primo film porno in italia

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Len801
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Re: primo film porno in italia

#76 Messaggio da Len801 »

Un film (erotico, soft) uscito in Germania a febbraio 1971, Canada ("Jeunes filles chez le gynécologue")
- aprile 1972 e vietato a minorenni meno di 18 anni, Francia - agosto 1972, e USA- gennaio 1973.
E farebbe scandalo in Italia alla fine del 1977?
https://www.imdb.com/title/tt0067465/?r ... flmg_dr_27
https://www.alamy.com/stock-photo-mdche ... 21264.html
Immagine

Solo MyMovies lo accredita a Alfonso Brescia. Le locandine dei film (in tutte le varie edizioni) indicano Hofbauer.
Dunque il problema e' con/di MyMovies... :bonk:
Se li vuoi mettere sulla buona strada: redazione@mymovies.it

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Alec Empire
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Re: primo film porno in italia

#77 Messaggio da Alec Empire »

Riflettendo, penso che sia stato un errore di confusione tra due film.
Credo che mymovies abbia sbagliato prendendo in considerazione un altro film, 'Nel labirinto del sesso' (1969), a sua volta falso documentario sui 'comportamenti sessuali' la cui paternità è ascrivibile ad Alfonso Brescia, espandendo poi erroneamente la regia al suddetto 'Le ragazze dal ginecologo'. Che ha un visto di censura, in Italia, datato 29 Ottobre 1977: ecco il perchè della tarda proiezione rispetto alla distribuzione internazionale. Che poi l'Italia sia un paese 'lento' beh, non c'è dubbio :lol:
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maximox7
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Re: primo film porno in italia

#78 Messaggio da maximox7 »

scusa empire,senza offesa,ma mi piacerebbe avere qualche info in più su "marina kiss"sono curioso ....provo in questo thread

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Alec Empire
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Re: primo film porno in italia

#79 Messaggio da Alec Empire »

maximox7 ha scritto:scusa empire,senza offesa,ma mi piacerebbe avere qualche info in più su "marina kiss"sono curioso ....provo in questo thread
Ti giuro che no so nulla di biografico su di lei, sospetto possa non essere italiana ma è tutto da vedere. L'unica cosa sono i film in cui la si vede. Se verrò a conoscenza di qualcosa stai sicuro che lo posto.
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Re: primo film porno in italia

#80 Messaggio da maximox7 »

non so perché,ma mi incuriosisce...e non riesco a trovare niente su di lei...

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Alec Empire
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Re: primo film porno in italia

#81 Messaggio da Alec Empire »

Milano, Cinema Roxy, 12 Settembre 1980. E' in cartellone il film 'Clito' petalo del sesso'

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Altro non è che la versione italiana - tagliatissima - de 'Le journal erotique d'une thailandaise' (1980) per la regia di Jean-Marie Pallardy, con, tra le altre, la divina Brigitte Lahaie.
Che cosa videro gli italiani di questa 'prima'? Molto poco, se si tiene conto che il film nella versione hardcore durava circa un'ora e mezza, sforbiciato ad appena 71 minuti per ottenere il visto di censura nel nostro paese (il 5 Giugno 1980, per la precisione).
Si legge nelle 'Segnalazioni cinematografiche': '"Il film ha conosciuto avventure censorie che ne chiariscono assai bene la natura. Infatti, lungo in origine 78 minuti, è uscito in Gran Bretagna per 73 minuti. In Italia, dopo aver ottenuto il visto di censura con l'imposizione di ben 14 tagli, è sceso a 71 minuti. Ma anche questi sono di troppo! Il Pallardy - pornografo emerito - non cambia usanza anche se muta il nome nella veste di regista e di soggettista-sceneggiatore."
Tutto giusto, tranne il riferimento al minutaggio. I 78 minuti si riferiscono infatti alla versione soft (o super soft, per meglio dire) e non tengono conto delle scene hard, in virtù delle quali il film raggiunge nella sua versione originale (en français) la durata di 1h 31'.
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Re: primo film porno in italia

