[O.T.] The next U.S.A. President
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- jhonnybuccia
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- GaiusBaltar
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Premio Nobel dato sulla base di cosa? Vero che anche quando l'hanno dato a Dario Fo non ho ben capito sulla base di cosa........ma ammetto di essere un sottoculturato. 
Articoletto de ''Il Foglio''
Lasciate perdere i sondaggi in calo, ignorate i dati sulla disoccupazione, trascurate le difficoltà sulla riforma sanitaria e sulla guerra in Afghanistan, c'è qualcos'altro a segnalare il mutamento di status di Barack Obama, da nuovo messia a uomo politico normale: i comici hanno cominciato a prenderlo in giro.Sabato scorso il più tradizionale dei programmi televisivi di satira, il Saturday night live della Nbc, che in campagna elettorale ha sostenuto il candidato Obama in ogni modo possibile, ha inaugurato la nuova stagione con una devastante imitazione del presidente fatta da Fred Armisen.Nei panni di Obama, Armisen ha letto un messaggio alla nazione dallo Studio ovale della Casa Bianca: "Buona sera e congratulazioni a Rio per l'assegnazione delle Olimpiadi del 2016", ha detto ricordando subito il clamoroso fallimento della candidatura di Chicago sostenuta con insuccesso da Obama.
"L'anno scorso sono stato eletto col mandato di apportare un cambiamento credibile in questo paese - ha detto il finto presidente - Ma ora c'è gente a destra che è molto arrabbiata. Pensano che stia trasformando questo grande paese in qualcosa che somiglia all'Unione Sovietica o alla Germania nazista. Ma non è così. Se guardate bene ai primi mesi di presidenza è molto chiaro che cosa ho fatto fino a questo momento: niente, nada. E' trascorso quasi un anno e non ho niente da mostrarvi".
Nel 2000 il Saturday night live ha preso in giro lo stile di Al Gore e Al Gore ha perso, mentre l'anno scorso la credibilità di Sarah Palin è stata sbriciolata dalla parodia di Tina Fey e il duo McCain/Palin è stato travolto da Obama. Ora il nuovo obiettivo stagionale sembra essere Obama come un "do-nothing president", un "presidente fancazzista", nonchè leader, diremmo in Italia, di un'immaginaria fondazione "Fare niente".
I giornali americani segnalano che le battute di Snl non sono una buona notizia per la Casa Bianca. I consiglieri del presidente dovranno rendersi conto che in giro c'è molta gente convinta che Obama non abbia fatto assolutamente niente o, perlomeno, niente di diverso dal suo predecessore George W. Bush, tanto che, questa settimana, sulla copertina dello storico settimanale della sinistra britannica New Statesman campeggia il titolo "Barack W. Bush", sotto un formidabile fotomontaggio di due immagini sovrapposte di Obama e Bush.
E' molto probabile, poi, che gli sfottó di Saturday night live continueranno, anche perchè Obama ci mette qualcosina di suo. Ieri, per esempio, ha convocato alle cinque un gruppo di ministri e deputati per una partitella a basket alla Casa Bianca.Le battute di Saturday night live hanno colpito al punto che la Cnn, con scarso senso dell'umorismo, si è spinta fino a condurre una serissima inchiesta sull'accuratezza delle critiche (fact-checking) mosse al presidente dal programma satirico."Guardate la lista delle cose fatte e non fatte", ha detto Armisen/Obama ricordando le promesse di Obama in campagna elettorale. "Chiudere Guantanamo? Non l'ho fatto. Ritirare le truppe dall'Iraq? Non l'ho fatto. Migliorare la situazione in Afghanistan? Non l'ho fatto, anzi la situazione è peggiorata. E che dire della riforma sanitaria? Certo che no.
