ticonoscomascherina ha scritto:L'unica cosa incontestabile è che Docu ha calunnia e diffamazione facili. Qui e altrove, dove sono già stati presi provvedimenti.
Dalle presunte tariffe di attrici, modelle, ecc. a dettagli di fantomatiche prestazioni sessuali, a molte delle stronzate lette nei suoi ultimi post, ne ha per tutti. "Rivelazioni" e accuse si fanno mettendoci la faccia, un nome e un cognome. Così come sarebbe corretto da parte sua presentarsi per quello che è, ancor prima di criticare le attività svolte da altri. Leggendo l'elenco di nomi di cui sopra, con competenza, mi permetto di dire.
Ricordo inoltre all'Amministratore del sito che, essendo questo un forum moderato, nonchè accessibile in scrittura ai soli utenti registrati, in caso di querela ne risponderà lui, anche economicamente. Poi Docu o chicchessia. Discorso che vale anche per argomenti trattati in altri topic.
l'unica cosa incontestabile è che sei una macchietta.
Tanto per iniziare suggerirei una ripassata dell'articolo 368 c.p., giusto per comprendere cosa si intenda per calunnia.
riguardo la diffamazione, poi...
Oggigiorno è normale passare parte della propria vita digitale sui forum e gruppi di discussione che ormai rappresentano a tutti gli effetti strumenti di espressione della propria personalità . In questi ambienti virtuali spesso si parla, come al bar, dei più svariati argomenti, talvolta anche in modo approssimativo facendo poca attenzione a ció che si scrive e dimenticandosi che il forum, a differenza della chat, è uno strumento asincrono (in quanto i messaggi vengono scritti e letti in momenti diversi) che lascia la comunicazione per sempre, o quasi, in rete. Raccontare l'opinione che si ha di un individuo o ancor di più l' esperienze negative su un prodotto o un servizio, è un atteggiamento che non piace, soprattutto alle aziende, che fanno del parere degli utenti il cavallo di battaglia del proprio web-marketing.
D'altra parte è anche vero che trattandosi di discussioni che avvengono online, molti utenti coperti dal loro nick-name e forti del fatto di trovarsi dietro a un computer, si lasciano andare a commenti molto coloriti o accuse del tutto gratuite pensando che la rete sia una zona franca dove sia ancora possibile dire (o meglio scrivere) quello che si vuole. Infatti, capita sempre più spesso che gli autori in buona fede di commenti critici e informali, scritti magari di notte sul forum, siano trascinati in un procedimento penale. Molti potrebbero obiettare che in Italia e soprattutto su Internet, ognuno è libero di esprimere la propria opinione e che scrivere sui boards rientra nel più ampio esercizio della libertà di pensiero. In realtà non è del tutto vero, facciamo chiarezza!
2. La diffamazione online
La diffamazione è un reato strettamente connesso alla persona e al diritto all'onore di cui ogni individuo è titolare ed è previsto dall'articolo 595 c.p.. Esso dispone che chiunque, fuori dai casi di ingiuria, comunicando con più persone, offende l'altrui reputazione, è punito con la reclusione fino a un anno o con la multa fino a 1.032,00 €. Se l'offesa consiste nell'attribuzione di un fatto determinato, la pena è della reclusione fino a due anni, ovvero della multa fino a 2.065,00 €. Quindi mentre il reato di ingiuria previsto dall'articolo 594 c.p. punisce chiunque offende l'onore o il decoro di una persona presente, il reato di diffamazione punisce chi offende l'altrui reputazione in modo "indiretto" parlando con più persone e riferendosi, appunto, a una persona che non è presente.