#82 Messaggio da Alec Empire »

Tanto tuonò che non piovve. Quel fatidico 15 Novembre 1977 il Majestic diventò sì cinema a luci rosse, ma solo per via della luce rossa accesa all'esterno: già, perchè le pellicole proiettate da quella sera per i quindici giorni seguenti non erano altro che sexy commedie, pruriginose il giusto...
Si trattava di un periodo di approccio, durante il quale il cinema in questione diventava 'Majestic Sexi Movie' (sic), ovvero sala destinata a proiezioni per soli adulti molto ma molto morigerate, in attesa di successive e più audaci pellicole. Ecco dunque la programmazione 'erotica' di quelle due settimane.

Immagine

Come si legge, niente porno. Giusto 'La bestia' avrà, forse, scioccato un attimino gli spettatori (sempre se la proiezione sia stata integrale, cosa di cui dubito fortemente).
Da aggiungere che, sul Corsera dei giorni successivi, alcuni spettatori si lamentarono pure: 'Siamo adulti, vogliamo vedere di più!' Come dargli torto...

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Re: primo film porno in italia

#83 Messaggio da Capitanvideo »

Len801 ha scritto: Si ricorda anche che Howard Ziem era il pioniere hard del vero primo film porno lungo-metraggio MONA (1970) gia menzionato in questo topic, se non mi sbaglio.
Ne feci una piccola rece, un tempo: viewtopic.php?f=7&t=29932

Bello questo thread. Complimenti a tutti per le preziose e curiose info.
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Re: primo film porno in italia

#84 Messaggio da Alec Empire »

Ecco un articolo davvero ben scritto, tratto dal CorSera del 19 Agosto 1985, a proposito della situazione del porno in Italia. Spiegazione perfetta, direi, del procedimento di distribuzione dei film 'insertati'. Al solito, il grassetto è mio e la sigla ndA equivale a 'nota di Alec'

Radiografia dei film porno: da dove vengono, chi li produce, chi li interpreta

Milano e Genova, così vicine, così agli antipodi. A Milano la polizia fa irruzione nei cinema a luci rosse, sequestra film e incassi e denuncia i gestori delle sale. A Genova un pretore, Rinaldo Merani, assolve un pornoshop perché il commercio era fatto «con discrezione, in forma riservata, senza cioè offendere nessuno» Non solo: sentenzia anche che, a suo avviso, più che l'articolo 528 del codice penale (pubblicazioni e spettacoli osceni), dovrebbe essere applicato l'articolo 49 che definisce un'azione non punibile se è impossibile l'evento dannoso o pericoloso. In sostanza, poiché nulla trapela all'esterno dì quanto viene proiettato in certe sale cinematografiche - è il pensiero del magistrato — non può esserci reato.

E' certo, comunque, che l'intervento della polizia milanese ha messo in risalto un fenomeno, il mercato cinematografico dell'osceno (mah...ndA), assai poco conosciuto e forse non del tutto lecito. Come funziona? Chi produce i film? Chi li vende? Chi li acquista? Come mai nelle sale cinematografiche vengono proiettate pellicole che contengono anche gli spezzoni troppo spinti tagliati dalla censura o addirittura inserti osé e che niente hanno a che fare con la trama che viene proposta? E poi ancora: quanto è esteso il fenomeno a Milano? Destreggiarsi attorno a una selva così intricata di interrogativi non è facile. (parole sante ndA) Non tutto avviene alla luce del sole. Che il mercato delle immagini pornografiche su film sia divenuto un «business» oltremodo importante, lo dimostra un solo dato di carattere generale: un terzo dei biglietti venduti in Italia in tutti i locali cinematografici proviene dai locali a luce rossa. A Milano queste sale sono ventuno. Mediamente, tutte assieme, staccano cinquemila biglietti al giorno che, al prezzo di cinquemila lire l'uno, fanno venticinque milioni. Moltiplicati per 300 giorni all'anno, fanno sette miliardi e mezzo. Grosso modo, in città, ogni anno, arrivano 150 titoli nuovi. La stragrande maggioranza, come confermano i gestori dei locali a luci rosse, è diproduzione francese e americana. Non mancano comunque anche realizzazioni scandinave e tedesche. Scarsa, per contro, è la produzione italiana. Anche nel sesso, insomma, c'è il mercato comune. Tutti questi film arrivano in Italia attraverso i normali canali di importazione tramite agenzie che operano in prevalenza a Roma. Prima d'essere immessi nel circuito della programmazione vengono sottoposti al giudizio della commissione di censura istituita presso il ministero dello Spettacolo. La commissione visiona il film, taglia dove deve tagliare, poi concede il proprio visto. Il film, cosi «purgato» dalle scene troppo spinte, viene doppiato in lingua italiana. A Milano e a Roma le case di doppiaggio sono numerose. Essendo professionisti, i doppiatori prestano la loro voce a tutti.

