[O.T.] Crisi economica
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Re: [O.T.] Crisi economica
Questi pensano solo a fottere mentre va tutto a puttane
La Bruni: sesso con Sarkozy mentre un capo di Stato ci stava aspettando
La première dame lo avrebbe detto a Michelle Obama. Lo rivela in un libro un giornalista di Newsweek
Il presidente Francese Nicolas Sarkozy e la moglie Carla Bruni-Sarkozy (Ansa)
MILANO - Un'indiscrezione irriverente. Secondo l'ultimo libro di Jonathan Alter, un giornalista di Newsweek, la first Lady francese Carla Bruni Sarkozy si sarebbe vantata con la sua controparte americana Michelle Obama che una volta lei e il marito hanno tenuto un capo di stato straniero ad aspettare mentre finivano di fare sesso.
L'INDISCREZIONE - «La Bruni voleva sapere se, come i Sarkozy, anche i coniugi Obama avessero fatto fare anticamera ai leader della Terra per questa ragione», scrive Alter in «The Promise: President Obama, Year One». «Michelle avrebbe fatto un risolino nervoso e risposto di no», scrive Alter. Le rivelazioni salaci sulla vita sessuale del presidente francese hanno fatto ipotizzare alla Abc News americana che il dignitario in questione fosse la Regina Elizabetta anche se la Bruni non ha mai fatto il suo nome nella conversazione. Durante una visita ufficiale in Gran Bretagna due anni fa, poco dopo il loro matrimonio, i coniugi Sarkozy passarono una notte ospiti al castello di Windsor. I Sarkozy sono famosi per essere in cronico ritardo. Nel 2008 tennero il Principe Carlo ad aspettare per il novantesimo anniversario dell'Armistizio del 1918.
La Bruni: sesso con Sarkozy mentre un capo di Stato ci stava aspettando
La première dame lo avrebbe detto a Michelle Obama. Lo rivela in un libro un giornalista di Newsweek
Il presidente Francese Nicolas Sarkozy e la moglie Carla Bruni-Sarkozy (Ansa)
MILANO - Un'indiscrezione irriverente. Secondo l'ultimo libro di Jonathan Alter, un giornalista di Newsweek, la first Lady francese Carla Bruni Sarkozy si sarebbe vantata con la sua controparte americana Michelle Obama che una volta lei e il marito hanno tenuto un capo di stato straniero ad aspettare mentre finivano di fare sesso.
L'INDISCREZIONE - «La Bruni voleva sapere se, come i Sarkozy, anche i coniugi Obama avessero fatto fare anticamera ai leader della Terra per questa ragione», scrive Alter in «The Promise: President Obama, Year One». «Michelle avrebbe fatto un risolino nervoso e risposto di no», scrive Alter. Le rivelazioni salaci sulla vita sessuale del presidente francese hanno fatto ipotizzare alla Abc News americana che il dignitario in questione fosse la Regina Elizabetta anche se la Bruni non ha mai fatto il suo nome nella conversazione. Durante una visita ufficiale in Gran Bretagna due anni fa, poco dopo il loro matrimonio, i coniugi Sarkozy passarono una notte ospiti al castello di Windsor. I Sarkozy sono famosi per essere in cronico ritardo. Nel 2008 tennero il Principe Carlo ad aspettare per il novantesimo anniversario dell'Armistizio del 1918.
MEGLIO LICANTROPI CHE FILANTROPI
Baalkaan hai la machina targata Sassari?
VE LA MERITATE GEGGIA
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Re: [O.T.] Crisi economica
I MOLTI MALI DELLA GRECIA FRA CLIENTELE E CORRUZIONE
Sarebbe bello capire che cosa stia realmente accadendo alla Grecia.
Dal linguaggio specialistico non si ricava granché. Sarà semplicismo, ma non può essere trascurato il sospetto per cui l’apertura frettolosa e avventata all’importazione dai mercati orientali abbia contribuito, e non poco, ai disastri economici (soprattutto popolari, quelli della classe meno abbiente) che stiamo vivendo. Insomma un caos che una sua disamina saprà districare.