Trascuriamo i casi in cui ci si puó trovare di fronte a un concorso di reato e soffermiamoci solo sulla diffamazione che puó realizzarsi in due modi, a "mezzo di stampa telematica" o a " mezzo di Internet". Del primo caso si è già parlato molto, sia a seguito delle sentenze riguardanti la responsabilità di riviste telematiche, sia tra molte polemiche per il caso del blog sottoposto a un regime equivalente (Trib. Aosta 26/05/2006). Oggetto di questo approfondimento, invece, è l'ipotesi che puó capitare all'utente comune quando scrive su un forum o su un newsgroup per sua passione o interesse personale.
3. Gli elementi della diffamazione a mezzo Internet
Il terzo comma dell'articolo 595 c.p contempla la diffamazione online come circostanza aggravante della diffamazione perchè realizzata tramite
internet che viene considerato un mezzo di pubblicità , perchè idoneo e sufficiente a trasmettere un messaggio diffamatorio a una pluralità di soggetti. Perchè il reato si realizzi è richiesta la presenza necessaria e contemporanea dei seguenti elementi: l'offesa alla reputazione di un soggetto determinato o determinabile, la comunicazione di tale messaggio a più persone e la volontà di usare espressioni offensive con la consapevolezza di offendere (c.d. dolo generico).
3.1 L'offesa alla reputazione di un soggetto determinato o determinabile
La reputazione è l'interesse tutelato da parte del legislatore e viene intesa come quella stima di cui l'individuo gode in seno alla società per le caratteristiche che gli sono proprie. Per ledere la reputazione quindi sono necessarie espressioni non vere, offensive, denigratorie o espressioni dubitative, insinuanti, allusive, sottintese, ambigue, suggestionanti, se per il modo con cui sono dette fanno sorgere nel lettore un plausibile convincimento sull'effettiva rispondenza a verità dei fatti falsi narrati. La vittima oggetto della diffamazione deve essere invece una persona determinata o determinabile. L'individuazione dell'effettivo destinatario dell'offesa è condizione essenziale ed imprescindibile per attribuire all'offesa una rilevanza giuridico-penale.
3.2 La comunicazione di tale messaggio a più persone
La diffamazione è un reato istantaneo che si consuma con la "comunicazione a più persone". Trattandosi ad esempio di un forum, tale elemento si realizza con il postare il proprio messaggio e si consuma nel momento e nel luogo in cui i terzi percepiscono l'espressione ingiuriosa e dunque, nel caso in cui frasi o immagini lesive siano state immesse sul web, nel momento in cui il collegamento viene attivato (Cass. pen. Sez. V, 21/06/2006, n. 25875). Da sottolineare come si configuri anche nel caso in cui il board non fosse pubblico ma richiedesse una registrazione per leggere i messaggi.
3.3 La volontà di usare espressioni offensive con la consapevolezza di offendere
Ai fini della sussistenza dell'elemento psicologico nei delitti di diffamazione, non è necessaria l'intenzione di offendere la reputazione della persona, ma basta la volontà di utilizzare espressioni offensive con la consapevolezza di offendere. Come è facile notare questo tipo di atteggiamento, direttamente rilevabile in base alle frasi e al significato delle parole oggetto di diffamazione, è uno degli elementi che permette di tracciare il limite tra diritto di critica, tutelato ampiamente dalla libertà di pensiero, e la disciplina delittuosa.
4. Libertà di pensiero e responsabilità penale
L'articolo 21 della Costituzione dispone che "tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione" ma tale diritto incontra dei limiti specifici qualora l'opinione espressa giunga a ledere l'altrui onore e reputazione. Quindi il diritto di critica e la libertà di opinione non possono essere equivocate con la libertà d'insulto, di offesa, di diffamazione dell'altra persona. Un principio costante della giurisprudenza è che la critica, per quanto forte e spregiudicata possa essere, non debba mai diventare insulto, dileggio, disprezzo della persona. Qualora ció avvenga non si è più in presenza di una critica ma di una diffamazione! Per ció che riguarda l'imputabilità non dimentichiamoci che la responsabilità penale è personale, pertanto l'hosting provider che consente agli utenti di accedere ad un newsgroup non puó essere ritenuto responsabile per i messaggi che passano attraverso i propri elaboratori. Ció in quanto il provider si limita a mettere a disposizione degli utenti lo "spazio virtuale" dell'area di discussione e non ha alcun potere di controllo e di vigilanza sugli interventi che vi vengono man mano inseriti (Trib. Lucca, 20/08/2007). Allo stesso modo il gestore del forum sarà , caso mai, responsabile solo della negligenza di controllo oppure per la mancata rimozione del commento denigratorio, dopo che gli sia stato fatto notare ed esso sia realmente offensivo.
