Giulio Tremonti ha scritto:
I derivati permettono di assicurarsi dal rischio a cui sono esposti proprio i più piccoli. P.es. un piccolo coltivatore, il cui fatturato dipende dalle condizioni meteorologiche e dal prezzo delle materie prime, avrebbe difficoltà ad accedere ad un credito perchè potrebbe non fornire garanzie sui suoi ricavi futuri. Con i derivati si potrebbero eliminare i rischi legati questa incertezza ed avere ricavi assicurati da portare in garanzia, ottenere i finanziamenti, comprare le sementi o i macchinari o assumere personale.
in teoria si, nella pratica sono mezzi di speculazione molto sofisticati che 9 volte su 10 tradiscono la loro natura originaria.
il senso del glass steagle act era tutelare il piccolo risparmio e l'attivita' di banca commerciale dalle speculazioni meramente finanziarie che di fatto si configuravano come una sorta di gioco di azzardo.
visti gli attuali e recenti scandali finanziari mi pare sia una delle migliori situazioni praticabili.
nello specifico poi nella produzione agricola la contrattazione della produzione dei beni fino a che non ci han messo recentemete mano le solite banche di merda (goldman e compagnia bella) prevedeva un metodo che tutelava la pianificazione della produzione includendo eventuali problemi di produzione, mentre con il metodo attuale (basato sulle scorte gia' prodotte e sulla disponibilita' immediata) sono commodities di fatto diventate bersaglio sistematico di speculazioni finaziarie molto gravi.
Si guardi l'impennata degli ultimi anni delle principali commodities a cominciare da grano, riso, cacao e soia, vittime di speculazioni che con il vecchio metodo di contrattazione non erano mai avvenute.
Il piccolo produttore, per quanto riguarda l'italia (ma da quello che ho sentito anche in altri paesi), ad esempio e' in mano alla GDO che di fatto gli detta il prezzo di acquisto che spesso e' al di sotto del prezzo effettivo di produzione: ma questa situazione e' dovuta piu' alla questione della catena di distribuzione delle commodities prodotte che ad altri fattori.
Questo è successo in India con la liberalizzazione dei mercati finanziari vent'anni fa. Le grandi aziende invece non hanno problemi a trovare chi fa loro credito.
diciamo che in india ha fatto piu' il microcredito di natura sociale che la liberalizzazione dei mercati finaziari che di fatto ha impoverito la popolazione indiana nel suo complesso.
Certo ci sono piu' ricchi rispetto a qualche anno fa, ma a scapito di una marea di poveracci.
Per quanto riguarda le grandi aziende certo, loro possono ricorrere alla quotazione in borsa per ottenere finanziamenti, anche se mi pare che nell'ultimo periodo qualcuno ragioni su un delisting (si veda ultimo caso quello della Dell computers) per ritornare a fare l'azienda e non il pollo da spennare da parte dei fondi di speculazione.
IL salario minimo, mantenendo innaturalmente il costo del lavoro più alto rispetto all'incrocio di domamda e offerta produce disoccupazione e lavoro nero. Questo si vede chiaramente nel sud Italia dove i contratti collettivi impediscono a lavoratori e imprese di concordare salari più adeguati al costo della vita più basso.
al sud il problema e' prima di tutto di legalita' e di controllo del territorio ed in secondo luogo di infrastrutture inesistenti.
Nessun investitore internazionale ci mette del suo se sa che dovra' avere a che fare con una malavita organizzata che ti incendia i capannoni o ti deruba sistematicamente i camion con cui consegni i beni che andresti a costruire.
E quel che e' peggio sa che in italia i tempi della giustizia sono tali che in caso di contenzioso campa cavallo, quindi meglio altri lidi piu' sicuri, anche quelli eticamente piu' discutibili.
Il costo del lavoro italiano rapportato a quello di altri stati nordeuropei attualmente e' tra i piu' bassi in assoluto: quello che incide internamente e' la fiscalita' diretta sul lavoro dipendente che e' altra cosa rispetto al concetto di salario minimo che di fatto e' una misura a tutela delle porzioni piu' deboli della popolazione che avrebbero cosi' accesso a consumi di base garantiti (e non lo dico io tacciato di essere un cattivone antiliberale, ma quelli del centro studi della confcommercio di mestre che notoriamente non abbeverano cavalli cosacchi in quel di san pietro

).
Posso dar ragione sulla misura inflattiva di una scelta del genere, ma non e' detto che non sia possibile trovare un metodo per mantenere sotto controllo questo aspetto con strumenti adatti.
"Duca conte buonasera..sono le 17...le serviamo un tè?" Maurizio Liberti, 25.03.2007
"Sono venuto qui per disgustarmi! oh! Voglio vomitare! oh! siete un cess.... cessi! cessi, diceva toto'! cessi! la banda! cessi!" Carmelo Bene, 1995