Dario Lodi
Caro Lodi,
La Grecia ha un sistema politico strutturalmente clientelare. Anche l’Italia, naturalmente, soprattutto quando le assunzioni di personale pubblico vengono fatte «a chiamata», può essere definita «clientelare». Ma la Grecia lo è scopertamente, sfacciatamente, istituzionalmente. I partiti collocano i loro clienti nella macchina statale e li trattano come elettori piuttosto che come servitori dello Stato. Per meglio conquistare e conservare i loro voti hanno introdotto norme costituzionali che garantiscono l’impiego a vita e l’inamovibilità. Il comma 4 dell’art 103 della Costituzione ellenica dice: «I pubblici funzionari che occupano posti previsti dalla legge saranno stabilmente impiegati fino a quando questi posti continueranno ad esistere.
A eccezione di quelli che vanno a riposo per limiti d’età o perdono il posto per una sentenza di tribunale, i funzionari pubblici non potranno essere trasferiti senza l’opinione, o ridotti a un grado inferiore o licenziati senza la decisione, di un Consiglio composto per almeno due terzi da funzionari permanenti». In altre parole è una categoria che si autogoverna.
È evidente che il rischio di corruzione in una burocrazia costituita da clienti inamovibili è piuttosto alto.
L’adozione dell’euro, purtroppo, ha avuto l’effetto di peggiorare la situazione. Grazie alla diminuzione dei tassi d’interesse, il Paese si è fortemente indebitato con prestiti che sono serviti, in buona parte, ad aumentare i salari della funzione pubblica (30% in tre anni) e ad alimentare la macchina della burocrazia clientelare.
E quanto più i salari aumentavano tanto più diminuivano la produttività e la competitività del Paese. Per risanare i conti dello Stato occorre diminuire i salari e sfrondare l’albero della burocrazia nazionale.
È quello che il governo di Atene sembra disposto a fare, ma le reazioni popolari di cui siamo stati testimoni negli scorsi giorni dimostrano che non sarà facile.
Aggiungo, caro Lodi, che secondo una tabella della Banca Mondiale pubblicata dal Wall Street Journal del 7 maggio, la Grecia è uno dei Paesi in cui è più difficile iniziare una attività economica. Le tappe dell’operazione— permessi di costruzione, registrazione della proprietà, assunzione di mano d’opera, credito bancario, rapporti con il fisco, licenze d’esportazione — formano un percorso a ostacoli che scoraggia gli investimenti stranieri e provoca la fuga dei capitali nazionali.
A meno che l’imprenditore non accetti di procacciarsi la benevolenza di un funzionario dello Stato. So che alcuni di questi peccati possono essere addebitati anche all’Italia. Ma nella tabella della Banca Mondiale, in cui sono esaminati 183 Paesi, la Grecia è al posto n. 109, mentre l’Italia è 30 posti più in su.
Sergio Romano
Corriere della Sera, 11.5.2010
I mali dell'eccessivo statalismo.
Sarebbe bello capire che cosa stia realmente accadendo alla Grecia.
Dal linguaggio specialistico non si ricava granché. Sarà semplicismo, ma non può essere trascurato il sospetto per cui l’apertura frettolosa e avventata all’importazione dai mercati orientali abbia contribuito, e non poco, ai disastri economici (soprattutto popolari, quelli della classe meno abbiente) che stiamo vivendo. Insomma un caos che una sua disamina saprà districare.
Dario Lodi
Caro Lodi,
La Grecia ha un sistema politico strutturalmente clientelare. Anche l’Italia, naturalmente, soprattutto quando le assunzioni di personale pubblico vengono fatte «a chiamata», può essere definita «clientelare». Ma la Grecia lo è scopertamente, sfacciatamente, istituzionalmente. I partiti collocano i loro clienti nella macchina statale e li trattano come elettori piuttosto che come servitori dello Stato. Per meglio conquistare e conservare i loro voti hanno introdotto norme costituzionali che garantiscono l’impiego a vita e l’inamovibilità. Il comma 4 dell’art 103 della Costituzione ellenica dice: «I pubblici funzionari che occupano posti previsti dalla legge saranno stabilmente impiegati fino a quando questi posti continueranno ad esistere.