Diversamente la giurisprudenza ha avuto modo di individuare anche il confine tra critica e diffamazione che emerge dal rispetto di principi quali la continenza espositiva, la verità e la pertinenza dell'informazione. Pertanto, l'autore di messaggi su forum o newsgroup che con i suoi commenti critichi prodotti o servizi, utilizzando un linguaggio educato, non denigratorio o insinuante senza la volontà e la consapevolezza di offendere, non potrà temere nessun tipo di azione legale rientrando la sua condotta nelle libertà di espressione e di critica garantite dal dettato costituzionale.
http://www.dirittodellinformatica.it/fo ... reato.html
Ci sarebbe una puntualizzazione, peró, per quanto riguarda i rapporti tra il delitto di diffamazione e la "satira"
L'occasione per la pronuncia della Suprema Corte (Cassazione Penale sent. 9246/2006) è una delle non infrequenti azioni penali per diffamazione (in questo caso aggravata dall'attribuzione di fatti determinati) promosse nei confronti di un giornale per la pubblicazione di articoli ritenuti dalla persona che ne era oggetto lesivi della propria immagine. L'andamento della controversia non ha qui un interesse particolare, basti accennare che il giornalista ed il direttore del quotidiano furono condannati in primo grado ed assolti in appello ed infine il reato si è estinto per prescrizione ma con la puntualizzazione della Corte sul fatto che la responsabilità penale era stata correttamente affermata dal primo giudice. Ció che interessa qui è l'occasione che la Suprema Corte coglie per precisare in cosa consista la satira e come si differenzi ad esempio dalla diffamazione. Il giornalista, anzitutto, lamenta il ricorrente, non aveva esercitato correttamente il diritto di cronaca riportando come veri fatti sostanzialmente falsi, ma aveva inoltre fatto molteplici richiami alla fisicità del ricorrente stesso che lamenta abbiano "ignorato i limiti della continenza" " in un contesto non corrispondente al vero". La Corte ritiene il ricorso fondato ed osserva: "La satira, notoriamente, è quella manifestazione del pensiero (talora di altissimo livello) che nei tempi si è addossata il compito di castigare ridendo mores; ovvero, di indicare alla pubblica opinione aspetti criticabili o esecrabili di persone, al fine di ottenere, mediante il riso suscitato, un esito finale di carattere etico, correttivo cioè verso il bene". Alla luce di questa interessante definizione, l'utilizzo di determinati argomenti -anche pittoreschi- riferiti alla persona oggetto della satira, debbono essere strettamente funzionali allo scopo che, senza la loro evocazione, rimarrebbe irraggiungibile, ma lo scopo deve essere pur sempre di tipo "etico". L'utilizzo invece da parte del giornalista di notazioni come "la forfora" o "lo sguardo da bottegaio" nella loro sgradevolezza inutile, pur non avendo valenza intrinsecamente diffamatoria, la assumevano di fatto. Dunque un riconoscimento del carattere etico dell'esercizio della satira allo scopo non di distruggere la reputazione di personaggi spesso pubblici, bensì di migliorare il livello del comune sentire morale per il bene della cosa pubblica.
fonte
ricordando che io amo tutti quelli che cito, se non ci fossero loro, infatti, non esisterei nemmeno io ...