Riforma dell'immigrazione? Ma va... Riscaldamento terrestre? Non ancora. E, ricordatevi, posso fare qualsiasi cosa voglia. Ho la maggioranza in entrambi i rami del Congresso. Avrei potuto rendere obbligatorio il matrimonio gay e imporre automobili alimentate a marijuana. L'ho fatto? No!".Qualcosa, secondo gli autori di Saturday night live, peró Obama l'ha realizzata: "Non ci sono soltanto brutte notizie. Posso vantare qualche risultato: gli incentivi alle rottamazioni hanno davvero stimolato l'economia, peccato fosse quella del Giappone. Fatemi vedere, cos'altro? Ah sì, ho ucciso una mosca in tv, ve lo ricordate?", ha detto il comico riferendosi a una cosa realmente successa durante un'intervista alla Casa Bianca.
"E poi ho invitato un poliziotto bianco e un professore nero a bere una birra. Chi altri avrebbe potuto fare una cosa del genere? Sì, avete ragione, anche Oprah. Nessun altro, peró".

Articoletto de ''Il Foglio''
Lasciate perdere i sondaggi in calo, ignorate i dati sulla disoccupazione, trascurate le difficoltà sulla riforma sanitaria e sulla guerra in Afghanistan, c'è qualcos'altro a segnalare il mutamento di status di Barack Obama, da nuovo messia a uomo politico normale: i comici hanno cominciato a prenderlo in giro.Sabato scorso il più tradizionale dei programmi televisivi di satira, il Saturday night live della Nbc, che in campagna elettorale ha sostenuto il candidato Obama in ogni modo possibile, ha inaugurato la nuova stagione con una devastante imitazione del presidente fatta da Fred Armisen.Nei panni di Obama, Armisen ha letto un messaggio alla nazione dallo Studio ovale della Casa Bianca: "Buona sera e congratulazioni a Rio per l'assegnazione delle Olimpiadi del 2016", ha detto ricordando subito il clamoroso fallimento della candidatura di Chicago sostenuta con insuccesso da Obama.
"L'anno scorso sono stato eletto col mandato di apportare un cambiamento credibile in questo paese - ha detto il finto presidente - Ma ora c'è gente a destra che è molto arrabbiata. Pensano che stia trasformando questo grande paese in qualcosa che somiglia all'Unione Sovietica o alla Germania nazista. Ma non è così. Se guardate bene ai primi mesi di presidenza è molto chiaro che cosa ho fatto fino a questo momento: niente, nada. E' trascorso quasi un anno e non ho niente da mostrarvi".
Nel 2000 il Saturday night live ha preso in giro lo stile di Al Gore e Al Gore ha perso, mentre l'anno scorso la credibilità di Sarah Palin è stata sbriciolata dalla parodia di Tina Fey e il duo McCain/Palin è stato travolto da Obama. Ora il nuovo obiettivo stagionale sembra essere Obama come un "do-nothing president", un "presidente fancazzista", nonchè leader, diremmo in Italia, di un'immaginaria fondazione "Fare niente".
I giornali americani segnalano che le battute di Snl non sono una buona notizia per la Casa Bianca. I consiglieri del presidente dovranno rendersi conto che in giro c'è molta gente convinta che Obama non abbia fatto assolutamente niente o, perlomeno, niente di diverso dal suo predecessore George W. Bush, tanto che, questa settimana, sulla copertina dello storico settimanale della sinistra britannica New Statesman campeggia il titolo "Barack W. Bush", sotto un formidabile fotomontaggio di due immagini sovrapposte di Obama e Bush.