A eccezione di quelli che vanno a riposo per limiti d’età o perdono il posto per una sentenza di tribunale, i funzionari pubblici non potranno essere trasferiti senza l’opinione, o ridotti a un grado inferiore o licenziati senza la decisione, di un Consiglio composto per almeno due terzi da funzionari permanenti». In altre parole è una categoria che si autogoverna.
È evidente che il rischio di corruzione in una burocrazia costituita da clienti inamovibili è piuttosto alto.
L’adozione dell’euro, purtroppo, ha avuto l’effetto di peggiorare la situazione. Grazie alla diminuzione dei tassi d’interesse, il Paese si è fortemente indebitato con prestiti che sono serviti, in buona parte, ad aumentare i salari della funzione pubblica (30% in tre anni) e ad alimentare la macchina della burocrazia clientelare.
E quanto più i salari aumentavano tanto più diminuivano la produttività e la competitività del Paese. Per risanare i conti dello Stato occorre diminuire i salari e sfrondare l’albero della burocrazia nazionale.
È quello che il governo di Atene sembra disposto a fare, ma le reazioni popolari di cui siamo stati testimoni negli scorsi giorni dimostrano che non sarà facile.
Aggiungo, caro Lodi, che secondo una tabella della Banca Mondiale pubblicata dal Wall Street Journal del 7 maggio, la Grecia è uno dei Paesi in cui è più difficile iniziare una attività economica. Le tappe dell’operazione— permessi di costruzione, registrazione della proprietà, assunzione di mano d’opera, credito bancario, rapporti con il fisco, licenze d’esportazione — formano un percorso a ostacoli che scoraggia gli investimenti stranieri e provoca la fuga dei capitali nazionali.
A meno che l’imprenditore non accetti di procacciarsi la benevolenza di un funzionario dello Stato. So che alcuni di questi peccati possono essere addebitati anche all’Italia. Ma nella tabella della Banca Mondiale, in cui sono esaminati 183 Paesi, la Grecia è al posto n. 109, mentre l’Italia è 30 posti più in su.
Sergio Romano
Corriere della Sera, 11.5.2010
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Re: [O.T.] Crisi economica
Eh, il problema e' farlo capire. Lascio un link interessante:Helmut ha scritto:I MOLTI MALI DELLA GRECIA FRA CLIENTELE E CORRUZIONE
Sarebbe bello capire che cosa stia realmente accadendo alla Grecia.
Dal linguaggio specialistico non si ricava granché. Sarà semplicismo, ma non può essere trascurato il sospetto per cui l’apertura frettolosa e avventata all’importazione dai mercati orientali abbia contribuito, e non poco, ai disastri economici (soprattutto popolari, quelli della classe meno abbiente) che stiamo vivendo. Insomma un caos che una sua disamina saprà districare.
Dario Lodi
Caro Lodi,
La Grecia ha un sistema politico strutturalmente clientelare. Anche l’Italia, naturalmente, soprattutto quando le assunzioni di personale pubblico vengono fatte «a chiamata», può essere definita «clientelare». Ma la Grecia lo è scopertamente, sfacciatamente, istituzionalmente. I partiti collocano i loro clienti nella macchina statale e li trattano come elettori piuttosto che come servitori dello Stato. Per meglio conquistare e conservare i loro voti hanno introdotto norme costituzionali che garantiscono l’impiego a vita e l’inamovibilità. Il comma 4 dell’art 103 della Costituzione ellenica dice: «I pubblici funzionari che occupano posti previsti dalla legge saranno stabilmente impiegati fino a quando questi posti continueranno ad esistere.
A eccezione di quelli che vanno a riposo per limiti d’età o perdono il posto per una sentenza di tribunale, i funzionari pubblici non potranno essere trasferiti senza l’opinione, o ridotti a un grado inferiore o licenziati senza la decisione, di un Consiglio composto per almeno due terzi da funzionari permanenti». In altre parole è una categoria che si autogoverna.
È evidente che il rischio di corruzione in una burocrazia costituita da clienti inamovibili è piuttosto alto.
L’adozione dell’euro, purtroppo, ha avuto l’effetto di peggiorare la situazione. Grazie alla diminuzione dei tassi d’interesse, il Paese si è fortemente indebitato con prestiti che sono serviti, in buona parte, ad aumentare i salari della funzione pubblica (30% in tre anni) e ad alimentare la macchina della burocrazia clientelare.