Chi sono le attrici
E gli attori: chi sono? Quanto guadagnano? Per quanto riguarda l'Italia, una che fino ad alcuni anni orsono aveva maggior talento era Marina Frajese. Adesso la diva del momento è Paola Senatore (dopo un solo film? Eravamo messi bene insomma, ndA) I costi: generalmente i pornofilm sono realizzati a buon mercato. La regia è la voce che incide di più sul budget. Poi ci sono gli «interpreti che in media intascano sul mezzo milione al giorno, salvo prestazioni speciali. Un film intero si gira in un paio di settimane, non ha molte pretese. Superato lo scoglio della commissione di censura e poi doppiato, viene preso a noleggio dalle varie agenzie di distribuzione che operano in tutte le grosse città e, infine arriva nei cinema. Però, non è più lo stesso per il quale là commissione di censura, dopo i tagli effettuati, aveva dato il «via libera». O meglio, è lo stesso con, in aggiunta, gli spezzoni che dovevano essere eliminati. Come mai? E' presto detto: la casa di produzione prepara, di solito, versioni diverse dello stesso film: una copia, più “addolcita" viene sottoposta all'esame dei censori, le altre — con lo stesso titolo — vengono invece immesse sul mercato. Il risultato è che a prima vista il film sembra in regola, con tanto di permesso, e invece ciò che gli spettatori vedono è ben altro. Ma ci sono anche altri mezzi per eludere le restrizioni imposte dalla legge. «Ricordo che anni fa — spiega Ulderico Bonfanti, presidente per la Lombardia dell'Associazione nazionale esercenti cinematografici, aderente all'AGIS — ci fu il proprietario di un cinema che acquistò una cinquantina di titoli di vecchi film autorizzati dalla censura e li applicò su pellicole che non potevano circolare». I proprietari dei cinema sì difendono asserendo di non conoscere il reale contenuto del film che programmano nelle loro sale. Per loro vale il visto di censura. Se c'è, il film è in regola. Escludono ogni loro manomissione sulla pellicola. «Però bisogna anche dire — ammette con franchezza il direttore di uno di questi locali — che i cinema a luce rossa non possono permettersi di dare film sexy "normali" magari d'autore, di quelli cioè che possono e anzi vengono programmati nelle altre sale». (Gianfranco Ambrosini)
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Re: primo film porno in italia

#85 Messaggio da Len801 »

