marziano ha scritto: ↑15/02/2024, 11:31
cicciuzzo ha scritto: ↑14/02/2024, 12:55
La notizia è della settimana scorsa e onestamente non vorrei essere un piccolo azionista Saras. Anche se interista non estremista non ho mai avuto dubbi sulle modeste capacità imprenditoriali della famiglia Moratti, compreso chi si pensava essere intelligente. È l'ennesima dimostrazione della pessima qualità del capitalismo italiano. In queste ore anzi in queste settimane stiamo assistendo alle vicende della famiglia Agnelli, più prese dai problemi di successione che non a difendere la presenza della loro azienda in territorio italiano. Questo sono le classi dirigenti in italia, interessate al loro orticello (profitto. Anzi rendita, che il profitto è un principio sano), nessuna volontà di investire, ricercare, rischiare
dai vieni a raccontarmi come puoi CRESCERE in Italia nel settore energetico che interamente in mano allo stato.
ENI, SNAM, ITALGAS, A2A, HERA.
le imprese crescono dove lo stato non c'è. è come la gramigna.
Sì, in Paesi come gli USA e neanche lì le cose filano sempre lisce come dimostrano le varie crisi più o meno grandi degli ultimi vent'anni. Cicciuzzo ha ragione: in Italia la cultura imprenditoriale è scarsa, perché solitamente l'obiettivo dell'industriale italiano una volta resa ricca la sua azienda non è continuare ad investire o almeno mantenerla in salute per gli eredi ma svenderla per incamerare soldi, e del resto chissene che l'importante è andare a mettere i soldi in qualche paradiso fiscale. Se poi l'azienda non va così bene allora ecco che si ricorre a mamma Stato, sempre vituperata quando le cose vanno bene (o
sembrano andare bene) ma a cui si va a piangere quando le cose vanno meno bene, cosa che poi spinge i nostri governi in alcuni casi ad andare a sbattere i pugni sul tavolo, cioè no scusate a implorare i tecnocrati di Bruxelles di darci qualche margine di spesa in più per non doverci rivolgerci ad aguzzini peggiori come quelli presenti sul mercato (che pure occorrerà inevitabilmente tirare in causa). L'esempio della FIAT è emblematico, ma in tema di pessima imprenditoria potrei citare anche la caduta verticale della Olivetti una volta passata in mano a De Benedetti che pure continua ad essere intervistato manco fosse il depositario di qualche verità che a noi comuni mortali sfugge.
Parentesi storica apparentemente OT ma non lo è: dobbiamo tenere presente che durante la Prima Repubblica e in particolare prima delle prime strette costituite da SME e divorzio Tesoro-BI la svalutazione della moneta era un meccanismo molto comodo per coprire i costi più elevati dei vari prodotti, dovuti ad un comparto industriale più inefficiente della media europea. Questo però dava una scusa davvero comoda a molti imprenditori a non investire in ricerca e sviluppo per rendere più efficienti i processi produttivi, perché tanto mamma Stato ci avrebbe comunque messo una pezza svalutando la moneta e così via in un circolo vizioso che ci ha portato alla fine degli anni Settanta ad avere un'inflazione al 20%. In generale il ritardo in termini di tecnologia e sviluppo non è stato davvero colmato nel corso dei decenni successivi, ma qui mi fermo altrimenti scrivo un papiro troppo lungo.