E' molto probabile, poi, che gli sfottó di Saturday night live continueranno, anche perchè Obama ci mette qualcosina di suo. Ieri, per esempio, ha convocato alle cinque un gruppo di ministri e deputati per una partitella a basket alla Casa Bianca.Le battute di Saturday night live hanno colpito al punto che la Cnn, con scarso senso dell'umorismo, si è spinta fino a condurre una serissima inchiesta sull'accuratezza delle critiche (fact-checking) mosse al presidente dal programma satirico."Guardate la lista delle cose fatte e non fatte", ha detto Armisen/Obama ricordando le promesse di Obama in campagna elettorale. "Chiudere Guantanamo? Non l'ho fatto. Ritirare le truppe dall'Iraq? Non l'ho fatto. Migliorare la situazione in Afghanistan? Non l'ho fatto, anzi la situazione è peggiorata. E che dire della riforma sanitaria? Certo che no.
Riforma dell'immigrazione? Ma va... Riscaldamento terrestre? Non ancora. E, ricordatevi, posso fare qualsiasi cosa voglia. Ho la maggioranza in entrambi i rami del Congresso. Avrei potuto rendere obbligatorio il matrimonio gay e imporre automobili alimentate a marijuana. L'ho fatto? No!".Qualcosa, secondo gli autori di Saturday night live, peró Obama l'ha realizzata: "Non ci sono soltanto brutte notizie. Posso vantare qualche risultato: gli incentivi alle rottamazioni hanno davvero stimolato l'economia, peccato fosse quella del Giappone. Fatemi vedere, cos'altro? Ah sì, ho ucciso una mosca in tv, ve lo ricordate?", ha detto il comico riferendosi a una cosa realmente successa durante un'intervista alla Casa Bianca.
"E poi ho invitato un poliziotto bianco e un professore nero a bere una birra. Chi altri avrebbe potuto fare una cosa del genere? Sì, avete ragione, anche Oprah. Nessun altro, peró".
"Nel torbido si pesca meglio" Il Direttorino
"La cattiveria dei buoni è pericolosissima" G. Andreotti
http://www.youtube.com/watch?v=KLaTmro5MfE
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- Parakarro
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[quote="GaiusBaltar"]Premio Nobel dato sulla base di cosa? Vero che anche quando l'hanno dato a Dario Fo non ho ben capito sulla base di cosa........ma ammetto di essere un sottoculturato. 
Articoletto de ''Il Foglio''
Lasciate perdere i sondaggi in calo, ignorate i dati sulla disoccupazione, trascurate le difficoltà sulla riforma sanitaria e sulla guerra in Afghanistan, c'è bla...bla...bla...quote]
già cominciare un articolo parlando di un sondaggio mi fa capire quanto poco capiscano i giornalai de il foglio e il loro obesissimo direttorino... e quanto la politica sia diventata una pagliacciata fatta di ondaggi e spot tv... ovvio che ho smesso di leggere l'articolo dopo 5 parole..
ora Gaius non t'incazzare come hai fatto quando ho fanculizzato Il Giornale...

Articoletto de ''Il Foglio''
Lasciate perdere i sondaggi in calo, ignorate i dati sulla disoccupazione, trascurate le difficoltà sulla riforma sanitaria e sulla guerra in Afghanistan, c'è bla...bla...bla...quote]


già cominciare un articolo parlando di un sondaggio mi fa capire quanto poco capiscano i giornalai de il foglio e il loro obesissimo direttorino... e quanto la politica sia diventata una pagliacciata fatta di ondaggi e spot tv... ovvio che ho smesso di leggere l'articolo dopo 5 parole..
ora Gaius non t'incazzare come hai fatto quando ho fanculizzato Il Giornale...

- Antonchik
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- Località: Sul mare di nebbia
Ah ma già l'avevate postato...
che coglione ho postato qui viewtopic.php?p=990930#990930 pensando che la notizia fosse fresca, vabbuó.
Il milione di euro lo voglio io, in piazza l'altra sera mi stavano per menare e non ho reagito.
che coglione ho postato qui viewtopic.php?p=990930#990930 pensando che la notizia fosse fresca, vabbuó.
Il milione di euro lo voglio io, in piazza l'altra sera mi stavano per menare e non ho reagito.
Guarda attentamente, poichè ciò che stai per vedere non è più ciò che hai appena visto.