Cavolo, Alec, Corriere della Sera faceva tali commentari nel 1985 per il porno in Italia!
E poi leggo questa perla: "Un film intero si gira in un paio di settimane, non ha molte pretese..."
Ma si sta veramente parlando del 1985 (agosto tu dici bene?)
Nel USA, gia nel 1985 la produzione porno si era gia trasferita nel caldo stato della California (Los Angeles), e si girava su video,
e le sale cinema erano quasi tutte chiuse, e non si producevano quasi piu film su pellicola per proiezione sala. Si vendevono i film su cassette video per piu di $70-$80. Le videoteche si aprivano ed erano numerosi come i funghi dopo una tempsta d'acqua.
A quel tempo, un film porno americano di poca-media qualita si o no si girava in uno-due giorni massimo, e con meno (spesso molto meno) di $15,000.
Per musica si usava sempre la stessa pista musicale, che si sentiva ad nauseam dall'inizio alla fine, dunque era preferibile mettere l'audio off
e goderti le scene porno, tanto le poche scene di "trama" erano inutili a sentire (leggevi quelle due righe sulla copertina per capire piu o meno che "A" faceva sesso con "B", e cosi via.
Ditte come Video Exclusives e Cinderella pubblicavano film porno di poco costo su videocassette che duravano si o no circa 75-80 minuti.
Se volevi visionare qualse cosa di migliore qualita, sceglievi film della Caballero, VCA, ecc
Non c'era censura su cassette porno americane, perche non venivano proiettate in sala. Le vendite erano diretti a personne di maggiore eta nel privato delle lore case. Dunque il problema per i produttori porno era di filmare in segreto, perche fino al 1989 era considerato un reato (accuse di prostituzione per il cast, e pimping per il regista/produttore). Il regista doveva solo fare attenzione a non spingere troppo il contenuto del film. Il "freedom of speec" non proteggeva casi di "oscenita" in certe comunita... E per questo per molto tempo il contenuto porno era piu o meno "vanilla". Le cose cambiarono negli anni 90 e 2000, ma questa e' un'altra storia...
Certe cassette video VHS per vecchi film "vintage" venivano "ripulite" in quei tempi per atti un poco spinti (fisting e pissing in particolare), e anche in questi ultimi tempi con il remastering di vecchi classici su DVD, certe scene controverse sono sempre mancanti (esempio le scene di fisting di 800 FANTASY LANE -1979)..

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Re: primo film porno in italia

#86 Messaggio da Alec Empire »

Si si caro Len, 1985. In Italia la concezione di industria cinematografica del porno è da sempre un'utopia. Tengo a sottolineare la parola 'cinematografica', perchè per il resto - locali, esibizioni, fiere eccetera - si va su un altro ambito non incluso in questo mio discorso.
Lo vedi già dall'articolo in questione, che ha sì un pregio (l'illustrare in modo semplice e comprensibile il 'percorso' del film hard dal distributore alla sala) ma anche molti difetti, tipicamente italiani. Ad esempio
- L'ignorare del tutto il sottobosco porno che nel nostro paese si muove, approssimativamente, dal 1975/76 in poi: dieci anni di registi, attori e attrici del tutto dimenticati.
Questo perchè, appunto, l'hardizzazione del cinema di genere è stata da noi un fenomeno sotterraneo mai preso ufficialmente in considerazione dalla stampa nazionale. Per essere veritiero, l'articolo avrebbe dovuto citare, tra le attrici, una Guya Lauri, Sabrina Mastrolorenzi, Laura Levi accanto alla Marina, togliendo il nome di Paola Senatore.
Il problema è, chiaramente, quello di una non adeguata conoscenza del settore: ci si limita a tirare in causa nomi eclatanti per le grandi masse, quelli che sono più facili, una perchè ex moglie di un cronista RAI, l'altra perchè attrice 'normale' scivolata da poco nell'hard.
- L'uso della terminologia 'mercato dell'osceno' è patetica e lascia trasparire il sottinteso moraleggiante dell'inchiesta...e secondo me un'inchiesta che voglia essere oggettiva e seria non può ricorrere ad aggettivi come questo.
- Il considerare esclusivamente l'aspetto della proiezione in sala senza far cenno al (nascente) mercato vhs la dice lunga sullo status del cinema italiano tutto rispetto, ad esempio, ad altri paesi in cui il videonoleggio era già realtà consolidata.
- Eppoi, cosa non meno importante: perchè non citare tra le attrici Cicciolina o Moana? La prima aveva all'attivo un 'Orgia atomica' uscito in vhs già nell'84, la seconda era attiva 'hardisticamente' già dall'81...dunque come mai? A mio avviso, Cicciolina come pornostar non l'aveva presa sul serio nessuno, mentre per Moana vale citare come viene descritta, sempre sul Corriere della Sera, in un articolo del 26 Marzo 1982, dove la si liquida con due parole: 'attricetta ventenne'. Quindi meno importante, mediaticamente parlando, di una Paola Senatore, per quanto quest'ultima si fosse presentata sul (suo unico, per fortuna) set hard in condizioni psicofisiche devastate.
Ancora su Cicciolina: il dire che come pornodiva non la si elenca tra le attrici principali nel 1985 non significa che l'Italia tutta non la tenesse in grande considerazione. Già nel 1978 era stata ospite del rotocalco di attualità e società 'Proibito' di Enzo Biagi...ecco il punto: Cicciolina è stata un fenomeno di costume, molto al di sopra dei film porno che ha 'interpretato'.