E quanto più i salari aumentavano tanto più diminuivano la produttività e la competitività del Paese. Per risanare i conti dello Stato occorre diminuire i salari e sfrondare l’albero della burocrazia nazionale.
È quello che il governo di Atene sembra disposto a fare, ma le reazioni popolari di cui siamo stati testimoni negli scorsi giorni dimostrano che non sarà facile.
Aggiungo, caro Lodi, che secondo una tabella della Banca Mondiale pubblicata dal Wall Street Journal del 7 maggio, la Grecia è uno dei Paesi in cui è più difficile iniziare una attività economica. Le tappe dell’operazione— permessi di costruzione, registrazione della proprietà, assunzione di mano d’opera, credito bancario, rapporti con il fisco, licenze d’esportazione — formano un percorso a ostacoli che scoraggia gli investimenti stranieri e provoca la fuga dei capitali nazionali.
A meno che l’imprenditore non accetti di procacciarsi la benevolenza di un funzionario dello Stato. So che alcuni di questi peccati possono essere addebitati anche all’Italia. Ma nella tabella della Banca Mondiale, in cui sono esaminati 183 Paesi, la Grecia è al posto n. 109, mentre l’Italia è 30 posti più in su.
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I mali dell'eccessivo statalismo.
CRISI EUROPEA, DEFAULT GRECO, EURO IN BILICO. UN BEL PROGRAMMA DELLA TV SVIZZERA CON L'INTERVENTO DI PAOLO PAMINI, ECONOMISTA DELL'UNIVERSITA' DI ZURIGO, DI SCUOLA AUSTRIACA:
http://la1.rsi.ch/contesto/index.cfm?sc ... 58&vid=yes
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Re: [O.T.] Crisi economica
Sorpresa all'asta odierna dei BOT ad un anno, il rendimento è salito di circa mezzo punto in un colpo solo a 1,44 circa.
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Re: [O.T.] Crisi economica
e le borse tengono...ah...che bello l'intraday 

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Re: [O.T.] Crisi economica
EUROPA, IL (N)EUROSALVATAGGIO!
di Salvatore Antonaci
Un Entusiasmo collettivo e collettivista ha accompagnato l’odierno rally dei corsi azionari mondiali,diretta conseguenza delle decisioni prese nel vertice straordinario Ecofin di ieri. Come, tuttavia, questo megapiano di salvataggio abbia i piedi d’argilla ed il cervello di un dinosauro ce lo spiegano bravissimi,quanto ahinoi inascoltati ed isolati,giornalisti economici.
Tentare di ripianare il gigantesco debito creandone un altro di proporzioni forse maggiori dimostra,qualora ve ne fosse stata necessità,tutta la cecità di questi piccoli burocrati chiamati a decidere del benessere o della miseria di più di mezzo miliardo di persone.
Eppure che messe di applausi,quanti fiumi di inchiostro versati da patriottici calami,quali clamori da ludi gladiatorii stanno accompagnando l’innesco di questa vera e propria bomba nucleare (così l’ha definita in un suo mirabile articolo Mario Seminerio) destinata, prima o poi, a spazzar via moneta unica, unione europea e quant’altro di istituzionale esista tra l’Atlantico e gli Urali!
Intendiamoci: fosse accaduto magari per via referendaria prima che la follia pianificatrice avesse il sopravvento i danni sarebbero stati molto minori. Ma la boria da superpotenza ha annebbiato le coscienze dei timonieri i quali,firmata la propria cambiale faustiana,hanno provveduto, da par loro, ad insufflare nelle menti dei cittadini-sudditi del continente l’idea balzana che un benefico amministratore del condominio comune potesse magicamente creare dal nulla un regno dei balocchi.
Esattamente come dal nulla, ed è qui la chiave di tutto, costoro hanno tirato fuori fantastiliardi di banconote ed altra moneta virtuale per accrescere il potere della grande macchina sterminatrice di ogni libertà.
Aleggia l’acre odore dello spirito di Monaco 1938 sulla conferenza per la pace finanziaria ed economica in Europa consumatasi nei sacri palazzi dell’ortodossia europeista.
