(O.T.) Esiste ancora una nuova frontiera?

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VolpeGrigia
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Re: (O.T.) Esiste ancora una nuova frontiera?

#16 Messaggio da VolpeGrigia »

scb ha scritto:Di tutti i posti che ho visto in vita mia, ve ne sono un paio che si adattano, sia pur vagamente, alle tue esigenze.
Qualche piccola isola greca.
Un porticciolo nel sud dell'Irlanda.
Forse lì potresti realizzare le tue esigenze
;)

Immagine
VolpeGrigia é un uomo che odora di muschio e cuoio, fuma la pipa e arrotola funi nei piccoli moli...
Insomma, é un uomo che sa vedere e guardare, guardare e capire le storie del mare...un uomo che sa capire il momento, godere la vita, giocare col vento... (Steiner)

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Helmut
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Re: (O.T.) Esiste ancora una nuova frontiera?

#17 Messaggio da Helmut »

Caro Canella, posso consigliarti le popolazioni nomadi del Sud dell'Algeria, dove lo stile di vita é ancora - parzialmente - improntato su valori semplici, solidarietà, rispetto della parola data, si, si, no, no il resto é opera del demonio.
Inoltre la tua professione sarebbe altamente apprezzata.

Le dure condizioni ambientali forgiano caratteri essenziali. :o

Comunque ho visto anche da loro lo sfruttamento della globalizzazione: telefoni cellulari mentre si cavalca il cammello, paccotiglia cinese, pc portatili nelle tende, antenne satellitari mobili, uffici di cambio valute.
"Innalzare templi alla virtù e scavare oscure e profonde prigioni al vizio."

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nik978
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Re: (O.T.) Esiste ancora una nuova frontiera?

#18 Messaggio da nik978 »

Helmut ha scritto: Comunque ho visto anche da loro lo sfruttamento della globalizzazione: telefoni cellulari mentre si cavalca il cammello, paccotiglia cinese, pc portatili nelle tende, antenne satellitari mobili nelle tende, uffici di cambio valute.
anche qui

la globalizzazione affascina. anche sz nel suo piccolo globalizza..o no??
io anni fa su un'isola eccai degli anziani che vivevano con quello che allevavano e coltivavano...una cosa abbstanza scarna e veramente distante dalla "civiltà moderna"..
ora non mi ricordo se manco avessero il televisore, ma si palra di gente che è così perchè oramai la sua vita l'ha fatta e anche quando avevano 40 anni il mondo attorno a loro era così

pensare per un italiano o europeo o simili di poter trovare la frontiera, è più un discorso di scelta interiore forte sicuramente più difficile
devi mollare qualcosa e lo devi fare volontariamente...e si parla di tutto.

a quei signori cinesi credo non abbia dato nessun problema continuare a vivere come facevano tutti i cinesi 50 anni fa...
E' la vecchia guardia e i suoi interventi sul darkside sono imprescindibili, affronta il lato oscuro del sesso estremo con l'approccio dostojeschiano dell'uomo che soffre, mitizza e somatizza.UN DEMONE
Now I lay me down to sleep,Pray the lord my soul to keep.And if I die before I wake pray the lord my soul to take.

tristan da cunha
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Re: (O.T.) Esiste ancora una nuova frontiera?

#19 Messaggio da tristan da cunha »

per ultima frontiera ci riferiamo all'estraniamento totale dall'attuale civiltà oppure al ricominciare da zero secondo le stesse logiche a cui siamo abituati? per la prima opzione non ho particolari suggerimenti, forse epsilon eridani (orari degli autobus permettendo). Insomma l'ultima frontiera rappresenta per me l'addio al mondo, così come lo conosciamo.

comunque
io segnalo il Nord dell'Argentina, in particolare le regioni di Salta, Jujuy e Formosa, zone dove ho passato un certo periodo di tempo.
non sono sputtanate come la patagonia e le regioni costiere argentine in generale ed le condizioni climatiche non sono proibitive come altri paesi come Alaska o Canada, dove per davvero, il tempo fa per davvero schifo.

già agli argentini, che si percepiscono prettamente bianchi ed europei, queste regioni già non sono più argentina ma bolivia o paraguay, essendo abitate da un buon numero di indios.

potenzialmente c'è la possibilità di andare e combinare qualcosa più di ora, visto che ora non c'è veramente nulla (salvo gli inevitabili latifondisti locali ed i loro bravacci)

cioè, ho la sensazione che minore sia l'interesse economico in qualcosa più questo qualcosa diventi veramente l'ultima frontiera.

... un impagabile plus può essere rappresentato dalle imperturbabili comunità di Mennoniti della regione di Formosa o del vicino Chaco Paraguayano.

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Re: (O.T.) Esiste ancora una nuova frontiera?

#20 Messaggio da Drogato_ di_porno »

L'Antartide invasa dalle piante
le hanno importate i turisti


http://www.repubblica.it/ambiente/2012/ ... -31036620/
“E' vero che in Russia i bambini mangiavano i comunisti?"
"Magari è il contrario, no?"
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Re: (O.T.) Esiste ancora una nuova frontiera?