Rimane un articolo per molti aspetti puntuale e interessante, quello di cui parliamo, che però se letto con cognizione di causa fa capire che l'nchiesta è frutto di un'infarinatura generale e un po' frettolosa sull'argomento.
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Re: primo film porno in italia

#87 Messaggio da Len801 »

Mi sono sempre accorto che i media (sia quelli euro e quelli americani) quando parlano di porno (vintage porn e porno di oggi)
non hanno nessuna idea del circuito porno, performers, vendite, salario, distribuzione, ecc.
Fanno un percorso pudico, menzionano qualche nome che hanno rispescato chi sa dove, ma alla fine quelle poche righe o frasi non ti dicono nulla su l'industria porno.
Sanno tutto di tutto su Justin Bieber, gli ultimi scandali, i messaggi su social media, ecc, ma di porno non sanno proprio NULLA.
Mi chiedo spesso gurdando il programma su HBO "Bill Maher"
https://www.youtube.com/watch?v=UL67FQ_uGBg
che cosa il "joe medio" capisce dalle varie battute di Bill Mahrer e i suoi invitati.
Certo capiranno le parolacce "fuck", "dick", "ass,", "anal", "shit", ecc.
ma molte battute fanno riferimento a cose che necessitano una sapienza porno.

Era raro che riviste e quotidiani (americani) negli anni 70-80 parlavano dell'industria porno.
Nei primi tempi si, con il successo di DEEP THROAT (anche il settimanale del''industria cinema "Variety" ne parlava) e i processi che furono fatti, ma poi un grande silenzio.
Se volevi sapere qualche cosa dell'industria porno c'erano riviste specializzate: Adam Film World, Cinema-X, Adult Cinema, Video X, Erotic Film Guide, ecc.
Nei primi anni publbicavano foto di produzione di film porno con recensioni, ma le foto non erano esplicite, poi cominciarono a mostrare cazzi eretti ma non penetrazioni, e poi foto esplicite. E poi.. sparirono tutti quanti pressapoco con le chiusure delle videoteche piu' di una diecina d'anni fa.
E ricordo anche che queste riviste specializaate per un certo tempo non menzionavano certe parole per atti sessuali: non vedevi la parola "anal" ma scrivevano "backdoor sex", "greek sex/love", e la parola "young" (giovane) l'evitavano anche, fino alo punto di censurare certe copertine dove appariva questa parola.

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Re: primo film porno in italia

#88 Messaggio da Alec Empire »