Allora si cedette vergognosamente di fronte al totalitarismo avanzante offrendo in Olocausto l’inerme Cecoslovacchia.
Ora, in ossequio alla medesima suicida strategia di appeasement, i pavidi architetti di una baracca semidiroccata e sul punto di crollare consegnano al moloch sempre più insaziabile i quattrini di una generazione perduta.
Brusco il risveglio, se mai ci sarà…
di Salvatore Antonaci
Un Entusiasmo collettivo e collettivista ha accompagnato l’odierno rally dei corsi azionari mondiali,diretta conseguenza delle decisioni prese nel vertice straordinario Ecofin di ieri. Come, tuttavia, questo megapiano di salvataggio abbia i piedi d’argilla ed il cervello di un dinosauro ce lo spiegano bravissimi,quanto ahinoi inascoltati ed isolati,giornalisti economici.
Tentare di ripianare il gigantesco debito creandone un altro di proporzioni forse maggiori dimostra,qualora ve ne fosse stata necessità,tutta la cecità di questi piccoli burocrati chiamati a decidere del benessere o della miseria di più di mezzo miliardo di persone.
Eppure che messe di applausi,quanti fiumi di inchiostro versati da patriottici calami,quali clamori da ludi gladiatorii stanno accompagnando l’innesco di questa vera e propria bomba nucleare (così l’ha definita in un suo mirabile articolo Mario Seminerio) destinata, prima o poi, a spazzar via moneta unica, unione europea e quant’altro di istituzionale esista tra l’Atlantico e gli Urali!
Intendiamoci: fosse accaduto magari per via referendaria prima che la follia pianificatrice avesse il sopravvento i danni sarebbero stati molto minori. Ma la boria da superpotenza ha annebbiato le coscienze dei timonieri i quali,firmata la propria cambiale faustiana,hanno provveduto, da par loro, ad insufflare nelle menti dei cittadini-sudditi del continente l’idea balzana che un benefico amministratore del condominio comune potesse magicamente creare dal nulla un regno dei balocchi.
Esattamente come dal nulla, ed è qui la chiave di tutto, costoro hanno tirato fuori fantastiliardi di banconote ed altra moneta virtuale per accrescere il potere della grande macchina sterminatrice di ogni libertà.
Aleggia l’acre odore dello spirito di Monaco 1938 sulla conferenza per la pace finanziaria ed economica in Europa consumatasi nei sacri palazzi dell’ortodossia europeista.
Allora si cedette vergognosamente di fronte al totalitarismo avanzante offrendo in Olocausto l’inerme Cecoslovacchia.
Ora, in ossequio alla medesima suicida strategia di appeasement, i pavidi architetti di una baracca semidiroccata e sul punto di crollare consegnano al moloch sempre più insaziabile i quattrini di una generazione perduta.
Brusco il risveglio, se mai ci sarà…
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Re: [O.T.] Crisi economica
Capitanvideo ha scritto: Brusco il risveglio, se mai ci sarà…
essì....
brutta bestia la speculazione.... troppi casini a livello di borse et similia.... altro che semplificazione...
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Re: [O.T.] Crisi economica
La Spagna annuncia i sacrifici per i suoi cittadini, ecco le misure di Zapatero:
1) taglio del 5% degli stipendi pubblici e blocco degli aumenti per 1 anno (mentre l'inflazione sale)
2) 6 miliardi di tagli per gli investimenti pubblici
3) 1,2 miliardi di tagli alle spese dei governi locali
4) blocco pensioni
5) stop agli aiuti per le famiglie che hanno figli
6) taglio ai servizi sanitari.
Questa politica di bassi salari e taglio del welfare è una delle soluzioni per combattere la crisi, ma a così facendo, i cittadini aumenteranno i risparmi e taglieranno i consumi e facilmente l'economia interna del paese ne risentirà.
Inoltre, se nel frattempo l'euro continuerà a deprezzarsi, s'importerà inflazione che contribuirà a far diminuire il potere d'acquisto degli spagnoli.
