Antonchik ha scritto:Vi rispondo.
Fatemi capire, chi decide qual è lo "stile giusto"? Dovrei dispiacermi per la caduta di stile? Il bon ton lo rispetto ampiamente, e ritengo un grande segno di rispetto l'esprimere le mie idee così come sono, l'ipocrisia la uso con le bestie e non con voi e vi indignate? Andiamo bene...
Comunque continuiamo, posso dirvi però qual è il mio stile e quale era quello del Robbertone Nazzzionale.
Lo stile di Benigni era di quello di chi, strapagato per un intervento dei suoi, tra battute e sapiente modulazione di pathos e climax riesce a portare gli spettatori ad un livello emotivo nel quale è possibile lanciare dei messaggi di (dis)informazione. La tanto cara (dis)informazione che ha molto poco a cuore la conoscenza storica degli italiani, che non saranno mai italiani finchè non si analizzerà a fondo il processo di annessione che ha portato alla tanta agognata "Unità". Non è materia di questo topic, ovvio, e se ne può aprire comodamente uno visto che non c'è, ma dico brevemente che mi sembra ridicolo, e mi duole davvero, che si parli di concetti profondi, appassionati, pieni di dignità come l'identità nazionale racchiusa nei confini di uno Stato (e qui non sono sarcastico) mentre un partito come la Lega (che agisce con mezzi e finalità anticostituzionali) ancora non è stato sciolto. E giustamente dobbiamo essere presi poi per il culo da Benigni in tv, anzi non da lui perchè è soltanto un ottimo ypokrites, ma da chi l'ha pagato. E dobbiamo essere presi per il culo dai vari presidenti della Repubblica degli ultimi anni, che professano l'Unità ma soltanto a parole, poi quando si tratta di far valere la costituzione, dormono e si lasciano incatenare più o meno in maniera consenziente.
Il mio stile si basa su degli interrogativi sui media, saliti quando quando a capodanno per lavoro sono stato costretto ad assistere ad un bellissimo spettacolo, una rivisitazione in chiave moderna di tot canzoni folk meridionali (con relativa improvvisazione elettronica, chitarra 7 corde e pod, musicista esagerato), buttato nel cesso perchè poi dopo si è dovuto assistere ad una proiezione mitizzante dell'impresa dei mille. Mille che vengono definiti come eroi mentre abbattono le truppe borboniche e Regno delle Due Sicilie che viene definito come un ricettacolo demoniaco di povertà e miseria (e infatti, San Leucio docet...). Insomma noi sappiamo che non è così. Sappiamo che l'annessione del Regno delle Due Sicilie è stata favorita dalla massoneria inglese a cui dava fastidio l'esistenza di tale Stato, sappiamo che i movimenti per l'indipendenza erano legati ad essa, sappiamo cosa è successo al banco di napoli, sappiamo che le truppe borboniche ed i loro generali erano corrotti fino al midollo (come cazzo fanno mille uomini a riuscire semplicemente a sbarcare sulle coste difese da truppe attive...?), sappiamo che i territori dal basso Lazio in giù facevano comodo, come faceva comodo la forza lavoro (e come ha sempre fatto comodo la forza lavoro dei meridionali), sappiamo che la Questione Meridionale è nata con l'annessione e non è mai stata risolta, sappiamo che c'è un Meridione inteso come entità a sè stante, come puttana, sappiamo che ora il Sud non fa più comodo perchè "Pantalone" non ci guadagna più e ora "paga".
Detto questo, mi ritengo italiano perchè 150 anni di storia sono sufficienti per creare un'identità, seppur immatura. Io mi sono sempre sentito italiano e sono stato educato così, nel bene e nel male. Soltanto mi fa venire il latte alle ginocchia, e alle palle, questo perbenismo mediatico anti-storico (perchè se travisi la storia sei anti-storico, anti-cultulturale, anti-dignità).
Si vuole difendere l'Unità d'Italia? Lo si faccia veramente e non prendendo per il culo lo spettatore. Si diffonda la storia vera e non le favolette, e si inizi a lavorare su di quella, e ne sarò felicissimo. Altro che federalismo, sanremo, discorsi del presidente e puttanate varie.
Questa tua risposta pacata ed articolata ha un senso in un altro contesto, più ampio se vuoi.
Nel momento in cui però si sottolinea che Benigni è un attore-autore che è riuscito a fare un "pezzo" di oltre 40 minuti sull' Inno di mameli, si entra nel campo della drammaturgia e della messa in scena e quindi molte argomentazioni cadono.
Se poi si vuole opporre al becero leghismo un altrettanto becero ed antistorico neo-borbonismo, personalmente resto basito, ma riconosco che non è una posizione isolata