Io credo che l'equivoco per cui un quotidiano o una rivista nazionale parlava di porno negli anni 80 - ma ancora oggi - con scarsa cognizione di causa sia la considerazione che i mass media hanno sempre dato all'universo porno, guardandolo come 'fenomeno di costume' senza approfondire il suo potenziale filmico, nel nostro caso,
Mi spiego meglio: se un quotidiano voleva/vuole affrontare la questione hard - una volta potevano essere i cinema porno, poi il videonoleggio e via dicendo - affidava 'l'inchiesta' da svolgere ad un normale cronista di costume/attualità, che magari vi si dedicava dopo aver terminato un servizio di natura più 'mondana' senza avere la minima idea di come approcciare al discorso.
L'andare a vedere un film porno era, una volta, un 'fatto di costume', un qualcosa da discutere sociologicamente, fregandosene della portata cinematografica: va da sè che, in definitiva, le specifiche di una pellicola, di un'attrice, attore o regista non venivano prese in considerazione ai fini del 'dossier'. L'importante era fare domande pririginose allo spettatore che lasciava la sala.
Ne è derivata un'ignoranza mediatica generale su nomi, titoli e anni di produzione che, in Italia, rende ancora oggi difficile collocare numerosi film nel posto giusto.
A questo aggiungiamo anche gli autentici disastri compiuti spesso dalla SIAE nell'attribuire i dati di un borderò al film corretto (i borderò sono le schede contenenti i 'credits' del film oggetto di analisi presso le sedi preposte per la loro 'revisione' prima della programmazione pubblica), ed ecco che abbiamo una confusione incredibile nei nominativi dei cast, titoli, accredti vari.
Per tornare ai giornali, cosa faceva, ad esempio, un cronista a cui nel 1986 veniva affidata una inchiesta sullo stato dei cinema a luci rosse in Italia? Accanto ai dati chiesti direttamente agli esercenti si faceva mostrare qualche locandina di film di recente proiezione, sfogliava qualche numero di 'Le Ore', un'occhiata alle programmazioni delle sale et voilà, ecco che l'articolo si scriveva da sè. Già allora, dunque, non si era a conoscenza di quanto proiettato appena uno-due anni prima.

Oggi mica è cambiato molto...poniamo il caso che un quotidiano voglia approfondire la questione porno, i suoi 'meccanismi', beh, trova tutto in rete; un copia e incolla compulsivo di nomi di siti, attrici e scene recenti, un bel discorsone su 'come siamo messi male, attenti cari pornodipendenti' evvai, si manda tutto in stampa. Se poi un qualche 'pentito' ex hardista vuole metterci il becco per dire 'quant'è triste e difficile e brutto il pornomondo' e 'quanto si sta bene ora, a fare le comparsate nei rotocalchi per casalinghe' allora bingo: abbiamo l'esclusiva!
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Re: primo film porno in italia

#89 Messaggio da manigliasferica »

up a questo topic con "Malabimba" del 1979 con quella superbaubau di Mariangela Giordano :)

vai Alec! :)

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Re: primo film porno in italia

#90 Messaggio da Alec Empire »

Beh, si tratta di un ‘satanic sexy’ movie per la regia di Andrea Bianchi che fu, puntualmente, distribuito sia come soft - la sua naturale collocazione era quella - sia come hard insertato. Siamo nel 1979, il film ottiene un visto di censura col divieto VM18 il 21 Settembre (chiaro che la visione sottoposta al visto fu quella soft, solo in un secondo tempo furbescamente insertata).
Va detto che fu girato nel ‘mitico’ castello di Balsorano in Abruzzo, vera e propria location abitudinaria per il cinema di genere: qui si girarono il decamerotico ‘Metti lo diavolo tuo ne lo mio Inferno’, il polselliano ‘Riti magie nere e segrete orge nel Trecento’, la magione appare tra l’altro in ‘Farfallon’ con Franco e Ciccio ma anche nell’erotico tout-curt ‘Esotica Erotika Psicotica’ di Radley Metzger. Soprattutto, per quanto ci riguarda, nel castello di Balsorano è stato girato ‘Erotic Flash’, il debutto hard - questo, non ‘Valentina’ - di Moana Pozzi.

‘Malabimba’ lo si ricorda per Patrizia ‘Webley’ De Rossi, giunonica bionda, a cui si contrappone il fascino castano e più mediterraneo, anche se tutto particolare, della suora Mariangela Giordano. In mezzo a queste due primedonne c’è la parigina Katell Laennec, che è appunto l’invasata di turno. Che fine ha fatto la Laennec? Non si sa: questa è la sua unica pellicola. Strano...
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