#21 Messaggio da Blif »

CanellaBruneri ha scritto: Un posto in cui conti soprattutto l'intelligenza delle mani, ed una schiena dritta?
E chi ha le mani tonte, che cosa fa?

Comunque, uno la semplicità se la porta dentro, non la trova in un posto.
Chiaro, la deve difendere ogni giorno stando alla larga dai complessi
(nel non tanto duplice senso di esseri complicati e di avarie mentali).
Ille ego, Blif, ductus Minervæ sorte sacerdos (ბლუფ)

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scb
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Re: (O.T.) Esiste ancora una nuova frontiera?

#22 Messaggio da scb »

Blif ha scritto:
CanellaBruneri ha scritto: Un posto in cui conti soprattutto l'intelligenza delle mani, ed una schiena dritta?
E chi ha le mani tonte, che cosa fa?

Comunque, uno la semplicità se la porta dentro, non la trova in un posto.
Chiaro, la deve difendere ogni giorno stando alla larga dai complessi
(nel non tanto duplice senso di esseri complicati e di avarie mentali).
Credo che Canella volesse dire proprio questo. Trovare un posto, dove il proprio equilibrio non subisce continui ed indefessi attacchi da parte dei complessi
Per il mio ego può bastare che SCB mi citi nella sua firma, tutto il resto è noia.
Cicciuzzo 1.6.2016
Mi spiegate come postare le immagini, sono scemo oltre che cornuto
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Blif
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Re: (O.T.) Esiste ancora una nuova frontiera?

#23 Messaggio da Blif »

Volevo dire che è un luogo fatto di persone, dunque un "luogo" costruito.
Ille ego, Blif, ductus Minervæ sorte sacerdos (ბლუფ)

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Re: (O.T.) Esiste ancora una nuova frontiera?

#24 Messaggio da Antonchik »

Ahhh che bel topic!

Più che il trovare una dimensione di meditativa ed essenziale stasi a me affascinerebbe proprio qualcosa come il Vecchio West.

La corsa verso la realizzazione di un sogno, l'emancipazione dalla schiavitù del lavoro ("...e poi mi aprirò un buon ranch" cit. Il Monco), l'individualità spinta al massimo e il confronto con la variopinta umanità: ladri, puttane, commercianti, soldati, preti, latini, caucasici, indigeni, chi Abele e chi Caino. La possibilità di premere il grilletto, in tutti i sensi, mosso dall'angoscia che se la corsa continuasse all'infinito ne rimarrebbe uno solo, uno soltanto.

Il tutto diventa ancora più affascinante se paragonato alla miseria umana dei corridoi di una qualsiasi università o ufficio
Guarda attentamente, poichè ciò che stai per vedere non è più ciò che hai appena visto.

Ho vissuto per molto tempo nell'oscurità perché mi accontentavo di suonare quello che ci si aspettava da me, senza cercare di aggiungerci qualcosa di mio.

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Re: (O.T.) Esiste ancora una nuova frontiera?

#25 Messaggio da Parakarro »


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Re: (O.T.) Esiste ancora una nuova frontiera?

#26 Messaggio da CanellaBruneri »

Vi ringrazio per le risposte,e, già con queste, paradossalmente con Internet vado a scrutare i posti suggeritimi, e la fantasia vola come i byte di un pc.

"e poi me ne andrò e mi costruirò il mio ranch"................giustissimo: tutto ciò che riesco a mettere da parte mi servirà per questa "resa" alla mondanità.

Vorrei avere il tempo di meditare, di scrivere, di stare su una veranda e bermi una birra gelata guardando gli animali.

Quando guardo guardo il mio portafogli, mi accorgo che è troppo pesante : tessera sanitaria, bancomat, patente, carta di identità, codice fiscale dappertutto come se fosse il numero che si tatuava ad Auschwitz.

E' una zavorra che mi deforma le tasche....e poi le chiavi, una chiave per tutte le porte che incontro, sempre serrate.

Ripenso con nostalgia alla grande nevicata di poche settimane fa, dove ho spalato, portato paglia per scaldare gli animali del vicino, marciato nella tormenta per portare le derrate a casa.

Forse la scintilla è nata in quella settimana terribile sì, ma che mi ha dato sensazioni di grande forza e contemporaneamente di grande umiltà
"This machine kills fascists" scritto su tutte le chitarre di Woody Guthrie

Ehi, campione, che cosa è il pugilato?..." la boxe...uhm....la boxe è quella cosa che tutti gli sport cercano di imitare" (S. Liston)

"Gli fuma gli fuma, va come gli fuma l'angelomario va, gli fuma , gli fuma, altroche'" (cit. ziggy7)
"Ho un'età elegante" (cit. Lilith, Miss Spring)

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Re: (O.T.) Esiste ancora una nuova frontiera?

#27 Messaggio da Plo Style »

In Italia, la montagna.

