CianBellano ha scritto:Dire che nascono meno figli unici e dire che nascono meno primogeniti e' esattamente la stessa cosa.
Si parla di trend di nascite annuali, non di censimento globale dei figli de mignotta.
Alle volte per capire certe cose al volo devi essere dello stesso livello di chi scrive.
Un figlio unico se lo chiami primogenito potresti anche chiamarlo ultimo genito.
Come dicono loro sembra pure che in certe famiglie si parta dal secondogenito.
Io sono gettonatissimo come istruttore semplicemente perché quando spiego faccio in modo che quello che dico non possa essere equivocato in alcun modo.
Non e’ che ci vuole molto basta immedesimarsi in chi ascolta
CianBellano ha scritto:Dire che nascono meno figli unici e dire che nascono meno primogeniti e' esattamente la stessa cosa.
Si parla di trend di nascite annuali, non di censimento globale dei figli de mignotta.
Alle volte per capire certe cose al volo devi essere dello stesso livello di chi scrive.
Un figlio unico se lo chiami primogenito potresti anche chiamarlo ultimo genito.
Come dicono loro sembra pure che in certe famiglie si parta dal secondogenito.
Io sono gettonatissimo come istruttore semplicemente perché quando spiego faccio in modo che quello che dico non possa essere equivocato in alcun modo.
Non e’ che ci vuole molto basta immedesimarsi in chi ascolta
Puo' essere.
C'e' da dire che io sono secondogenito da una vita.
Luttazzi sembra una di quelle cose che scappa quando sollevi una pietra. (Renato Schifani)
se hai tipo 40 anni e stappi lo spumante tutto convinto, senza tradire nemmeno una punta di ironia, ti trovo ridicolo. (Fuente)
Scrivi fistola anale (dboon)
Trez (Trez)
beh io sono secondogenito su due, dopo 6 anni, solo perche' c'erano le famose pensioni baby e le donne andavano in pensione con credo 14 anni di contributi e mia madre ando' con l'ultima finestra disponibile, i 6 anni sono difatti un calcolo per arrivare alla soglia.
Altrimenti sicuro non sarei nato
E' la vecchia guardia e i suoi interventi sul darkside sono imprescindibili, affronta il lato oscuro del sesso estremo con l'approccio dostojeschiano dell'uomo che soffre, mitizza e somatizza.UN DEMONE
Now I lay me down to sleep,Pray the lord my soul to keep.And if I die before I wake pray the lord my soul to take.
Come qualcuno saprà, ho una "casa vacanze" (tecnicamente AAUT), che al momento è l'unica attività che mi tiene in qualche modo legato al commercio, imprenditoria.
Ho appena fatto i conti del 2019 (al 99% definitivi)e li ho confrontati con gli ultimi 4 anni, che sono stati sempre in linea.
-25%
E' tantissimo. A questo punto verifico il prossimo anno, e se non si riprende chiuderò l'attività, che finirà probabilmente in affitto.
Mi spiacerebbe. Al di la della rendita, mi piace come lavoro. Ma è un impegno e se non ne vale più la pena....
“Il più bravo, anche se è il più bravo e ne si ammiri il talento, non può prendersi tutto”
Capitanvideo ha scritto:Come qualcuno saprà, ho una "casa vacanze" (tecnicamente AAUT), che al momento è l'unica attività che mi tiene in qualche modo legato al commercio, imprenditoria.
Ho appena fatto i conti del 2019 (al 99% definitivi)e li ho confrontati con gli ultimi 4 anni, che sono stati sempre in linea.
-25%
E' tantissimo. A questo punto verifico il prossimo anno, e se non si riprende chiuderò l'attività, che finirà probabilmente in affitto.
Mi spiacerebbe. Al di la della rendita, mi piace come lavoro. Ma è un impegno e se non ne vale più la pena....
Capitanvideo ha scritto:Come qualcuno saprà, ho una "casa vacanze" (tecnicamente AAUT), che al momento è l'unica attività che mi tiene in qualche modo legato al commercio, imprenditoria.