Ho vissuto per molto tempo nell'oscurità perché mi accontentavo di suonare quello che ci si aspettava da me, senza cercare di aggiungerci qualcosa di mio.
Ho vissuto per molto tempo nell'oscurità perché mi accontentavo di suonare quello che ci si aspettava da me, senza cercare di aggiungerci qualcosa di mio.
w il nobel. w obama.
w il presidente che in nemmeno un anno, ha ordinato 42 attacchi e bombardamenti fra afganistan e Pakistan.
roba da famiglia bush.
w la coerenza dell'opinione pubblica. la coerenza, la divinità che omaggiano ormai tutti senza guardarsi mai allo specchio.
w il presidente che in nemmeno un anno, ha ordinato 42 attacchi e bombardamenti fra afganistan e Pakistan.
roba da famiglia bush.
w la coerenza dell'opinione pubblica. la coerenza, la divinità che omaggiano ormai tutti senza guardarsi mai allo specchio.
"L'ho imparato molto tempo fa, non combattere mai con un maiale! Tu ti sporchi, e inoltre, al maiale piace". G. B. Shaw
- GaiusBaltar
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Ora Parak non sono incazzato, io medito, sto seduto lungo il fiume ed aspetto.Parakarro ha scritto:GaiusBaltar ha scritto:Premio Nobel dato sulla base di cosa? Vero che anche quando l'hanno dato a Dario Fo non ho ben capito sulla base di cosa........ma ammetto di essere un sottoculturato.
Articoletto de ''Il Foglio''
Lasciate perdere i sondaggi in calo, ignorate i dati sulla disoccupazione, trascurate le difficoltà sulla riforma sanitaria e sulla guerra in Afghanistan, c'è bla...bla...bla...quote]
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già cominciare un articolo parlando di un sondaggio mi fa capire quanto poco capiscano i giornalai de il foglio e il loro obesissimo direttorino... e quanto la politica sia diventata una pagliacciata fatta di ondaggi e spot tv... ovvio che ho smesso di leggere l'articolo dopo 5 parole..
ora Gaius non t'incazzare come hai fatto quando ho fanculizzato Il Giornale...
Certo che divergiamo sulle fonti di informazione attendibili e non, comunque non sono incazzato. La vendetta è un piatto che si consuma freddo.............

Stanotte quando dormirai un Cylon ti tirerà i piedi, allora la mia vendetta sarà compiuta!
Comunque quanto riportato dall'articolo si sintetizza così:
Promessa di chiudere Guantanamo: disattesa.
Promessa di ritiro dall'Irak: disattesa.
Promessa di risolvere il papocchio Afghano: disattesa
Promessa di uscire dalla crisi: disattesa.
In compenso si bombarda mica da ridere in Afghanistan, centrando pure i civili ma se lo fa Obama va bene se lo faceva Bush era un fascista guerrafondaio.
Tutta sta stretta e ste regole della finanza non si è poi vista, anche perchè il suo ministro Geithner ha un pochino di cazzi in giro con mezza Wall Street....
E poi che uno dopo 8 mesi di lavoro si becchi il premio Nobel mi fa un pó specie, piuttosto lo si dia alle associazioni di volontari nel mondo, al segretario generale dell'Onu, insomma a gente che qualcosa ha davvero fatto!
Con freddezza degna di un Centurione Cylon ti saluto.

"Nel torbido si pesca meglio" Il Direttorino
"La cattiveria dei buoni è pericolosissima" G. Andreotti
http://www.youtube.com/watch?v=KLaTmro5MfE
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-
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Che il premio nobel per la pace a Obama sia prematuro e sbagliato mi pare cosa logica e sensata.
Che si pretenda che Obama dovesse risolvere tutti i problemi lasciatogli da quel campione di Bush in 9 mesi mi sembra solo un modo di dimostrare il proprio pregiudizio.