WM2: Parlare di montagne e nazione, significa porsi il problema di come una cultura affronta il concetto di selvatico & selvaggio. Le montagne, infatti, sono sempre vissute come un luogo “da addomesticare”, anche se spesso è proprio addomesticandole che le si rende più selvagge (vedi il taglio del bosco che produce frane, il dissesto idrogeologico, l’elettrificazione delle valli alpine). Negli Stati Uniti l’idea di wild, wildness e wilderness ha avuto un ruolo chiave nella nascita della nazione. Qui da noi si può dire lo stesso?

M.A.: No, non si può. Il ruolo della wilderness, della natura selvaggia nella storia degli Stati Uniti è abbastanza unico. L’idea che la nazione USA – o, per dirla con il loro linguaggio, americana – sia nata dall’incontro tra pionieri e “Frontiera” era il principio fondante della tesi di Frederick Jackson Turner, lo storico USA padre della Western History. Non è un caso che gli USA siano anche la nazione che ha inventato i parchi nazionali; a differenza della vecchia Europa, dove chiese, palazzi nobiliari o comunque manufatti, custodiscono l’identità della nazione, negli Stati Uniti è la natura che diventa monumento nazionale, simbolo della novità di quella storia. Poi con Mount Rushmore la storia della nazione, quella ufficiale, ovviamente, viene letteralmente iscritta nella natura, con i volti di quattro presidenti scolpiti sul fianco della montagna. La storia ambientale USA ha lavorato molto sul concetto di wilderness e sulla sua invenzione; lo storico William Cronon è stato il primo a parlare della wilderness come una costruzione culturale, scatenando, per la verità, una ondata di critiche feroci alla sua tesi da parte degli ambientalisti. «Se la wilderness è una invenzione culturale, allora non c’è motivo di preservare nulla» – questa era la tesi di chi si scagliava contro Cronon e quello che veniva definito, in maniera un po’ dispregiativa, l’attacco post-modernista alla natura. Non voglio entrare troppo nel merito del dibattito USA sulla wilderness; mi interessa però sottolineare che l’idea tradizionale di wilderness era sostanzialmente razzista e eurocentrica, escludeva l’agenzia dei Nativo-Americani nella creazione della natura, ovvero, i nativi erano considerati o parte della natura o semplicemente sparivano dalla scena. Questo è quello che è storicamente avvenuto con la creazione dei parchi nazionali, che hanno sistematicamente espulso i nativi, ma più in generale, i subalterni, e trasformato pratiche di uso e accesso alle risorse in crimini. In Italia, e in genere in Europa, l’idea di natura selvaggia era molto meno presente. Un paese di antico popolamento e sovraffollato, con una stratificazione di culture e civilizzazioni, non lasciava grande spazio alla natura selvaggia. Da questo punto di vista, le montagne costituirono a lungo l’ultimo lembo di wilderness in un continente come quello europeo. E comunque l’idea di una natura selvatica non ha sempre avuto in valore positivo; da questo punto di vista, comunque la si voglia pensare, la wilderness è una invenzione culturale, almeno sul piano dei significati che ad essa si vogliono attribuire. In Italia, storicamente, è sempre stato il paesaggio ad incarnare l’ideale di bellezza della penisola. Non mi voglio imbarcare in una discussione su cosa sia il paesaggio e le sue relazioni con altri concetti come quello di natura e ambiente; certo a me pare che il concetto di paesaggio sia il più antropico, incorporando in esso una più alta percentuale di lavoro umano. Dentro il paesaggio si mescolano culture, saperi, ma anche relazioni di potere e rapporti di produzione: non possiamo, forse, distinguere il paesaggio del latifondo, quello della mezzadria, quello delle Regole alpine e via distinguendo?

Più diffusamente: http://www.wumingfoundation.com/giap/?p=7008
I was having fish n chips with my dad this week. He had cod, I had plaice. He said: good cod! I said, space is the plaice! - Sun Ra

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Re: (O.T.) Esiste ancora una nuova frontiera?

#28 Messaggio da OSCAR VENEZIA »

Tristan da Cunha, sei stato a Tristan da Cunha, l'isola ?

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XCLARAX
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Re: (O.T.) Esiste ancora una nuova frontiera?

#29 Messaggio da XCLARAX »

che tenerezza quando si pensava che la nuova frontiera sarebbe stata questo...

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Re: (O.T.) Esiste ancora una nuova frontiera?

#30 Messaggio da Drogato_ di_porno »

Clara ho notato che ultimamente usi molto la parola disagio ("we are disagio", "disagio vero" ecc.), e in firma sei passata dal seppuku alla maladolesecnza (sbattiti fatti crepa) fino all'attuale "solo odio".

è lo stadio ultimo? o quale sarà la tua nuova frontiera?
“E' vero che in Russia i bambini mangiavano i comunisti?"
"Magari è il contrario, no?"
"Ecco, mi sembrava strano che c'avessero dei bambini così feroci.”

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