Ho appena fatto i conti del 2019 (al 99% definitivi)e li ho confrontati con gli ultimi 4 anni, che sono stati sempre in linea.
-25%
Il calo è di fatturato o margine operativo?
Sai che le norme sugli AAUT sono state modificate da Aprile di quest'anno; ora anche gli intermediari possono agire per conto del proprietario.
Magari è una questione di voice of share, come dicono i guru del marketing...
Siamo diventati, per dirla con Luca Ricolfi, la società signorile di massa: “Una società opulenta in cui l’economia non cresce più e i cittadini che accedono al surplus senza lavorare sono più numerosi dei cittadini che lavorano”. Perché il paradosso italiano, e in queste dimensioni solo italiano, è questo.
Da quando si produce meno sono cresciuti la ricchezza e i consumi. Consumi non di base, ma opulenti: non per pochi, ma di massa: “Non l’auto ma la seconda auto. Non la casa, ma la seconda casa”. Più tutti gli optional come le vacanze lunghe, il fitness, la cura del corpo, il food. Però da alcuni decenni la possibilità di mantenere questi standard, la “dinamica della ricchezza”, è immobiliare, finanziaria: nasce dalla patrimonializzazione delle famiglie, tra le più alte del mondo.
Ma come è potuto accadere?
Le tre condizioni della “società signorile di massa”, secondo Ricolfi, che le documenta con tabelle e grafici, sono:
"1) il numero di cittadini che non lavorano ha superato il numero di cittadini che lavorano.
2) La condizione signorile, ovvero l’accesso a consumi opulenti di cittadini che non lavorano.
3) il sovrapprodotto ha cessato di crescere, ovvero l’economia è entrata in un regime di stagnazione o di decrescita”.
Siamo a rischio estinzione: Per il momento, tutto sembra andare bene. Come è possibile?
La spiegazione che Ricolfi ricava dai numeri è ancor più sorprendente e illuminante della diagnosi.
Ci sono tre pilastri che reggono la società signorile di massa.
1) Una ricchezza reale e finanziaria che però è stata accumulata dalle due generazioni precedenti.
2) La “distruzione della scuola” che ha prodotto generazioni inadatte a entrare nel mondo del lavoro, e che scelgono in molti casi una “disoccupazione volontaria” mantenuta dai genitori.
3) ed è forse l’aspetto che il discorso sociale tende maggiormente a occultare, “la formazione di un’infrastruttura schiavistica”, ovvero l’esistenza di poco meno di tre milioni di persone (straniere) che svolgono i lavori che non facciamo e sorreggono a basso costo i consumi opulenti.
Sul 2) i giovani oggi sono choosy. Ma è una delle poche verità che la sinistra in Italia dovrebbe saper dire: i giovani (sempre meno) che non possono permettersi di vivere da “giovin signori” vanno a lavorare o emigrano.
Tutti gli altri possono permettersi di scegliere di non lavorare poiché l’aspettativa creata da un titolo di studio fornito al ribasso (dunque inutile nel mondo del lavoro, ma i giovani truffati dalla scuola non lo sanno) li mette in una situazione in cui appare più “razionale” vivere di rendita.
Sul 3) Il “paraschiavismo”. Lavoratori stagionali, prostitute, colf, dipendenti in nero, facchini della logistica, della gig economy, muratori. Un esercito di 2,7 milioni di persone – quasi tutte senza diritto di voto, molti senza diritti tout-court – che genera surplus e servizi “senza i quali la comunità dei cittadini italiani non potrebbe consumare come fa”.
Bando ai moralismi.
O si allarga questa “infrastruttura paraschiavistica” e si mantengono gli standard dei consumi signorili, oppure si prosciuga questa base della piramide, che è per il 90 per cento straniera, e allora si smette di vivere di rendita.