Verso altri personaggi (anche italiani) non trovo altrettanta severità .
Che si pretenda che Obama dovesse risolvere tutti i problemi lasciatogli da quel campione di Bush in 9 mesi mi sembra solo un modo di dimostrare il proprio pregiudizio.
Verso altri personaggi (anche italiani) non trovo altrettanta severità .
hai ragione. Quest'anno erano talmente ridicoli che qualcuno proponeva berlusconi.tiffany rayne ha scritto:Che il premio nobel per la pace a Obama sia prematuro e sbagliato mi pare cosa logica e sensata.
Che si pretenda che Obama dovesse risolvere tutti i problemi lasciatogli da quel campione di Bush in 9 mesi mi sembra solo un modo di dimostrare il proprio pregiudizio.
Verso altri personaggi (anche italiani) non trovo altrettanta severità .
- Parakarro
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- Iscritto il: 04/02/2008, 11:27
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ma secondo me è una cagata!GaiusBaltar ha scritto:[E poi che uno dopo 8 mesi di lavoro si becchi il premio Nobel mi fa un pó specie, piuttosto lo si dia alle associazioni di volontari nel mondo, al segretario generale dell'Onu, insomma a gente che qualcosa ha davvero fatto!
Con freddezza degna di un Centurione Cylon ti saluto.
l'ho detto pure a notiza appena arrivata nel topic di silvione bello!
Dopo questo mi aspetto il premio pulizer a Ferrara..

- GaiusBaltar
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http://leviedellasia.corriere.it/2009/1 ... nobel.html
Obama e il Dalai Lama, il Nobel a chi non ha voluto incontrare un Nobel
Scritto da: Marco Del Corona alle 12:07
C'è uno stridore - o un apparente stritore - che puó colpire la pubblica opinione occidentale. A ricevere il Nobel per la Pace è quel Barack Obama che pochi giorni fa non ha voluto incontrare un altro Nobel per la Pace, il Dalai Lama, in visita a Washinghton. Che invece si è visto con Nancy Pelosi, deocratica, figura comunque di prestigio dell'estabilishment obamiano.
INCONTRO A DICEMBRE Sembra una beffa. In realtà , si sa, Barack Obama ha posposto il facca a faccia con il leader tibetano a dicembre, dopo la visita che il presidente compirà in Cina dal 15 al 18 novembre prossimi. Gli incontri fra i leader dell'Occidente libero e il Dalai Lama hanno un che di rituale, ma nella scelta di Obama sembra leggersi in controluce un preciso disegno, un'accortezza che sembra rispecchiare le motivazioni del Nobel: la capacità di dare un'accelerazione innovativa alle pratiche della diplomazia.
AVVERSIONE Data la radicale avversione che la Cina nutre per il Dalai Lama, ogni incontro tra un leader europeo o americano non solo ha il potere di far infuriare Pechino ma non aggiunge nulla alla causa di chi auspica un Tibet più autonomo, pur nell'ambito della Repubblica Popolare (per non dire di chi lo sogna indipendente, ma ormai anche il Dalai Lama chiede solo autonomia dentro la Cina). Obama dunque antepone il dialogo con la Cina, e infatti oggi i giornali cinesi danno gran rilevanza al viaggio asiatico del presidente e alla sua agenda principale: commercio, economia, clima.
PRAGMATISMO E' probabile che Obama affrronterà gli argomenti Tibet, Dalai Lama, diritti umani, ma - semplicemente leggendo i fatti - pare di capire che lo farà con discrezione, dietro le quinte. Si tratta di un approccio che potrà essere criticato, ma che mostra realismo e pragmatismo. Non solo nessuno - non certo gli Usa della crisi - è in grado ormai di ordinare alla Cina che cosa deve fare, ma esula dalla psiche cinese affrontare certi temi in modo frontale. E' piuttosto con un clima di fiducia, come quello che evidentemente si spera di costruire durante il viaggio di novembre, che certi temi possono essere toccati con un minimo di efficacia. Questa pare essere la strategia di Washington.
