono tutte deboli; tutte le donne. Sono stupide in confronto agli uomini. Non dovrebbero giocare a scacchi, sapete. Sono delle principianti. Perdono ogni match contro un uomo. Non c’è una giocatrice di scacchi al mondo che, anche con a disposizione tutti i vantaggi che volete, io non sia in grado di battere comunque».
Il clima, come potete vedere, non è dei migliori per una donna che volesse avventurarsi in questo territorio. Un altro aspetto fondamentale è che gli scacchi sono una delle poche discipline in cui è possibile verificare l’effetto della competizione one to one, donna contro uomo, senza interferenze esterne. Inoltre, trattandosi di un gioco fondamentalmente computazionale, è un’attività in cui la fortuna gioca un ruolo praticamente nullo (se lo si confronta con i giochi d’azzardo, per esempio) e in cui è richiesta una grande abilità cognitiva. Gli scacchi, infine, dispongono di molte metriche per valutare le capacità di un giocatore, nonché la qualità delle sue mosse: i ricercatori, in particolare, hanno considerato soltanto individui con un Elo (indicatore internazionale di forza relativa del giocatore, che assume valori da 0 a crescere) di almeno 2000 punti (quello, cioè, dei giocatori esperti), in sostanza per replicare le condizioni di abilità relativa e stress che, ad esempio, portano donne e uomini a competere per posizioni di responsabilità e potere all’interno di un consiglio di amministrazione.
Studiando i dati sulle partite e stimando diversi modelli per verificare le varie ipotesi allo studio, i risultati della ricerca ci dicono che le donne producono una performance del 15 % peggiore degli uomini, ma non per una questione di abilità o talento innato. In realtà, le donne peggiorano la propria prestazione relativa solo quando si trovano di fronte a un uomo, e non perché quest’ultimo migliori la propria strategia. Sembra, semplicemente, che la composizione di genere impatti, peggiorandola, sulla prestazione delle donne, in modo assolutamente indipendente dalle capacità di queste ultime, che sono in tutto e per tutto comparabili a quelle di un uomo.
Gli autori propongono diverse evidenze a favore della teoria degli stereotipi: in un contesto competitivo, cioè, dove forti stereotipi stigmatizzano particolari soggetti, questi ultimi si trovano sotto pressione e peggiorano la propria performance. Ciò avviene, negli scacchi, in parte perché si riduce la working memory, l’abilità rilevante di un giocatore, oppure perché un’aumentata sudorazione o tachicardia possono compromettere la concentrazione durante la partita. Un risultato interessante è che gli uomini, quando si trovano a giocare contro una donna, tendono a resistere più di queste ultime prima di abbandonare il match, quasi che l’orgoglio impedisse loro di accettare la sconfitta contro l’oggetto dello stereotipo.
L’articolo scientifico cita la spiegazione del differente livello di competitività come argomento forte a sostegno di strumenti di blind competition, allorché, per esempio, nel mercato del lavoro si aprono posizioni che vedono contrapposti un uomo e una donna. Impedire sul nascere effetti di composizione di genere potrebbe avere ricadute positive sulla selezione del personale in base al merito. Anche perché, se qualcuno volesse farsi alfiere della discriminazione di genere portando come argomento la presunta predisposizione degli uomini a fare certi tipi di lavori, potreste avere da oggi un argomento empirico più che valido per metterlo in scacco. E dargli anche del matto.
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