Buona sera,
tre giorni fa' è uscito sulla rivista scientifica "Science" un interessante studio che cerca di spiegare perché il nostro pianeta si sta' scaldando sempre di più.
L'obbiettivo della ricerca era quello di tracciare quanto calore entra nell'atmosfera terrestre e quanto calore esce.
La ricerca ha evidenziato che negli ultimi decenni sta aumentando il surplus di calore immagazzinato nel pianeta.
La ricerca[1] ha rilevato che questo squilibrio è più che raddoppiato negli ultimi 20 anni.
Altri ricercatori sono giunti alle stesse conclusioni[2].
Questo squilibrio è sostanzialmente superiore a quanto suggerito dai modelli climatici dei decenni precedenti.
A metà degli anni 2000, lo squilibrio energetico era in media di circa 0,6 watt per metro quadrato (W/m2).
Negli ultimi anni, la media è stata di circa 1,3 W/m2. Ciò significa che la velocità con cui l'energia si accumula vicino alla superficie del pianeta è raddoppiata.
Questi risultati suggeriscono che il cambiamento climatico potrebbe ancora accelerare nei prossimi anni.
𝙀𝙣𝙚𝙧𝙜𝙞𝙖 𝙞𝙣 𝙚𝙣𝙩𝙧𝙖𝙩𝙖, 𝙚𝙣𝙚𝙧𝙜𝙞𝙖 𝙞𝙣 𝙪𝙨𝙘𝙞𝙩𝙖
Il bilancio energetico della Terra funziona un po' come un conto in banca, dove i soldi entrano ed escono. Diminuendo le spese, accumuleremo denaro sul conto.
Qui, l'energia è la moneta.
La vita sulla Terra dipende da un equilibrio tra il calore che arriva dal Sole e il calore che se ne va. Questo equilibrio purtroppo sembra incrementarsi di anno in anno.
L'energia solare colpisce la Terra e la riscalda.
I gas serra dell'atmosfera, che intrappolano il calore, trattengono parte di questa energia.
Ma 𝗹𝗮 𝗰𝗼𝗺𝗯𝘂𝘀𝘁𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗱𝗶 𝗰𝗮𝗿𝗯𝗼𝗻𝗲, 𝗽𝗲𝘁𝗿𝗼𝗹𝗶𝗼 𝗲 𝗴𝗮𝘀 𝗵𝗮 𝗼𝗿𝗮 𝗮𝗴𝗴𝗶𝘂𝗻𝘁𝗼 𝗽𝗶𝘂̀ 𝗱𝗶 𝗱𝘂𝗲 𝘁𝗿𝗶𝗹𝗶𝗼𝗻𝗶 𝗱𝗶 𝘁𝗼𝗻𝗻𝗲𝗹𝗹𝗮𝘁𝗲 𝗱𝗶 𝗮𝗻𝗶𝗱𝗿𝗶𝗱𝗲 𝗰𝗮𝗿𝗯𝗼𝗻𝗶𝗰𝗮 𝗲 𝗮𝗹𝘁𝗿𝗶 𝗴𝗮𝘀 𝘀𝗲𝗿𝗿𝗮 𝗮𝗹𝗹'𝗮𝘁𝗺𝗼𝘀𝗳𝗲𝗿𝗮. Questi intrappolano sempre più calore, impedendogli di andarsene.
Parte di questo calore extra sta riscaldando la terra emersa e fondendo il ghiaccio marino, i ghiacciai e le calotte glaciali.
Ma questa è una piccola frazione.
Il 90% è andato negli oceani a causa della loro enorme capacità termica.
La Terra emette naturalmente calore in diversi modi.
Un modo è quello di riflettere il calore in arrivo su nuvole, neve e ghiaccio e tornare nello spazio (albedo ndr).
Anche la radiazione infrarossa viene emessa nello spazio.
Dall'inizio della civiltà umana fino ad appena un secolo fa, la temperatura media della superficie era di circa 14 °C.
Lo squilibrio energetico accumulato ha ora spinto le temperature medie più in alto di circa 1,5 °C.
𝙏𝙧𝙖𝙘𝙘𝙞𝙖𝙢𝙚𝙣𝙩𝙤 𝙥𝙞𝙪̀ 𝙫𝙚𝙡𝙤𝙘𝙚 𝙙𝙚𝙞 𝙢𝙤𝙙𝙚𝙡𝙡𝙞
Gli scienziati tengono traccia del bilancio energetico in due modi.