Solo le imprese che esporteranno avranno benefici. Dopo i greci tempi duri per gli spagnoli ... e pensare che solo poco tempo fa il Governo iberico sbandierava dati entusiasmanti
1) taglio del 5% degli stipendi pubblici e blocco degli aumenti per 1 anno (mentre l'inflazione sale)
2) 6 miliardi di tagli per gli investimenti pubblici
3) 1,2 miliardi di tagli alle spese dei governi locali
4) blocco pensioni
5) stop agli aiuti per le famiglie che hanno figli
6) taglio ai servizi sanitari.
Questa politica di bassi salari e taglio del welfare è una delle soluzioni per combattere la crisi, ma a così facendo, i cittadini aumenteranno i risparmi e taglieranno i consumi e facilmente l'economia interna del paese ne risentirà.
Inoltre, se nel frattempo l'euro continuerà a deprezzarsi, s'importerà inflazione che contribuirà a far diminuire il potere d'acquisto degli spagnoli.
Solo le imprese che esporteranno avranno benefici. Dopo i greci tempi duri per gli spagnoli ... e pensare che solo poco tempo fa il Governo iberico sbandierava dati entusiasmanti

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Re: [O.T.] Crisi economica
La pacchia socialdemocratica e' alla fine. Avanti così.coppia_co ha scritto:La Spagna annuncia i sacrifici per i suoi cittadini, ecco le misure di Zapatero:
1) taglio del 5% degli stipendi pubblici e blocco degli aumenti per 1 anno (mentre l'inflazione sale)
2) 6 miliardi di tagli per gli investimenti pubblici
3) 1,2 miliardi di tagli alle spese dei governi locali
4) blocco pensioni
5) stop agli aiuti per le famiglie che hanno figli
6) taglio ai servizi sanitari.
Questa politica di bassi salari e taglio del welfare è una delle soluzioni per combattere la crisi, ma a così facendo, i cittadini aumenteranno i risparmi e taglieranno i consumi e facilmente l'economia interna del paese ne risentirà.
Inoltre, se nel frattempo l'euro continuerà a deprezzarsi, s'importerà inflazione che contribuirà a far diminuire il potere d'acquisto degli spagnoli.
Solo le imprese che esporteranno avranno benefici. Dopo i greci tempi duri per gli spagnoli ... e pensare che solo poco tempo fa il Governo iberico sbandierava dati entusiasmanti
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Re: [O.T.] Crisi economica
ma le agevolazioni fiscali per i primi 5 anni le mantiene???
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Re: [O.T.] Crisi economica
nel boom liberista degli anni scorsi non lo facevano solo gli spagnoli. basti pensare all'Irlanda, celebrata da Helmut "grazie a una politica economica liberale e bassa tassazione."coppia_co ha scritto:e pensare che solo poco tempo fa il Governo iberico sbandierava dati entusiasmanti
Un paio di amici erano emigrati a Dublino considerata la nuova mecca d'Europa (industria meccanica). sono tornati a casa disoccupati...
il regno unito ha il secondo rapporto deficit/pil più alto d' europa.
il rapporto deficit-Pil Irlanda: 14,3%
Regno Unito: 11,5%
Spagna: 11,2%
sti bastardi dovranno aumentare la pressione fiscale altro che bassa tassazione
“E' vero che in Russia i bambini mangiavano i comunisti?"
"Magari è il contrario, no?"
"Ecco, mi sembrava strano che c'avessero dei bambini così feroci.”
"Magari è il contrario, no?"
"Ecco, mi sembrava strano che c'avessero dei bambini così feroci.”
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Re: [O.T.] Crisi economica
Giappone, 32mila suicidi in 2009
Disoccupati morti aumentati del 65%
La crisi economica fa sentire pesantemente i suoi effetti anche in Giappone: nel 2009 più di 32mila persone si sono tolte la vita, superando per il 12mo anno consecutivo la soglia delle 30mila unità. Secondo i dati presentati dalla polizia nazionale di Tokyo, lo scorso anni ci sono stati 32.845 suicidi, con un incremento dell'1,85% sul 2008. La depressione è la causa più frequente. Cresciuti del 65% i disoccupati che l'hanno fatta finita.
La depressione è in testa ai motivi scatenanti la decisione di chiudere la propria esistenza da tre anni a questa parte con un forte incremento annuale del 7,1%, a 6.949 casi. Mentre le morti volontarie direttamente legate alla perdita del posto di lavoro sono balzate del 65,3%, a 1.071 casi.