La verginità è un ottima cosa perché capisci meglio cosa è vero e cosa invece è falso.
marziano ha scritto:
un'italia che vive di rendita.
Lavoro, produzione, occupazione, sviluppo, progresso , crescita (felice) . stato sociale (sano perchè sostenuto da tutte queste cose)
Ma niente, sembra che non la vogliano propio capire
marziano ha scritto:un'italia che vive di rendita.
Siamo diventati, per dirla con Luca Ricolfi, la società signorile di massa: “Una società opulenta in cui l’economia non cresce più e i cittadini che accedono al surplus senza lavorare sono più numerosi dei cittadini che lavorano”. Perché il paradosso italiano, e in queste dimensioni solo italiano, è questo.
Da quando si produce meno sono cresciuti la ricchezza e i consumi. Consumi non di base, ma opulenti: non per pochi, ma di massa: “Non l’auto ma la seconda auto. Non la casa, ma la seconda casa”. Più tutti gli optional come le vacanze lunghe, il fitness, la cura del corpo, il food. Però da alcuni decenni la possibilità di mantenere questi standard, la “dinamica della ricchezza”, è immobiliare, finanziaria: nasce dalla patrimonializzazione delle famiglie, tra le più alte del mondo.
Ma come è potuto accadere?
Le tre condizioni della “società signorile di massa”, secondo Ricolfi, che le documenta con tabelle e grafici, sono:
"1) il numero di cittadini che non lavorano ha superato il numero di cittadini che lavorano.
2) La condizione signorile, ovvero l’accesso a consumi opulenti di cittadini che non lavorano.
3) il sovrapprodotto ha cessato di crescere, ovvero l’economia è entrata in un regime di stagnazione o di decrescita”.
Siamo a rischio estinzione: Per il momento, tutto sembra andare bene. Come è possibile?
La spiegazione che Ricolfi ricava dai numeri è ancor più sorprendente e illuminante della diagnosi.
Ci sono tre pilastri che reggono la società signorile di massa.
1) Una ricchezza reale e finanziaria che però è stata accumulata dalle due generazioni precedenti.
2) La “distruzione della scuola” che ha prodotto generazioni inadatte a entrare nel mondo del lavoro, e che scelgono in molti casi una “disoccupazione volontaria” mantenuta dai genitori.
3) ed è forse l’aspetto che il discorso sociale tende maggiormente a occultare, “la formazione di un’infrastruttura schiavistica”, ovvero l’esistenza di poco meno di tre milioni di persone (straniere) che svolgono i lavori che non facciamo e sorreggono a basso costo i consumi opulenti.
Sul 2) i giovani oggi sono choosy. Ma è una delle poche verità che la sinistra in Italia dovrebbe saper dire: i giovani (sempre meno) che non possono permettersi di vivere da “giovin signori” vanno a lavorare o emigrano.
Tutti gli altri possono permettersi di scegliere di non lavorare poiché l’aspettativa creata da un titolo di studio fornito al ribasso (dunque inutile nel mondo del lavoro, ma i giovani truffati dalla scuola non lo sanno) li mette in una situazione in cui appare più “razionale” vivere di rendita.
Sul 3) Il “paraschiavismo”. Lavoratori stagionali, prostitute, colf, dipendenti in nero, facchini della logistica, della gig economy, muratori. Un esercito di 2,7 milioni di persone – quasi tutte senza diritto di voto, molti senza diritti tout-court – che genera surplus e servizi “senza i quali la comunità dei cittadini italiani non potrebbe consumare come fa”.
Bando ai moralismi.
O si allarga questa “infrastruttura paraschiavistica” e si mantengono gli standard dei consumi signorili, oppure si prosciuga questa base della piramide, che è per il 90 per cento straniera, e allora si smette di vivere di rendita.
Ricolfi ha ragione da vendere. ma evito di comprare il suo pamphlet perchè non ho voglia di fgarmi del male. anzi no, lo compro
Il sentimento più sincero rimane sempre l'erezione