In primo luogo, possiamo misurare direttamente il calore proveniente dal Sole e che torna nello spazio, utilizzando i radiometri sensibili sui satelliti di monitoraggio.
Questo set di dati e i suoi predecessori risalgono alla fine degli anni '80.
In secondo luogo, possiamo tracciare con precisione l'accumulo di calore negli oceani e nell'atmosfera effettuando letture della temperatura.
Migliaia di boe robotiche hanno monitorato le temperature negli oceani del mondo dagli anni '90.
Entrambi i metodi mostrano che lo squilibrio energetico sta crescendo rapidamente.
𝗜𝗹 𝗿𝗮𝗱𝗱𝗼𝗽𝗽𝗶𝗼 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗼 𝘀𝗾𝘂𝗶𝗹𝗶𝗯𝗿𝗶𝗼 𝗲𝗻𝗲𝗿𝗴𝗲𝘁𝗶𝗰𝗼 𝗲̀ 𝘀𝘁𝗮𝘁𝗼 𝘂𝗻𝗼 𝘀𝗵𝗼𝗰𝗸, 𝗽𝗲𝗿𝗰𝗵𝗲́ 𝗶 𝘀𝗼𝗳𝗶𝘀𝘁𝗶𝗰𝗮𝘁𝗶 𝗺𝗼𝗱𝗲𝗹𝗹𝗶 𝗰𝗹𝗶𝗺𝗮𝘁𝗶𝗰𝗶 𝗰𝗵𝗲 𝘂𝘁𝗶𝗹𝗶𝘇𝘇𝗶𝗮𝗺𝗼 𝗶𝗻 𝗴𝗿𝗮𝗻 𝗽𝗮𝗿𝘁𝗲 𝗻𝗼𝗻 𝗵𝗮𝗻𝗻𝗼 𝗽𝗿𝗲𝘃𝗶𝘀𝘁𝗼 𝘂𝗻 𝗰𝗮𝗺𝗯𝗶𝗮𝗺𝗲𝗻𝘁𝗼 𝗰𝗼𝘀𝗶̀ 𝗴𝗿𝗮𝗻𝗱𝗲 𝗲 𝗿𝗮𝗽𝗶𝗱𝗼 (tutto questo esisteva solo nelle osservazioni da circa 30 anni).
In genere, 𝗶 𝗺𝗼𝗱𝗲𝗹𝗹𝗶 𝗽𝗿𝗲𝘃𝗲𝗱𝗼𝗻𝗼 𝗺𝗲𝗻𝗼 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗺𝗲𝘁𝗮̀ 𝗱𝗲𝗹 𝗰𝗮𝗺𝗯𝗶𝗮𝗺𝗲𝗻𝘁𝗼 𝗰𝗵𝗲 𝘀𝘁𝗶𝗮𝗺𝗼 𝘃𝗲𝗱𝗲𝗻𝗱𝗼 𝗻𝗲𝗹 𝗺𝗼𝗻𝗱𝗼 𝗿𝗲𝗮𝗹𝗲.
𝙋𝙚𝙧𝙘𝙝𝙚́ 𝙚̀ 𝙘𝙖𝙢𝙗𝙞𝙖𝙩𝙤 𝙘𝙤𝙨𝙞̀ 𝙫𝙚𝙡𝙤𝙘𝙚𝙢𝙚𝙣𝙩𝙚?
Non abbiamo ancora una spiegazione completa. Ma una nuova ricerca[3] suggerisce che i cambiamenti nelle nuvole sono un fattore importante.
Le nuvole hanno un effetto di raffreddamento nel complesso.
Ma l'area coperta da nuvole bianche altamente riflettenti si è ridotta, mentre l'area delle nuvole meno riflettenti è cresciuta.
Non è chiaro perché le nuvole stiano cambiando. Un possibile fattore potrebbero essere le conseguenze del successo degli sforzi per ridurre lo zolfo nel carburante per i trasporti a partire dal 2020, poiché bruciare il carburante più sporco potrebbe aver avuto un effetto schiarente sulle nuvole.
Tuttavia, l'accelerazione dello squilibrio del bilancio energetico è iniziata prima di questo cambiamento.
Anche le fluttuazioni naturali del sistema climatico, come l'oscillazione decennale del Pacifico, potrebbero avere un ruolo.