All'origine dell'incremento dei suicidi è la crisi economica globale: tra marzo e maggio 2009, nel periodo in cui la maggior parte delle aziende chiude l'anno fiscale (31 marzo) e dichiara bancarotta oppure decide tagli al personale, le morti volontarie hanno superato ben i 3.000 casi mensili.
Per il 2010 si spera un cambiamento di rotta: con 10.309 suicidi i dati preliminari di gennaio-aprile registrano una frenata del 9% rispetto allo stesso quadrimestre del 2009.
Disoccupati morti aumentati del 65%
La crisi economica fa sentire pesantemente i suoi effetti anche in Giappone: nel 2009 più di 32mila persone si sono tolte la vita, superando per il 12mo anno consecutivo la soglia delle 30mila unità. Secondo i dati presentati dalla polizia nazionale di Tokyo, lo scorso anni ci sono stati 32.845 suicidi, con un incremento dell'1,85% sul 2008. La depressione è la causa più frequente. Cresciuti del 65% i disoccupati che l'hanno fatta finita.
La depressione è in testa ai motivi scatenanti la decisione di chiudere la propria esistenza da tre anni a questa parte con un forte incremento annuale del 7,1%, a 6.949 casi. Mentre le morti volontarie direttamente legate alla perdita del posto di lavoro sono balzate del 65,3%, a 1.071 casi.
All'origine dell'incremento dei suicidi è la crisi economica globale: tra marzo e maggio 2009, nel periodo in cui la maggior parte delle aziende chiude l'anno fiscale (31 marzo) e dichiara bancarotta oppure decide tagli al personale, le morti volontarie hanno superato ben i 3.000 casi mensili.
Per il 2010 si spera un cambiamento di rotta: con 10.309 suicidi i dati preliminari di gennaio-aprile registrano una frenata del 9% rispetto allo stesso quadrimestre del 2009.
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Re: [O.T.] Crisi economica
ma i giapponesi moderni si ammazzano sempre col seppuku?

interessante che in giappone le percentuali non riguardino il pil o la pressione fiscale, bensì il numero di suicidi. avranno anche dei grafici?

interessante che in giappone le percentuali non riguardino il pil o la pressione fiscale, bensì il numero di suicidi. avranno anche dei grafici?
“E' vero che in Russia i bambini mangiavano i comunisti?"
"Magari è il contrario, no?"
"Ecco, mi sembrava strano che c'avessero dei bambini così feroci.”
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Re: [O.T.] Crisi economica
Dato che i suicidi sotto la metro di Tokyo erano ormai diventati troppo frequenti, da un po' le aziende che la gestiscono si rivalgono sugli eredi dei suicidi per la mancanza del servizio. Questo come deterrente a buttarsi sotto al treno (non al suicidio in generale...).
In Giappolandia ci sono dei parchi famosi nei dintorni di Tokyo per essere posti per suicidarsi. Porti la tua corda (se non sbaglio l'impiccagione è numero 1) e alla mattina ci sono delle ronde che girano per recuperare i cadaveri. Raramente tornano a mani vuote.
In Giappolandia ci sono dei parchi famosi nei dintorni di Tokyo per essere posti per suicidarsi. Porti la tua corda (se non sbaglio l'impiccagione è numero 1) e alla mattina ci sono delle ronde che girano per recuperare i cadaveri. Raramente tornano a mani vuote.
Quando non si ha uno stile, si puó avere qualsiasi stile.
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Re: [O.T.] Crisi economica
(ANSA) - ROMA, 13 MAG - 'Sara' la disoccupazione il problema piu' grosso. Dovremo lavorare, gia' da ora, per proteggere chi ha perso il lavoro' dice Epifani. Occorre dunque trasferire 'un po' di risorse dalla cassa integrazione all'indennita' di disoccupazione che da noi e' onestamente inesistente'. Sulle misure anti-crisi decise da Zapatero: occorrono prima garanzie per il lavoro e per i precari, poi tutto il resto. Per Epifani, 'avremo davanti 3 anni di ripresina senza occupazione'.
Sarà ? E' !
Sarà ? E' !

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