LA LEZIONE BIRMANIA Il caso Birmania ne è la prova: Hillary Clinton ha annunciato in settembre che l'America vuole parlare con i generali della giunta, senza togliere le sanzioni. Dialogo più fermezza. Stessa disponibilità , con qualche cautela in più, si legge nelle mosse Usa sulla Corea del Nord. Se il muro contro muro non paga, si provi con altri mezzi, ritiene l'amministrazione Obama. E incontrare il Dalai Lama in modo rituale è porre la questione con la Cina negli sterili termini del muro contro muro, Occidente-succubo-del-Dalai-Lama versus Cina. Senza un clima di dialogo e comunicazione aperta fra le potenze, è arduo anche per le più tenui velleità autonomiste aspirare a qualche risultato. Se la strategia pagherà , lo dirà il tempo. E se pagherà , sarà forse davvero una strategia da Premio Nobel.
Obama e il Dalai Lama, il Nobel a chi non ha voluto incontrare un Nobel
Scritto da: Marco Del Corona alle 12:07
C'è uno stridore - o un apparente stritore - che puó colpire la pubblica opinione occidentale. A ricevere il Nobel per la Pace è quel Barack Obama che pochi giorni fa non ha voluto incontrare un altro Nobel per la Pace, il Dalai Lama, in visita a Washinghton. Che invece si è visto con Nancy Pelosi, deocratica, figura comunque di prestigio dell'estabilishment obamiano.
INCONTRO A DICEMBRE Sembra una beffa. In realtà , si sa, Barack Obama ha posposto il facca a faccia con il leader tibetano a dicembre, dopo la visita che il presidente compirà in Cina dal 15 al 18 novembre prossimi. Gli incontri fra i leader dell'Occidente libero e il Dalai Lama hanno un che di rituale, ma nella scelta di Obama sembra leggersi in controluce un preciso disegno, un'accortezza che sembra rispecchiare le motivazioni del Nobel: la capacità di dare un'accelerazione innovativa alle pratiche della diplomazia.
AVVERSIONE Data la radicale avversione che la Cina nutre per il Dalai Lama, ogni incontro tra un leader europeo o americano non solo ha il potere di far infuriare Pechino ma non aggiunge nulla alla causa di chi auspica un Tibet più autonomo, pur nell'ambito della Repubblica Popolare (per non dire di chi lo sogna indipendente, ma ormai anche il Dalai Lama chiede solo autonomia dentro la Cina). Obama dunque antepone il dialogo con la Cina, e infatti oggi i giornali cinesi danno gran rilevanza al viaggio asiatico del presidente e alla sua agenda principale: commercio, economia, clima.
PRAGMATISMO E' probabile che Obama affrronterà gli argomenti Tibet, Dalai Lama, diritti umani, ma - semplicemente leggendo i fatti - pare di capire che lo farà con discrezione, dietro le quinte. Si tratta di un approccio che potrà essere criticato, ma che mostra realismo e pragmatismo. Non solo nessuno - non certo gli Usa della crisi - è in grado ormai di ordinare alla Cina che cosa deve fare, ma esula dalla psiche cinese affrontare certi temi in modo frontale. E' piuttosto con un clima di fiducia, come quello che evidentemente si spera di costruire durante il viaggio di novembre, che certi temi possono essere toccati con un minimo di efficacia. Questa pare essere la strategia di Washington.