sono il mio sole ed io rappresento solamente l'inevitabile notte che ad ogni giorno segue ...
e la mia "opera" è finalizzata esclusivamente a farli ridere ed a provocare in loro una gran risata, sperando davvero che, ravvedutisi del grande pericolo a cui stiamo andando incontro come paese, possano ricondurre la nazione verso la ripresa, visto che oggi, in qualsiasi settore vorremmo concentrare una eventuale analisi, scopriremmo solamente tanti buchi, come una scolapasta, il fondo della nostra barca che sta andando inesorabilmente alla deriva
avanti ora
se proprio vuoi...
puoi
anche farci ridere ancora...
p.s.
la faccia ce la metto.
sono carino?
p.p.s.
sorvolando, anche, sull'istituto della rettifica il cui uso sarebbe opportuno specie in contesti quali sono i forum (comunità di amici per lo più che discotono civilmente di un tema determinato).
Facendo ricorso a tale rimedio, si potrebbe facilmente raggiunegere l'obiettivo del dare maggiore specificazione ad alcune notizie riportate (eventualmente inesatte o addirittura non corrispondenti al vero), facendo perdere, inoltre, credibilità al relativo nick, la cui presenza nella comunity avrà via via sempre minor influenza ed autorevolezza.
Ció comporterebbe, all'opposto, un minor aggravio sulla Giustizia, già oppressa di contenzioso.
una eventuale azione a cosa tenderebbe poi?
A lucrare quelche spicciolo da un forumista?
ci sarà , invece, una netta affermazione dell'attacco totate in ITALIA dell'art. 21 Cost..
Neppure sul web si potrà supplire ad una informazione anestetizzata
fatti veri magari che nessuno dice, mortificando il diritto collettivo alla libera informazione
che si fa uso del comodo strumento dell'aula giudiziaria, ingolfando di lavoro la già esautorata giustizia, concorrendo, in questo modo, alla scarcerazione di criminali plurirecidivi per decorrenza dei termini per ottenere la condanna di un anonimo forumista
diremo che si pretende da sfigati forumisti che controllino alla lettera anche la corrispondenza delle virgole di ció affermato da altri, di certo più valenti e meritevoli (testi con 28 edizioni vendute ad esempio)
In italia, quindi, ad un privato soggetto che esercita una funzione importante cmq mal gestita (per usare un eufemismo) quale l'informazione senza premiarne e riconoscere cmq le motivazioni nobili, che hanno determinato il suo lavoro gratuito, e senza incentivarla in alcun modo lo si onera, invece, quale riconoscimento del suo impegno e del suo sforzo della ricerca della corrispondenza letterale anche delle virgole e dei doppie di alcuni nomi?
mentre alcuni soggetti fisici pur senza scrivere una sola riga, nemmeno dieci parole in fila, risulterebbero "giornalisti" per aver scritto su giornali di famiglia, finanziati con soldi pubblici per di più?
avendo solo gli onori di tale professione senza alcuno sforzo.
Indi diremmo in definitiva, al mondo intero, che in ITALIA chi fa va dietro a chi non pur, facendo niente, risulterebbe fare solo sulla carta...
e fin qui ci potrebbe anche essere
ma che il sistema voglia anche bastonarci
credo sia davvero troppo
e poi ci sarà altro ...
ne avremmo, in effetti, di cose da dire
forse mi chiamerebbe persino Costanzo e sarei costretto a rivelare
a tutti gli italiani
che SUPERZETA oggi rappresenta il PORNO in ITALIA...
molti non lo sanno ancora
aggiungendo ovvio che sono porno perchè vedo l'essenza delle cose
senza censure
metafora già pronta ... per connotare d'artistico il mio percorso...
ma questo i tuoi due neuroni ovvio come avrebbero mai potuto coglierlo

Voi date poca cosa dando cio' che possedete. E'quando donate voi stessi che donate veramente.
-Kahlil Gibran-