Dicono di noi

Scatta il fluido erotico...

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Super Zeta
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Dicono di noi

#1 Messaggio da Super Zeta »

Dall'edizione di oggi de "Il mattino"

>UNA VIDEOGUIDA MOLTO HARD
>Pornografia,
>istruzioni
>per lo sguardo
>
>Valerio Caprara
>
>Passate le feste - è giusto il caso di dirlo - gabbato lo santo. O meglio
>schivata l'overdose buonista, iniettata con zelo bipartisan sia dai
>consumisti compulsivi che dalla scarpettiana No global, si puó raschiare il
>fondo della cornucopia per vedere se ci fosse rimasto qualcosa per gli
>incorreggibili e gli scorretti. Ecco allora una strenna meritevole di una
>segnalazione che non s'ammanti di urgenza sociologica o cipiglio
>giustizialista, ma che illustri, per così dire, «nuda e cruda» la sua
>particolarissima mercanzia: parliamo della Videoguida XXX 2002, il primo
>annuario dell'hard italiano curato dall'enciclopedica perizia del guru
>Michele Capozzi e allestito con trionfale, lussuosa dovizia dall'editore
>romano (nomen omen) Coniglio. Si tratta della ciclopica summa di un genere
>tanto esecrato quanto inestinguibile, dell'accanita perlustrazione di un
>microcosmo un tempo maledetto e oggi blandito dall'onnipotente magnanimità 
>degli artisti, della bussola indispensabile per navigare, orientarsi ed
>(eventualmente) trovare ció che si cerca nell'immenso magma che le nuove
>tecnologie di riproduzione hanno trascinato al di là  di qualsiasi confine.
>Il superalbum, come si conviene a una recita a suo modo massimalista e
>magniloquente, risulta diviso in tre atti: Storia Culto Mito; Fiction Fetish
>Gonzo (termine inventato che sta a indicare i prodotti amatoriali, non
>professionisti); Dvd Sat Web. Ciascuno di essi include una miriade di
>rubriche, una serie di approfondimenti, un circostanziato «linkage» di
>schede, glossari, bibliografie e filmografie: Pietro Adamo alla maniera dei
>«cultural studies» riempie d'inoppugnabili dati i trent'anni che sono
>trascorsi dall'uscita di «Gola profonda», poi s'industria a stilare profili
>di registi specializzati che non sfigurerebbero nei mitici dizionari di
>Mereghetti o Morandini; Fabrizio Zanoni dettaglia vita e opere di 111
>performers che spaziano dalle aureolate leggende di Moana Pozzi, Annette
>Haven, John Holmes o Rocco Siffredi alle oscure odissee di missionari del
>sesso come Ginger Lynn, Eva Orlowsky, Gabriel Pontello o Laura Levi; Antonio
>Tentori registra le inesauste riletture in chiave hard dei capolavori
>cinèfili (da «Le perversioni di Scarface» a «Tutte le donne del
>presidente»); Andrea Leggeri fa le pulci a quanti, tra gli autori
>«normali»", si sono regalati incursioni protette nel genere (dal Patrice
>Chèreau di «Intimacy» al Michael Haneke de «La pianista»)...
>Fino al rutilante talk-show che mette a confronto, in un ideale separè dei
>salotti di Marzullo o Costanzo interdetto ai minori, le dotte opinioni, i
>raffinati distinguo, i mirabolanti cavilli di pornologi del calibro di
>Giampiero Mughini, Roberta Tatafiore, Aldo Nove, Roberto D'Agostino, Tommaso
>Zanello alias Supercafone. Qui il discorso si fa più complicato e verrebbe
>voglia di tirarci sopra un frego, corredato dalla laconica annotazione che
>la pornografia non è nè santa nè mostruosa e puó essere giudicata
>soprattutto in relazione alle leggi della domanda e dell'offerta. Un po'
>come dovrebbero fare gli eterni scandalizzati dell'arte moderna, i verginali
>difensori della cultura dall'oltraggio commerciale/pubblicitario, i
>camaleontici interpreti «pro domo sua» del valore dell'audience televisiva
>(contrizione e obbrobrio se la guadagna Il Grande Fratello, visibilio e
>orgasmo se la monopolizza Benigni). La pornografia, come dimostra questo
>malandrino regesto, appartiene nel bene e nel male al pensiero, allo spirito
>e dunque alla cultura: materia - al di là  delle apparenze - aerea,
>impalpabile, rarefatta e sommamente ambigua, puó essere (senza farne l' ennesimo dramma cosmico) degradazione del gusto, ma, essendo una scelta
>individuale, è anch'essa libertà . E non una libertà  inferiore o infima,
>poichè il concetto stesso è unitario, totale e un'infrazione parziale
>finirebbe per inficiarlo tutto. Come ha scritto Camille Paglia, che non è
>come sembrerebbe lo pseudonimo di una protagonista di «Behind the Green
>Door» o «The Devil in Miss Jones» bensì un'autorevole docente dell'
>University of the Arts di Philadelphia: «La messa al bando della
>pornografia, perseguita dalla tradizione giudaico-cristiana, sarebbe una
>vittoria sull'ostinato paganesimo dell'Occidente. Ma la pornografia non si
>puó bandire, la si puó solo cacciare nella clandestinità , laddove la sua
>carica eversiva verrebbe potenziata».

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