LA LEZIONE BIRMANIA Il caso Birmania ne è la prova: Hillary Clinton ha annunciato in settembre che l'America vuole parlare con i generali della giunta, senza togliere le sanzioni. Dialogo più fermezza. Stessa disponibilità , con qualche cautela in più, si legge nelle mosse Usa sulla Corea del Nord. Se il muro contro muro non paga, si provi con altri mezzi, ritiene l'amministrazione Obama. E incontrare il Dalai Lama in modo rituale è porre la questione con la Cina negli sterili termini del muro contro muro, Occidente-succubo-del-Dalai-Lama versus Cina. Senza un clima di dialogo e comunicazione aperta fra le potenze, è arduo anche per le più tenui velleità autonomiste aspirare a qualche risultato. Se la strategia pagherà , lo dirà il tempo. E se pagherà , sarà forse davvero una strategia da Premio Nobel.
E' la vecchia guardia e i suoi interventi sul darkside sono imprescindibili, affronta il lato oscuro del sesso estremo con l'approccio dostojeschiano dell'uomo che soffre, mitizza e somatizza.UN DEMONE
Now I lay me down to sleep,Pray the lord my soul to keep.And if I die before I wake pray the lord my soul to take.
Now I lay me down to sleep,Pray the lord my soul to keep.And if I die before I wake pray the lord my soul to take.
Articolo interessante dell'Washington Post.
In una riga, l'idea è: forse spendere vite e soldi in Afghanistan non è il modo migliore di garantire sicurezza agli Stati Uniti.
http://www.washingtonpost.com/wp-dyn/co ... 02977.html
Non mi pronuncio: vi lascio traduzione e un paio di grassetti.
In una riga, l'idea è: forse spendere vite e soldi in Afghanistan non è il modo migliore di garantire sicurezza agli Stati Uniti.
http://www.washingtonpost.com/wp-dyn/co ... 02977.html
Non mi pronuncio: vi lascio traduzione e un paio di grassetti.
Washington Post ha scritto: Chi ha paura di un rifugio per terroristi?
di Paul R. Pillar
Mercoledi' 16 settembre 2009
Le motivazioni per continuare l'intervento in Afghanistan sono varie e complesse, ma tutte centrate su un punto chiave: che non si deve permettere che l'Afghanistan torni ad essere un rifugio per gruppi terroristi, specialmente al-Qaeda. Il dibattito sull'Afghanistan ha sollevato motivi per mettere in discussione questo punto, uno dei quali è che la leadership di al-Qaeda non è nemmeno più in Afghanistan, essendosi spostata in Pakistan anni fa. Un altro è che i terroristi possono scegliersi un altro rifugio in parecchi paesi instabili oltre all'Afghanistan, e le forze degli Stati Uniti non possono controllarli tutti.
Il dibattito ha trascurato quasi completamente una domanda più fondamentale: quanto è importante per i gruppi terroristi avere un rifugio materiale? Più precisamente: in quale misura un rifugio influenza il pericolo di attacchi terroristici contro gli interessi statunitensi, e in particolare il territorio degli Stati Uniti? La risposta alla seconda domanda è: molto meno di quanto il dibattito attuale sembri dare per scontato. Quando un gruppo ha un rifugio, lo userà per scopi come l'addestramento di base delle reclute. Ma le operazioni più importanti per futuri attacchi terroristici non richiedono una base del genere, e bastano poche reclute per compiere atti anche molto gravi di terrorismo. Considerate il fatto che la preparazione principale per gli attacchi dell'11 settembre 2001 non ebbe luogo in campi di addestramento nell'Afghanistan ma in appartamenti in Germania, stanze d'albergo in Spagna e scuole di volo negli Stati Uniti.
Nell'ultimo ventennio, i gruppi del terrorismo internazionale hanno prosperato sfruttando la globalizzazione e la tecnologia informatica, il che ha diminuito la loro dipendenza da rifugi materiali.
Usando reti come Internet, le organizzazioni terroriste sono diventate più reticolari, non legate a un quartier generale. Una significativa minaccia jihadista contro gli Stati Uniti sussiste, ma questo non vuole dire che essa consista in attacchi istigati e diretti da un rifugio nell'Asia meridionale, o persino che richieda un rifugio. Il ruolo di Al-Qaeda nella minaccia è ora meno di comando che di ispirazione ideologica, e per giocare questo ruolo un rifugio è quasi inutile.