Infine, e la cosa più preoccupante, i cambiamenti delle nuvole potrebbero far parte di una tendenza causata dal riscaldamento globale stesso, ovvero un feedback positivo sul cambiamento climatico (cosa su cui punto personalmente ndr).
𝘾𝙤𝙨𝙖 𝙨𝙞𝙜𝙣𝙞𝙛𝙞𝙘𝙖?
𝗤𝘂𝗲𝘀𝘁𝗶 𝗿𝗶𝘀𝘂𝗹𝘁𝗮𝘁𝗶 𝘀𝘂𝗴𝗴𝗲𝗿𝗶𝘀𝗰𝗼𝗻𝗼 𝗰𝗵𝗲 𝗴𝗹𝗶 𝗮𝗻𝗻𝗶 𝗿𝗲𝗰𝗲𝗻𝘁𝗶 𝗲𝘀𝘁𝗿𝗲𝗺𝗮𝗺𝗲𝗻𝘁𝗲 𝗰𝗮𝗹𝗱𝗶 𝗻𝗼𝗻 𝘀𝗼𝗻𝗼 𝘂𝗻𝗮 𝘁𝗮𝗻𝘁𝘂𝗺, 𝗺𝗮 𝗽𝗼𝘀𝘀𝗼𝗻𝗼 𝗿𝗶𝗳𝗹𝗲𝘁𝘁𝗲𝗿𝗲 𝘂𝗻 𝗿𝗮𝗳𝗳𝗼𝗿𝘇𝗮𝗺𝗲𝗻𝘁𝗼 𝗱𝗲𝗹 𝗿𝗶𝘀𝗰𝗮𝗹𝗱𝗮𝗺𝗲𝗻𝘁𝗼 𝗻𝗲𝗹 𝗽𝗿𝗼𝘀𝘀𝗶𝗺𝗼 𝗱𝗲𝗰𝗲𝗻𝗻𝗶𝗼 𝗼 𝗽𝗶𝘂̀.
Ciò significherà una maggiore possibilità di impatti climatici più intensi da ondate di calore torride, siccità e piogge estreme sulla terraferma e ondate di calore marine più intense e durature.
Questo squilibrio può portare a conseguenze peggiori a lungo termine.
La ricerca pubblicata su Science mostra che gli unici modelli climatici che si avvicinano a simulare le misurazioni del mondo reale sono quelli con una maggiore "sensibilità climatica". Ciò significa che questi modelli prevedono un riscaldamento più grave oltre i prossimi decenni in scenari in cui le emissioni non vengono ridotte rapidamente (e con l'aria che tira nei vari paesi industrializzati...c'e poco in cui sperare...).
Tuttavia, non sappiamo ancora con certezza se siano in gioco altri fattori.
È ancora troppo presto per dire definitivamente che siamo su una traiettoria ad alta sensibilità.
𝙄 𝙣𝙤𝙨𝙩𝙧𝙞 𝙤𝙘𝙘𝙝𝙞 𝙣𝙚𝙡 𝙘𝙞𝙚𝙡𝙤
Conosciamo la soluzione da molto tempo: fermare la combustione di combustibili fossili ed eliminare gradualmente le attività umane che causano emissioni come la deforestazione.
Tenere registri accurati per lunghi periodi di tempo è essenziale se vogliamo individuare cambiamenti imprevisti.
I satelliti, in particolare, sono il nostro sistema di allerta anticipata, che ci informa sui cambiamenti dell'accumulo di calore circa un decennio prima di altri metodi.
Ma i tagli ai finanziamenti e i drastici cambiamenti di priorità negli Stati Uniti e nei paesi più industrializzati, potrebbero minacciare il monitoraggio satellitare del clima.
Alleghiamo sotto tutti gli studi pubblicati sulla rivista e i vari studiosi che l'hanno redatta.
Staff Cmt
27 giugno 2025
Steven Sherwood, Professore di Scienze dell'Atmosfera, Centro di Ricerca sui Cambiamenti Climatici, UNSW Sydney; Benoit Meyssignac, Ricercatore Associato in Scienze del Clima, Université de Toulouse; Thorsten Mauritsen, Professore di Scienze del Clima, Stockholm University per The The Conversation Australia + NZ (link all'articolo originale nel primo commento).
https://agupubs.onlinelibrary.wiley.com ... 24AV001636
https://www.science.org/doi/10.1126/science.adt0647
https://theconversation.com/global-warm ... ing-259376