Queste tendenze sono state familiari agli esperti di antiterrorismo per anni, ma sono quasi assenti dalle discussioni sull'Afghanistan. Questo è probabilmente dovuto al fatto che l'intervento alla fine del 2001 fu innegabilmente una risposta all'11 settembre (la "guerra buona," in contrasto con la spedizione mal diretta contro l'Iraq, dove il solo legame con gli attacchi del 2001 fu la contorta presentazione di tale invasione da parte dell'amministrazione Bush). L'ingresso degli Stati Uniti nella guerra civile afgana fu seguita dall'esclusione dei talebani dal potere e dalla cacciata dei loro alleati di al-Qaeda, e l'intervento sarebbe avvenuto comunque, indipendentemente dal fatto che l'occupante della Casa Bianca si fosse chiamato Bush o Gore.
Il tema oggi non riguarda che cosa fosse opportuno fare otto anni fa. E non è neppure se un rifugio in Afghanistan sia di qualche utilità a un gruppo terrorista: lo è.
Al contrario, il tema è se impedire questo rifugio ridurrebbe la minaccia dei terroristi agli Stati Uniti abbastanza da compensare la spesa necessaria di sangue e denaro e gli effetti negativi sull'Afghanistan, compresi un regime inefficace e un sostegno calante da parte della popolazione. Ostacolare la creazione di un rifugio materiale dovrebbe anche compensare ogni spinta al terrorismo contro gli Stati Uniti derivante dalla percezione che gli Stati Uniti sono diventati un occupante piuttosto che un difensore dell'Afghanistan.
Fra le molte somiglianze che esistono fra la guerra in Afghanistan e quella in Vietnam, una delle più disturbanti riguarda l'esame inadeguato che si fa di alcune ipotesi di fondo. L'amministrazione Johnson era meticolosa quanto l'amministrazione Obama nell'esaminare strategie di controllo e le forze richieste per metterle in pratica. Ma la maggior parte del dibattito americano sul Vietnam nei primi anni '60 diede per scontate le ipotesi chiave (sbagliate) che stavano alla base dell'intero sforzo: che la perdita del Vietnam avrebbe portato a far cadere gli altri paesi asiatici sotto il controllo del comunismo, come tessere del domino, e che una ritirata dall'impegno in Vietnam avrebbe gravemente danneggiato la credibilità degli Stati Uniti.
L'amministrazione Obama e altri partecipanti al dibattito sull'allargare lo sforzo in Afghanistan possono ancora evitare errori simili. Ma questo richiederebbe di non limitarsi a invocare l'11 settembre e di non dare per scontato che un rifugio in Afghanistan sia determinante affinchè quell'orrore si ripeta o no. Vorrebbe invece dire presentare prove convincenti del fatto che tale rifugio aumenterebbe significativamente il pericolo terrorista negli Stati Uniti. Queste prove non sono state presentate.
L'autore è stato Deputy chief del centro di antiterrorismo della CIA dal 1997 al 1999. Oggi è Director of graduate studies per il programma di Studi sulla Sicurezza della Georgetown University.
- balkan wolf
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il maiale negro ha rimbalzato il dalailama perchè vuole i soldati cinesi in afganistan è ovvio
nobel per la pace al comandante in capo di un esercito imperialista che flirta con una tirannide comu-capitalista evvai ... al confronto arafat era ghandi
nobel per la pace al comandante in capo di un esercito imperialista che flirta con una tirannide comu-capitalista evvai ... al confronto arafat era ghandi
“Quando il treno dei tuoi pensieri sferraglia verso il passato e le urla si fanno insopportabili, ricorda che c’è sempre la follia. La follia è l’uscita d’emergenza!”
Alan Moore the killing joke
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